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Post n°2471 pubblicato il 17 Gennaio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Etruschi: scoperta del secolo

HINTHIAL: l'Ombra di San

Gimignano

3 dicembre 2020


L'Ombra di San Gimignano:
reportage completo della scoperta

A cura di Giulia Pruneti

È stata nominata con il termine etrusco Hinthial, che significa

'anima', 'sacro', la stupenda statuetta di offerente rinvenuta a

Torraccia di Chiusi, nella tipica forma allungata degli ex voto

dell'epoca, capace, per dimensioni e accuratezza di esecuzione,

di oscurare la fama, a sua volta celeberrima, dell'Ombra della

sera di Volterra (come la definì Gabriele D'Annunzio, che

nel guardarla gli aveva fatto venire in mente le lunghe ombre

del tramonto).

Paragoni a parte, è assolutamente da non perdere l'ultimo inaspet-

tato "regalo" del popolo etrusco, ammirabile fino al 31 maggio

2020 presso il Museo archeologico di San Gimignano."Hinthial. 

L'Ombra di San Gimignano. L'Offerente e i reperti rituali etruschi

e romani": il titolo dell'esposizione che svela per la prima volta l'ec-

cezionale bronzetto votivo tornato in luce nel sito di una panoramica

altura non lontano dalla città "dalle belle torri", da cui si domina

sul paesaggio di mezza Toscana.

 

«Fermate la ruspa!»

La scoperta è avvenuta casualmente, a circa due metri sotto il

piano campagna, nel corso di alcuni lavori per una locale azienda

agrituristica, a pochi passi dal corso del torrente Fosci, lungo

le propaggini collinari che da San Gimignano scendono verso la

Valdelsa.

«Mentre seguivo di persona un intervento di riparazione delle

condutture - ricorda con profonda emozione la proprietaria del

terreno Donatella Sandrelli - ho visto affiorare qualcosa di

verdastro che richiamava il bronzo ossidato.

Immediatamente ho gridato di fermarsi all'operaio che azionava

la benna... E ho iniziato a scavare con le mani per tutta la

lunghezza del reperto, che sembrava non finire mai e che si

stava rivelando come una statuetta deposta con la faccia rivolta

verso l'alto.

A me piace dire che guardava le stelle... Alla fine mi sono

ritrovata "tra le braccia" un bronzetto di sessantaquattro

centimetri, perfetto, incredibile... bellissimo».

Acqua terra e... fuoco

Interrotti i lavori, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti

e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ha

dato avvio a una serie di indagini, seguite da una campagna

di scavi che ha fatto emergere un'area sacra etrusca a cielo aperto,

frequentata per almeno cinquecento anni, dal III sec. a.C. fino

al II sec. d.C. La statua risultava sepolta vicino a un monolite

squadrato in pietra che doveva fungere da altare e sul quale si

compivano riti con offerte alla divinità del luogo.

Il blocco litico presentava tracce evidenti di esposizione al fuoco.

Nelle vicinanze dell'area sono state rivenute anche monete,

frammenti ceramici (spesso ricomponibili e che quindi

suggeriscono una frammentazione rituale), unguentari integri

e pezzi di laterizi.

L'area sacra, inoltre, sorgeva in prossimità di una sorgente,

potrebbe quindi essere ricondotta al culto per una divinità

legata all'acqua e alla terra.

nelle foto sopra
PERFETTO FINO A NOI. Una serie di immagini di Hinthial,

la statuetta etrusca chiamata anche Ombra di San Gimignano.

Rappresenta un personaggio offerente, come chiaramente

indicano la posa e la patera nella mano destra. Il bronzo,

risalente alla prima metà del III sec. a.C., è stato rinvenuto

in località Torraccia di Chiusi. Perfettamente conservata, la

figura (alta 64,4 cm) indossa una lunga toga che lascia

scoperta la spalla, il braccio destro e gran parte del torace

arrivando fino ai polpacci. I piedi sono coperti da calzari

con allacciatura alta. I tratti del volto sono ben marcati, la

capigliatura è disposta a ciocche.


Sopravvivenza dell'identità etnica etrusca

Si legge nel catalogo della mostra: «Straordinariamente

significativo, il complesso (di Torraccia di Chiusi - ndr)

è una palese testimonianza del carattere conservativo del

sacro. Ma soprattutto un'ulteriore conferma che quel

complesso processo di acculturazione definito romaniz-

zazione, iniziato già nel corso del III sec. a.C., nel territorio

volterrano (e in Valdelsa nello specifico) non si è manifestato

con caratteri di rottura, ma in un osmotico continuum.

TOSCANA ETRUSCA. Panoramica della località Torraccia

di Chiusi sulle propaggini collinari che da San Gimignano

scendono verso la Valdelsa, a pochi passi dal corso del torrente

Fosci.

È qui che, durante alcuni lavori di manutenzione straordinaria in

un terreno privato, è avvenuto l'eccezionale ritrovamento del

bronzetto etrusco, lungo un antico percorso di collegamento ai

limiti del territorio volterrano. (Foto Albatros Film)

La compagine sociale (con i suoi riti, usanze e pratiche) restò

sostanzialmente la stessa.

La lex Iulia de civitate (90 a.C.) concesse la cittadinanza romana

a tutti i Latini e ai socii italici rimasti fedeli a Roma o che avevano

deposto le armi: la lingua ufficiale diventò il latino; cambiarono

l'ordinamento legislativo.

Le forme di sfruttamento del territorio e la viabilità si adeguarono

necessariamente alle nuove esigenze, così come l'economia.

Ma la società, le persone, restarono profondamente legate alla

propria identità etnica, come confermano il pervicace impiego

della lingua etrusca (accanto al latino) nei monumenti privati

ben oltre l'inizio del I sec. a.C. [...] Ma per quanto riguarda il

territorio di San Gimignano, prima del ritrovamento di Torraccia

di Chiusi, non erano attestate aree sacre certe».


L'Ombra di San Gimignano:
la più elegante della "serie"

Hinthial - traducibile con 'anima', ma anche con 'sacro' - è, al

momento, l'opera più elegante e raffinata nel nucleo dei bronzi

allungati giunti fino a noi. Ritrovata in un ottimo stato di conserva-

zione, rappresenta una figura maschile con indosso una toga che

arriva fino ai polpacci e lascia scoperta la spalla, il braccio destro

e gran parte del torace, mentre i piedi indossano dei calzari con

allacciatura alta (inevitabile è il richiamo alla statua dell'Arringatore 

del Museo archeologico nazionale di Firenze).

La forma allungata tipica della statuaria votiva etrusca trova

spiegazione nella necessità di mettere la propria offerta in

massima evidenza (utilizzando nella fusione una data quantità

di metallo), al cospetto della divinità e anche degli altri frequentatori

del santuario.

La mano destra sorregge una patera ombelicata, mentre la sinistra,

aderente al corpo, fuoriesce dal manto con il palmo rivolto

all'esterno in posa devozionale; le gambe sono leggermente divaricate

a suggerire un lieve movimento verso sinistra.

I tratti del volto sono ben marcati, con grandi occhi, naso prominente,

bocca carnosa e mento con tipica fossetta centrale.

La capigliatura è disposta a ciocche mosse, realizzate con profonde

solcature che da una scriminatura posteriore si dispongono verso

il volto a coprire parte della fronte e le orecchie.

Al pari della statuetta allungata di Volterra, anche l'Ombra di San

Gimignano appartiene a una produzione seriale.

LUOGO SACRO. L'area di scavo a Torraccia di Chiusi. La statua

era sepolta vicino al monolite squadrato in pietra che doveva fungere

da altare e sul quale si compivano riti con offerte alla divinità del luogo.

Il blocco litico presentava tracce di esposizione al fuoco.


Ex-voto in linea con la tradizione

Si tratta di un'opera "colta" che presuppone i modelli della

grande plastica del primo ellenismo con la reinterpretazione

dell'ex-voto a fettuccia allungata di derivazione centro-italica,

ancorato a forme della tradizione religiosa locale.

Proprio nell'antica Velathri/Volterra della prima metà del III sec

. a.C. dobbiamo immaginare l'ambito culturale dell'artista che

creò l'Ombra di San Gimignano.

Si può presumere che il luogo di culto di Torraccia di Chiusi

costituisse uno dei santuari di confine, a segnare il limite del

territorio volterrano: la "chiusa" sottintesa dal toponimo allude

a una strettoia, a un passaggio obbligato in quel percorso stradale

pre-romano, poi imperiale e altomedievale che diverrà la via

Francigena, un cui ramo passava - e passa tuttora per i pellegrini-

turisti di oggi - proprio presso l'area sacra. Mentre le fauces,

'fauci', celate nel nome del torrente Fosci, sono l'ingresso al

territorio della potente città di Velathri/Volterra.


OGGETTO DI PRESTIGIO. Fibula a navicella in bronzo

laminato risalente ai primi anni del VII sec. a.C.: il tipo era

particolarmente diffuso nell'Etruria meridionale.

Si tratta del reperto più antico rinvenuto nello scavo di Torraccia

di Chiusi e non si esclude che possa essere stata deposta

nell'area sacra molti secoli dopo proprio per il suo valore

"antiquario".

VENERE E VITTORIA. Denario in argento (zecca di Roma,

44 a.C.) rinvenuto, insieme a molte altre monete, nella medesima

area di scavo che ha restituito il bronzetto.

Vi è rappresentata Venere in piedi mentre tiene la Vittoria alata

nella mano destra, lo scettro nella sinistra e appoggia il gomito

sullo scudo collocato su un globo.

IMPASTI E CERAMICHE. Gruppo di balsamari (III sec. a.C.)

in ceramica depurata rinvenuti nell'area sacra di Torraccia di

Chiusi: rappresenta il complesso col maggior numero di

balsamari/unguentari di questa particolare foggia piuttosto diffusa

nel territorio volterrano. Realizzati a mano contenevano

essenze da offrire alle divinità.


Una mostra da non perdere

Hinthial è posta al culmine di un itinerario espositivo concepito

come un'immersione nel paesaggio sacro di San Gimignano in età

etrusca e romana.

L'incontro ravvicinato con l'Ombra ci accompagna presso l'area

di culto in un percorso rituale che richiama la gestualità e le

percezioni dell'Offerente. Così questo capolavoro toreutico

risorge dalla sua "sepoltura" e ci racconta delle speranze, delle

preghiere e delle offerte innalzate e deposte per più di cinque

secoli in questo luogo sacro ai limiti territoriali della Volterra

in età ellenistica.

L'esposizione, curata da Enrico Maria Giuffrè e Jacopo Tabolli,

è promossa da Comune di San Gimignano, Soprintendenza

Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena,

Grosseto e Arezzo con la collaborazione organizzativa di Civita

Group e ha ricevuto il patrocinio della Regione Toscana.

Catalogo Sillabe.

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