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Post n°1823 pubblicato il 19 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli
Costola staccata dai "Promessi sposi", la "Colonna Infame", storia di "un atroce giudizio" durante la peste del 1630, diventa, nella prospettiva più propriamente letteraria,l a negazione del romanzo, dell'idea, della possibilità del romanzo: il passaggio dalla prima stesura di impianto ancora narrativo- "componimento misto di storia e di invenzione" - alla definitiva- quasi un saggio storico-giuridico- riflette l'itinerario manzoniano da un massimo ad un minimo di narratività, traduce sul piano pratico l'evoluzione delle teorie letterarie elaborate dopo i Promessi Sposi del '27. "Ma la menzogna, l'abuso di potere, la violazione delle leggi e delle regole più note e ricevute, l'adoprar doppio peso e doppia misura", che in esso si denunciano, "non furono purtroppo particolari ad un'epoca"; parole": parole emblematiche della motivazione profonda di un testo poliedrico per possibilità di lettura, che, al di là dei problemi morali e religiosi avvertiti come particolarmente gravi e pressanti dal Manzoni, continua ad offrire motivi di inquietante riflessione sui rapporti tra potere politico e giustizia, sulla morfologia del processo penale ( si pensi all'attualissimo dibattito sul processo inquisitoria o accusatorio) e sulla corretta informazione ed elaborazione dei dati di cronaca e di storia. Nel che si rivela, ancora una volta, la non mai abbastanza dimostrata modernità del Manzoni. |
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