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Le ultime dell'archeologia.


Fonte: articolo riportato dall'Internet23 GIUGNO 2019ARCHEOLOGIAdi Amanda Ronzonihttp://www.nationalgeographic.itLa battaglia navale tra Greci, Etruschi eCartaginesi che cambiò la storia
Al Museo Civico Archeologico Falchi di Vetulonia,fino al 3 novembre 2019, una mostra sulloscontro navale di Alalìa, il primo storicamentedocumentato, che decise le sorti del Mediterraneonel 540 a.C.Al Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi diVetulonia, un allestimento suggestivo e più di 150reperti di rilievo scientifico e artistico raccontanouno degli eventi antichi più importanti nella storiadel Mare Nostrum, che decise le sorti delle dueisole tirreniche di Kyrnos (Corsica) e Sardò(Sardegna).Anno 545 a.C.: nel Mediterraneo arrivano i greci Foceiin fuga dall'avanzata persiana.Abbandonata la loro città, Focea (oggi la turca Foça),dalla costa occidentale dell'Anatolia si trasferirono inmassa ad Alalìa, in Corsica (l'odierna Aleria), doveesisteva un insediamento foceo già dal 565 a.C..Il loro arrivo in massa turbò l'assetto geopolitico dell'interaregione mediterranea, interferendo con lo status quodi scambi commerciali ed aree di influenza riconosciute,tra Fenici, Greci ed Etruschi, dove Corsi e Sardigiocarono la loro parte.Per preservare la propria egemonia sul Tirreno, gli Etruschisi allearono ai Fenici e, nel 540 a.C., ingaggiarono controi Focei una delle più grandi battaglie navali dell'antichità.180 navi (pentecontère) si affrontarono nel tratto dimare antistante la città di Alalìa.Fu uno scontro durissimo.Così lo racconta Erodoto parlando della "battagliadel Mar Sardo":"I Focei allora, equipaggiate anch'essi le loro navi cheerano in numero di 60, andarono loro incontro nel maredetto di Sardegna.Scontratisi in battaglia navale, i Focei ottennero unavittoria cadmea, poiché quaranta loro navi furonodistrutte, e le rimanenti venti erano inservibili, con irostri spezzati".L'esito fu incerto (di qui la definizione di vittoria cadmea),le perdite ingenti da entrambe le parti: si sa che iprigionieri greci finirono lapidati e che nel 535 a.C. i Foceiabbandonarono Alalìa, diretti verso Reggio, risalirono lecoste campane e fondarono Velia, a sud di Paestum.Per una cinquantina di anni, il Tirreno tornò ad essereun "lago etrusco", gli scambi con i Corsi sempre piùattivi, i legami culturali sempre più saldi, cometestimoniano i numerosi reperti in mostra aVetulonia.Gli oggetti esposti ci parlano di queste vicende storichee del dialogo interculturale tra questi popoli e di unprogetto scientifico che ha unito per l'occasione neiprestiti il Museo di Aleria, l'Antiquarium Arborense diOristano e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti ePaesaggio di Sassari e Nuoro, il Museo ArcheologicoNazionale di Firenze, per quanto concerne la Toscana,il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma, e ilNucleo Tutela del Patrimonio Archeologico della GdF diRoma, con una selezione di reperti sequestrati.Simbolo della mostra e reperto di altissimo valoreartistico, oltre che scientifico, è il prezioso dinos (vasoutilizzato in Grecia prevalentemente per mescolarel'acqua al vino) attico frammentato (foto sopra), inprestito dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia,a Roma.La mostra è stata curata da Simona Rafanelli, nelquadro del primo grande progetto internazionale divalorizzazione della Corsica (Programma Collettivodi Ricerca su Aleria e i suoi territori ) curato dal prof.Vincent Jolivet e dal prof. Jean Castela.Dopo Vetulonia, la mostra sarà nel 2020 ad Aleriae nel 2021 a Cartagine.