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Dalla preistoria keniota..


Fonte: Le Scienze.Mtoto, il bambino addormentatodiAnna MeldolesiIl piccolo sapiens vissuto 78.000 anni fanel sito di Panga ya Saidi in Kenyarappresenta la più antica sepoltura maidocumentata in Africa.La scoperta è un tassello prezioso per lacomprensione dell'evoluzione culturaledei nostri antenati e dei loro riti funerariANTROPOLOGIA PALEONTOLOGIAÈ stato soprannominato Mtoto, che inswahili significa bambino, e doveva avere tre anni di vita.Lo hanno sepolto adagiato su un fianco,in posizione flessa, con il capo appoggiatosu una sorta di cuscino e il corpo protettoda un sudario.Non è stato deposto in una cavità naturale,ma in una fossa appositamente scavatanello stesso luogo in cui, probabilmente,aveva vissuto insieme alla sua comunità diHomo sapiens (o uomini moderni, per usarela definizione preferita da molti ricercatori).A Panga ya Saidi, in Kenya.Situato a 50 chilometri a nord di Mombasa,non lontano dalla costa orientale dell'Africa,questo sito archeologico si sta rivelandofondamentale per decifrare l'epoca che va da300.000 a 40.000 anni fa (Middle Stone Age).Il paesaggio è suggestivo, come si può vederein un video che documenta il lavoro svoltodalla componente francese del gruppo,guidata da Francesco d'Errico. Immerso nellavegetazione tropicale si trova un complessocarsico che non sfigurerebbe in un filmdi Indiana Jones ed è considerato tuttoraun santuario dalle popolazioni locali, che vi si recano per cerimonie tradizionali e preghiere.Panga ya Saidi merita un posto speciale nellemappe archeologiche per diversi motivi: èstato abitato ininterrottamente per circa80.000 anni, fino a 500 anni fa, e ci ha regalatoun ricchissimo tesoro di artefatti che documentanole innovazioni culturali avvenute nel corso didecine di migliaia di anni.Strumenti in pietra o in osso, conchiglie e guscilavorati a scopo ornamentale, frammenti diocra rossa. Il sito della grotta di Panga ya Saidi.In basso a destra si nota lo scavo della trinceadove è stata portata alla luce la sepoltura(© Mohammad Javad Shoaee)Ora, con lapubblicazione firmata su "Nature" da 36 ricercatoriappartenenti a 28 laboratori europei, americanie australiani, si aggiudica anche il primato dellapiù antica sepoltura nel continente."Le Scienze" ne ha parlato con d'Errico, direttoredi ricerca del CNRS francese all'Università diBordeaux, professore all'Università di Berger,in Norvegia, e secondo autore dell'articolo.La datazione con diversi metodi della sequenzaarcheologica e del sedimento all'interno delcranio del bambino indica la bella cifra di78.000 anni. Più dei 68.000 anni della sepolturadi Taramsa in Egitto e dei 74.000 anni di BorderCave in Sudafrica (due casi che presentanoqualche incertezza di interpretazione o datazione).Ma comunque meno rispetto alla venerabile etàdelle sepolture trovate nel Vicino Oriente e inEuropa."Il Neanderthal di Tabun C1 è stato datato a120.000 anni fa, anche se la stima è dibattuta.Più o meno contemporaneo è Skhul 9, un uomomoderno con caratteri arcaici", spiega l'archeologodi origini italiane.Israele è uno dei luoghi simbolo per lo studiodelle pratiche funerarie, perché ospita sia Skhulche Qafzeh, dove sono state trovate rispettiva-mente 15 e 10 sepolture, in alcuni casi con tantodi offerte come la mandibola di un enormecinghiale e palchi di cervo. Vista esterna del lato sinistro del cranio e dellamandibola di Mtoto (© Martinón-Torres, et al., 2021)Perché, in confronto, le sepolture africane in fosseappositamente scavate e poi ricoperte sono piùrare e recenti? In fondo si tratta della culladell'umanità, non sarà che abbiamo trovato menoperché abbiamo ancora molto da scavare?"È possibile, ma ci sono anche aree che sono stateindagate approfonditamente.Se in Africa ci fossero siti come Skhul, Qafzeh,Kebara, La Ferrassie, probabilmente le sepolturesarebbero venute alla luce", commenta d'Errico.Un'altra spiegazione, dunque, è che potrebberoessere esistite pratiche funerarie diverse, chenon implicavano la sepoltura del defunto.Una diversità culturale di questo tipo sarebbepiù che plausibile: anche le sepoltureneanderthaliane, per esempio, sono concentrate inalcune aree e non in altre."Ciò fa pensare all'esistenza di una geografia dellepratiche mortuarie, con zone in cui i corpi eranotrattati diversamente.Inoltre queste pratiche si sono certamente volutenel tempo".Tra i sapiens africani potrebbe essere avvenutoqualcosa di simile."Nel sito sudafricano di Klasies River i corpisono consumati.Tutte le sepolture primarie che conosciamo sitrovano in Egitto, Kenya e sulla costa orientaledel Sudafrica. Vale la pena notare che in Kenya eSudafrica si tratta di bambini", ricorda d'Errico.Insomma, bisogna abituarsi a pensare a popolazioniafricane della Middle Stone Age a vari gradidi evoluzione morfologica e culturale, che praticavanorituali diversi.Far coincidere le sepolture formali con l'inizio delpensiero religioso vorrebbe dire peccare dieurocentrismo."Consumare il cadavere, gettarlo in un lago, bruciarlo,lasciarlo in una grotta, esporlo all'azione di carnivorie altri agenti naturali sono pratiche funerariealtrettanto, se non più complesse e, secondo letradizioni culturali in cui si sono sviluppate,altrettanto simboliche", sostiene lo studioso.Anche il luogo in cui si seppellisce un cadavereè significativo: "Farsi inumare nella propria terralega un lignaggio a un territorio. Essere sepolti interra non consacrata indica l'esclusione da unacomunità.Usare una fossa comune, dopo un massacro,ha un significato ancora diverso".La nascita delle culture umanedi Francescod'Errico e Lounès ChikhiL'alba del pensieroreligioso, probabilmente, coincide con le primemanifestazioni del pensiero simbolico."A partire da 40.000 anni fa in Europa, e primaancora in Indonesia, ci sono prove evidenti dicomportamenti religiosi, ma non si è trattatodi salti improvvisi.Questi processi hanno radici più profonde.Le prime tracce archeologiche sono quasi certamentelegate all'uso dei pigmenti, a partire da almeno300.000 anni fa in Europa e in Africa, e a pratichefunerarie che si diversificano, diventando piùcomplesse, a partire dalla stessa epoca." Vista esterna del blocco principale di Pangaya Saidi con lo scheletro parziale articolato(© Martinón-Torres, et al., 2021)Tornando a Mtoto,il bambino di Panga ya Saidi, vale la pena notareche, pur appartenendo alla nostra specie, conservanella morfologia dei denti alcuni caratteri arcaici.Questo rafforza l'ipotesi, già piuttosto convincente,che i sapiens abbiano un'origine africana remota,con ramificazioni regionali.Insieme alle sue ossa non sono state trovateofferte rituali.Lo studio dei granuli rossi presenti nella fossa hamostrato che sono naturalmente presenti nelsedimento.