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Messaggi di Dicembre 2020

Buon anno

Post n°3331 pubblicato il 27 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli

Buongiorno,

Buon 2021 a tutti. Vi si augura di cuore un buon fine anno 2020 

ed un miglior principio del 2021, ad accendere nel cuore di tutti

la speranza di un anno migliore di tutti i precedenti e di quello che

va che è stato il peggiore di tutti, con la landemia Covid19, ma l'anno

si conclude tuttavia con il D-Vaccine e, quindi, un barlume di 

speranza in più, dopo mesi difficili e per alcuni, terribili.

 

BUON ANNO

 
 
 

C'era una volta il Cenozoico..

Post n°3330 pubblicato il 19 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Scienza

2 milioni di anni di eruzioni vulcaniche

Nelle rocce delle Dolomiti le tracce della catena

ininterrotta di eruzioni che portò alla più grande

estinzione di massa della storia della vita sulla

Terra.

panorama del Permiano (illustrazione)

Il passaggio fra l'Era Mesozoica e la Cenozoica

è il periodo chiamato Cretaceo: compreso tra

145 e 65 milioni di anni fa, è marchiato a fuoco

per un singolo, catastrofico evento, l'esplosione

di un corpo celeste di dieci chilometri di diametro

o più sulla regione dell'attuale Messico.

È l'asteroide di Chicxulub che, precipitato sullo

Yucatan, segnò l'estinzione dei dinosauri, delle

ammoniti e di migliaia di altre specie.

Ma se vogliamo parlare di catastrofi globali, ce n'è

un'altra, avvenuta 185 milioni di anni prima nella

cornice di una serie infinita di eruzioni vulcaniche e

non a caso chiamata la madre di tutte le estinzioni

di massa.

Attorno a 252 milioni di anni fa, quando i continenti

erano tutti serrati insieme in un mega-continente -

la Pangea - si verificò la scomparsa del 90% delle

specie viventi.

Sono centinaia le ricerche scientifiche che hanno

tentato di gettare luce sulla Grande Estinzione del

Permiano, un evento senza precedenti che segna

il limite fra Paleozoico e Mesozoico.

Le ipotesi sono molte ma due due chiavi di lettura

appaiono più probabili di altre: in primo luogo, un

poderoso e concentrato rilascio di metano dai

clatrati idrati presenti sui fondali del mega-oceano

che circondava la Pangea.

Il rilascio accelerato di metano dai clatrati avrebbe

innescato un effetto serra accelerato in grado di annichilire

la vita.

La maggioranza dei ricercatori ritiene però che la vera

"pistola fumante" sia stata la serie di gigantesche

eruzioni vulcaniche avvenute fra 252 e 250 milioni

di anni fa in Siberia, i cui residui si leggono oggi negli

sconfinati depositi di basalto noti come

trappi siberiani.

Una ricerca, coordinata dall'Università di Tohoku (Giappone),

pubblicata su Geology, si concentra su tre località della Terra

dove è possibile rinvenire con particolare chiarezza le prove

di quanto avvenuto in quei fatali due milioni di anni.

Due delle sezioni "permiano-triassico" scelte dai ricercatori

sono in Cina meridionale, mentre la terza è in Italia, nelle

nostre Dolomiti.

Le Dolomiti, Patrimonio dell'Umanità, racchiudono le prove della grande catastrofe del Permiano. Le Dolomiti, Patrimonio dell'Umanità, racchiudono le

prove della grande catastrofe del Permiano. © Marco

Orlandi

La sezione di Bulla (Ortisei, Alto Adige) è «nota da

decenni a paleontologi ed esperti di geologia stratigrafica

di tutto il mondo, in quanto rappresenta una delle

migliori sezioni rocciose che contengono le prove del

passaggio fra le due ere, il Paleozoico e il Mesozoico»,

afferma Corrado Venturini (Università degli Studi di

Bologna).

La particolarità dello studio è il ritrovamento, all'interno

delle rocce delle due sezioni cinesi e di quella di Bulla,

di tracce abbondanti di mercurio accoppiate a tracce di

coronene.

Ciò starebbe a indicare due meccanismi: il mercurio

deriverebbe dal colossale rilascio di gas vulcanici associato

a 3 milioni di chilometri cubi di lava basaltica (il paragone

con i 4 km cubi dell'eruzione di Pompei ci dà un'idea

della portata dell'evento siberiano).

Strati di magma fluido (sill)

Al centro di questo tipico scenario islandese si osserva un

sill, uno strato di magma che si è insinuato orizzontalmente

nelle rocce circostanti senza emergere in superficie.

Si noti la fessurazione, che forma un colonnato verticale.

© Fabio L. Bonali

Il coronene, un idrocarburo policiclico aromatico, sarebbe

invece il risultato della combustione derivante dal contatto

fra il magma in risalita dal mantello e una serie di enormi

riserve di petrolio presenti nel sottosuolo siberiano a bassa

profondità nella crosta terrestre (a meno di 3 km).

Sarebbe stato proprio il ruolo dei cosiddetti sill, ovvero

filoni di magma fluido che si insinuano orizzontalmente

nella crosta superficiale, senza dare luogo a eruzioni, e

la loro interazione con gli idrocarburi a rilasciare le enormi

quantità di CO2 (anidride carbonica) e CH4 (metano),

che avrebbe trasformato il mondo in una serra soffocante.

Il mistero del limite Paleozoico-Mesozoico tormenterà a

lungo i geologi di tutto il mondo, ma questo studio è però

un tassello molto importante, in quanto conferma quanto

già in parte ipotizzato in un lavoro del 2017 apparso su

Earth and Planetary Science Letters ad opera di un gruppo

di ricerca statunitense.
 
----------
L'AUTORE: Federico Pasquaré Mariotto, geologo, è

Professore Associato di Comunicazione delle Emergenze

Ambientali all'Università degli Studi dell'Insubria (Varese).

 
 
 

Altre notizie dalla preistoria.

Post n°3329 pubblicato il 11 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Neanderthal e Sapiens hanno combattuto

una guerra lunga 100mila anni

ATTUALITÀ Angelo Petrone

16 Novembre 2020

Il conflitto ha visto la vittoria dei Sapiens e

la "conquista" dell'Europa.

Circa 600.000 anni fa, l'umanità era divisa in

due; un gruppo si trovava in Africa, evolvendosi

in Sapiens mentre l'altro raggiunse, via terra,

l'Asia, poi l'Europa, diventando Homo neanderthalensis,

ovvero i Neanderthal.

Due specie separate e "sorelle" che si evolvevano

parallelamente ed a grandi distanze.

Ma con il trascorrere del tempo i nostri antenati e i

Neanderthal si sono inevitabilmente incontrati.

La conseguenza di questo incontro è stata una 

vera e propria guerra, durata per lungo tempo.

Lungi dall'essere pacifici, i Neanderthal erano

probabilmente abili combattenti e pericolosi guerrieri,

rivali acerrimi dei Sapiens.

Come molti mammiferi terrestri, gli antichi ominidi

che vivevano sul nostro pianeta erano predatori

territoriali ed in grado di cacciare in branchi. 

Come i leoni, i lupi e l'Homo sapiens, i Neanderthal

erano cacciatori che si muovevano soprattutto in

branco.

Predatori in cima alla catena alimentare e con pochi

nemici, i Neanderthal avevano aumentato la popolazione

causando inevitabili conflitti per i terreni di caccia.

Le tracce della guerra preistorica tra Neanderthal e

Sapiens sono visibili nei crani degli scheletri, distrutti

da mazze, oltre a fratture della parte inferiore delle

braccia causate "dalla difesa dai colpi".

Naturalmente anche i Neanderthalmostrano segni

di rotture nelle braccia mentre uno scheletro, scoperto

nella grotta Shanidar in Iraq, è stato trafitto da una

lancia al petto.


Neanderthal e Sapiens hanno combattuto una

guerra lunga 100mila anni

Le caratteristiche delle ferite indicano un conflitto

"intertribale" con schermaglie su piccola scala,

ma intense e prolungate con incursioni e imboscate

e più rarebattaglie.

L'abilità nei conflitti dei Neanderthal hanno impedito,

per circa 100.000 anni, ai Sapiens di lasciare l'Africa

e raggiungere l'Europa.

È, infatti, estremamente improbabile che gli esseri

umani moderni abbiano incontrato i Neanderthal e

abbiano deciso di condividere con loro i preziosi territori

con una richiesta sempre più pressante di cibo per

alimentare le numerose tribù.

I Neanderthal probabilmente avevano vantaggi tattici e

strategici.

Avevano occupato il Medio Oriente per millenni,

acquisendo una profonda conoscenza del terreno,

delle stagioni, di come alimentarsi delle piante e

degli animali autoctoni.

In battaglia, la loro corporatura massiccia e muscolosa

li rendeva estremamente pericolosinei combattimenti

ravvicinati.

I loro enormi occhi probabilmente garantivano ai

Neanderthal una visione superiore in condizioni di scarsa

illuminazione, permettendogli di manovrare al buio per

imboscate e incursioni all'alba. Nonostante tutto ciò, alla

fine la situazione di stallo si è interrotta e i Sapiens hanno

invaso l'Europa.

Non sappiamo perché è accaduto.

E' possibile che l'invenzione di armi a distanza superiori,

come gli archi, le lance abbia consentito agli Homo sapiens

di costruire armi leggere, in grado di provocare danni ingenti

e a grandi distanza.

Ma non è escluso che anche le migliori tecniche di caccia e

raccolta abbiano consentito ai sapiens di nutrire meglio le

tribù creando una superiorità numerica rivelatasi schiacciante

in battaglia.

Secondo le ricostruzioni il Sapiens riuscirono a penetrare

dapprima in Israele e in Grecia subendo le controffensive

di Neanderthal, prima di mettere in atto un'offensiva finale

circa 125.000 anni fa.

A rivelare i dettagli di questa lunga battaglia tra Sapiens e

Neanderthal è un articolo pubblicato sulla rivista

The Conversation.


 
 
 

La teoria del complotto lunare, parte Prima.

Post n°3328 pubblicato il 11 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Teoria del complotto lunare

.

Buzz Aldrin e Neil Armstrong si allenano nei

laboratori della NASA.

I teorici del complotto sostengono che lo

sbarco sia stato simulato in uno studio

cinematografico simile a questo

La teoria del complotto lunare (in inglese

 detta anche Moon Hoax, frottola della Luna,

è l'ipotesi complottista secondo cui le missioni

del programma Apollo non avrebbero realmente

trasportato gli astronauti sulla Luna, e le prove

degli allunaggisarebbero state falsificate dalla NASA,

con la collaborazione del governo degli Stati Uniti,

in competizione con l'URSS per la "conquista dello spazio"

nel panorama generale della guerra fredda.

Secondo i teorici del complotto, le immagini degli

allunaggi sarebbero riprese fatte in uno studio

cinematografico con l'ausilio di effetti speciali.

Nel 1999 un sondaggio della Gallup ha rilevato che

il 6% dei statunitensi aveva dubbi sull'allunaggio.

Origini della teoria

La teoria del complotto lunare appare nei media

per la prima volta nel 1976 con il libro Non siamo

mai andati sulla luna(We Never Went to the Moon),

[dell'americano Bill Kaysing in collaborazione con 

Rendy Reid.

Kaysing, laureato in lingua e letteratura inglese 

(Bachelor of Arts) presso l'Università della California

meridionale, dichiara di scrivere basandosi sulle

proprie esperienze lavorative presso la Rocketdyne,

un'azienda produttrice di motori a razzo.

Il ruolo di Kaysing era però di supervisione nella

stesura dei manuali tecnici, non progettuale, e terminò

nel 1963, diversi anni prima delle missioni Apollo.

Nel suo libro, Kaysing afferma che la tecnologia

degli anni sessanta non sarebbe stata sufficientemente

avanzata da permettere un allunaggio con equipaggio;

che la NASA, a causa della cattiva amministrazione di

quegli anni, non avrebbe potuto ottenere il successo

dichiaratamente ottenuto, e che la motivazione di NASA

e Rocketdyne per fingere l'allunaggio sarebbe stata

di natura economica.

Secondo Kaysing, l'incaricato a girare i filmati delle

missioni sarebbe stato il regista Stanley Kubrick, già

famoso per gli effetti speciali nel suo film 2001: Odissea

nello spazio.

L'incarico gli sarebbe stato assegnato sotto la minaccia

di rendere pubblico il coinvolgimento di un suo fratello

"Raul" col partito comunista.

 Queste affermazioni contrastano però con il fatto che

Kubrick non ha mai avuto alcun fratello, ma solo una

sorella minore, Barbara Mary, nata nel 1934.

Il filmato dell'allunaggio sarebbe stato girato alla Norton

Air Force Base di San Bernardino.

Un'ulteriore prova del fatto che Kubrick non ha mai

girato il presunto film dell'allunaggio in alcuno studio

cinematografico, sono le recenti dichiarazioni della

figlia Vivian, che definisce la questione "una menzogna

grottesca".

Quelle di Kaysing sono le prime affermazioni a carattere

complottista sulle missioni Apollo ad essere pubblicate

in un libro.

Tali affermazioni sono ad oggi ritenute valide da alcuni

sostenitori della teoria del complotto lunare.

Nel suo libro A Man on the Moon,

 pubblicato nel 1994, Andrew Chaikin sostiene che teorie

del complotto sugli allunaggi circolavano già ai tempi

della missione dell'Apollo 8, nel dicembre 1968.

Caratteristiche della teoria

Charles Conrad pianta la bandiera statunitense

sul suolo lunare

Esistono versioni distinte e numerose affermazioni di

diverso tenore che vengono accorpate nella "teoria

del complotto lunare".

Le affermazioni contenute nel libro di Kaysing sono

quelle generalmente ritenute valide dai sostenitori

della teoria.

Secondo alcuni teorici del complotto, la corsa verso la

Luna va vista nel complesso ambito della guerra fredda.

Le prime tappe di questa corsa erano state vinte

dall'Unione Sovietica, che era riuscita a mandare in orbita

il primo satellite artificiale, a fotografare l'altra faccia

della Luna e a portare il primo uomo nello spazio.

Gli americani avrebbero quindi inscenato la conquista della

Luna per potersi fregiare di questo prestigioso successo.

Questa vittoria tecnologica fu per il popolo americano

estremamente motivante quale dimostrazione di supremazia

non solo militare.

Il progetto di esplorazione umana della Luna subentrò

all'abbandonato progetto A119, "A Study of Lunar Research

Flights", sviluppato nel 1950 dalla Armour Research

Foundation di Chicago (oggi Illinois Institute of Technology

Research) per l'Aeronautica militare statunitense che prefigurava

l'esplosione di una testata nucleare sulla Luna.

Si presuppone che lo scopo fosse di dimostrare la superiorità

militare sull'Unione Sovietica e sul resto del mondo durante

la Guerra fredda.

I piani non furono mai svelati perché comportavano rischi

incalcolabili e perché l'esplorazione umana fu considerata

assai più accettabile dal pubblico.

Secondo altri l'allunaggio sarebbe stato inscenato per distrarre

gli americani dalla guerra del Vietnam.

Una possibile motivazione della NASA per inscenare gli

allunaggi sarebbe stata il timore di perdere il budget

assegnatole, che ammontava già allora a 30 miliardi di dollari.

Le missioni Apollo sarebbero state messe in scena per

attirare l'interesse della popolazione verso le missioni

lunari e assicurarsi il finanziamento delle future attività.

L'idea predominante della teoria del complotto è che

gli astronauti non siano mai andati sulla Luna, ma esistono

anche altre versioni della teoria.

Una di queste sostiene che la NASA non riuscì a riprendersi

velocemente dall'incidente dell'Apollo 1 e per non rischiare

nuove perdite umane inscenò il falso allunaggio.

Secondo un'altra versione sostenuta da un fotografo

francese, Philippe Lheureux, autore del libro Lumières sur

la Lune, lo sbarco umano sulla Luna c'è stato veramente,

ma la NASA ha diffuso false fotografie per evitare che

altre nazioni potessero trarre beneficio dalle informazioni

scientifiche deducibili dalle vere fotografie.

Una teoria analoga è sostenuta da William L. Brian, ingegnere

nucleare statunitense e autore del libro Moongate, che sostiene

che lo sbarco sulla Luna c'è stato veramente, ma le vere

scoperte fatte dagli astronauti sono state tenute nascoste.

I teorici del complotto si basano su presunte

incongruenze presenti nelle fotografie e nei filmati delle

missioni o citano alcune morti accidentali dei piloti coinvolti

nelle missioni come dimostrazione di un ipotetico

 insabbiamento.

Obiezioni alla teoria

Il consenso scientifico e degli addetti ai lavori è che non vi è

alcun dubbio sulla realtà oggettiva delle missioni lunari e sul

fatto che l'uomo abbia camminato sulla Luna.

Diversi esperti ritengono che la messinscena necessaria per

fingere le missioni Apollo sarebbe stata troppo complessa sia

per la quantità di reperti prodotti che per il numero di

persone coinvolte, come si specifica di seguito.

Le missioni lunari Apollo hanno comportato la produzione di

un gran numero di materiali: fotografie, filmati, registrazioni

audio delle comunicazioni tra gli astronauti e le basi terrestri,

campioni di rocce lunari riportati a terra, dati scientifici

derivanti da misurazioni strumentali ed esperimenti

condotti dagli astronauti, che hanno condotto alla redazione

di centinaia di articoli scientifici, archiviati sul

 database Astrophysics Data System.

Falsificare tutti questi materiali fin nei minimi dettagli in modo

da ingannare scienziati, tecnici ed esperti vari sarebbe

stato troppo complicato.

James Longuski, docente alla Purdue University, nota

come l'ampiezza e la complessità del complotto dovrebbe

essere tale che sia impossibile considerarlo verosimile.[

Più di 400 000 persone lavorarono per il progetto lunare

per circa dieci anni e una dozzina di uomini che

camminarono sulla Luna tornarono raccontando la propria

esperienza.

È quindi inverosimile che centinaia di migliaia di persone

appartenenti alle categorie più diverse (astronauti, ingegneri,

tecnici, burocrati e altri) abbiano mantenuto il segreto.

Sarebbe stato infatti più semplice atterrare sulla Luna

che inscenare un complotto di simili proporzioni.

Analoga considerazione, sottolineando l'assurdità della

teoria del complotto, è svolta anche dal giornalista

Beppe Severgnini

Il complotto non si sarebbe potuto limitare solo alla NASA,

ma avrebbe dovuto coinvolgere anche personale esterno,

dato che la costruzione dei mezzi spaziali era appaltata

a ditte private i cui ingegneri avevano parte attiva nella

progettazione.

Secondo lo scrittore e semiologo Umberto Eco, l'argomento

decisivo contro la teoria del complotto consiste nel fatto che

i sovietici, pur avendone sia l'interesse sia le possibilità

tecniche, non abbiano rilevato e denunciato la presunta falsità

dello sbarco sulla Luna:

«...la prova scientificamente inoppugnabile è una sola:

gli unici che potevano controllare se lo sbarco era

avvenuto (perché avevano già inviato lassù delle

telecamere e avevano altre sofisticate possibilità di

monitoraggio), e gli unici che avevano tutto l'interesse

a sbugiardare gli americani, erano i russi.

Se i russi sono stati zitti significa che lo sbarco sulla

Luna era vero. Fine del dibattito

L'astronauta Michael Collins, nel documentario

 In the Shadow of the Moon, ha fatto notare la

difficoltà e complessità di falsificare sei allunaggi

nell'arco di tre anni (dal 1969 al 1972), coinvolgendo

parecchie persone e portando avanti una

disinformazione prolungata con tutti i rischi connessi

di indiscrezioni; se si fosse voluto produrre un falso,

sarebbe stato più semplice limitarsi a uno o due

allunaggi e poi fermare il programma Apollo:

da questo punto di vista, l'incidente dell'Apollo 13

sarebbe stata un'ottima scusa per fermare tutto

il programma.

debunker del complotto obbiettano che se la NASA

avesse deciso di falsificare gli allunaggi sarebbe

stato logico e prudente ridurre al minimo certe attività

e quindi fare pochissime fotografie, non girare video

o fare filmati brevi, non dare appalti esterni, non

fornire abbondanti notizie alla stampa.

Sarebbe stato assurdo e molto rischioso, oltre che

praticamente impossibile, falsificare un'enorme massa

di documentazione come migliaia di fotografie e decine

di ore di filmati.

 
 
 

La teoria del complotto lunare, parte 2.

Post n°3327 pubblicato il 11 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Obiezioni degli scienziati

Alcuni scienziati si sono occupati in particolare

della teoria del complotto lunare, rispondendo

alle obiezioni avanzate dai fautori della teoria.

Martin Hendry e Ken Skeldon dell'Università di

Glasgow nel 2004 hanno ricevuto dal Particle

Physics and Astronomy Research Council l'incarico

di indagare sulle tesi relative alla teoria del

complotto lunare.

Nel novembre 2004 hanno tenuto al Glasgow

Science Centre una lezione in cui le dieci principali

tesi avanzate dai sostenitori del complotto sono

state ad una ad una esaminate e rifiutate.

Alex R. Blackwell dell'Università delle Hawaii ha

invece esaminato le foto prese dagli astronauti

dell'Apollo in orbita intorno alla Luna e ha

evidenziato che sono le migliori immagini disponibili

dei siti di atterraggio; tali foto mostrano le ombre

del lander, anche se la risoluzione non permette

di vedere il lander stesso.

Vince Calder e Andrew Johnson hanno invece

esaminato la teoria del complotto alla luce del 

metodo scientifico e hanno preparato una dettagliata

confutazione di questa teoria sotto forma di

domande e risposte, che hanno pubblicato sul sito

web dell'Argonne National Laboratory.

Secondo le indicazioni del metodo scientifico,

un'ipotesi che è contraddetta da fatti osservabili

deve essere rigettata; tutte le evidenze riguardanti

lo sbarco lunare vengono invece sistematicamente

rifiutate dai sostenitori del complotto.

I due ricercatori mostrano che il racconto della

NASA è fondamentalmente accurato e coerente,

concedendo alcuni errori comuni come foto mal

inquadrate e imperfezioni nei ricordi personali.

Nelle ipotesi del complotto mancano invece un

quadro unitario e una consistenza narrativa, perché

le spiegazioni variano a seconda dei proponenti

e in qualche caso uno stesso proponente fornisce

ipotesi diverse.

L'ipotesi del reale allunaggio è una singola storia,

che proviene da una singola fonte.

Ci sono invece molte ipotesi di complotto, ciascuna

delle quali si indirizza ad uno specifico aspetto

dell'allunaggio; questa variazione è considerata

un'indicazione chiave che le ipotesi sul falso allunaggio

costituiscono una teoria del complotto.

Altri scienziati hanno svolto attività divulgative

chiarendo i dubbi relativi all'allunaggio in programmi

televisivi e siti web.

Tra questi vi sono:

  • Jim Scotti, astronomo statunitense curatore di
  •  una pagina sulle missioni Apollo del sito del
  •  Planetario dell'Università dell'Arizona
  • Phil Plait, astronomo statunitense curatore del
  •  sito Bad Astronomy
  • Jay Windley, ingegnere aerospaziale statunitense,
  • curatore del sito web Moon Base Clavius
  • Harald Lesch, astrofisico tedesco, docente
  •  all'Università di Monaco di Baviera e curatore di
  • programmi di divulgazione scientifica in alcune
  •  emittenti televisive tra cui ZDF
  • Michael Shermer, storico della scienza, fondatore
  • dell'associazione The Skeptic Society ed editore
  • della rivista Skeptic

Immagini della sonda SELENE

La sonda giapponese SELENE, lanciata nel 2007, ha

eseguito foto e rilievi della zona dove è sbarcato

l'Apollo 15 ed è risultata una perfetta corrispondenza

con le foto scattate dagli astronauti americani nel 1971;

si tratta di una prova importante, fornita dall'Agenzia

Spaziale di un'altra nazione.

Immagini della sonda Chandrayaan 1

La sonda indiana Chandrayaan 1 ha fotografato il sito

di allunaggio dell'Apollo 15, rilevando i segni

dell'atterraggio del modulo lunare.

Secondo PrakashChauhan, scienziato dell'ISRO,

l'Agenzia Spaziale Indiana, le immagini riprese dalla

fotocamera multispettrale della sonda hanno

confermato la veridicità della missione lunare

Apollo 15 2009: le immagini della zona d'allunaggio

Immagine dalla missione LRO che mostra la zona di

allunaggio dell'Apollo 11.

Il 17 luglio del 2009 la NASA ha cominciato a

divulgare le foto delle zone d'allunaggio dell'Apollo 11,

 Apollo 14Apollo 15Apollo 16 eApollo 17 acquisite

nell'ambito della missione Lunar Reconnaissance Orbiter 

già prima che fosse raggiunta l'orbita di destinazione.

Immagine dalla missione LRO che mostra l'ombra

del tracciato degli pneumatici lasciate dal 

Rover lunaredell'Apollo 17.

Le foto a più alta risoluzione riprese nel 2011, quando

LRO aveva raggiunto l'orbita stabilita, mostrano ciò

che rimane dei moduli lunarisulla superficie, alcune

apparecchiature usate per gli esperimenti scientifici e

l'ombra del tracciato di impronte lasciate da un

astronauta della missione Apollo 17 tra i lander e

le apparecchiature scientifiche per gli esperimenti.

Nel settembre 2011 la sonda Lunar Reconnaissance

Orbiter è scesa fino ad una distanza di soli 25 km

dalla superficie, inviando nuove immagini dei siti

degli allunaggi, alla definizione di 25 cm/pixel.

Reazioni della NASA

Nel 2002, la NASA commissionò a James Oberg

 per 15 000 dollari un libro che rigettasse punto

per punto le affermazioni dei complottisti, ma lo

stesso anno cancellò la commessa a fronte delle

lamentele di chi vedeva in tale azione una

legittimazione delle accuse dei complottisti.

Oberg, da parte sua, dichiarò di voler portare a

termine il progetto.

Media artisticiIl film Capricorn One

A contribuire ulteriormente alla diffusione popolare

della teoria fuCapricorn One, un film del 1978 per

la regia di Peter Hyams.

La trama tratta, in manieraanaloga, di una missione

su Marte. Nel film, la NASA scopre di non essere in

grado di partire per la missione; onde evitare

che i finanziamenti per missioni successive vengano

cancellati, decide di inscenare il tutto in uno studio

televisivo.

Poco prima del lancio, gli astronauti vengono portati

in una base militare nel deserto.

Così, il razzo viene lanciato vuoto nello spazio, e

all'umanità vengono presentate le immagini registrate

in un apposito studio televisivo.

Mentre il mondo si prepara a festeggiare gli astronauti

al rientro dalla missione, accade però che la capsula

(vuota) esploda durante il rientro in atmosfera.

Così la NASA si trova costretta ad "eliminare" gli 

astronauti, per evitare il rischio che l'inganno possa

venire scoperto.

Gli astronauti, scoperto tale progetto, riescono tuttavia

a fuggire dalla base militare.

Vengono dunque inseguitiattraverso il deserto per

essere eliminati.

Contemporaneamente, un giornalista (nel film con il nome

di Robert Caulfield) inizia la sua ricerca su diversi fatti

anomali della missione, scoprendo a mano a mano l'imbroglio

messo in scena dalla NASA.

Altri film

Nel film Agente 007 - Una cascata di diamanti (1971)

il protagonista James Bond, durante una fuga, si ritrova

nel mezzo di un set rappresentante lo sbarco sulla

Luna, con astronauti che si muovono al rallentatore

per la messinscena.

Operazione Luna (Kubrick, Nixon e l'uomo sulla Luna)

 (2002) è un falso documentario che ricostruisce il

complotto e l'ipotetico ruolo del regista Kubrick.

Nel film Interstellar (2014) viene mostrato che nelle

scuole del 2067, epoca d'ambientazione del film, nelle

ore di storia venga insegnato che l'Allunaggio del 1969

non fu reale, ma fu in verità una geniale ricostruzione

cinematografica atta a vincere la corsa allo spazio tra

 URSS e Stati Uniti d'America, come sostenuto dalla teoria

del complotto lunare.

Il film francese Moonwalkers (2015) di Antoine Bardou

-Jacquet riprende in chiave umoristica la teoria

dell'accordo conKubrick per la realizzazione di un filmato

da diffondere nel caso in cui qualcosa nel vero

allunaggio fosse andato storto.

Il film Operazione Avalanche (2016) si basa sulle tesi

del complotto lunare riportando quelli che appaiono in

tutti i dettagli un complotto realizzato dalla CIA per

falsificare lo sbarco, tutto il film è montato come un

inside-story.

Il film Apollo 18 (2011) è un film horror realizzato in

stile falso documentario che parla di una missione di

routine che si svolge in segreto sulla Luna ed in cui

vengono ritrovati dei video lasciati dagli astronauti

delle precedenti missioni e che rivelano scioccanti

avvenimenti relativi all'incontro con forme di vita

aliene altamente ostili.

Fumetti

Un episodio di Martin Mystère di Alfredo Castelli, intitolato

 Cospirazione luna (numero 295, febbraio-marzo 2008) è

interamente dedicato all'ipotetico complotto sull'allunaggio

dell'Apollo.

Nel manga "Billy Bat" di Naoki Urasawa, tra le varie idee

complottistiche viene dato un arco narrativo anche al complotto

lunare (e anche all'idea che la stessa teoria possa essere

un complotto).

Televisione

Il programma della RAI, La Storia Siamo Noi, ha

realizzato una puntata dal titolo Il lato oscuro della Luna,

proponendo dubbi e incongruenze della missione Apollo,

nel clima di contrapposizione USA-URSS di quel periodo.

Le teorie del complotto sono state citate e confutate

anche nella trasmissione

 Quella notte sulla Luna del 20 luglio 2019 in occasione del

cinquantesimo anniversario dello sbarco lunare, condotta

da Alberto Angela con le testimonianze del padre, Piero,

corrispondente RAI dalla Florida per gran parte del programma

spaziale statunitense di quegli anni.

Il programma Mythbusters ha dedicato una puntata alla

verifica delle teorie del complotto.

Cartoni animati

Nell'undicesimo episodio della seconda stagione di

 Brickleberry, intitolato Viaggio su Marte, i personaggi

inscenano un atterraggio su Marte, chiaro riferimento al

falso dell'allunaggio.

Nel film di animazione Minions i personaggi gialli passano

attraverso lo studio nel quale la NASA avrebbe inscenato

l'allunaggio.

Nel decimo episodio della terza stagione di Rick and Morty,

il protagonista Rick va alla Casa Bianca e attraversa

velocemente quello che sembra essere il set di un finto

allunaggio.

Nel quarto episodio della quarta stagione de I Griffin,

Peter evoca un flashback esclamando di aver avuto

"la migliore idea da quando hanno falsificato

l'atterraggio sulla luna".

Nel flashback si vede Neil Armstrong uscire da uno studio

televisivo (set di un finto allunaggio).

Riconosciuto da un passante che sostiene l'astronauta

dovrebbe in quel momento essere sulla luna, lo stesso

lo stordisce e carica nel baule della propria automobile.

Musica

e della canzone Amerika dei Rammsteinriprendono

questo argomento.

Inoltre nel video On the top of the World c'è un'imitazione

del presidente Nixon e una citazione a HAL 9000 del film

 2001: Odissea nello spazio, di Kubrick.

Inoltre il gruppo punk rock svedese Refused, ha intitolato

una canzone The Apollo Program Was a Hoax.

Videogiochi

Nel videogioco GTA Vice City è presente un set

cinematografico che riproduce la superficie lunare con

il LEM e una bandiera americana, richiamo alle teorie

complottiste sull'allunaggio.

Anche nel videogioco Just Cause 4 è presente un easter

egg simile all'interno di una montagna.

parte 2

 
 
 

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