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Messaggi di Settembre 2019
Post n°2336 pubblicato il 07 Settembre 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Internet Acqua da mangiaredi Nicola Sorrentino La nuova dieta dell'acqua: 30 giorni con ricette governa il metabolismo delle cellule, e con esso tutti gli organi. Funziona da spazzino delle tossine, ci libera. Mangiamola allora quest'acqua!» essere considerata a tutti gli effetti un alimento. Quindi può essere inserita nella nostra dieta per la primaria funzione di regolarizzazione e perché aiuta a mangiare meno. recenti e importanti ricerche sul tema dell'acqua per la salute, specifiche per ogni esigenza, e propone una nuova dieta dell'acqua, un programma di 30 giorni corredato di 30 ricette, che propone una nuova avventura alimentare. Seguendo le indicazioni della dieta, potrete disintossicarvi, dimagrire e migliorare la vostra forma. Senza pozioni magiche, ma attenendovi a un regime vario, equilibrato e semplice da seguire, dopo un mese vedrete aumentare il vostro senso di benessere generale e avrete certa- mente perso una taglia! bottiglietta d'acqua non è una moda, ma è davvero una buona idea, piacevole e salutare. |
Post n°2335 pubblicato il 07 Settembre 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Internet Capitalismo immaterialedi Stefano Quintarelli L'economia immateriale è qui per restare. L'innovazione tecnologica ha ormai superato il suo punto di non ritorno e sta disegnando intorno a noi un mondo che è rapidamente cambiato. La Rivoluzione Digitale - ormai è chiaro - si configura di una potenza paragonabile a quella industriale del primo Ottocento o a quella agricola di 10000 anni fa: un drastico e radicale punto di rottura nella vita di ciascun essere umano. di questo immane scossone? Secondo Stefano Quintarelli, che si è occupato di questi temi fin dagli albori di Internet, non molto. Larga parte dell'opinione pubblica vive spaesata in un mondo che non riesce più a decifrare e di cui non conosce i meccanismi profondi. Ma se sono gli uomini a dover prendere in mano il proprio destino, è bene che tutti noi impariamo a capire il nostro nuovo ambiente digitale, che già ora (e sempre più in futuro) è diventato la nostra casa. Questo libro è lo strumento adatto per capire cosa sta succedendo. Lo spostamento di interesse che il capitalismo ha mostrato dall'economia materiale - nella quale si producevano beni tangibili - all'economia immateriale - nella quale si instaurano intermediazioni, che hanno regole differenti - porta con sé cambiamenti epocali nella nostra vita quotidiana, che la politica (e dunque i cittadini) deve imparare a gestire e governare, se ha a cuore il bene comune. È una sfida colossale, che si sta sviluppando a ritmi frenetici. archiviare e spedire informazioni non costa nulla. Questo ha cambiato le regole del gioco al punto tale che le più grandi compagnie di intermediazione (nomi conosciuti come Facebook, Google, Amazon, Apple, Airbnb, Uber, ma anche molti altri, meno noti al grande pubblico) hanno fatturati che spesso superano quelli di una nazione, con margini da capogiro. Naturalmente osteggiano ogni trasforma- zione dannosa per i loro profitti. È una situazione inedita, che ha conseguenze pervasive nella vita di tutti, dalle relazioni sociali, alla salute, alla sicurezza e in particolare sulle prospettive future del lavoro. Tornare indietro, come farebbero i luddisti, è semplicemente impossibile; andare avanti senza governare il cambiamento è estrema- mente pericoloso. Non resta che capire cosa sta succedendo e agire per volgere a nostro vantaggio questa nuova sfida. |
Post n°2334 pubblicato il 03 Settembre 2019 da blogtecaolivelli
Le novità della nuova vetrina "Giallo 2019" in allestimento in biblioteca. La biblioteca di istituto si rinnova ad ogni inizio di anno scolastico, offrendo sempre cose nuove per la scelta dei lettori e dei potenziali lettori cui è rivolto il blog. Il genere letterario poliziesco è molto popolare e molti lo ritengono un genere letterario spazzatura. Niente di più errato, in quanto esso è molto raffinato, ha moltissimi collega- menti con la realtà di ogni paese, analizza l'animo umano, la sua cattiveria o la sua bontà, le azioni cattive e quelle buone e alla fine il genere offre uno spaccato molto realistico della vita quotidiana e della cultura del paese di ambientazione dell'opera, attraverso la scrittura dell'autore, che scrive dopo accuratissime ricerche, per offrire un prodotto culturale di buona qualità, da cui il lettore trae solo vantaggi. L'offerta dei libri di inizio anno è di ottima qualità per i destinatari, ovvero gli studenti e gli amanti del genere. Per piacere non si tiri in ballo l'odiosis- sima parola mercato, in quanto quello editoriale è il risultato di un raffinatissimo studio di merchandising e di economia informatica, l'e-commerce, per intendersi, quindi si prega di non involgarire la cosa. |
Post n°2333 pubblicato il 03 Settembre 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: risorse della B.S.Olivelli La donna in bianco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La donna in bianco (The Woman in White) è un romanzo di Wilkie Collins. Scritto nel 1859, uscì a puntate, secondo la tradizione dei feuilleton, nel 1859 - 1860, nella rivista di Charles Dickens All the Year Round, suscitando l'entusiasmo e l'ammirazione del pubblico. Il libro è stato tradotto in 32 lingue. Fu il primo libro ad essere definito sensation novel (un genere che avrà molta fortuna nella età vittoriana), pieno di colpi di scena e suspense incentrato sulla somiglianza e sostituzione di persona di due affascinanti donne: la bionda e ricca Laura e la folle Anne Catherick, solitaria figura che appare completa- mente vestita di bianco. Due i personaggi di maggior rilievo e profondità: il primo è il malvagio conte Fosco, italiano, che ordisce in realtà tutto l'intrigo, il secondo è la forte e audace sorellastra di Laura, Marian, che rappresenta uno dei primi esempi di donna forte, che cerca di sfuggire e ribellarsi al mondo maschilista vittoriano che non tutela le donne. Trama Il libro prende avvio da una sorta di premessa, in cui si spiega che le vicende narrate, se la macchina della Legge fosse sempre adeguata a scandagliare ogni vicenda sospetta, avrebbero costituito materia di un processo. Essendo però la Legge spesso vincolata alla capacità economica di attori e convenuti, la vicenda narrata viene esposta nel libro per la prima volta, anche se della dinamica proces- suale viene mantenuto il principio per cui a diversi testimoni viene affidato il compito di esporre la conoscenza diretta che hanno dei fatti in questione (anche attraverso l'ausilio del diario di uno dei personaggi principali), di modo che l'intero romanzo assume la forma di un racconto corale. Come verrà chiarito nell'arco del racconto, è stato lo stesso protagonista, Walter Hartright, a richiedere ai diversi interessati le varie testimonianze scritte perché integrassero la sua, e infine a curarne la pubblicazione. A ciascuna testimonianza è affidato il compito di illustrare una parte della storia e le testimonianze appaiono lungo il libro nel rispet- to dello sviluppo cronologico dei fatti. D'altra parte, le testimonianze vengono richieste e ottenute da Hartright nell'arco stesso degli eventi narrati, quindi spesso secondo un ordine diverso rispetto alle parti della storia che ciascuna testimonianza ha il compito di illustrare. Per ragioni di discrezione, i nomi dei vari personag- gi sono sostituiti da nomi fittizi. L'amicizia con Pesca e l'ingaggio a Limmeridge House La narrazione di Walter Hartright comincia il 31 luglio 1849. Hartright è un insegnante di disegno di Londra, che ha ereditato il mestiere dal padre. Abita in città, mentre la madre e la sorella Sarah vivono in un villino ad Hampstead. Negli ultimi tempi è stato poco parsimonioso e si trova quindi un po' a corto di soldi. La sera del 31 coincide con uno dei due giorni a settimana che egli spende abitualmente per andare a trovare madre e sorella. Giunto al villino, ad aprirgli è il professor Pesca, un italiano da lungo tempo trapiantato in Inghilterra, amico di lunga data di Hartright, che si mantiene come insegnante di lingua italiana. I due si sono conosciuti durante la loro attività di insegnamento in diverse case nobiliari. Pesca, che ha lasciato il proprio paese per non meglio precisate ragioni politiche, è un fervente ammiratore della civiltà britannica e fa di tutto per sembrare inglese egli stesso: si è dedicato, nonostante le sue minute dimensioni, ai più svariati sport inglesi, si veste all'inglese e va fiero della sua capacità di parlare l'inglese, che pure è colorito da espressioni da lui fraintese, stravolte ed usate a sproposito (right-all-right, course-of-course, my-soul-bless -my-soul, deuce-what-the-deuce). Il rapporto tra i due è stato cementato da un incidente: a Brighton Pesca stava rischiando di annegare e Hartright gli ha salvato la vita. L'italiano è quindi ansioso, con la tipica espansività meridionale, di restituire il favore all'amico. La sua apparizione nel villino della madre di Hartright è legata ad importanti novità, che Pesca appare ansioso di riferire all'amico e ai suoi familiari: il capofamiglia di una delle case nobiliari in cui Pesca è precettore, un facoltoso mercante, sta cercando per conto di un conoscente un insegnante di disegno e l'italiano ha subito fatto menzione del suo amico. Il mercante fa avere a Pesca un memorandum con le istruzioni e i dettagli del nuovo impiego. Il signor Frederick Fairlie, Esquire, di Limmeridge House, Cumberland, impiegherebbe un maestro di disegno per almeno quattro mesi. L'impiego consiste nell'istruire nell'arte dell'acquarello due signorine e nel curare e restaurare una collezione di disegni assai deteriorati. Lo stipendio è di quattro ghinee a settimana, oltre a vitto e alloggio. Nonostante l'impiego sia allettante e lo stipendio ragguardevole, Hartright è ir- ragionevolmente restio ad accettare l'impiego, ma le proteste della sorella, della madre e di Pesca lo costringono a ritirare le sue i nconsistenti resistenze. Il maestro di disegno manda dunque le sue referenze al commerciante e dopo quattro giorni gli arriva notizia che è stato assunto. Viene dunque organizzata una cena di addio nel villino di Hampstead, la sera prima della partenza di Hartright. L'incontro con la donna in bianco Di ritorno dalla cena ad Hampstead, Hartright decide di tornare a Londra percorrendo la È passata la mezzanotte e Hartright sta fantasticando sul proprio futuro nel Cumberland, quando viene colpito dall'apparizione improvvisa di una donna interamente vestita di bianco, che gli chiede se quella è la strada per Londra. Hartright, turbato dall'apparizione della donna, si offre di accompagnarla fino ad oltre la barriera, dove ella potrà prendere una carrozza. I due passeggiano insieme verso il centro e Hartright è incuriosito dallo strano personaggio, che ha un fare nervoso, l'aria tormentata da qualcosa, lo sguardo assente e una parlata rapida. La donna chiede stranamente se Hartright conosca persone di alto rango o se sia tale egli stesso. Hartright, perplesso dalla domanda, chiarisce che è solo un maestro di disegno e che conosce qualche nobile. Dalla conversazione comprende che la donna ritiene di avere subito un torto da un baronetto, ma questa non ne rivela il nome. Pur essendo l'una di notte, la donna dice di trovare ospitalità da una persona amica a Londra. Hartright, dal canto suo, la informa che sta per partire per il Cumberland e la donna racconta che in quella regione è stata felice: è nata nello Hampshire, ma ha passato del tempo a Limmeridge e conosce i Fairlie. Naturalmente Hartright è estremamente colpito dalla coincidenza: senza rivelarle che sta per essere impiegato proprio a Limmeridge House, cerca di scavare, ma la donna in bianco è ansiosa di prendere una carrozza, che infine viene trovata. Dopo calorosi ringraziamenti per l'aiuto offerto, la donna in bianco viene portata via dalla carrozza. Qualche minuto dopo, mentre Hartright continua a camminare, sconcertato dall'incontro fino a dubitarne la realtà, passa sulla strada una carrozza e due uomini avvicinano un poliziotto per chiedergli se ha visto passare di lì una donna in bianco. Hartright, non visto, viene a sapere che la donna in bianco è scappata da un manicomio. Turbato dalla notizia, si ritira nei suoi appartamenti e spende la notte tentando di sfuggire agli inquieti pensieri legati all'incontro. A Limmeridge House L'indomani Hartright parte per Limmeridge, ma vi giunge in tarda serata, cenando quindi da solo. L'indomani incontra a colazione la signorina Marian Halcombe, una delle due allieve che è suo compito istruire. Hartright è colpito dalla bellezza del suo corpo, ma altrettanto dalla mascolinità e dalla bruttezza del suo volto. Marian, con una parlantina spigliata e disinvolta, e svelando un carattere audace e irriverente, introduce Hartright alla casa e ai suoi abitanti. Sua madre sposò in prime nozze il signor Halcombe, suo padre, e in seconde nozze il signor Philip Fairlie, fratello maggiore di Frederick. Dal secondo matrimonio è nata Laura Fairlie, l'altra allieva, che di Marian è sorellastra. Sia Marian sia Laura sono orfane, ma, per ammis- sione della stessa Marian, sono per il resto molto diverse: la prima ha i capelli neri, l'incarnato scuro , il carattere eccentrico ed è povera; la seconda ha i capelli castano chiari, è leggiadra, bella, dolce e ricca. Quanto a Frederick Fairlie, è uno scapolo incallito che passa le sue ore in una stanza piena di preziosi pezzi d'arte, non partecipa ai pasti e si dichiara insofferente alla presenza di estranei nei propri appartamenti, accusando una estrema sensibilità a rumori, voci, passi e qualunque cosa lo distragga dal suo tentativo di rilassarsi. A Limmeridge vi è poi la signora Vesey, dama di compagnia di Laura. (1a parte) |
Post n°2332 pubblicato il 03 Settembre 2019 da blogtecaolivelli
Collins, "la Donna in bianco" Hartright finisce per raccontare a Marian dell'incontro con la donna in bianco, della grata menzione da lei fatta della fu signora Fairlie e dell'impressione che il rapporto della donna in bianco con Laura risalisse al tempo che le due erano bambine. Marian si dimostra immensamente curiosa di avere qualche dettaglio sulla misteriosa donna, ma Hartright non ne conosce il nome. Decisa a scavare nella faccenda, Marian rivela a Hartright che la fu signora Fairlie, dopo che si sposò con il signor Fairlie, fondò la piccola scuola di Limmeridge. Marian è in possesso di molte lettere che la madre ha spedito al marito e a Laura, e forse lì è possibile trovare qualche riferimento utile a chiarire il mistero. Finito di far colazione, Hartright è convocato dal signor Fairlie, il quale dimostra tutta la sua ipocondria e il suo estremo ed effeminato snobismo. Hartright ritira gli acquarelli che è incaricato di r estaurare e si congeda, nella speranza di non dover in futuro avere troppo a che fare con il proprio datore di lavoro. A pranzo, Hartright fa la conoscenza della signora Vesey, ma la signorina Laura non appare. Marian invita il maestro d'arte ad andare a trovare Laura in giardino, perché i due si conoscano. La ragazza si trova in un piccolo chalet, intenta sul proprio album di disegni. Hartright rimane immediatamente colpito dal fascino di Laura. Marian propone che il maestro ponga il suo occhio esperto sull'album durante un giro in carrozza. Dopo cena, Hartright e le sue due allieve si sistemano in salotto. Laura suona Mozart al piano, Hartright ascolta, Marian legge le lettere della madre. Tra queste, Marian trova finalmente un riferimento ad una ragazza che sembra cor- rispondere alla donna in bianco incontrata da Hartright a Londra. La lettera è vecchia di circa dodici anni e fa riferimento ad una signora Kempe in fin di vita. Ad assistere la moribonda è venuta a Limmeridge la sorella, signora Catherick, ac- compagnata dalla figlia, Anne, una bambina di un anno più grande di Laura. La signora Catherick ha chiesto alla signora Fairlie di concedere ad Anne di frequentare la scuola da lei fondata per il periodo in cui lei è impegnata ad assistere la sorella in fin di vita. La signora Fairlie racconta di essersi affezio- nata alla piccola Anne. Notando che ha delle difficoltà di apprendimento, la fa visitare dal dottore, il quale rassicura la signora: a patto di proseguire con lo studio, queste difficoltà verranno superate. La signora Fairlie, convinta che il bianco doni all'incarnato della bimba, le regala dei vestiti di Laura di questo colore. Le idee entrano con lentezza nella testa della bimba, ma dopo vi si fissano con tenacia, tanto che l'innocente suggestione della signora Fairlie sul colore dei vestiti diventa una fissazione per Anne, che promette di vestire sempre di bianco, in ricordo della signora che l'ha trattata con tanta gentilezza. A questo punto, la lettera fa riferimento alla incredibile somiglianza tra Anne e Laura. Nello stesso momento in cui Marian sta illustrando i contenuti della lettera a Hartright, questi viene colpito appunto dalla somiglianza tra Laura e la donna in bianco che ha incontrato a Londra. Marian e Hartright sono a questo punto positivamente convinti di aver individuato il nome della donna in bianco. Essa è Anne Catherick e come Laura ha da poco superato i vent'anni. I due decidono però di tenere per sé la scoperta e con grande circospezione cercano di ottenere delle informazioni da Laura su quel periodo, ma i ricordi della ragazza sono vaghi. Laura ricorda Anne: lei e la madre erano rimaste a Limmeridge solo un paio di mesi, per poi tornare nello Hampshire. La separazione Passano i mesi e cresce l'intimità tra il maestro d'arte e le sue due allieve, in particolare con Laura, che Hartright scopre di amare. L'uomo culla le proprie fantasie, senza mai compro- mettersi con una parola o con un gesto, ma ad un certo punto, probabilmente quando anche Laura scopre di amarlo, l'intima onestà di lei la spinge a metterlo in guardia. Sorge un terribile imbarazzo tra i due, il silenzio li avvince quando rimangono soli e Hartright non sa come districarsi dalla difficile situazione in cui si trova, quando, a poco più di un mese dalla fine del suo ingaggio, è Marian ad aiutarlo. Un giovedì mattina, a colazione, dopo aver detto a Laura che un certo evento, di cui Hartright non sa nulla, è atteso per lunedì e non per martedì, Marian chiede al maestro di disegno di recarsi con lei nel piccolo chalet per una conversazione privata. Mentre i due attraversano il giardino, incontrano il giardiniere, che reca una lettera per Laura. Marian, incuriosita, chiede chi l'abbia consegnata e il giardiniere risponde che è stata una donna anziana. Lasciato al giardiniere il compito di recapitare la lettera e giunti al piccolo chalet, Marian riferisce a Hartright che ha scoperto il suo amore segreto per Laura, che riconosce la delicatezza di non aver fatto alcun tipo di avance, ma che pure la sua presenza è motivo di turbamento per la sorella. L'amore che è sorto è senza speranza, da entrambe le parti. Non è un problema di classe o di censo: Laura è già stata promessa in sposa due anni prima. Bisogna dunque trovare una scusa perché il maestro di disegno lasci la casa quanto prima. L'evento atteso per lunedì è appunto l'arrivo del promesso sposo. Marian suggerisce a Hartright di attendere la posta dell'indomani e, con la scusa di notizie da Londra, di dichiarare al signor Fairlie che egli non può più onorare il suo impegno profes- sionale per urgenti motivi personali. Di ritorno verso la casa, Hartright e Marian incontrano la cameriera di Laura. La signorina ha ricevuto la lettera portata dal giardiniere e la lettura l'ha profondamente scossa, per cui desidera incontrare la sorella al più presto. Prima che Marian lo lasci, Hartright, in un moto di gelosia, chiede di rivelarle il nome del promesso sposo. Si tratta di sir Percival Glyde, un baronetto, proprietario di terra nello Hampshire. Hartright, ritiratosi sconsolato nei suoi ap- partamenti, non può fare a meno di col- legare sir Percival ad Anne Catherick, anche se è cosciente del fatto che l'associazione non ha molto fondamento e che forse deriva dalle sconvolgenti notizie sul prossimo matrimonio di Laura o dalla somiglianza di Laura con Anne. Intento a sistemare gli acquarelli del signor Fairlie, Hartright riceve una visita da Marian, la quale gli rivela che la lettera ricevuta da Laura è anonima e contiene delle imprecisate accuse nei confronti di sir Percival. Marian dà a Hartright la lettera anonima perché la legga. Vi si racconta di un sogno fatto da chi ha vergato la lettera: il sogno è ambientato in una chiesa, Laura è al suo matrimonio e lo sposo è un uomo di circa quarantacinque anni, per lo più calvo, affetto da una forte tosse e con una cicatrice sulla mano destra. Sulle spalle dello sposo sta un demone sghignaz- zante, alle spalle di Laura un angelo piangente. Il sacerdote cerca di celebrare il matrimonio, ma la liturgia nuziale è scomparsa dal libro. Dopo la descrizione del sogno, chi scrive asserisce di avere un affetto particolare per Laura, in quanto figlia della prima, migliore e unica persona che abbia avuto amica. Tanto Marian quanto Hartright ritengono che la lettera sia stata scritta da una donna e che questa donna non sia nel pieno delle sue facoltà mentali. Il sospetto è che a scrivere la lettera sia stata proprio la donna in bianco. Marian non sa con chi consultarsi e chiede a Hartright cosa fare, se aspettare la consulenza del legale di famiglia, signor Gilmore, che arriverà l'indomani per consigliare il signor Fairlie sulle condizioni contrattuali del matrimonio, o di indagare immediata- mente sull'identità dell'anziana che ha recapitato la lettera. Il consiglio di Hartright è di attivarsi im- mediatamente. La descrizione dello sposo nel sogno corrisponde in tutto e per tutto a sir Percival. Questi si è procurato la ferita alla mano durante un suo viaggio in Italia. Marian e Hartright tornano a interrogare il giardiniere, ma da questi non scoprono nulla di significativo, se non che, forse, la anziana che ha recapitato la lettera si è allontanata verso sud, dove sta il villaggio di Limmeridge. I due decidono di recarvisi, ma non vi scoprono nulla di significativo. Passando però nei pressi della scuola fondata dalla signora Fairlie, Hartright suggerisce di chiedere al maestro di scuola. Quando Marian e Hartright si avvicinano alla porta della classe, sentono che il maestro di scuola sta sgridando gli allievi ed uno in particolare è isolato, su uno sgabello, e accusato di credere ai fantasmi. Marian e Hartright, imbarazzati, si fanno avanti e chiedono cosa stia accadendo. Il piccolo Jacob è convinto di aver visto, nei pressi della tomba della signora Fairlie, una donna tutta vestita di bianco, che lui crede essere il fantasma della signora Fairlie, e per questo è in punizione. Hartright si convince immediatamente che la figura vista da Jacob non è che Anne. Hartright esprime il desiderio di vedere la tomba della signora Fairlie e Marian ve lo conduce e ve lo lascia. Hartright osserva che la croce di marmo bianco è stata pulita per metà e si convince che Anne tornerà quella sera stessa. Si nasconde dunque nei pressi della chiesa e attende. (2a parte) |
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