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La nascita di un pianeta


Fonte: articolo riportato dall'Internet
eso2008it - Foto Comunicato StampaUn telescopiodell'ESO vede i segni della nascita di un pianeta20 Maggio 2020
 Alcune osservazioni realizzate con il VLT (Very LargeTelescope) dell'ESO (l'Osservatorio Europeo Australe)hanno rivelato chiari indizi della nascita di un sistema stellare.Intorno alla giovane stella AB Aurigae si trova un denso discodi polvere e gas in cui gli astronomi hanno individuato unastruttura a spirale prominente con un "nodo" che segna illuogo in cui si starebbe formando un pianeta.La struttura osservata potrebbe essere la prima prova direttadella nascita di un pianeta."Migliaia di esopianeti sono stati identificati finora, ma non si sa ancora molto sul loro processo di formazione", affermaAnthony Boccaletti, dell'Osservatorio di Parigi, Università PSL,Francia, alla guida dello studio.Gli astronomi sanno che i pianeti nascono all'interno dei dischipolverosi che circondano le stelle giovani, come AB Aurigae,a mano a mano che il gas freddo e la polvere si aggregano.Le nuove osservazioni con il VLT dell'ESO, pubblicate dallarivista Astronomy & Astrophysics, forniscono indizi cruciali peraiutare gli scienziati a comprendere meglio questo processo."Dobbiamo osservare sistemi molto giovani per catturare davvero il momento in cui i pianeti si formano", continua Boccaletti.Ma finora gli astronomi non erano stati in grado di acquisireimmagini sufficientemente nitide e profonde di questi giovanidischi per trovare l'indicazione che segna il punto in cui un piccolopianeta potrebbe nascere.Le nuove immagini mostrano una straordinaria spirale di polveree gas intorno a AB Aurigae, una stella a 520 anni luce dalla Terranella costellazione dell'Auriga.Spirali di questo tipo segnalano la presenza di pianeti neonati,che "scalciano" il gas, creando "disturbi nel disco sotto forma di un'onda, un po' come la scia di una barca su un lago", spiegaEmmanuel Di Folco del Laboratorio Astrofisico di Bordeaux (LAB),Francia, che ha partecipato allo studio.Mentre il pianeta ruota intorno alla stella centrale, questa ondaprende la forma di un braccio a spirale.La regione in cui si vede il "nodo" giallo e brillante vicino al centro della nuova immagine di AB Aurigae, che si trova a unadistanza dalla stella pari a circa quella di Nettuno dal Sole,è uno di questi siti di disturbo in cui il gruppo di lavoro ritienesi stia formando un pianeta.Le osservazioni del sistema AB Aurigae fatte alcuni anni facon ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), di cuiESO è un partner, hanno fornito i primi indizi sulla formazionedel pianeta in corso intorno alla stella.Nelle immagini di ALMA, gli scienziati hanno individuato duebracci di gas a spirale vicino alla stella, all'interno della regioneinterna del disco.Quindi, nel 2019 e all'inizio del 2020, Boccaletti e un gruppo diastronomi provenienti da Francia, Taiwan, Stati Uniti d'Americae Belgio si sono dedicati a catturarne un'immagine più chiarapuntando verso la stella lo strumento SPHERE montato sul VLT dell'ESO in Cile.Le immagini di SPHERE sono le più profonde del sistema ABAurigae ottenute fino a oggi.Con il potente sistema per produrre immagini di SPHERE, gliastronomi hanno potuto vedere la debole luce emessa dai piccoligranelli di polvere e l'emissione proveniente dal disco interno.Hanno confermato la presenza dei bracci a spirale rilevati perla prima volta da ALMA e hanno anche individuato un'altracaratteristica notevole, un 'nodo', che indica la presenza diformazione planetaria in corso nel disco."Il 'nodo' è previsto secondo alcuni modelli teorici di formazione dei pianeti", afferma la coautrice Anne Dutrey, che lavora a LAB."Corrisponde alla connessione di due spirali - una che si avvolge verso l'interno dell'orbita del pianeta, l'altra che si espande verso l'esterno - che si uniscono proprio alla posizione del pianeta. Consentono al gas e alla polvere del disco di accumularsi sul pianeta in formazione e farlo crescere."L'ESO sta costruendo l'ELT, il telescopio estremamente grandeda 39 metri, che attingerà al lavoro all'avanguardia di ALMA eSPHERE per studiare mondi extrasolari. Come spiega Boccaletti,questo potente telescopio consentirà agli astronomi di ottenerevedute ancora più dettagliate dei pianeti mentre si formano."Dovremmo essere in grado di vedere direttamente e più precisamente come la dinamica del gas contribuisce alla formazione dei pianeti", conclude.