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Altre notizie sui cambiamenti climatici.


Fonte: articolo riportato dall'InternetI floridi vigneti nei fiordi norvegesi
Slinde Vineyard, il vigneto più a Nord del mondo. © Bjørn & Halldis/slindevineyard.com
ARMANDO GARIBOLDI3 SETTIMANE FAChe il clima mondiale stia cambiando è ormai un dato di fatto, accettato dalla stragrande maggioranza delle persone, sebbene sulle cause vi sia ancora un minimo di dibattito, con una minoranza intenta testardamente a negarne le cause antropiche.Peraltro, anche solo osservando i gruppi di pappagalli impegnati a nidificare in varie località della pianura padana oppure passeggiando tra i giovani uliveti piantati in Valtellina o sulle prime colline dell'Oltrepò pavese, dove un Istrice (nota specie termofila) vi ha appena attraversato la strada,  è difficile negare questi cambiamenti.Eppure, c'è qualcuno che è contento e trae vantaggio da essi. Sono i nuovi viticoltori del Nord Europa. Tedeschi e inglesi hanno visto espandersi verso settentrione le aree idonee a coltivare questa (redditizia) coltura, fino a pochi anni fa tipica solo del bacino Mediterraneo. Ora addirittura stanno entrando in gioco i viticoltori norvegesi!Le cronache hanno infatti di recente riportato l'emblematico caso dei vigneti di Slinde, in Norvegia, i più settentrionali  del Pianeta. Qui da qualche anno si producono - seppure in piccole quantità - apprezzati vini rossi e rosé. Ogni bicchiere di vino prodotto da queste parti fa toccare con mano cosa sia il riscaldamento globale, sebbene il neo-vignagnolo Bjørn Ove Bergum, proprietario di questi vigneti, sia fiero dei 55 tipi diversi di vitigno che è riuscito a far sviluppare a latitudini pari a quelle dellaGroenlandia e non neghi  che «da produttore vedo il cambio climatico come un fatto positivo».Che la linea di confine dei vigneti si spostasse verso Nord e versoaltitudini sempre più alte (da noi in Italia si comincia a coltivare anche a 800-900 m. e la fatidica quota dei 1000 m. è ormai vicina) era già noto da tempo, tuttavia quello che sta sorprendendo anche gli scienziati è la rapidità del fenomeno. Nelle estati scandinave, che durano sempre più a lungo, non è raro ormai superare in maniera stabile i 30 gradi, il che crea un microclima capace di accogliere questa coltivazione, che tra l'altro nei fiordi norvegesi sembra raggiunga anche buoni livelli di qualità.Alla luce di tutto ciò si comprende meglio il caso della vicina Groenlandia, fino a oggi considerata sola una grossa isola inospitale e per la quale si sta scatenando l'ennesimo conflitto politico-economico tra USA e Cina, proprio in vista di nuovi terreni che diventeranno a breve coltivabili.Le guerre per accaparrarsi risorse primarie per il cibo e l'acqua si arricchiranno così di nuovi capitoli.© RIPRODUZIONE RISERVATARIPRODUZIONE CONSENTITA CON LINK A ORIGINALE E CITAZIONE FONTE: RIVISTANATURA.COM