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La differenza tra la robotica e l'I.A.

Post n°3147 pubblicato il 03 Luglio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Se è vero che le macchine raggiungeranno un livello

di coscienza definibile come tale e richiedessero dei

diritti in quanto esseri senzienti, l'idea della piena

automazione, quella secondo cui potremmo smettere

di lavorare perché lo faranno le macchine, non è altro

che una speranza in un nuovo schiavismo.

Di nuovo, di norma i robot non sono AIR, ma macchine

pensate per svolgere funzioni in modo ripetitivo e senza

la necessità di ragionamento.

Gli AIR sono soltanto un sottoinsieme piccolissimo dei

robot, ma a renderli così popolari sono le aspettative

che riponiamo in questo tipo di macchine, quindi le

preoccupazioni politiche, sociali ed economiche di cui

parlavamo poco fa, come la possibilità che l'automazione

metta in pericolo interi sistemi economici e, di conseguenza,

la pace sociale di molti paesi industrializzati.

La grande confusione che oggi pervade il mondo della

tecnologia e il nostro modo di percepirne il ruolo sociale,

sono le preoccupazioni che vi associamo e le paure che

vi riversiamo.

Molte sono legittime, altre - proprio perché la confusione

è tanta e la paura non fa altro che disincentivare il

ragionamento - non lo sono per niente.

Si dibatte dell'esistenza di un grado di intelligenza che,

una volta raggiunto dalle IA, porterebbe a un inevitabile

scontro umani-macchine.
Si discute anche del fatto che raggiunto un certo grado

di intelligenza le macchine sarebbero coscienti, e quindi

sarebbe un dovere morale equipararle a noi umani sul

piano dei diritti.

Si parla moltissimo persino della possibilità della cosiddetta

piena automazione, cioè di un grado di automazione

tecnologica così capillare da farsi totale, e di come questo

potrebbe liberare l'umanità dal fardello del lavoro se

marxianamente i mezzi di produzione (cioè le macchine,

i robot dotati di IA) fossero espropriati e resi pubblici.

Ma tutte queste visioni, oltre che essere di difficilissima

previsione, si contraddicono a vicenda, per esempio:

se è vero che le macchine raggiungeranno un livello di

coscienza definibile come tale e richiedessero dei diritti in

quanto esseri senzienti, l'idea della piena automazione,

quella secondo cui potremmo smettere di lavorare perché

lo faranno le macchine, non è altro che una speranza in

un nuovo schiavismo.


Il tema è complesso, e bisogna comunque ricordare che

le idee avventate e le sparate utopiche, dopo tutto, sono

quel che sono.

Va ricordato anche che questo non è certo il primo periodo

storico in cui le paure politiche, sospinte dall'incertezza

economica, vengono riversate sulla tecnologia.

Al contrario questa è una storia che si ripete da secoli, sin

dalla prima rivoluzione industriale e persino nei periodi

precedenti.

Quello che sembra nuovissimo a volte non lo è per niente,

proprio come nel caso della robotica.

Fermo restando, però, che se questo legame che accomuna

IA e robotica fa parlare così tanto di sé (tanto che i due

mondi vengono confusi) è perché effettivamente dalla sua

evoluzione dipendono le modalità della nostra esistenza

futura e, di conseguenza, la sopravvivenza dell'intera

specie umana. (parte ultima)

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