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ALCUNI STUDI MODERNI SUI NEANDERTHAL.....

Post n°1782 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da blogtecaolivelli

 

FONTE: CITAZIONI RIPORTATE

INTEGRALMENTE DALLE SCIENZE

L'analisi comparativa di 17 crani risalenti

al medio Pleisticene rinvenuti nel sito di

Sima de los Huesos, nella Sierra di Atapuerca,

in Spagna, rivelano che il quadro delle

prime popolazioni europee era molto

complesso. Queste popolazioni si sarebbero

infatti evolute secondo un modello "ramificato"

(cladogenesi), in cui da una popolazione iniziale

più primitiva avrebbero avuto origine vari

gruppi che si sono poi evoluti indipendentemente.

"Ciò che rende unico il sito di Sima de los Huesos

è l'accumulo straordinario e senza precedenti di

fossili di ominidi; niente di paragonabile è mai

stato scoperto per qualsiasi specie estinta di

ominidi", ha detto Juan-Luis Arsuaga dell'Universidad

Complutense di Madrid, primo autore dell'articolo

pubblicato su "Science" in cui è illustrata la ricerca.

Dal 1984, da questo sito sono stati infatti estratti

quasi 7000 fossili umani corrispondenti a tutte

le parti dello scheletro di almeno 28 individui.

La straordinaria collezione comprende 17 crani,

molti quasi completi, sei dei quali sono stati

descritti per la prima volta nel corso di questo

studio.

Il complesso mosaico dei primi europei

I ricercatori al lavoro nella Sima de los Huesos,

la "buca delle ossa" nella Sierra di Atapuerca.

(© Javier Trueba / Madrid Scientific Films)
Questi crani eccezionalmente conservati - che

appartengono tutti a un'unica popolazione,

vissuta circa 430.000 anni fa - mostrano alcune

caratteristiche tipiche dei Neanderthal , mentre

altre sono associate a ominidi più primitivi.

"Il Medio Pleistocene fu un periodo lungo circa

mezzo milione di anni durante il quale l'evoluzione

degli ominidi non seguì un lento processo di cambiamento,

con un solo tipo di ominide che si è evoluto tranquillamente

verso il Neanderthal classico", ha detto Arsuaga.

Il processo che ha portato ai Neanderthal classici

- che avrebbero dominato l'Europa fino all'arrivo

dell'uomo anatomicamente moderno - sarebbe

stato cioè "a mosaico", con modificazioni delle

varie strutture anatomiche (come l'apparato

mandibolare e la teca cranica) in momenti successivi

ben distinti e in misura diversa a seconda dei gruppi.

E' questo il quadro che emerge dal confronto

fra i reperti di Sima de los Huesos e quelli rinvenuti

in altri siti. In particolare, mentre la teca cranica

sembrerebbe avvicinare gli ominidi di Sima

all'Homo heidelbergensis, specie in cui sono inclusi

fossili con una morfologia più primitiva rispetto

ai Neanderthal della fine medio e tardo Pleistocene,

le caratteristiche decisamente neanderthaliane

di tutto l'apparato masticatorio, portano in

un'altra direzione, dato che nessun fossile

di H. heidelbergensis dei diversi siti in cui sono

stati rinvenuti presenta nulla di simile.

Il complesso mosaico dei primi europei

A rendere più complesso lo scenario, l'analisi

del DNA mitocondriale recentemente recuperato

da uno dei fossili di Sima, mostra differenze

genetiche da quello neanderthaliano classico,

avvicinandolo piuttosto all'uomo di Denisova,

un gruppo arcaico che si è distinto dal lignaggio

dei Neanderthal dopo la separazione dai

gruppi africani e che ha popolato parte delle

regioni euroasiatiche.

Secondo gli autori, questi risultati inducono

a pensare che quella di Sima de los Huesos

sia stata una popolazione vissuta in un

momento molto prossimo alla scissione di

queste due linee eurasiatiche.

Più in generale, sembrano indicare che i

fossili di Sima non siano necessariamente

alcuni dei "primissimi Neanderthal": pur essendo

sicuramente molto vicini a essi, potrebbero

essere uno degli svariati gruppi che, isolati e

dispersi, si sono diversificati a partire dagli

ominidi più antichi, per rimanere poi vittime

di numerosi "incidenti" demografici probabilmente

legati alle crisi climatiche che hanno caratterizzato

il medio Pleistocene europeo.

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