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La preistoria europea è scritta nel DNA dei sardi

Post n°2177 pubblicato il 06 Maggio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

La preistoria europea è scritta nel DNA dei sardi

La preistoria europea è scritta nel DNA dei sardi

Uno studio di un gruppo internazionale di scienziati

ha messo in luce alcune caratteristiche peculiari del

patrimonio genetico dei sardi. In particolare, l'analisi

del DNA mitocondriale degli attuali abitanti della

Sardegna sembrerebbe indicare che la prima occupazione

dell'isola risale al Mesolitico, mostrando inoltre l'esistenza

di due origini genetiche ben distinte dei primi abitanti 

di Matteo Serra

geneticastoria

Il patrimonio genetico dei sardi è unico nel suo genere, e

contiene informazioni molto preziose sulle origini

dell'occupazione della Sardegna nel contesto della preistoria europea.

Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista 

"Molecular Biology and Evolution" da un gruppo di ricerca

internazionale guidato dalla genetista Anna Olivieri,

dell'Università di Pavia.

Le isole hanno sempre esercitato un fascino particolare su

biologi evoluzionisti, genetisti e archeologi per via

dell'isolamento geografico e delle caratteristiche spesso

uniche delle popolazioni che le abitano. In particolare la

Sardegna, per la sua posizione chiave nel cuore del Mediterraneo,

rappresenta un'arena di studio ideale.

Per comprendere meglio le origini genetiche dei sardi, i

ricercatori hanno analizzato il DNA mitocondriale

(contenuto nei mitocondri, le "centrali energetiche" delle cellule)

di 3491 attuali abitanti della Sardegna, confrontandolo con 21

campioni preistorici, con un ampio database di genomi

mitocondriali non appartenenti a sardi e anche con quello

di Ötzi, la più antica mummia europea (risalente all'età del

rame, attorno al 3300 a.C.), scoperta nel 1991 ai piedi del

ghiacciaio del Similaun, al confine tra Italia e Austria.

I risultati evidenziano che la Sardegna rappresenta

un'anomalia nel panorama genetico europeo, e per più

di un motivo.

Anzitutto, i ricercatori hanno scoperto che quasi l'80

per cento dei genomi mitocondriali dei sardi di oggi

appartiene a rami genetici che non si trovano in nessun

altro luogo al di fuori dell'isola.

La preistoria europea è scritta nel DNA dei sardi

CC0 Public DomainInoltre, gli scienziati hanno classificato

i genomi mitocondriali dei sardi in 89 gruppi genetici, detti aplogruppi.

Quasi tutti gli aplogruppi, che probabilmente comparvero

nell'isola dopo la sua prima occupazione, risalgono a un periodo

compreso tra il Neolitico (tra 4000 e 7800 anni fa), il Nuragico

(tra 2000 e 4000 anni fa) e il post-Nuragico (meno di 2000 anni fa).

Tuttavia, le origini di alcuni rari aplogruppi tra quelli appartenenti

ai sardi moderni sono ancora più antiche, precedenti alla data

di inizio più probabile del Neolitico in Sardegna, ossia circa

7800 anni fa. 

"Le nostre analisi suggeriscono la possibilità che diversi

aplogruppi potessero essere già presenti nell'isola prima del

Neolitico", sottolinea Francesco Cucca, dell'Istituto di ricerca

genetica e biomedica del CNR di Cagliari, co-autore dello studio.

Ma questo scenario, oltre a rappresentare la prova archeologica

di un'occupazione della Sardegna già ai tempi del Mesolitico

(quindi tra il 10.000 e l'8000 a.C.), suggerirebbe anche

l'esistenza di una duplice origine genetica dei suoi abitanti.

Due tra gli aplogruppi più antichi, chiamati K1a2d e U5b1i1

(che rappresentano quasi il tre per cento del totale), hanno

infatti origini geografiche molto diverse: le radici dell'aplogruppo

K1a2d sono collocate nel Vicino Oriente, mentre quelle di

U5b1i1 nell'Europa occidentale.

Lo studio evidenzia insomma che i sardi contemporanei sono

portatori di un'eredità genetica unica, maturata soprattutto

grazie al relativo isolamento dai tanti sconvolgimenti demografici

che hanno caratterizzato il continente europeo.

Un isolamento che ha favorito la conservazione di tracce genetiche

così antiche.
 
 "È ormai evidente - spiega Olivieri - che la mobilità umana,

l'intercomunicazione e il flusso genetico attorno al Mediterraneo

fin dai tempi dell'ultima era glaciale hanno lasciato firme ben precise,

che sono sopravvissute fino ai giorni nostri.

E alcuni di questi segni del passato sono conservati dai sardi".

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