blogtecaolivelli
blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli
TAG
TAG
Messaggi di Dicembre 2020
Post n°3331 pubblicato il 27 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli
Buongiorno, Buon 2021 a tutti. Vi si augura di cuore un buon fine anno 2020 ed un miglior principio del 2021, ad accendere nel cuore di tutti la speranza di un anno migliore di tutti i precedenti e di quello che va che è stato il peggiore di tutti, con la landemia Covid19, ma l'anno si conclude tuttavia con il D-Vaccine e, quindi, un barlume di speranza in più, dopo mesi difficili e per alcuni, terribili.
BUON ANNO |
Post n°3330 pubblicato il 19 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Scienza 2 milioni di anni di eruzioni vulcaniche Nelle rocce delle Dolomiti le tracce della catena ininterrotta di eruzioni che portò alla più grande estinzione di massa della storia della vita sulla Terra. Il passaggio fra l'Era Mesozoica e la Cenozoica è il periodo chiamato Cretaceo: compreso tra 145 e 65 milioni di anni fa, è marchiato a fuoco per un singolo, catastrofico evento, l'esplosione di un corpo celeste di dieci chilometri di diametro o più sulla regione dell'attuale Messico. È l'asteroide di Chicxulub che, precipitato sullo Yucatan, segnò l'estinzione dei dinosauri, delle ammoniti e di migliaia di altre specie. Ma se vogliamo parlare di catastrofi globali, ce n'è un'altra, avvenuta 185 milioni di anni prima nella cornice di una serie infinita di eruzioni vulcaniche e non a caso chiamata la madre di tutte le estinzioni di massa. Attorno a 252 milioni di anni fa, quando i continenti erano tutti serrati insieme in un mega-continente - la Pangea - si verificò la scomparsa del 90% delle specie viventi. Sono centinaia le ricerche scientifiche che hanno tentato di gettare luce sulla Grande Estinzione del Permiano, un evento senza precedenti che segna il limite fra Paleozoico e Mesozoico. Le ipotesi sono molte ma due due chiavi di lettura appaiono più probabili di altre: in primo luogo, un poderoso e concentrato rilascio di metano dai clatrati idrati presenti sui fondali del mega-oceano che circondava la Pangea. Il rilascio accelerato di metano dai clatrati avrebbe innescato un effetto serra accelerato in grado di annichilire la vita. La maggioranza dei ricercatori ritiene però che la vera "pistola fumante" sia stata la serie di gigantesche eruzioni vulcaniche avvenute fra 252 e 250 milioni di anni fa in Siberia, i cui residui si leggono oggi negli sconfinati depositi di basalto noti come Una ricerca, coordinata dall'Università di Tohoku (Giappone), pubblicata su Geology, si concentra su tre località della Terra dove è possibile rinvenire con particolare chiarezza le prove di quanto avvenuto in quei fatali due milioni di anni. Due delle sezioni "permiano-triassico" scelte dai ricercatori sono in Cina meridionale, mentre la terza è in Italia, nelle nostre Dolomiti. Le Dolomiti, Patrimonio dell'Umanità, racchiudono le prove della grande catastrofe del Permiano. © Marco Orlandi La sezione di Bulla (Ortisei, Alto Adige) è «nota da decenni a paleontologi ed esperti di geologia stratigrafica di tutto il mondo, in quanto rappresenta una delle migliori sezioni rocciose che contengono le prove del passaggio fra le due ere, il Paleozoico e il Mesozoico», afferma Corrado Venturini (Università degli Studi di Bologna). La particolarità dello studio è il ritrovamento, all'interno delle rocce delle due sezioni cinesi e di quella di Bulla, di tracce abbondanti di mercurio accoppiate a tracce di Ciò starebbe a indicare due meccanismi: il mercurio deriverebbe dal colossale rilascio di gas vulcanici associato a 3 milioni di chilometri cubi di lava basaltica (il paragone con i 4 km cubi dell'eruzione di Pompei ci dà un'idea della portata dell'evento siberiano). Al centro di questo tipico scenario islandese si osserva un sill, uno strato di magma che si è insinuato orizzontalmente nelle rocce circostanti senza emergere in superficie. Si noti la fessurazione, che forma un colonnato verticale. © Fabio L. Bonali Il coronene, un idrocarburo policiclico aromatico, sarebbe invece il risultato della combustione derivante dal contatto fra il magma in risalita dal mantello e una serie di enormi riserve di petrolio presenti nel sottosuolo siberiano a bassa profondità nella crosta terrestre (a meno di 3 km). Sarebbe stato proprio il ruolo dei cosiddetti sill, ovvero filoni di magma fluido che si insinuano orizzontalmente nella crosta superficiale, senza dare luogo a eruzioni, e la loro interazione con gli idrocarburi a rilasciare le enormi quantità di CO2 (anidride carbonica) e CH4 (metano), che avrebbe trasformato il mondo in una serra soffocante. Il mistero del limite Paleozoico-Mesozoico tormenterà a lungo i geologi di tutto il mondo, ma questo studio è però un tassello molto importante, in quanto conferma quanto già in parte ipotizzato in un lavoro del 2017 apparso su Earth and Planetary Science Letters ad opera di un gruppo di ricerca statunitense. Professore Associato di Comunicazione delle Emergenze Ambientali all'Università degli Studi dell'Insubria (Varese). |
Post n°3329 pubblicato il 11 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Neanderthal e Sapiens hanno combattuto una guerra lunga 100mila anni 16 Novembre 2020 Il conflitto ha visto la vittoria dei Sapiens e la "conquista" dell'Europa. Circa 600.000 anni fa, l'umanità era divisa in due; un gruppo si trovava in Africa, evolvendosi in Sapiens mentre l'altro raggiunse, via terra, l'Asia, poi l'Europa, diventando Homo neanderthalensis, ovvero i Neanderthal. Due specie separate e "sorelle" che si evolvevano parallelamente ed a grandi distanze. Ma con il trascorrere del tempo i nostri antenati e i Neanderthal si sono inevitabilmente incontrati. La conseguenza di questo incontro è stata una vera e propria guerra, durata per lungo tempo. Lungi dall'essere pacifici, i Neanderthal erano probabilmente abili combattenti e pericolosi guerrieri, rivali acerrimi dei Sapiens. Come molti mammiferi terrestri, gli antichi ominidi che vivevano sul nostro pianeta erano predatori territoriali ed in grado di cacciare in branchi. Come i leoni, i lupi e l'Homo sapiens, i Neanderthal erano cacciatori che si muovevano soprattutto in branco. Predatori in cima alla catena alimentare e con pochi nemici, i Neanderthal avevano aumentato la popolazione causando inevitabili conflitti per i terreni di caccia. Le tracce della guerra preistorica tra Neanderthal e Sapiens sono visibili nei crani degli scheletri, distrutti da mazze, oltre a fratture della parte inferiore delle braccia causate "dalla difesa dai colpi". Naturalmente anche i Neanderthalmostrano segni di rotture nelle braccia mentre uno scheletro, scoperto nella grotta Shanidar in Iraq, è stato trafitto da una lancia al petto. Neanderthal e Sapiens hanno combattuto una guerra lunga 100mila anni Le caratteristiche delle ferite indicano un conflitto "intertribale" con schermaglie su piccola scala, ma intense e prolungate con incursioni e imboscate e più rarebattaglie. L'abilità nei conflitti dei Neanderthal hanno impedito, per circa 100.000 anni, ai Sapiens di lasciare l'Africa e raggiungere l'Europa. È, infatti, estremamente improbabile che gli esseri umani moderni abbiano incontrato i Neanderthal e abbiano deciso di condividere con loro i preziosi territori con una richiesta sempre più pressante di cibo per alimentare le numerose tribù. I Neanderthal probabilmente avevano vantaggi tattici e strategici. Avevano occupato il Medio Oriente per millenni, acquisendo una profonda conoscenza del terreno, delle stagioni, di come alimentarsi delle piante e degli animali autoctoni. In battaglia, la loro corporatura massiccia e muscolosa li rendeva estremamente pericolosinei combattimenti ravvicinati. I loro enormi occhi probabilmente garantivano ai Neanderthal una visione superiore in condizioni di scarsa illuminazione, permettendogli di manovrare al buio per imboscate e incursioni all'alba. Nonostante tutto ciò, alla fine la situazione di stallo si è interrotta e i Sapiens hanno invaso l'Europa. Non sappiamo perché è accaduto. E' possibile che l'invenzione di armi a distanza superiori, come gli archi, le lance abbia consentito agli Homo sapiens di costruire armi leggere, in grado di provocare danni ingenti e a grandi distanza. Ma non è escluso che anche le migliori tecniche di caccia e raccolta abbiano consentito ai sapiens di nutrire meglio le tribù creando una superiorità numerica rivelatasi schiacciante in battaglia. Secondo le ricostruzioni il Sapiens riuscirono a penetrare dapprima in Israele e in Grecia subendo le controffensive di Neanderthal, prima di mettere in atto un'offensiva finale circa 125.000 anni fa. A rivelare i dettagli di questa lunga battaglia tra Sapiens e Neanderthal è un articolo pubblicato sulla rivista
|
Post n°3328 pubblicato il 11 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Teoria del complotto lunare Buzz Aldrin e Neil Armstrong si allenano nei laboratori della NASA. I teorici del complotto sostengono che lo sbarco sia stato simulato in uno studio cinematografico simile a questo La teoria del complotto lunare (in inglese detta anche Moon Hoax, frottola della Luna, è l'ipotesi complottista secondo cui le missioni del programma Apollo non avrebbero realmente trasportato gli astronauti sulla Luna, e le prove degli allunaggisarebbero state falsificate dalla NASA, con la collaborazione del governo degli Stati Uniti, in competizione con l'URSS per la "conquista dello spazio" nel panorama generale della guerra fredda. Secondo i teorici del complotto, le immagini degli allunaggi sarebbero riprese fatte in uno studio cinematografico con l'ausilio di effetti speciali. Nel 1999 un sondaggio della Gallup ha rilevato che il 6% dei statunitensi aveva dubbi sull'allunaggio. Origini della teoria La teoria del complotto lunare appare nei media per la prima volta nel 1976 con il libro Non siamo mai andati sulla luna(We Never Went to the Moon), [dell'americano Bill Kaysing in collaborazione con Kaysing, laureato in lingua e letteratura inglese (Bachelor of Arts) presso l'Università della California meridionale, dichiara di scrivere basandosi sulle proprie esperienze lavorative presso la Rocketdyne, un'azienda produttrice di motori a razzo. Il ruolo di Kaysing era però di supervisione nella stesura dei manuali tecnici, non progettuale, e terminò nel 1963, diversi anni prima delle missioni Apollo. Nel suo libro, Kaysing afferma che la tecnologia degli anni sessanta non sarebbe stata sufficientemente avanzata da permettere un allunaggio con equipaggio; che la NASA, a causa della cattiva amministrazione di quegli anni, non avrebbe potuto ottenere il successo dichiaratamente ottenuto, e che la motivazione di NASA e Rocketdyne per fingere l'allunaggio sarebbe stata di natura economica. Secondo Kaysing, l'incaricato a girare i filmati delle missioni sarebbe stato il regista Stanley Kubrick, già famoso per gli effetti speciali nel suo film 2001: Odissea L'incarico gli sarebbe stato assegnato sotto la minaccia di rendere pubblico il coinvolgimento di un suo fratello "Raul" col partito comunista. Queste affermazioni contrastano però con il fatto che Kubrick non ha mai avuto alcun fratello, ma solo una sorella minore, Barbara Mary, nata nel 1934. Il filmato dell'allunaggio sarebbe stato girato alla Norton Air Force Base di San Bernardino. Un'ulteriore prova del fatto che Kubrick non ha mai girato il presunto film dell'allunaggio in alcuno studio cinematografico, sono le recenti dichiarazioni della figlia Vivian, che definisce la questione "una menzogna grottesca". Quelle di Kaysing sono le prime affermazioni a carattere complottista sulle missioni Apollo ad essere pubblicate in un libro. Tali affermazioni sono ad oggi ritenute valide da alcuni sostenitori della teoria del complotto lunare. Nel suo libro A Man on the Moon, pubblicato nel 1994, Andrew Chaikin sostiene che teorie del complotto sugli allunaggi circolavano già ai tempi della missione dell'Apollo 8, nel dicembre 1968. Caratteristiche della teoria Charles Conrad pianta la bandiera statunitense sul suolo lunare Esistono versioni distinte e numerose affermazioni di diverso tenore che vengono accorpate nella "teoria del complotto lunare". Le affermazioni contenute nel libro di Kaysing sono quelle generalmente ritenute valide dai sostenitori della teoria. Secondo alcuni teorici del complotto, la corsa verso la Luna va vista nel complesso ambito della guerra fredda. Le prime tappe di questa corsa erano state vinte dall'Unione Sovietica, che era riuscita a mandare in orbita il primo satellite artificiale, a fotografare l'altra faccia della Luna e a portare il primo uomo nello spazio. Gli americani avrebbero quindi inscenato la conquista della Luna per potersi fregiare di questo prestigioso successo. Questa vittoria tecnologica fu per il popolo americano estremamente motivante quale dimostrazione di supremazia non solo militare. Il progetto di esplorazione umana della Luna subentrò all'abbandonato progetto A119, "A Study of Lunar Research Flights", sviluppato nel 1950 dalla Armour Research Foundation di Chicago (oggi Illinois Institute of Technology Research) per l'Aeronautica militare statunitense che prefigurava l'esplosione di una testata nucleare sulla Luna. Si presuppone che lo scopo fosse di dimostrare la superiorità militare sull'Unione Sovietica e sul resto del mondo durante la Guerra fredda. I piani non furono mai svelati perché comportavano rischi incalcolabili e perché l'esplorazione umana fu considerata assai più accettabile dal pubblico. Secondo altri l'allunaggio sarebbe stato inscenato per distrarre gli americani dalla guerra del Vietnam. Una possibile motivazione della NASA per inscenare gli allunaggi sarebbe stata il timore di perdere il budget assegnatole, che ammontava già allora a 30 miliardi di dollari. Le missioni Apollo sarebbero state messe in scena per attirare l'interesse della popolazione verso le missioni lunari e assicurarsi il finanziamento delle future attività. L'idea predominante della teoria del complotto è che gli astronauti non siano mai andati sulla Luna, ma esistono anche altre versioni della teoria. Una di queste sostiene che la NASA non riuscì a riprendersi velocemente dall'incidente dell'Apollo 1 e per non rischiare nuove perdite umane inscenò il falso allunaggio. Secondo un'altra versione sostenuta da un fotografo francese, Philippe Lheureux, autore del libro Lumières sur la Lune, lo sbarco umano sulla Luna c'è stato veramente, ma la NASA ha diffuso false fotografie per evitare che altre nazioni potessero trarre beneficio dalle informazioni scientifiche deducibili dalle vere fotografie. Una teoria analoga è sostenuta da William L. Brian, ingegnere nucleare statunitense e autore del libro Moongate, che sostiene che lo sbarco sulla Luna c'è stato veramente, ma le vere scoperte fatte dagli astronauti sono state tenute nascoste. I teorici del complotto si basano su presunte incongruenze presenti nelle fotografie e nei filmati delle missioni o citano alcune morti accidentali dei piloti coinvolti nelle missioni come dimostrazione di un ipotetico Obiezioni alla teoria Il consenso scientifico e degli addetti ai lavori è che non vi è alcun dubbio sulla realtà oggettiva delle missioni lunari e sul fatto che l'uomo abbia camminato sulla Luna. Diversi esperti ritengono che la messinscena necessaria per fingere le missioni Apollo sarebbe stata troppo complessa sia per la quantità di reperti prodotti che per il numero di persone coinvolte, come si specifica di seguito. Le missioni lunari Apollo hanno comportato la produzione di un gran numero di materiali: fotografie, filmati, registrazioni audio delle comunicazioni tra gli astronauti e le basi terrestri, campioni di rocce lunari riportati a terra, dati scientifici derivanti da misurazioni strumentali ed esperimenti condotti dagli astronauti, che hanno condotto alla redazione di centinaia di articoli scientifici, archiviati sul database Astrophysics Data System. Falsificare tutti questi materiali fin nei minimi dettagli in modo da ingannare scienziati, tecnici ed esperti vari sarebbe stato troppo complicato. James Longuski, docente alla Purdue University, nota come l'ampiezza e la complessità del complotto dovrebbe essere tale che sia impossibile considerarlo verosimile.[ Più di 400 000 persone lavorarono per il progetto lunare per circa dieci anni e una dozzina di uomini che camminarono sulla Luna tornarono raccontando la propria esperienza. È quindi inverosimile che centinaia di migliaia di persone appartenenti alle categorie più diverse (astronauti, ingegneri, tecnici, burocrati e altri) abbiano mantenuto il segreto. Sarebbe stato infatti più semplice atterrare sulla Luna che inscenare un complotto di simili proporzioni. Analoga considerazione, sottolineando l'assurdità della teoria del complotto, è svolta anche dal giornalista Il complotto non si sarebbe potuto limitare solo alla NASA, ma avrebbe dovuto coinvolgere anche personale esterno, dato che la costruzione dei mezzi spaziali era appaltata a ditte private i cui ingegneri avevano parte attiva nella progettazione. Secondo lo scrittore e semiologo Umberto Eco, l'argomento decisivo contro la teoria del complotto consiste nel fatto che i sovietici, pur avendone sia l'interesse sia le possibilità tecniche, non abbiano rilevato e denunciato la presunta falsità dello sbarco sulla Luna:
L'astronauta Michael Collins, nel documentario In the Shadow of the Moon, ha fatto notare la difficoltà e complessità di falsificare sei allunaggi nell'arco di tre anni (dal 1969 al 1972), coinvolgendo parecchie persone e portando avanti una disinformazione prolungata con tutti i rischi connessi di indiscrezioni; se si fosse voluto produrre un falso, sarebbe stato più semplice limitarsi a uno o due allunaggi e poi fermare il programma Apollo: da questo punto di vista, l'incidente dell'Apollo 13 sarebbe stata un'ottima scusa per fermare tutto il programma. I debunker del complotto obbiettano che se la NASA avesse deciso di falsificare gli allunaggi sarebbe stato logico e prudente ridurre al minimo certe attività e quindi fare pochissime fotografie, non girare video o fare filmati brevi, non dare appalti esterni, non fornire abbondanti notizie alla stampa. Sarebbe stato assurdo e molto rischioso, oltre che praticamente impossibile, falsificare un'enorme massa di documentazione come migliaia di fotografie e decine di ore di filmati. |
Post n°3327 pubblicato il 11 Dicembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Obiezioni degli scienziati Alcuni scienziati si sono occupati in particolare della teoria del complotto lunare, rispondendo alle obiezioni avanzate dai fautori della teoria. Martin Hendry e Ken Skeldon dell'Università di Glasgow nel 2004 hanno ricevuto dal Particle Physics and Astronomy Research Council l'incarico di indagare sulle tesi relative alla teoria del complotto lunare. Nel novembre 2004 hanno tenuto al Glasgow Science Centre una lezione in cui le dieci principali tesi avanzate dai sostenitori del complotto sono state ad una ad una esaminate e rifiutate. Alex R. Blackwell dell'Università delle Hawaii ha invece esaminato le foto prese dagli astronauti dell'Apollo in orbita intorno alla Luna e ha evidenziato che sono le migliori immagini disponibili dei siti di atterraggio; tali foto mostrano le ombre del lander, anche se la risoluzione non permette di vedere il lander stesso. Vince Calder e Andrew Johnson hanno invece esaminato la teoria del complotto alla luce del metodo scientifico e hanno preparato una dettagliata confutazione di questa teoria sotto forma di domande e risposte, che hanno pubblicato sul sito web dell'Argonne National Laboratory. Secondo le indicazioni del metodo scientifico, un'ipotesi che è contraddetta da fatti osservabili deve essere rigettata; tutte le evidenze riguardanti lo sbarco lunare vengono invece sistematicamente rifiutate dai sostenitori del complotto. I due ricercatori mostrano che il racconto della NASA è fondamentalmente accurato e coerente, concedendo alcuni errori comuni come foto mal inquadrate e imperfezioni nei ricordi personali. Nelle ipotesi del complotto mancano invece un quadro unitario e una consistenza narrativa, perché le spiegazioni variano a seconda dei proponenti e in qualche caso uno stesso proponente fornisce ipotesi diverse. L'ipotesi del reale allunaggio è una singola storia, che proviene da una singola fonte. Ci sono invece molte ipotesi di complotto, ciascuna delle quali si indirizza ad uno specifico aspetto dell'allunaggio; questa variazione è considerata un'indicazione chiave che le ipotesi sul falso allunaggio costituiscono una teoria del complotto. Altri scienziati hanno svolto attività divulgative chiarendo i dubbi relativi all'allunaggio in programmi televisivi e siti web. Tra questi vi sono:
Immagini della sonda SELENE La sonda giapponese SELENE, lanciata nel 2007, ha eseguito foto e rilievi della zona dove è sbarcato l'Apollo 15 ed è risultata una perfetta corrispondenza con le foto scattate dagli astronauti americani nel 1971; si tratta di una prova importante, fornita dall'Agenzia Spaziale di un'altra nazione. Immagini della sonda Chandrayaan 1 La sonda indiana Chandrayaan 1 ha fotografato il sito di allunaggio dell'Apollo 15, rilevando i segni dell'atterraggio del modulo lunare. Secondo PrakashChauhan, scienziato dell'ISRO, l'Agenzia Spaziale Indiana, le immagini riprese dalla fotocamera multispettrale della sonda hanno confermato la veridicità della missione lunare Apollo 15 2009: le immagini della zona d'allunaggio Immagine dalla missione LRO che mostra la zona di allunaggio dell'Apollo 11. Il 17 luglio del 2009 la NASA ha cominciato a divulgare le foto delle zone d'allunaggio dell'Apollo 11, Apollo 14, Apollo 15, Apollo 16 eApollo 17 acquisite nell'ambito della missione Lunar Reconnaissance Orbiter già prima che fosse raggiunta l'orbita di destinazione. Immagine dalla missione LRO che mostra l'ombra del tracciato degli pneumatici lasciate dal Rover lunaredell'Apollo 17. Le foto a più alta risoluzione riprese nel 2011, quando LRO aveva raggiunto l'orbita stabilita, mostrano ciò che rimane dei moduli lunarisulla superficie, alcune apparecchiature usate per gli esperimenti scientifici e l'ombra del tracciato di impronte lasciate da un astronauta della missione Apollo 17 tra i lander e le apparecchiature scientifiche per gli esperimenti. Nel settembre 2011 la sonda Lunar Reconnaissance Orbiter è scesa fino ad una distanza di soli 25 km dalla superficie, inviando nuove immagini dei siti degli allunaggi, alla definizione di 25 cm/pixel. Reazioni della NASA Nel 2002, la NASA commissionò a James Oberg per 15 000 dollari un libro che rigettasse punto per punto le affermazioni dei complottisti, ma lo stesso anno cancellò la commessa a fronte delle lamentele di chi vedeva in tale azione una legittimazione delle accuse dei complottisti. Oberg, da parte sua, dichiarò di voler portare a termine il progetto. Media artisticiIl film Capricorn One A contribuire ulteriormente alla diffusione popolare della teoria fuCapricorn One, un film del 1978 per la regia di Peter Hyams. La trama tratta, in manieraanaloga, di una missione su Marte. Nel film, la NASA scopre di non essere in grado di partire per la missione; onde evitare che i finanziamenti per missioni successive vengano cancellati, decide di inscenare il tutto in uno studio televisivo. Poco prima del lancio, gli astronauti vengono portati in una base militare nel deserto. Così, il razzo viene lanciato vuoto nello spazio, e all'umanità vengono presentate le immagini registrate in un apposito studio televisivo. Mentre il mondo si prepara a festeggiare gli astronauti al rientro dalla missione, accade però che la capsula (vuota) esploda durante il rientro in atmosfera. Così la NASA si trova costretta ad "eliminare" gli astronauti, per evitare il rischio che l'inganno possa venire scoperto. Gli astronauti, scoperto tale progetto, riescono tuttavia a fuggire dalla base militare. Vengono dunque inseguitiattraverso il deserto per essere eliminati. Contemporaneamente, un giornalista (nel film con il nome di Robert Caulfield) inizia la sua ricerca su diversi fatti anomali della missione, scoprendo a mano a mano l'imbroglio messo in scena dalla NASA. Altri film Nel film Agente 007 - Una cascata di diamanti (1971) il protagonista James Bond, durante una fuga, si ritrova nel mezzo di un set rappresentante lo sbarco sulla Luna, con astronauti che si muovono al rallentatore per la messinscena. Operazione Luna (Kubrick, Nixon e l'uomo sulla Luna) (2002) è un falso documentario che ricostruisce il complotto e l'ipotetico ruolo del regista Kubrick. Nel film Interstellar (2014) viene mostrato che nelle scuole del 2067, epoca d'ambientazione del film, nelle ore di storia venga insegnato che l'Allunaggio del 1969 non fu reale, ma fu in verità una geniale ricostruzione cinematografica atta a vincere la corsa allo spazio tra URSS e Stati Uniti d'America, come sostenuto dalla teoria del complotto lunare. Il film francese Moonwalkers (2015) di Antoine Bardou -Jacquet riprende in chiave umoristica la teoria dell'accordo conKubrick per la realizzazione di un filmato da diffondere nel caso in cui qualcosa nel vero allunaggio fosse andato storto. Il film Operazione Avalanche (2016) si basa sulle tesi del complotto lunare riportando quelli che appaiono in tutti i dettagli un complotto realizzato dalla CIA per falsificare lo sbarco, tutto il film è montato come un inside-story. Il film Apollo 18 (2011) è un film horror realizzato in stile falso documentario che parla di una missione di routine che si svolge in segreto sulla Luna ed in cui vengono ritrovati dei video lasciati dagli astronauti delle precedenti missioni e che rivelano scioccanti avvenimenti relativi all'incontro con forme di vita aliene altamente ostili. Fumetti Un episodio di Martin Mystère di Alfredo Castelli, intitolato Cospirazione luna (numero 295, febbraio-marzo 2008) è interamente dedicato all'ipotetico complotto sull'allunaggio dell'Apollo. Nel manga "Billy Bat" di Naoki Urasawa, tra le varie idee complottistiche viene dato un arco narrativo anche al complotto lunare (e anche all'idea che la stessa teoria possa essere un complotto). Televisione Il programma della RAI, La Storia Siamo Noi, ha realizzato una puntata dal titolo Il lato oscuro della Luna, proponendo dubbi e incongruenze della missione Apollo, nel clima di contrapposizione USA-URSS di quel periodo. Le teorie del complotto sono state citate e confutate anche nella trasmissione Quella notte sulla Luna del 20 luglio 2019 in occasione del cinquantesimo anniversario dello sbarco lunare, condotta da Alberto Angela con le testimonianze del padre, Piero, corrispondente RAI dalla Florida per gran parte del programma spaziale statunitense di quegli anni. Il programma Mythbusters ha dedicato una puntata alla verifica delle teorie del complotto. Cartoni animati Nell'undicesimo episodio della seconda stagione di Brickleberry, intitolato Viaggio su Marte, i personaggi inscenano un atterraggio su Marte, chiaro riferimento al falso dell'allunaggio. Nel film di animazione Minions i personaggi gialli passano attraverso lo studio nel quale la NASA avrebbe inscenato l'allunaggio. Nel decimo episodio della terza stagione di Rick and Morty, il protagonista Rick va alla Casa Bianca e attraversa velocemente quello che sembra essere il set di un finto allunaggio. Nel quarto episodio della quarta stagione de I Griffin, Peter evoca un flashback esclamando di aver avuto "la migliore idea da quando hanno falsificato l'atterraggio sulla luna". Nel flashback si vede Neil Armstrong uscire da uno studio televisivo (set di un finto allunaggio). Riconosciuto da un passante che sostiene l'astronauta dovrebbe in quel momento essere sulla luna, lo stesso lo stordisce e carica nel baule della propria automobile. Musica e della canzone Amerika dei Rammsteinriprendono questo argomento. Inoltre nel video On the top of the World c'è un'imitazione del presidente Nixon e una citazione a HAL 9000 del film 2001: Odissea nello spazio, di Kubrick. Inoltre il gruppo punk rock svedese Refused, ha intitolato una canzone The Apollo Program Was a Hoax. Videogiochi Nel videogioco GTA Vice City è presente un set cinematografico che riproduce la superficie lunare con il LEM e una bandiera americana, richiamo alle teorie complottiste sull'allunaggio. Anche nel videogioco Just Cause 4 è presente un easter egg simile all'interno di una montagna. parte 2 |
AREA PERSONALE
MENU
CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.