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La teoria del multiverso nel cinema e nella scienza-

Post n°3471 pubblicato il 08 Dicembre 2021 da blogtecaolivelli

 

Fonte: Risorse libere di rete Internet

Il cinema e le teorie del multiversoFonte foto: iStockSCIENZA

Viaggio nel multiverso, tra teorie scientifiche e cinema

Le teorie del multiverso nella scienza e nel cinema: gli

universi paralleli possono interagire oppure no, ma

restano una suggestione unica.

25 Agosto 2021 

Quando il matematico e filosofo tedesco Gottfried Leibniz 

affermò, a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, che "viviamo

nel migliore dei mondi possibili", i più illustri contemporanei

si fecero apertamente beffe dell'affermazione. 

La teoria del filosofo prendeva le mosse dalla convinzione

che Dio non avrebbe potuto scegliere per l'umanità che il

migliore dei mondi a disposizione, e sembra essere uno dei

primi indici puntati verso la possibilità dell'esistenza di

diversi universi paralleli.

La teoria del multiverso

L'ipotesi che co-esistano, fuori dal nostro spazio-tempo,

diversi universi paralleli ha coinvolto la comunità scientifica

soltanto nel XIX secolo, quando Hugh Everett III nel 1957

 diede la prima interpretazione "a molti mondi" della

meccanica quantistica.

Tale interpretazione vede ogni evento come un bivio, dai

cui diversi esiti originano mondi paralleli che non possono

in alcun modo interagire.

La teoria di Everett, che forniva una soluzione al complicatissimo

problema della misurazione nella meccanica quantistica, è

alternativa alla cosiddetta interpretazione di Copenhagen, che

negava la possibilità di effettuare misurazioni precise in

ambito di meccanica quantistica.

Molti anni dopo, la teoria del multiverso o dell'esistenza di

universi paralleli, viene riaffermata come possibile diretta

conseguenza di altre teorie scientifiche, prime tra tutte la

 teoria delle stringhe e quella sull'inflazione caotica.

La teoria delle stringhe, ancora in fase di sviluppo e fondamentale

per gli attuali studi cosmologici su buchi neri e origine dell'universo,

emerge negli anni Settanta ad opera dei fisici Nambu, Nielsen e

Susskind, ma non ha alcun successo nella comunità scientifica

fino a tempi molto più recenti.

Tentando di conciliare meccanica quantistica e teoria della

relatività generale, la teoria delle stringhe è un modello fisico

in cui gli elementi fondamentali dell'esistente non sono più

oggetti di dimensione nulla, quali erano le particelle puntiformi

delle precedenti teorie.

Secondo la teoria delle stringhe è possibile calcolare il

numero di dimensioni dell'universo, che non è quattro, come ci

si aspetterebbe dalla somma dei tre assi spaziali e dell'asse

temporale, ma ventisei. 

Quasi tutti i modelli legati alla teoria delle stringhe prevedono

l'esistenza di universi paralleli, come anche la Teoria delle bolle

, o dell'inflazione caotica.

Nata come estensione della teoria del Big Bang, questa variante

della teoria dell'inflazione eterna ipotizza che dall'esplosione

primordiale scaturì un universo inflazionario infinito, di cui il

nostro universo è soltanto una parte. 

Per la teoria delle bolle di Andrej Linde, ogni bolla creata dall'originaria

schiuma quantica è un universo, collegato agli altri universi tramite

i wormhole teorizzati da Einstein, cunicoli spazio-temporali che

permetterebbero di passare da una dimensione all'altra.

Universi paralleli: da Donnie Darko al Doctor Strange

La teoria delle bolle risale agli anni Ottanta, ed è l'unico modello di

multiverso che abbia mai ricevuto delle conferme sperimentali.

È, per esempio, il multiverso di Donnie Darko, film del 2001 in

cui il protagonista crea addirittura da sé il wormhole in grado di

attraversare gli universi paralleli e risucchiare così un motore di

reattore piombato in camera sua da un altro universo.

Il cunicolo spazio-temporale teorizzato da Einstein tra universi

paralleli è ampiamente ripreso da Interstellar: nel film del 2014

di Christopher Nolan è la NASA stessa a condurre gli astronauti

attraverso il wormhole, alla scoperta di altri mondi capaci di ospitare

la vita.

Leggendaria l'elaborazione grafica del mondo a cinque dimensioni 

nella forma dell'ipercubo, in cui ogni istante della vita della piccola

Murph si moltiplica all'interno della sua stanza.

In materia di multiverso, non può non tornare alla mente il capolavor

o sci-fi del 1999 Il tredicesimo piano, in cui universi paralleli e

realtà virtuale si incontrano in una simulazione immersiva della

Los Angeles del 1937 in cui ogni giocatore può interagire co

n altri personaggi. 

Più affine alla prima teoria del multiverso, la famosa interpretazione

"a molti mondi" della meccanica quantistica, tutta la schiera di film

e serie tv in cui tra universi paralleli è impedita ogni interazione: 

Marty Mcfly che va a complicare il passato dei genitori cambierà il

futuro proprio perché da ogni evento origina un intero universo di

conseguenze. 

È quel che avviene anche alla splendida Helen in Sliding Doors, 

film del 1998 in cui la vita di una giovane donna si sdoppia su due

universi paralleli a seguito di una banale scelta.

È lo stesso "intoccabile" universo parallelo che appare in alcuni

episodi della serie classica di Star Trek, un universo distopico

in cui la Federazione non esiste, popolato dagli alter ego malvagi

dei protagonisti.

Più recentemente, anche il mondo Marvel ha abbracciato la

possibilità del multiverso: in Doctor Strange, del 2016, la

Dimensione Oscura è una realtà parallela che non segue le leggi

della fisica.

Un universo parallelo capace però di interagire con il nostro,

tanto che vengono edificati tre santuari, a New York, Londra e

Hong Kong, per proteggere la Terra dalle altre dimensioni.

E a dicembre scopriremo di più sul metaverso anche nel

nuovo film Spider-Man: No Way Home.

 Alessandra Caraffa

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