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Fonte: articolo riportato dall'InternetSpazio, baby pulsar da record: ha appena 240 anniUn team internazionale di astronomi, che annovera tra glialtri diversi ricercatori Inaf, ha spiato la più giovane dellepulsar scoperte fin'oraA cura di Monia Sangermano 17 Giugno 2020 21:54
Osservazioni nei raggi X dallo spazio e nelle onde radiodal Sardinia Radio Telescope dell'Inaf hanno rivelato lapiù giovane pulsar che sia mai stata individuata, che èanche una magnetar per l'eccezionale campo magneticodi cui è dotata.I risultati delle osservazioni di follow-up, condotte daun team internazionale di astronomi che annovera tragli altri diversi ricercatori Inaf, sono pubblicati suAstrophysical Journal LettersUn team internazionale di astronomi, che annovera tragli altri diversi ricercatori Inaf, ha spiato la più giovanedelle pulsar scoperte fin'ora.Il suo nome è Swift J1818.0-1607 - dal nome dell'osservatoriospaziale Swift della Nasa che l'ha individuata a marzo del 2020- e con i suoi 240 anni di età stimati è la più giovane "trottolaspaziale" conosciuta tra le tremila note nella nostra galassia.Le pulsar sono tra gli oggetti più esotici che si conoscano.Sono stelle di neutroni molto dense ed estremamente magnetiz-zate.Ciò che rimane di stelle massicce che terminano la loro vitaattraverso violente esplosioni di supernova.Tra queste c'è una categoria a sé che prende il nome di magnetar,dalla contrazione di magnetic-star, che come suggerisce il nomesono stelle di neutroni con un campo magnetico incredibilmenteintenso.Queste sorgenti alternano periodi di quiescenza a periodi di intensaattività, durante i quali emettono enormi quantità di radiazione Xsotto forma di outburst - eventi che comportano un aumentano diluminosità sino a migliaia di volte - per poi ritornare gradualmenteallo stato iniziale, su scale temporali che vanno da alcuni millisecondiad anni.Ebbene, Swift J1818.0-1607, oltre che giovanissima, è supermagneticae irrequieta: insomma, è anch'essa una magnetar a tutti gli effetti.La campagna osservativa condotta in banda X da XMM-Newtondell'Esa, Swift e NuSTAR della Nasa e nel radio dal Sardinia RadioTelescope dell'Inaf ha ora catturato questi outburst emessi daSwift J1818.0-1607, la cui analisi, oltre a confermarne la scoperta,fornisce ulteriori importanti informazioni.Tra i risultati di queste osservazioni di follow-up, riportati nell'articoloappena pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, c'è, comedetto in apertura, la stima della sua età: 240 anni, praticamenteun battito di ciglia nella storia evolutiva di qualsiasi stella.«Swift J1818.0-1607 si trova a circa 15 mila anni luce di distanza,all'interno della Via Lattea», ricorda Paolo Esposito, ricercatorepresso l'Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia,associato Inaf e primo autore dello studio.«Individuare qualcosadi così giovane, subito dopo che si è formatanell'Universo, è estremamente eccitante.Le persone sulla Terra sarebbero state in grado di vederel'esplosione di supernova che ha formato questa piccola magnetarcirca 240 anni fa, proprio nel mezzo delle rivoluzioni americanae francese».Ma Swift J1818.0-1607 ha anche altre peculiarità.Tra le magnetar, è quella con la rotazione più rapida che siconosca, nonostante contenga la massa di due soli racchiusa inuna sfera di 25 chilometri di diametro: la velocità riportata nellostudio è di un giro ogni 1,36 secondi.E poi, a differenza della maggior parte di questi oggetti, chesono osservabili solo in banda X, Swift J1818.0-1607 è ancheuna delle pochissime magnetar a mostrare un'emissione radio.Emissione catturata in questo caso dal radio-telescopio targatoInaf Sardinia Radio Telescope (Srt).«Swift J1818.0-1607 è una di appena 5 - forse 6 - magnetarche mostrano anche pulsazioni nella banda radio» sottolineaMarta Burgay, ricercatrice all'Inaf di Cagliari e co-autricedello studio.«Perché questo accada e come l'emissione radio sia legata aquella a più alte energie, sono domande ancora aperte: ogninuova osservazione della compresenza dei due fenomeni cifornisce quindi un prezioso indizio per cercare di comporre ipezzi di questo curioso puzzle.Le osservazioni di Srt risalgono al 19 marzo: nonostante illockdown il telescopio è rimasto infatti parzialmente operativo,laddove le osservazioni non richiedessero la presenza di più diun astronomo al telescopio e non ci fosse necessità di particolariinterventi tecnici.Abbiamo registrato, in particolare, una serie di impulsi moltopiù brillanti della media, una fenomenologia simile a quelladei cosiddetti 'giant pulses' che si registrano in alcune pulsargiovani, come ad esempio quella nella Nebulosa del Granchio».Quanto al suo campo magnetico, invece, il valore sarebbe di7 ×1014 Gauss, 70 milioni di miliardi di volte più intenso diquello della Terra.«Le magnetar sono oggetti affascinanti.Questa, date le sue caratteristiche estreme, sembra essereparticolarmente intrigante» aggiunge Nanda Rea, ricercatriceall'Istituto di Scienze dello spazio di Barcellona (Csic, Ieec)e principal investigator delle osservazioni.«Il fatto che possa essere osservata sia nel radio che nell'X èun indizio utile per risolvere il dibattito scientifico in corsosulla loro natura di un tipo specifico di residuo stellare: le pulsar».Le magnetar non sono generalmente considerate comuninell'Universo - ad oggi gli astronomi ne hanno rilevato solotrenta, trentuno con questa.Tuttavia, i ricercatori che studiano l'emissione X di questioggetti sospettato da tempo che esse possano essere inrealtà molto più comuni di quanto suggerisca questa visione.Queste osservazioni supportano l'idea che queste particolaristelle di neutroni potrebbero invece formare una frazionesostanziale delle pulsar trovate nella Via Lattea.«In realtà le magnetar non sono rare» spiega Luigi Stella,ricercatore Inaf a Roma, anch'egli nel team che ha studiatoSwift J1818.0-1607.«Si stima anzi che una percentuale molto alta di stelle dineutroni nasca come magnetar; secondo un studio recentela metà circa, se non di più.Il fatto è che la loro vita è molto breve rispetto a quella dellealtre classi di stelle di neutroni che conosciamo, quindi è piùdifficile trovarle.Stiamo imparando davvero molto dai dati più recenti»continua Stella «soprattutto da quelli combinati tra i raggi xe gamma e la banda radio.Diversi indizi ci portano sempre più a pensare che i rapidissimifast radio bursts che provengono da distanze cosmologichesiano prodotti da queste magnetar con caratteristiche estreme.Questi oggetti potrebbero dunque svolgere un ruolo chiavenel guidare tutta una serie di eventi transitori che vediamonell'Universo.«La teoria prevede che in virtù della combinazione di campomagnetico e rotazione estremamente elevati - aggiunge Stella- le magnetar neonate possano dissipare la maggior parte dellaloro enorme energia rotazionale in tempi brevissimi, da decinedi secondi a settimane, così da produrre, o quantomeno daenergizzare, alcune delle più potenti esplosioni cosmicheche conosciamo, quali i gamma-ray bursts brevi e lunghi ole supernovae superluminose.Le magnetar appena nate potrebbero anche generare unforte segnale di onde gravitazionali, grazie alla deformazionedel profilo della stella provocato dal loro campo magnetico,oltreché alla loro rapidissima rotazione.Tutti questi modelli sono molto promettenti, ma non ne abbiamoancora conferma dalle osservazioni»Swift J1818.0-1607 è una particolare magnetar appartenentea un piccolo e diversificato gruppo di giovani stelle di neutronicon proprietà a cavallo tra quelle di pulsar rotazionalmente emagneticamente alimentate, concludono i ricercatori.Osservazioni future consentiranno una migliore stima dell'etàpossibile misurando la velocità di rotazione in quiescenza.Per saperne di più:Leggi su Astrophysical Journal Letters l'articolo "A veryyoung radio-loud magnetar" di P. Esposito, N. Rea,A. Borghese, F. Coti Zelati, D. Viganò, G. L. Israel,A. Tiengo, A. Ridolfi, A. Possenti, M. Burgay, D. Götz,F. Pintore, L. Stella, C. Dehman, M. Ronchi, S. Campana,A. Garcia-Garcia, V. Graber, S. Mereghetti, R. Perna,G. A. Rodríguez Castillo, R. Turolla e S. Zane