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Messaggi del 23/02/2021
Post n°3370 pubblicato il 23 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli
Fonte: libere risorse dell'Internet L'Arabia Saudita costruirà una nuova città "senza strade, auto ed emissioni" TECNOLOGIA Angelo Petrone 17:24 12 Gennaio 2021 La costruzione della città, chiamata "The Line", è stata annunciata dal principe ereditario Mohamed bin Salmán. Nel primo trimestre di quest'anno, l'Arabia Saudita inizierà la costruzione di unacittà che ospiterà un milione di abitanti senza produrre emissioni di anidride carbonica. Ad annunciarlo, domenica scorsa alla televisione di Stato, è stato il principe ereditario del paese, Mohamed bin Salmán. Battezzata in precedenza come "The Line", la città sarà situata nel nord-ovest del paese e farà parte delmegaprogetto NEOM. Avrà una superficie di 170 chilometri quadrati e tutte le sue comunicazioni avverranno sottoterra. Un treno metropolitano, abbinato a una rete stradale sotterranea per auto a pilotaggio autonomo, collegherà i vari punti della città mentre, in superficie, lo spostamento sarà riservato ai pedoni, il che renderebbe le strade superflue. L'utilizzo di mezzi di trasporto ad energia pulita contribuirà a ridurre radicalmente l'impatto ambientale della città. ''Zero automobili, zero strade e zero emissioni di carbonio" ha annunciato il principe. L'Arabia Saudita costruirà una nuova città "senza strade, auto ed emissioni" Nonostante la sua concezione insolita, la città risulterà molto più accessibile per gli uomini rispetto alle metropoli di oggi. Secondo una prima dichiarazione deiprogettisti, infatti, "tutti i servizi quotidiani essenziali, come scuole, centri medici, strutture per il tempo libero, nonché spazi verdi, potranno essere raggiunti in cinque minuti". Il viaggio più distante possibile, da un capo all'altro della città, non durerà più di 20 minuti, grazie ai treni della metropolitana ad alta velocità. La costruzione di "The Line" avrà un costo di circa 500.000 milioni di dollari, interamente finanziato con i fondi del progetto NEOM e da investitori locali e stranieri. Fonte: https://www.reuters.com/article/us-saudi-neom-project /saudi-crown-prince-launches-zero-carbon-city-in-neom |
Post n°3369 pubblicato il 23 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli
Fonte: libere risorse dell'Internet Giove: colossale eruzione avvistata sulla luna Io. ASTRONOMIA Angelo Petrone 14:39 27 Maggio 2019 Un enorme pennacchio è stato avvistato dall'emisfero settentrionale del satellite. La più attiva delle lune di Giove non si smentisce producendo una delle eruzioni più impressionanti mai viste nel Sistema Solare. A renderlo noto è la NASAattraverso un breve filmato pubblicato poche ore fa. Nelle immagini appare chiaramente una colossale eruzione ergersi sull'emisfero settentrionale del piccolo corpo celeste. Le immagini sono state realizzate grazie alla sonda Juno che in questi mesi sta analizzando Giove e i suoi satelliti. Il vulcanismo di Io rappresenta un fenomeno ben noto già negli anni Settanta quando, prima le sonde Pioneer e poi le Voyager, si avvicinarono al corpo celeste notando un'attività piuttosto intensa. Quello di Io è un vulcanismo di provocato dall'attrazione gravitazionale di Giove, in grado di produrre veri e propri bacini di magma. Nel nostro Sistema Solare sono cinque i corpi celesti su cui esistono vulcani attivi: Venere, Encelado, satellite di Saturno Encelado, Tritone, luna di Nettuno, Io e la Terra. Giove: colossale eruzione avvistata sulla luna Io. Il video Io è un satellite naturale di Giove, il più interno dei quattro satelliti cosiddetti medicei, il quarto del Sistema Solare per dimensioni e l'oggetto caratterizzato da una densità maggiore. Sono oltre trecento i vulcani attivi sul satellite rendendo Io l'oggetto geologicamente più attivo del Sistema Solare. L'estrema attività geologica del corpo celeste è il risultato del riscaldamento mareale prodotto all'attrito causato al suo interno da Giove e dagli altri satelliti galileani. La maggior parte dei vulcani emettono pennacchi di zolfo e biossido di zolfo che si alzano fino a cinquecento chilometri sulla sua superficie. Quest'ultima si è ricoperta da un centinaio di montagne, prodotte dalla compressione della crosta di silicati. Le rocce di silicati rappresentano uno degli elementi più diffusi sul corpo celeste, composti che circondano un nucleo di ferro o di solfuro di ferro fusi. La superficie è ricca, inoltre, anche da piane ricoperte di zolfo e anidride solforosa congelata. |
Post n°3368 pubblicato il 23 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli
Fonte: risorse libere dell'Internet. La Corea del Sud accende il 'Sole artificiale' e stabilisce un nuovo record TECNOLOGIA Angelo Petrone 12:18 25 Dicembre 2020 L'accensione del "Sole artificale" coreano è durata ben 20 secondi. Il KSTAR, acronimo che sta per "Korea Superconducting Tokamak Advanced Research", una macchina per la fusione noto anche come ''il sole artificiale coreano", ha raggiunto un nuovo record raggiungendo il "mantenimento" del plasma ad una temperatura ionica di 100 milioni di gradi per ben 20 secondi, una delle condizioni fondamentali per attivare la fusione nucleare. Nel corso di un precedente esperimento realizzato nel 2018, il KSTARaveva già raggiunto, per la prima volta, la temperatura di 100 milioni di gradi, ma per "soli" 1,5 secondi. L'obbiettivo degli esperti è produrre le reazioni di fusione che si verificano nel Sole anche sulla Terra. Per fare ciò gli isotopi di idrogeno devono essere posizionati all'interno di un dispositivo di fusione, come il KSTAR, per creare il plasma nel quale gli ioni e gli elettroni si separano e gli ioni rimangono ad alte temperature per lungo tempo. Fino ad ora, ci sono stati altri dispositivi di fusione che sono riusciti a gestire brevemente il plasma, a temperature di 100 milioni di gradi o anche di più, ma nessuno di loro aveva "mantenuto" tale condizioni per oltre dieci secondi. La Corea del Sud accende il 'Sole artificiale' e stabilisce un nuovo record Nel suo esperimento, KSTAR ha migliorato le prestazioni grazie al potenziamento della "barriera di trasporto interna" riuscendo a mantenere lo stato del plasma per un periodo di tempo prolungato, superando i limiti esistenti. Secondo il direttore del KSTAR Research Center di KFE Si-Woo Yoon: "Il nostro traguardo rappresenta un importante punto di svolta nella corsa per garantire le tecnologie per il funzionamento al plasma a lungo termine e ad alta produttività e realizzare un reattore nucleare a fusione commerciale in futuro. L'obiettivo di KSTAR - conclude l'esperto - è raggiungere un funzionamento continuo di 300 secondi con una temperatura degli ioni superiore a 100 milioni di gradi entro il 2025. |
Post n°3367 pubblicato il 23 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli
Fonte: libere risorse dell'Internet Anchiornis, ricostruite le caratteristiche dell'antico dinosauro piumato ATTUALITÀ Angelo Petrone 19:03 29 Novembre 2017 I dinosauri piumati destano sempre molta curiosità tra gli appassionati e gli esperti. In una ricerca pubblicatarecentemente su Paleontology, in particolare, un team di esperti dell'Università di Bristol hanno ricostruito le caratteristiche e l'aspetto di un Anchiornis, una specie di grande uccello preistorico dalle dimensioni paragonabili a quelle di un corvo. Si tratta di un piccolo dinosauro piumato appartenente ai paraviani, un gruppo di rettili molto simili ai moderni uccelli. Grazie ai fossili scoperti ed alle piume eccezionalmente giunte ai giorni nostri, gli esperti sono stati in grado di risalire alle caratteristiche di questoantichissimo piumato che popolava il nostro pianeta 160 milioni di anni fa. Alla luce dei dati, sembra che l'Anchiornis fosse dotato di un lungo piumaggio composto da penne lunghe, flessibili e particolarmente larghe. Si tratta di caratteristiche che rendevano il volatile poco efficiente nel tenere sotto controllo la temperatura corporea come accade ai moderni uccelli, ma molto utili per la fase di planaggio. La disposizione delle piume rendevano il corpo dell'Anchiornis poco aerodinamico quando si alzava in volo. Le ali dell'Anchiornis erano quattro mentre le piume erano molto lunghe soprattutto sulle zampe. Alla luce dei dati sembra che questo antico uccello fosse del tutto simile all'Hoatzin, un uccello che attualmente popola le coste del Rio delle Amazzoni. |
Post n°3366 pubblicato il 23 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli
Fonte: libere risorse dell'Internet Coda piumata di dinosauro: l'incredibile scoperta in una goccia di ambra ATTUALITÀ Angelo Petrone 16:51 9 Dicembre 2016 Una scoperta davvero clamorosa e che getta una nuova luce sui dinosauri. Si tratta di una coda di celosauro, completa di vertebre e piume, intrappolata nell'ambra. L'oggetto, venduto su una bancarella in Myanmar, consentirà di effettuare una ricerca più approfondita delle piume che caratterizzavano numerose specie di dinosauri. Un team di ricercatori internazionali, grazie ad un finanziamento della National Geograpich Company, ha analizzato il reperto datandolo a 99 milioni di anni fa. La lunghezza del fossile è di soli 3 centimetri e mezzo e contiene otto vertebre scoperte grazie alle analisi a raggi X. Ma sono le piume a stupire gli esperti: è un piumaggio di colore marrone con la parte interna bianca. Si tratterebbe, in sostanza, di una coda di celosauro, un particolare gruppo di dinosauri teropodi. La posizione delle piume, notevolmente disordinata, lascia pensare che avessero funzioni prettamente ornamentali. Insomma sembrerebbero più adatte ad una funzione mimetica o per regolare la temperatura interna. |
Post n°3365 pubblicato il 23 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli
Fonte: libere risorse dell'Internet Uccello di cento milioni di anni fa scoperto nell'ambra: è record ATTUALITÀ Angelo Petrone 19:04 9 Giugno 2017 E' una scoperta davvero sensazionale quella realizzata da un team di studiosi dell'Università Cinese di Geoscienze che ha portato alla luce un frammento di ambra con all'interno un fossile, conservato in condizioni incredibili, di un piccolouccello vissuto ben cento milioni di anni fa. Si tratta di un esemplare di un Enantiornithes, un gruppo di antichissimi volatili che popolavano il nostro pianeta nel Cretaceo, in un'epoca compresa tra i 120 e 65 milioni di anni fa. Il piccolo uccello è stato scoperto nel Sud Est Asiatico e è stato comprato in Birmania dal direttore dello Hupoge Amber Museum di Tengchong. A seguito di una serie di studi si è riusciti a risalire al gruppo di uccelli a cui apparteneva il fossile, una famiglia che ha dato i natali ai moderni uccelli ed estintasi con il famoso asteroide dello Yucatan. L'uccello scoperto nell'ambra era nato da pochi giorni e probabilmente era precipitato nell'ambra dal suo nido. La linfa ha però conservato ottimamente il corpo consentendo ai ricercatori di oggi una visione dettagliata dei volatili che popolavano la Terra prima dell'estinzione del Cretaceo. Una zampa con tanto di artigli, un'ala, il collo e una parte della coda sono le parti conservate meglio. |
Post n°3364 pubblicato il 23 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli
Fonte: libere risorse dell'Internet. Archeologia: scoperta prima busta paga con pagamento in birra ATTUALITÀ Angelo Petrone 20:09 29 Giugno 2016 Un'antichissima tavoletta risalente a ben cinque millenni fa potrebbe rappresentare la prima busta paga scoperta nella storia con un pagamento inbirra. Si tratta di un pezzo di argilla preziosissimo in grado di mostrarci uno spaccato della lontanissima cultura mesopotamica di Uruk, una delle più antiche città del mondo. Una serie di disegni molto particolari quello impressi in pochi centimetri di terracotta che raffigurano alcune figure con al fianco una ciotola, un chiaro rimando alla parola "razione" ed un lungo cono, quasi sicuramente un boccale di birra. Delle linee al lato del disegno indicano la quantità di birra che spettava ad ognuno. Secondo gli esperti il significato sarebbe chiaro: si tratta di alcuni lavoratori a cui spetta un compenso a seconda del lavoro svolto. Insomma un concetto di divisione delle mansioni tra datori di lavoro ed operai che costituirebbe la novità principale di questa antichissima civiltà, ormai lontana dalla condivisione del lavoro promiscuo di caccia ed agricoltura. Uruk è infatti ancora oggi considerato uno delle prime città della storia, fondata dal popolo dei Sumeri nel quarto millennio avanti Cristo. |
Post n°3363 pubblicato il 23 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli
Fonte: risorse libere dell'Internet Archeologia, quindicenne scopre città nascosta dei Maya ATTUALITÀ Angelo Petrone 18:29 10 Maggio 2016 Erano diversi secoli che le antiche rovine di una città dei Maya erano nascoste nel sud del Messico. Un insieme intricato di rami ed alberi della foresta pluviale che impediva il passaggio all'uomo da centinaia di anni. Ma un quindicenne, utilizzando Google Map, è riuscito a scoprire la città dall'alto. Cercare sul motore di ricerca più famoso al mondo è stato, però, solo un passaggio successivo. Il giovane ha infatti prima scoperto come le diverse città dei Maya, seguissero le costellazioni. Un collegamento affascinante tra gli antichi centri abitati e lo spazio che ha permesso di scoprire l'antichissima città. Delle tre stelle analizzate in una determinata area del cielo, infatti, il piccolo ricercatore ha scoperto che ad una non corrispondesse una città. Ed ecco che sono iniziate le ricerche; è bastato analizzare delle semplici immagini satellitari per scoprire un insediamento che ai più esperti era da sempre sfuggito. La città nascosta si trovava nel cuore della giungla dello Yucatan, in Messico ed ospita una grande piramide al centro, circondata da una trentina di edifici. |
Post n°3362 pubblicato il 23 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli
Fonte: le risorse libere di Internet Scoperto The Goblin, nuovo pianeta del Sistema Solare ASTRONOMIA Angelo Petrone 23:30 3 Ottobre 2018 Un nuovo pianeta si aggiunge alla lista dei corpi celesti che compongono ilSistema Solare. Si tratta di 2015 TG387, noto anche come The Goblin, un piccolo corpo celeste con un diametro di poco superiore ai trecento chilometri ed un'orbita estremamente allungata. L'osservazione dell'oggetto è stata favorita tra una serie di condizioni particolari, tra cui la posizione di perielio, ovvero il punto di massimo avvicinamento al Sole. The Goblin si spinge al massimo a 65 unità astronomiche dalla nostra stella, un vero e propriorecord che rende l'oggetto del tutto indipendente dalle orbite dai giganti gassosi esterni come Giove e Nettuno. Insomma un pianeta isolato dalla massa nota del Sistema Solare, un fattore che lo rende estremamente interessante agli occhi degli esperti Scott Sheppard della Carnegie Institution for Science, Chad Trujillo, della Northern Arizona University, e David Tholen dell'Università delle Hawaii che lo hanno scoperto. Ad oggi il pianeta 2015 TG387 rappresenta l'oggetto con il perielio più distante dal Sole dopo 2012 VP113 e Sedna che raggiungono rispettivamente le 80 e le 76 unità astronomiche nel punto di massimo avvicinamento al Sole. Il semiasse orbitale maggiore del nuovo pianeta è però molto più ampio rispetto agli altri due piccoli pianeti esterni con un afelio, ovvero la posizione di massima distanza dalla nostra stella, pari 2.300 unità astronomiche. |
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