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Le tematiche del futuro 1.


Fonte: articolo riportato dall'InternetIL CIELONessun Pianeta B ma la Terra ha una finestra apertaGuida pratica per salvare il mondo di Mike Berners-Lee,fratello di Tim, l'inventore del Web.Mercalli: dall'ambientalismo "tutto e subito" allagradualità, passando per la termodinamica del progressotecnologico.Ma c'è di più: i bit non sono né materia né energia, enon è vero che siamo prigionieri dell'entropia.Il carbonio ha prodotto conoscenza e ora la conoscenzaliquida il carbonio
PUBBLICATO IL24 Giugno 2020 ULTIMA MODIFICA24 Giugno 2020 18:06Mike Berners-Lee, 56 anni, ricercatore alla LancasterUniversity (UK), è un esperto del cosiddetto "svilupposostenibile", e in particolare di "carbon footprinting",cioè effetto serra da anidride carbonica (derivata daallevamenti di animali e combustibili fossili), aerosolda polveri industriali e così via.Il suo cognome dovrebbe suonare ben noto: è il fratellodi Tim Berners-Lee, l'informatico che al Cern ha progettatoil www, cioè il protocollo di Internet che ha resoipertestuale la navigazione nel web.Entrambi hanno il dono di uno sguardo globale al futuro.Di Mike ilSaggiatore ha appena pubblicato "No planet B.Guida pratica per salvare il nostro mondo" (traduzionedi Carlo Capararo, 331 pagine, 22 euro).Da qui non si scappaIl messaggio è già tutto nel titolo: c'è una sola Terra,non facciamoci illusioni sulle migliaia di pianeti che sistanno scoprendo intorno ad altre stelle, le leggi stessedella fisica e della chimica dicono chiaramente che nonsono ragionevolmente raggiungibili.Persino immaginando soluzioni che per adesso sonofantascientifiche, spiega Mike Berners-Lee, inviare unapiccola astronave sul pianeta extrasolare più vicino,intorno a Proxima Centauri, richiederebbe tutta l'energiache l'umanità consuma in un anno: per trasferire unpaio di persone, ne morirebbero 7 miliardi per mancanzadi energia e di tutto ciò che l'energia significa, acominciare dal cibo. Neppure Venere e Marte, i pianetidel sistema solare più simili al nostro, molto vicini equindi alla portata delle astronavi attuali, possonodiventare alternative alla Terra: troppo inospitali, peradesso è irrealistica l'idea di "terraformarli", cioè diadattarli a noi dal punto di vista ambientale.