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Messaggi del 15/05/2020

La vita in Islanda...

Post n°2928 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Fase 2: imparare a vivere di resilienza come in Islanda

Il popolo di quest'isola dalla natura primordiale ha imparato

a vivere nello stile "þetta reddast", "va tutto bene"

Per secoli gli islandesi hanno convissuto con condizioni climatiche

estreme, eruzioni vulcaniche, povertà.

Il popolo di quest'isola dalla natura primordiale ha imparato a vivere

nello stile "þetta reddast" che potremmo tradurre con il nostro

 "va tutto bene", una sorta di resilienza che dimostra come, talvolta,

sia meglio accettare positivamente ciò che accade e guardare avanti.

Descrive molto bene questo atteggiamento Katie Hammel, giornalista

di BBC Travel, in un suo articolo in cui racconta che, a fine estate

2019, si è trovata con il camper in panne in una delle zone meno

turistiche dell'Islanda, quella di Westfjords, nella punta nordoccidentale

dell'isola dove, anche d'estate, periodo di massima affluenza turistica,

arriva al massimo il 6% dei visitatori.

Avvertita la società di noleggio, la risposta è stata "þetta reddast".

Il meccanico per riparare il guasto non sarebbe arrivato fin laggiù

prima del loro ritorno in patria.

Questa frase è un po' lo slogan in Islanda, racconta la Hammel, e

veniva usata prima ancora della pandemia di Coronavirus.

Rispecchia esattamente il modo di approcciare la vita degli abitanti,

che hanno un atteggiamento "easy" nonché un grande senso

dell'umorismo.

Eppure non ci aspetterebbe un comportamento positivo da una

popolazione che, almeno fino a XX secolo, ne ha subite di tutti i

colori.

Solo nel 1783, l'eruzione del vulcano Laki si è portata via il 20%

della popolazione che allora contava solamente 50mila persone

insieme all'80% delle pecore che costituivano una fonte alimentare

vitale per il Paese che, ancora oggi, scarseggia in agricoltura.

Poi ci sono state le tempeste e le mareggiate, che hanno distrutto

le barche dei pescatori, altra fonte di sussistenza per gli islandesi,

insieme a molti uomini e addirittura a interi villaggi di pescatori.

E fino agli inizi del XVIII secolo, morivano molti bambini, il 30%

prima ancora di aver compiuto un anno di età.

L'Islanda per una popolazione prettamente anziana era quindi un

luogo difficile in cui vivere.

Solo un secolo fa la gente viveva ancora nelle case fatte di torba.

Ora, specie nella Capitale Reykjavik, si trovano condomini ultramoderni

di vetro e acciaio.

Quella che conosciamo oggi, quindi, è un'Islanda diversa, con molte

più comodità di un tempo, molto più moderna, dove c'è elettricità

geotermica, si trova il wi-fi e le carte di credito sono accettate ovunque.

Ma la natura, qui, ha ancora oggi spesso la meglio sull'uomo.

Cinquant'anni fa il vulcano Eldfell esplose sull'isola di Heimaey,

spargendo milioni di tonnellate di cenere su 400 edifici provocando

l'evacuazione di 5mila persone.

Poco più di 25 anni fa, una gigantesca valanga decimò la cittadina

di Flateyri nei Westfjords, seppellendo una dozzina di abitazioni e

uccidendo un decimo degli abitanti.

È recentissima, infine, l'eruzione del vulcano Eyjafjöll, che

nell'aprile del2010 paralizzò per diversi giorni il traffico aereo

mondiale.

Anche nei giorni in cui non avvengono veri e propri disastri, l'Islanda

deve fare i conti con scosse di terremoto (circa 500 ogni settimana),

gorgoglii che provengono dal sottosuolo, geyser e fumarole, cascate

scroscianti e ribollimenti vari.

Del resto, l'isola poggia su due placche terrestri che si allontanano

ogni anno di 3 centimetri e il terreno è in costante movimento.

La resilienza per gli islandesi è uno status, essendo loro benissimo

capaci di far fronte in maniera positiva a tutti gli eventi traumatici e

di riorganizzare positivamente la loro vita.

Nessuno potrebbe vivere in queste condizioni se non pensasse che

va tutto bene: "þetta reddast", appunto.

 
 
 

Le bellezze dell'Islanda...

Post n°2927 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Tra i vulcani e i geyser dell'Islanda

Un viaggio unico e spettacolare in una tra le zone più interessanti del

mondo dal punto di vista geologico, naturalistico e scientifico

 

L'Islanda e i suoi fenomeni naturali

Da qualche settimana il vulcano Eyjafjallajokull, nel sud dell'Islanda, sta

dando spettacolo.

Dopo 200 anni di torpore, la montagna si è risvegliata e la sua eruzione sta

attirando migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.

E' uno dei fenomeni naturali che rendono l'Islanda unica e una delle mete più

consigliate tra la primavera e l'estate.

Si arriva a Reykjavik, la capitale, per esplorare i paesaggi di incredibile bellezza

e i fenomeni naturali unici: dai geyser alle cascate, dai fiordi ai vulcani, dagli

iceberg alle lagune, incontrando di tanto in tanto qualche rara specie animale e

persino qualche umano... L'itinerario che vi proponiamo è all'insegna della natura.

Dopo un bagno nelle calde acque geotermali della Laguna Blu, si parte alla volta

del Parco Nazionale Thingvellir, il luogo più famoso di tutta l'Islanda e il primo a

ricevere il riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco.

Poi si raggiungono la cascata di Gullfoss e il Geyser di Strokkur.

La cascata è la principale attrattiva dell'Islanda in quanto crea due impressionanti

muri d'acqua che formano un canyon profondo 70 metri

Oramai in tutto il mondo le sorgenti di acqua calda che zampillano dal suolo hanno

preso il nome dal Grande Geyser di Strokkur, che incominciò la sua attività nel XIV secolo.

Fino al 1900 ha emesso getti d'acqua bollente alti anche 60 m, ora lo spruzzo è di soli 20 m

ogni tre minuti.

Il viaggio prosegue nella zona meridionale dell'isola, dove si trova il vulcano Hekla,

il più attivo di tutta l'Islanda, che erutta ogni dieci anni (l'ultima volta nel 2000), per

arrivare nella zona delle sorgenti calde di Landmannalaugar, un altopiano selvaggio

dai colori inusuali, ricco di straordinari fenomeni legati alla vulcanologia.

La scoperta delle bellezze naturali dell'Islanda continua con le cascate di Skogafoss

 e Seljalandsfoss e con la bellissima spiaggia di sabbia nera nei pressi del villaggio Vík.

Una giornata intera deve essere dedicata alla visita della regione del vulcano Laki.

Le eruzioni del 1783-1784 furono tra gli eventi più catastrofici di tutta la storia umana.

Sebbene il Laki sia spento da tempo, ha dato il suo nome a una serie di crateri

ancora attivi.

Dopo il vulcano, il Parco Nazionale di Skaftafell, la cascata Svartifoss detta La cascata

nera e Jökulsárlón, una splendida laguna ghiacciata invasa da grandi iceberg staccatisi

dal ghiacciaio di Breiðamerkurlon.

Il meraviglioso spettacolo della natura continua con la visita della regione più interna,

dove il paesaggio diventa lunare.

Uno spettacolare esempio è l'Askja, un'immensa caldera vulcanica, ma anche il Lago

Myvatn e il Parco Nazionale di Jokulsargljufur, con l'imponente cascata Dettifoss, la

più grande d'Europa, sono uno spettacolo.

Una volta attraversato il parco e il canyon di Ásbyrgi e Tjörnes, si arriva alla cittadina

di Hursavik, da dove si salpa in mare aperto su una baleniera per osservare da vicino

le balene nella baia di Skjálfandi. Nella parte settentrionale dell'isola si possono

ammirare le cascate di Goðafoss e Akureyri, "la capitale del Nord".

Infine, dopo aver attraversato la strada di Kyölur nell'altopiano desertico centrale,

si giunge al fiordo di Hvalfjörður, ultima tappa di questo meraviglioso viaggio

 
 
 

Percorrendo la Ring Road

Post n°2926 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Il modo migliore per visitare l'Islanda è percorrendo la Ring Road

Un itinerario circolare di 1.300 km da fare in cinque giorni: ecco

cosa vedere a ogni tappa

Se avete in programma un viaggio in Islanda, vi consigliamo l'itinerario

migliore da percorrere in auto, che vi permetterà di ammirare i luoghi

naturali più spettacolari dell'isola: cascate, geyser, colate laviche, iceberg

fiordi, montagne, ghiacciai e pianure sterminate.

L'itinerario dura cinque giorni, ma naturalmente può essere prolungato a

vostro piacimento, e il periodo migliore per andare è tra maggio e settembre.

Si snoda lungo la Ring Road, la strada principale che attraversa l'Islanda

 (1.300 chilometri) e che, attraverso un percorso circolare, vi permetterà

di partire da Reykjavík, raggiungibile in aereo, e di ritornarvi.

PRIMO GIORNO: CASCATE E ROCCE A PICCO SUL MARE

Il viaggio inizia a Reykjavík, la capitale dell'Islanda, considerata

 una delle città più 'green' del mondo.

La regione meridionale dell'Islanda è la più interessante dell'isola in

quanto è la più ricca di bellezze naturali.

Le attrazioni più visitate si trovano proprio lungo la Ring Road, come 

Seljalandsfoss, la cascata dietro la quale si può camminare.

Si trova vicino al vulcano Eyjafjallajokull. 

A un'ora di strada si incontra anche la famosa cascata di Skógarfoss.

Queste due cascate sono tra i luoghi più fotografati dell'Islanda.

A un'ora da Skógarfoss si può fare una piccola deviazione e raggiungere 

Dyrhólaey, un arco naturale che si getta nell'oceano.

Questo è il punto più a Sud dell'Islanda.

Poco più in là si trovano le formazioni basaltiche di Reynisdrangar, uno

spettacolo naturale mozzafiato.

Durante il viaggio, nelle belle giornate, si possono ammirare gli spettacolari

 ghiacciai di Eyjafjallajokull e Mýrdalsjokull lungo la strada che va da

Seljalandsfoss a Vík, un villaggio dove vale assolutamente la pena fermarsi.

Da qui il viaggio continua verso Est per vedere la Mýrdalssandur, una gigantesca

formazione del vulcano Katla che viene costantemente monitorato ci si aspetta

che erutti da un momento all'altro.

La colata lavica che si può ammirare risale al 1783, quando il vulcano Lakagigar

eruttò: è stata la più grande eruzione vulcanica nella storia della Terra.

Prima di dirigervi verso Kirkjubæjarklaustur, fate una piccola deviazione

per raggiungere Fjaðrárgljúfur, il canyon più bello dell'isola, con un delizioso

ruscello che lo attraversa.

E' anche il luogo più indicato in cui fermarsi a pernottare

 

SECONDO GIORNO: ICEBERG, GHIACCIAI E MONTAGNE

 

Proseguendo lungo la Ring Road, il primo luogo che si incontra è la cascata di Foss

á Síðu, a circa 10 chilometri da Klaustur.

E' una delle più belle che incontrerete in questo viaggio.

Da Klaustur alla tappa successiva, Skaftafell, ci vuole un'ora e mezza, ma durante il

tratto di strada si può ammirare un paesaggio bellissimo con le cascate di Foss e la

montagna di Lomagnúpur che si spunta dal nulla.

Una volta giunti a Skaftafell, vi consigliamo di lasciare l'auto per un breve trekking

di 5,5 km verso Svartifoss.

Ci si impiegano circa due ore ad arrivare, ma una volta giunti alla meta si può ammirare

 la più bella cascata di tutta l'Islanda.

Al ritorno, fate una breve variazione verso Sjónarnípa, non ve ne pentirete: potrete vedere lo

spettacolare ghiacciaio Skaftafellsjökull. 

Da Skaftafell, riprendete la strada per arrivare nel punto più piacevole di tutto il percorso: 

Jökulsárlón.

Qui è dove dominano le forze della natura: giganteschi iceberg si sono staccati dal più vasto

ghiacciaio d'Europa.

Vale la pena partecipare a un'escursione in barca che dura circa 40 minuti per godere appieno

della magia del paesaggio.

La tappa successiva è nella cittadina portuale di Höfn, dove ci si ferma per la notte.

TERZO GIORNO: FIORDI E VILLAGGI PITTORESCHI

Lasciata Höfn ci si dirige verso Est dove lo scenario che vi attende è ricco di fiordi e montagne.

Si attraversano anche deliziosi villaggi di pescatori.

Prima di riprendere la rotta si può ammirare la montagna più alta d'Islanda, Hvannadalshnúkur,

e alcuni dei più spettacolari ghiacciai, quelli di Vatnajokull.

A questo punto si entra nelle Highland islandesi e la strada diventa più difficile.

Ma è anche il paradiso degli escursionisti e dei fotografi.

Mentre si attraversano i paesaggi montuosi di Eystrahorn e il fiordo di Álftarfjörður 

si passa dal villaggio di Djúpivogur.

E' uno dei luoghi più deliziosi dove vi consigliamo di fermarvi.

La strada che da Djúpivogur va a Stöðvarfjörður è un continuo dentro e fuori dai

fiordi. Uno spettacolo.

QUARTO GIORNO: GEYSER, FORMAZIONI LAVICHE E CASCATE

Il percorso successivo comprende circa 270 km di strada, ma è probabilmente la tratta

più interessante della Ring Road.

La prima parte è in ascesa dalla pianura fino alle montagne da cui si gode di un bel

panorama di Herðubreið, la regina delle montagne islandesi.

E' anche la zona in cui si è verificata una grande eruzione che è durata dall'agosto

del 2014 a febbraio 2015.

Si passa sopra al ponte del fiume Jökulsá á fjöllum ('il fiume ghiacciato delle montagne')

e si seguono le indicazioni per Dettifoss, la cascata più potente dell'intera isola.

Da qui si prosegue verso Námaskarð, una delle più belle sorgenti geotermiche, e poi verso

il lago Mývatn, un luogo unico.

Oltre al bel paesaggio lacustre, bisogna assolutamente vedere le formazioni laviche

di Dimmuborgir e immergersi nelle piscine naturali Myvatn Nature Baths, molto

simili alla più nota Blue Lagoon ma con una vista più bella.

Lungo la strada per Akureyri, dove vi fermerete per la sosta notturna, ammirate le

meravigliose cascate Goðafoss. La cittadina di Akureyri è molto carina, tanto che

viene soprannominata 'la citta danese d'Islanda', e vale la pena prendersi un po' di

tempo per visitarla.

QUINTO GIORNO: MONTAGNE, CITTA' E TRADIZIONI

Lungo la Ring Road che collega Akureyri a Reykjavík si incontrano paesaggi

meravigliosi, primo fra tutti Hreðarvatn, una grande pianura verdissima, e poi il cratere

di Grábrók.

Qui ci si può fermare per una passeggiata fino in cima da cui si ammira il fiume

Norðurá, ricco di salmoni, e alcune formazioni laviche.

Ci si può fermare a visitare il Settlement Centre nella cittadina di Borgarnes e

apprendere tutto sulla storia d'Islanda e sulle tradizioni locali.

Il viaggio itinerante termina a Reykjavík. In cinque giorni vi sarete fatti un'idea di

ciò che l'Islanda offre dal punto di vista paesaggistico, avendo visto alcuni dei luoghi

più rappresentativi dell'isola.

 
 
 

In Islanda...

Post n°2925 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet
Tour dell'Islanda, cosa vedere intorno al lagodi Jökulsárlón

Islanda: cosa vedere intorno ad uno dei gioielli più affascinanti dell'isola, la

laguna glaciale di Jökulsárlón con i suoi maestosi iceberg galleggiati.

L'Islanda, isola infuocata del nord Europa, racchiusa tra ghiacciai e vulcani,

spettacolari geyser e distese di roccia popolata da villaggi di pescatori, dove

poter fare il bagno nelle acque fumanti, passeggiare tra deserti di lava nera,

ci si incanta davanti a cascate spettacolari o si assiste a fenomenali aurore

boreali.

E solo in questo Paese si aspetta che il sole tramonti senza mai riuscire a vederlo

calare del tutto. In questo tour dell'Islanda, scopriremo cosa vedere nei dintorni

della laguna glaciale di Jökulsárlón.

Qui si trova il Vatnajökull, uno dei ghiacciai più grandi del mondo, racchiuso

nel Parco di Skaftafell e si può ammirare la meravigliosa Glacier Lagoon.

Dopo un lungo viaggio, atterrati all'aeroporto di Keflavik e visitato Reykjavík,

la bella capitale dell'Islanda, dopo aver raccolto presso l'ufficio turistico tutte

le informazioni su cosa vedere e cosa fare a destinazione, si può noleggiare

una jeep e partire alla volta di Jökulsárlón che si trova sulla Ring Road, la

strada che percorre tutto il perimetro dell'isola, tra Höfn e il Parco nazionale

Skaftafell nel sud-est dell'Islanda.

La Glacier Lagoon, si trova ai piedi del ghiacciaio Vatnajökull, nel versante

sud dell'Islanda, a circa 250 km da Reykjavík e a 80 km da Höfn. Il parcheggio

si trova a lato della strada ed è gratuito; da qui si può imboccare uno dei tanti

sentieri che seguono la riva della laguna e occorrono almeno due ore per visitarla.

Potrete ammirare una terra desolata e sabbiosa che sbocca sul mare e pezzi

di ghiaccio che si staccano direttamente dal Vatnajökull, creando moltissimi

iceberg galleggianti e dando vita ad un paesaggio surreale.

Questo fenomeno è apparso per la prima volta tra il 1934 e il 1935 ma è diventato

molto più evidente a partire dagli anni Sessanta, quando ha profondamente

modificato con il tempo la conformazione e la grandezza del ghiacciaio stesso fino

a creare una laguna che oggi è di circa 20 chilometri quadrati e con una profondità

massima di 260 metri; è considerato il lago più profondo d'Islanda.

Una delle sue caratteristiche più sorprendenti e che la rendono una cosa da vedere

assolutamente, è che questi massi di ghiaccio rimangono nella laguna a galleggiare

finché con molta calma raggiungono poi il mare aperto.

L'estate è sicuramente il periodo migliore per visitare questo angolo d'Islanda

poiché gli iceberg sono ancora molto grandi e le temperature certamente più miti;

inoltre è più facile trovare giornate di sole che illuminano la baia, rendendo il lago

di Jökulsárlón un immenso specchio d'acqua.

Però l'estate è anche un periodo sempre molto affollato di turisti.

Se invece si preferisce visitarla durante il periodo invernale, il paesaggio cambia

poiché la laguna è completamente congelata e gli iceberg rimangono

imprigionati nel ghiaccio.

Il lago di Jökulsárlón è indiscutibilmente uno dei gioielli più affascinanti dell'Islanda,

soprattutto se si ha la fortuna di capitarci in una bella giornata di sole.

Prenotate un alloggio non troppo distante in modo da potervi fare ritorno all'ora

del tramonto quando il ghiaccio assume mille colori, con incredibili sfumature

che vanno dal blu intenso al turchese, dal bianco al giallo fino al nero vulcanico

creando un paesaggio naturale straordinario, quasi magico e sicuramente suggestivo.

Insomma, il posto ideale per chi ama davvero la natura selvaggia.

Nei mesi estivi la gran parte dei turisti sceglie di visitare la laguna di Jökulsárlón

con mezzi anfibi che effettuano un affascinante percorso tra gli iceberg.

Il prezzo della mini-crociera guidata che dura mezz'ora è di circa 50-60 euro.

Se siete in viaggio in Islanda è questa è una cosa che volete proprio vedere, vi

consigliamo di scegliere il giorno e prenotate con larghissimo anticipo per evitare

di restare a bocca asciutta.

Si tratta di un tour meraviglioso tra questi enormi blocchi di ghiaccio silenziosi,

il cui unico suono è il crepitio del ghiaccio sempre in lento movimento.

La laguna è abitata da molti pesci e uccelli; è possibile avvistare la sterna artica

che si tuffa in continuazione per procurare il cibo, e lo stercolaro.

Inoltre, proprio nel punto in cui la laguna sbocca nell'oceano è facile scorgere

le foche.

Molto suggestiva la spiaggia di Reynisfjara adiacente allo sbocco al mare, dove

è possibile vedere questi enormi pezzi di ghiaccio che galleggiano a riva sulla

spiaggia nera.

La laguna Jökulsárlón, è stata tra le altre cose anche il set cinematografico di

alcuni film della serie di James Bond, ed anche per alcuni spot pubblicitari, è

una delle attrazioni più visitate di tutta l'Islanda.

Finto il tour si può fare una sosta di qualche minuto allo Jökulsárlón Café, per

scaldarsi con un caffè, un tè bollente o una cioccolata calda o gustare una zuppa

di pesce, deliziosi panini o un dolcissimo waffle della laguna con la pittoresca

vista degli iceberg e il potente ghiacciaio di Vatnajökull.

Se avete prenotato a Höfn il cui nome significa "porto", vi consigliamo una breve

passeggiata per la cittadina prima di recarvi in uno dei caratteristici ristoranti per

concedervi un buon piatto di scampi e aragostelle per cui questo posto è famoso

in tutta l'Islanda.

Oltretutto Höfn è anche un ottimo punto di partenza per raggiungere in bus il

ghiacciaio di Vatnajokull.

Lungo tutto il percorso che porta al ghiacciaio, si possono ammirare immensi

ed infiniti campi di lava ricoperti di muschio ai lati della strada, mentre avvicinandosi

sempre di più al Vatnajokull la strada è piena di sabbia e fessure nerissime, un

paesaggio lunare che toglie il fiato.

Una volta giunti, si può intraprendere un percorso di trekking di circa 5 ore,

accompagnati da guide esperte che vi daranno informazioni dettagliate su cosa

vedere e vi forniranno anche tutto l'equipaggiamento necessario, come tute,

ramponi e piccozze.

Potrete così ammirare anfratti, fiumi, cascate, passaggi segreti, crepacci, picchi

e piccole grotte di ghiaccio che si formano anche nel giro di pochissimi giorni.

Espolorare il Vatnajokull è una vera e propria avventura.

Il ghiacciaio è davvero enorme, e se si è fortunati è possibile sentire lo scricchiolio

del ghiaccio o vedere qualche pezzo staccarsi e cadere in acqua.

 
 
 

Dalla capitale dell'Islanda....

Post n°2924 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Tour di Reykjavík, la capitale d'Islanda.

E dintorni

Cosa fare nella capitale d'Islanda, Reykjavik, e nei dintorni:

tante escursioni alla scoperta di lagune blu, candidi ghiacciai,

balene e pulcinella di mare

20 settembre 2017 

Islanda: da Reykjavík alla Blue Lagoon. Foto

Reykjavík, la capitale dell'Islanda, è una meta sempre più

frequentata dal turismo internazionale sia per ammirare le

suggestive e interessanti attrazioni custodite nel centro

storico sia come base per viaggi più lunghi alla scoperta di

quest'isola di ghiaccio e di fuoco.

Le meraviglie naturalistiche e geologiche che si trovano a pochi

chilometri dalla capitale la rendono un punto di partenza perfetto

per chi vuole lasciarsi alle spalle la civiltà e anche solo in una

giornata entrare in contatto con la natura selvaggia e

incontaminata del grande nord.

Molte mete sono ormai divenute località molto frequentate dal

turismo ed è possibile partecipare a escursioni guidate sui comodi

pullman in partenza da Reykjavik ogni giorno, ma se si vuole

vivere una vera avventura la scelta migliore è quella di noleggiare

un mezzo e andare alla scoperta dei luoghi più suggestivi in

completa libertà.

In questa guida scopriremo alcune delle mete e delle attività

più spettacolari che si possono trovare a Reykjavik e nei

dintorni della capitale dell'Islanda, alla ricerca di avventure

indimenticabili.

Il Circolo d'oro è uno dei percorsi escursionistici più famosi d'Islanda,

un suggestivo tour che si inoltra nella campagna islandese e permette

di avere un assaggio delle meraviglie naturali e geologiche che

popolano l'intera isola.

Il tragitto è di circa 150 chilometri in direzione ovest rispetto a Reykjavik

e raggiunge tre delle più famose attrazioni della zona.

Partendo dalla capitale, lungo il Circolo d'oro si incontrano

il Parco nazionale di Thingvellir, una zona di grande bellezza

naturalistica, tra le più belle d'Islanda, e il luogo dove anticamente

si riuniva il parlamento islandese e i maestri della legge emettevano

i giudizi dei processi; il geyser di Geysir, il geyser più antico

conosciuto che ha dato il nome a questo tipo di fenomeno

geotermico; e la cascata Gullfoss, una delle cascate più spettacolari

dell'isola con un doppio salto che si getta in uno stretto canyon.

La Laguna blu, Blaa lónið in islandese, è un centro termale unico

nel suo genere dove una particolarissima alga del tipo Cyanobacteria

e i minerali disciolti nell'acqua rendono la colorazione delle sorgent

i di uno spettacolare colore che va dal blu al verde acqua.

Questo centro termale all'aria aperta è in funzione grazie

all'energia geotermica imbrigliata dal vicino centro impianto di 

Svartsengi, nel quale l'acqua viene scaldata dalla lava del sottosuolo

islandese e viene immessa nella caldera di un vulcano spento da

quasi mille anni.

L'acqua raggiunge una temperatura di circa 37-39°C e non essendo

trattata da disinfettanti - se non dall'alta temperatura iniziale -

l'accesso alla laguna è regolato da un rigido protocollo di igiene.

L'intera Islanda è famosa per il suo straordinario ambiente naturale 

che è rimasto intatto nei millenni, nel quale è molto facile osservare

gli animali del grande nord vivere in libertà senza paura dell'uomo e

dalla capitale è possibile partecipare ad alcune escursioni che

permettono di avvicinarsi ad alcune delle creature più iconiche

dell'isola: le balene e i pulcinella di mare.

L'osservazione delle balene, il whale watching, è possibile in tutta

l'arco dell'anno e dalla capitale partono numerose escursioni in

barca che si avvicinano ai luoghi dell'Islanda più frequentati dai

cetacei a nord della baia di Faxafloi; durante queste suggestive

gite è quasi assicurata la vista di balenottere minori, megattere

e orche e con un po' di fortuna è possibile anche avvistare le grandi

balenottere comuni e boreali.

I pulcinella di mare sono invece i simpatici pennuti più simpatici

dell'isola, e abitano le zone di Lundey e Akurey dove è possibile

visitare le loro colonie tra maggio e agosto; questi uccelli vivono

perlopiù sulle scoscese pareti erbose delle scogliere e dalla cima di

esse si possono ammirare i membri delle colonie che si riposano

davanti alle loro tane senza disturbarli.

I più avventurosi e preparati possono partecipare ad una delle

escursioni più spettacolari e indimenticabili, in partenza dalla

capitale, da effettuare in Islanda: le escursioni sui ghiacciai.

Il più vicino e facilmente raggiungibile da Reykjavik è il Langjokull,

 il secondo ghiacciaio dell'isola per dimensioni; attrezzati di tutto

punto si può tentare la scalata della sua superficie ghiacciata da

millenni.

Sebbene sia un'escursione impegnativa e la scalata del ghiacciaio

non debba essere sottovalutata, la magnifica vista sulla sommità

della montagna di ghiaccio a oltre 1300 metri di altitudine è davvero

un'esperienza indimenticabile.

Il percorso stesso per arrivare al Langjokull è ricco di mete che vale

la pena visitare, come il fiordo di Hvalfjorthur e le sorgenti termali

di Delidartunguhver.

Un'altra attività che non può mancare in un viaggio in Islanda è partire

alla ricerca dell'aurora boreale, l'incredibile fenomeno ottico causato

dal vento solare che illumina di mille colori le notti dell'estremo nord.

Solitamente il momento migliore per vedere l'aurora è il periodo che

va da ottobre a marzo, ma per poter godere di questo spettacolo è

necessario allontanarsi dalle luci della capitale e addentrarsi in mare

o nel disabitato entroterra dell'Islanda.

Dal porto di Reykjavik partono numerose escursioni in barca che si

allontanano dalle luci della città, dirigendosi oltre la baia di Faxafloi

dove nel buio della notte polare si può ammirare il cielo e le luci danzanti.

Un'altra possibilità, soprattutto nei giorni in cui il mare è mosso, è quella

di allontanarsi dal centro spingendosi nell'entroterra in auto e dal

suggestivo panorama lunare della campagna islandese godersi lo

spettacolo; per chi invece non vuole allontanarsi da Reykjavik la

scelta migliore è quella di raggiungere la penisola di Seltjarnarnes 

ad appena mezz'ora di cammino dal centro dove nel buio si può

ammirare l'aurora boreale vicino ad una splendida fonte di acqua

calda termale.

 
 
 

I paesaggi islandesi....

Post n°2923 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Vacanze in Islanda: il clima del magico Nord EuropaUn tour dell'Islanda,

dove il clima non è così rigido come potremmo aspettarci.

Ecco casa vedere, in estate e in inverno.

Una terra magica, in un angolo d'Europa, precisamente sul circolo polare

artico, l'Islanda è un vero e proprio paradiso naturalistico incontaminato

nell'oceano Atlantico con spettacolari formazioni vulcaniche, ghiacciai,

sorgenti termali e fumosi geyser che regalano ai visitatori scenari spettacolari

da togliere il fiato e un clima freddo ma non troppo.

Non è certo dietro l'angolo ma si può arrivare all'aeroporto di Keflavik, a

pochi chilometri da Reykjavík, attraverso le maggiori compagnie aeree di

linea nord europee (Icelandair e Lufthansa) che garantiscono i collegamenti

diretti dalle capitali durante tutto il periodo dell'anno e voli charter dalle

principali città del centro e sud Europa durante l'estate.

Ma anche il traghetto garantisce collegamenti settimanali con il porto nord

orientale islandese di Seydisfjördur seguendo la rotta dalla Danimarca via isole

Faroer.

L'Islanda è sicuramente una destinazione perfetta da scoprire tra giugno e agosto,

quando le temperature sono accettabili e il sole tramonta senza che vada via del

tutto la luce.

Questo è il periodo ideale per chi cerca una vacanza estiva al fresco e vuole vivere

esperienze uniche in una terra ancora selvaggia.

Se invece si vuole assistere all'aurora boreale il periodo consigliato è da settembre

fino a metà aprile. In generale, tenete presente che in Islanda il clima è certamente

freddo, ma le correnti oceaniche lo rendono meno rigido di quanto si potrebbe pensare.

Per organizzare al meglio il viaggio e per seguire un itinerario personalizzato,

è consigliato noleggiare un'auto e spostarsi in autonomia magari seguendo

l'unica strada disponibile, la Ring Road.

Esistono tour organizzati, ovviamente, ma sono molto cari.

L'Islanda è un Paese che incanta per la sua magia e per il clima di accoglienza

che gli islandesi sanno trasmettere: un viaggio qui è, senza dubbio, una esperienza

avventurosa, emozionante e indimenticabile.

Quali sono le cose assolutamente da non perdere in Islanda?

Ecco le mete da vedere, anche in estate o in inverno, per un viaggio o un tour di

almeno una settimana.

Prima tappa obbligata di ogni viaggio in Islanda è Reykjavík, la capitale, una

città del nord dinamica, giovane e vivace, sicuramente ricca di fascino.

Qui vive più di un terzo della popolazione dell'Islanda; il clima è freddo e le

temperature più basse si registrano a dicembre-gennaio con minime medie

intorno ai -2°C mentre l'estate è fresca.

Nel suo centro storico, potete visitare il Parlamento, la maestosa chiesa di

Hallgrímskirkja la più alta e più grande di Islanda e poi il Museo nazionale,

che racconta gli usi e i costumi della tradizione islandese.

Il centro è inoltre la zona della frizzante vita notturna, con alcuni locali di

tendenza amati soprattutto dai più giovani, che la notte folleggiano per la città

in cerca di divertimento.

Nel porto, dove spicca l'Harpa, la stupenda costruzione in vetro progettato

dall'architetto danese Eliasson si trovano tanti piccoli negozi, ristoranti e bar,

noltre diverse agenzie turistiche organizzano bellissime avventure in mare

aperto per osservare il mondo delle balene e altre creature acquatiche.

Ma non dimenticate di visitare la piscina geotermale di Laugardalur e la spiaggia

nera di Nautholsvik; qui il clima è più caldo! In direzione sud a circa 39 chilometri

dalla capitale si può esplorare la penisola di Reykjanes, una delle aree vulcaniche

più attive in Islanda e l'area geotermica di Krýsuvík e del Lago Kleifarvatn

con le sue sorgenti termali e pozze di fango bollente, e la stupefacente

Laguna Blu, una delle attrazioni più famose e frequentate dell'isola.

La Laguna Blu è un incantevole centro termale circondato da campi di lava,

molto conosciuto per le proprietà speciali delle sue acque calde, ricche di

minerali e per i suoi effetti benefici sulla pelle.

A sud est dell'Islanda, un'altra meta imperdibile e dal clima caldo è quella che

vi permetterà di ammirare i famosi geyser islandesi della valle di Haukadalur,

ovvero il Golden Circle.

Il percorso turistico numero uno in Islanda, è una strada circolare che percorre

il Sud dell'isola, parte dalla capitale e copre circa 300 chilometri.

Percorrendo questa strada è possibile godere delle bellezze di questa terra, il

geyser per antonomasia, quello che ha dato il nome al fenomeno all'interno del

Parco nazionale di Þingvellir dichiarato patrimonio mondiale dell'Unesco nel 2004.

Nel sito oltre alle sorgenti calde di Geysir è presente il più piccolo Strokkur

con le sue eruzioni che raggiungono i 20 metri e la spettacolare cascata d'oro

di Gullfoss, due magnifici salti dove vedere l'arcobaleno.

Il parco inoltre offre varie attività, tra cui campeggio, immersioni, passeggiate a

piedi e a cavallo, oltre a un bar, un bookshop e una mostra multimediale dove

scaldarsi se il clima fuori è troppo rigido.

Qui si può ammirare la sede del più antico parlamento d'Islanda e il lago

Thingvallavatn che si trovano a ridosso della faglia che separa la zolla

americana da quella euroasiatica.

Dopo si può fare sosta al cratere Kerið, al "villaggio delle serre" di Hveragerði e

nell'area geotermica di Hengill dove tutto intorno si trovano fumarole, cime

colorate e sorgenti d'acqua calda, oppure il ghiacciaio Eyjafjallajökull, che ricopre

il famoso vulcano Eyjafjöll, che nel 2010 bloccò i cieli di mezza Europa con la

sua immensa nuvola di cenere.

A nord di Reykjavík ci si sposta verso la Penisola di Saefellsnes, per l'esattezza

a Stykkisholmur, delizioso paese che guarda il bellissimo fiordo Breioafiorur,

famoso per il leggendario ghiacciaio Snæfellsjökull. 

Poi via verso le spiagge sabbiose di Búdir e le scogliere basaltiche, rifugio di

numerosissimi uccelli marini. Nella riserva naturale del lago Myvatn si trovano

la cascata di Godafoss, soprannominata anche "la cascata degli dei" e Dettifoss,

la cascata più potente d'Islanda (e d'Europa) con i suoi 44 metri di altezza i

cui spruzzi si vedono a un chilometro di distanza e nei giorni di sole, quando

il clima lo permette, crea spettacolari arcobaleni.

Muovendoci verso la costa orientale si raggiungono i Fiordi dell'Est, dove le

montagne precipitano in mare, e il vicino Parco nazionale di Skaftafell un'oasi

verde ai piedi del Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d'Europa, e gli imponenti

iceberg dai riflessi azzurri che galleggiano silenziosamente sull'immensa laguna

glaciale di Jökulsárlón con gruppi di foche che nuotano nelle sue acque.

Per godere al meglio di questo spettacolo naturale è possibile partecipare ai tour

su mezzi anfibi, partendo dalla terraferma e tuffandosi in acqua, riuscendo quasi

ad arrivare a sfiorare gli iceberg.

In estate, in questo settore dell'Islanda si possono avere tempeste di polvere

(di neve) quindi informatevi su clima e meteo prima di raggiungere la zona.

 
 
 

Vacanze in Islanda....

Post n°2922 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Vacanze in Islanda: il clima del magico Nord Europa

Un tour dell'Islanda, dove il clima non è così rigido come

potremmo aspettarci.

Ecco casa vedere, in estate e in inverno.

Una terra magica, in un angolo d'Europa, precisamente sul circolo

polare artico, l'Islanda è un vero e proprio paradiso naturalistico

incontaminato nell'oceano Atlantico con spettacolari formazioni

vulcaniche, ghiacciai, sorgenti termali e fumosi geyser che regalano

ai visitatori scenari spettacolari da togliere il fiato e un clima freddo

ma non troppo.

Non è certo dietro l'angolo ma si può arrivare all'aeroporto di Keflavik,

a pochi chilometri da Reykjavík, attraverso le maggiori compagnie

aeree di linea nord europee (Icelandair e Lufthansa) che garantiscono i

collegamenti diretti dalle capitali durante tutto il periodo dell'anno e

voli charter dalle principali città del centro e sud Europa durante l'estate.

Ma anche il traghetto garantisce collegamenti settimanali con il porto

nord orientale islandese di Seydisfjördur seguendo la rotta dalla

Danimarca via isole Faroer. L'Islanda è sicuramente una destinazione

perfetta da scoprire tra giugno e agosto, quando le temperature sono

accettabili e il sole tramonta senza che vada via del tutto la luce.

Questo è il periodo ideale per chi cerca una vacanza estiva al fresco e

vuole vivere esperienze uniche in una terra ancora selvaggia.

Se invece si vuole assistere all'aurora boreale il periodo consigliato è

da settembre fino a metà aprile.

In generale, tenete presente che in Islanda il clima è certamente freddo,

ma le correnti oceaniche lo rendono meno rigido di quanto si potrebbe

pensare.

Per organizzare al meglio il viaggio e per seguire un itinerario

personalizzato, è consigliato noleggiare un'auto e spostarsi in autonomia

magari seguendo l'unica strada disponibile, la Ring Road.

Esistono tour organizzati, ovviamente, ma sono molto cari.

L'Islanda è un Paese che incanta per la sua magia e per il clima di

accoglienza che gli islandesi sanno trasmettere: un viaggio qui è, senza

dubbio, una esperienza avventurosa, emozionante e indimenticabile.

Quali sono le cose assolutamente da non perdere in Islanda? Ecco le

mete da vedere, anche in estate o in inverno, per un viaggio o un tour

di almeno una settimana.

Prima tappa obbligata di ogni viaggio in Islanda è Reykjavík, la capitale,

una città del nord dinamica, giovane e vivace, sicuramente ricca di fascino.

Qui vive più di un terzo della popolazione dell'Islanda; il clima è freddo

e le temperature più basse si registrano a dicembre-gennaio con minime

medie intorno ai -2°C mentre l'estate è fresca.

Nel suo centro storico, potete visitare il Parlamento, la maestosa chiesa di

Hallgrímskirkja la più alta e più grande di Islanda e poi il Museo nazionale,

che racconta gli usi e i costumi della tradizione islandese.

Il centro è inoltre la zona della frizzante vita notturna, con alcuni locali di

tendenza amati soprattutto dai più giovani, che la notte folleggiano per la

città in cerca di divertimento.

Nel porto, dove spicca l'Harpa, la stupenda costruzione in vetro progettato

dall'architetto danese Eliasson si trovano tanti piccoli negozi, ristoranti e bar,

inoltre diverse agenzie turistiche organizzano bellissime avventure in mare

aperto per osservare il mondo delle balene e altre creature acquatiche.

Ma non dimenticate di visitare la piscina geotermale di Laugardalur e la

spiaggia nera di Nautholsvik; qui il clima è più caldo! In direzione sud a

circa 39 chilometri dalla capitale si può esplorare la penisola di Reykjanes,

una delle aree vulcaniche più attive in Islanda e l'area geotermica di

Krýsuvík e del Lago Kleifarvatn con le sue sorgenti termali e pozze di

fango bollente, e la stupefacente Laguna Blu, una delle attrazioni più famose

e frequentate dell'isola.

La Laguna Blu è un incantevole centro termale circondato da campi di lava,

molto conosciuto per le proprietà speciali delle sue acque calde, ricche di

minerali e per i suoi effetti benefici sulla pelle.

A sud est dell'Islanda, un'altra meta imperdibile e dal clima caldo è quella

che vi permetterà di ammirare i famosi geyser islandesi della valle di Haukadalur,

ovvero il Golden Circle.

Il percorso turistico numero uno in Islanda, è una strada circolare che percorre

il Sud dell'isola, parte dalla capitale e copre circa 300 chilometri.

Percorrendo questa strada è possibile godere delle bellezze di questa terra, il

geyser per antonomasia, quello che ha dato il nome al fenomeno all'interno

del Parco nazionale di Þingvellir dichiarato patrimonio mondiale dell'Unesco

nel 2004.

Nel sito oltre alle sorgenti calde di Geysir è presente il più piccolo Strokkur

con le sue eruzioni che raggiungono i 20 metri e la spettacolare cascata d'oro

di Gullfoss, due magnifici salti dove vedere l'arcobaleno.

Il parco inoltre offre varie attività, tra cui campeggio, immersioni, passeggiate

a piedi e a cavallo, oltre a un bar, un bookshop e una mostra multimediale

dove scaldarsi se il clima fuori è troppo rigido.

Qui si può ammirare la sede del più antico parlamento d'Islanda e il lago

Thingvallavatn che si trovano a ridosso della faglia che separa la zolla

americana da quella euroasiatica.

Dopo si può fare sosta al cratere Kerið, al "villaggio delle serre" di Hveragerði

e nell'area geotermica di Hengill dove tutto intorno si trovano fumarole, cime

colorate e sorgenti d'acqua calda, oppure il ghiacciaio Eyjafjallajökull, che

ricopre il famoso vulcano Eyjafjöll, che nel 2010 bloccò i cieli di mezza

Europa con la sua immensa nuvola di cenere.

A nord di Reykjavík ci si sposta verso la Penisola di Saefellsnes, per l'esattezza

a Stykkisholmur, delizioso paese che guarda il bellissimo fiordo Breioafiorur,

famoso per il leggendario ghiacciaio Snæfellsjökull. Poi via verso le spiagge

sabbiose di Búdir e le scogliere basaltiche, rifugio di numerosissimi uccelli

marini.

Nella riserva naturale del lago Myvatn si trovano la cascata di Godafoss, sopran-

nominata anche "la cascata degli dei" e Dettifoss, la cascata più potente d'Islanda

(e d'Europa) con i suoi 44 metri di altezza i cui spruzzi si vedono a un chilometro

di distanza e nei giorni di sole, quando il clima lo permette, crea spettacolari

arcobaleni.

Muovendoci verso la costa orientale si raggiungono i Fiordi dell'Est, dove le

montagne precipitano in mare, e il vicino Parco nazionale di Skaftafell un'oasi

verde ai piedi del Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d'Europa, e gli imponenti

iceberg dai riflessi azzurri che galleggiano silenziosamente sull'immensa laguna

glaciale di Jökulsárlón con gruppi di foche che nuotano nelle sue acque.

Per godere al meglio di questo spettacolo naturale è possibile partecipare ai

tour su mezzi anfibi, partendo dalla terraferma e tuffandosi in acqua, riuscendo

quasi ad arrivare a sfiorare gli iceberg.

In estate, in questo settore dell'Islanda si possono avere tempeste di polvere (di

neve) quindi informatevi su clima e meteo prima di raggiungere la zona.

 
 
 

Alcune mete tutte italiane a misura di Covid19.

Post n°2921 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Garessio, il verde borgo

piemontese tutto da scoprire

Garessio è uno splendido borgo immerso nel verde del Piemonte:

scopri in questo articolo cosa puoi ammirare in questo luogo dal

fascino senza tempo

Garessio è un suggestivo paesino del Piemonte circondato da sorgenti

di acqua fresca e verdi vallate.

Questa autentica oasi di pace e serenità rurale è una meta perfetta non solo

per chi è alla ricerca di qualche giorno di relax, lontano dal caos della città,

ma anche per chi vuole scoprire antiche tradizioni perdute e fare un salto

indietro nel tempo.

Volete sapere qualcosa in più su questo splendido borgo? Vi portiamo

 alla scoperta di Garessio.

Garessio, un'oasi nel cuore del Piemonte: come arrivare

Garessio si trova nella provincia di Cuneo, in prossimità del fiume Tanaro.

Il borgo si trova al confine con la Liguria, ed appare come un vero e proprio

ibrido, essendo un paese tipicamente di montagna eppure prossimo al mare.

Garessio è noto non solo per i suoi paesaggi mozzafiato, ma anche perché

frequentato in passato da scrittori come Gozzano, Calvino e Guareschi, ed amato

da artisti del calibro di Richard West, Golia, Giugiaro padre e figlio.

Altrettanto celebri, le sue fonti naturali, da cui sgorga l'acqua San Bernardo,

invidiata in tutto il mondo.

 Garessio si può raggiungere comodamente sia dal Piemonte che dalla Liguria,

uscendo dall'autostrada A6 Torino-Savona a Ceva e percorrendo alcuni chilometri

di scorrevole statale in direzione Col di Nava.

In paese è presente anche una stazione ferroviaria, posta sulla linea Ceva-Ormea.

L'aeroporto più vicino è invece quello di Torino/Caselle, che si trova a circa

143 km di distanza.

Cosa vedere a Garessio

Se siete in visita a Garessio potete seguire diversi itinerari di visita, scegliendo

tra patrimonio artistico ed escursioni nella natura.

Il centro storico di Garessio è diviso in tre borgate: Ponte, Poggiolo e Maggiore.

Quest'ultimo è probabilmente il più suggestivo, con i suoi edifici di colore rosso,

i resti del castello e delle mura, la confraternita ed il battistero di San Giovanni.

Proprio qui si trovano inoltre le chiese e il santuario di Valsorda e le decorazioni

ed i portali delle case del Poggiolo.

A Ponte, invece, sono localizzate le attività commerciali più vive e la costruzione

sul fiume Tanaro che dà il nome alla borgata.

Oltre il Colle Casotto, invece, sorge il castello di villeggiatura dei Savoia, che si è

sviluppato su una Certosa del XII secolo.

Nel castello, restaurato dalla Regione Piemonte ma non visitabile, si trovano gli

arredi delle stanze, tra cui il salotto verde e l'ampia camera della musica.

Non mancano musei per gli appassionati d'arte.

A differenza di altri comuni della zona, Garessio è dotato di un ricco archivio

storico, di un Museo Civico dedicato all'Archeologia e alle Scienze della Terra

e di una Pinacoteca Civica «Colmo», che espone 150 opere di Eugenio Colmo,

Giovanni Colmo, Paulucci, Lattes, Cappellin, Mario Giugiaro, Morscio, Zumino

, Decalage, West. Presente anche una biblioteca ricca di volumi ed un Museo della

Poesia, fondato da Gian Paolo Canavese ed ospitante liriche giunte da ogni parte

del mondo.

I dintorni di Garessio

A rendere famoso Garessio in tutto il mondo, sono soprattutto i bellissimi paesaggi

 che la caratterizzano.

Circondato da una corona di monti varia e spettacolare questo borgo è il punto di

partenza per decine di sentieri che solcano le Alpi Marittime e portano alle sue

vette.

Il Galero (1708 mt.), l'Antoroto (2144 mt.) col suo Rifugio Savona, il Berlino

(1798 mt.), il Bric Mindino (1879 mt.), sono tutti facilmente accessibili attraverso

una serie di sentieri in cui praticare trekking, arrampicate, mountain bike ed

escursionismo.

Nei mesi invernali, inoltre, gli appassionati di sport possono intrattenersi in una

delle piste della Colla di Casotto, ammirando in lontananza, al di là delle creste

innevate, il mare della Riviera.

Cosa mangiare a Garessio

La cucina di Garessio è quella tipica dei paesi di montagna, con sapori forti e

genuini.

Vi consigliamo di sostare in una delle trattorie locali per assaggiare la polenta

saracena, condita con un particolare sugo a base di porri.

La ricetta è preparata con prodotti locali quali patate e farina di grano saraceno, e

servita con sugo di panna, funghi e, appunto, porri.

Essendo inoltre le castagne uno dei prodotti più apprezzati della regione, sono

assolutamente da provare anche i piatti con esse realizzati, in particolare i dessert.

A tal proposito consigliamo anche i dolci garessini a base di nocciole e cacao, e i 

friscioi, delle gustose frittelle di mele.

Borgo di Garessio in Piemonte

 

 
 
 

Andare ad Offida.....

Post n°2920 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Cosa fare e cosa vedere nel bellissimo borgo di Offida

Il borgo di Offida, nelle Marche, ha tante bellezza da scoprire.

Scopri il teatro all'italiana e gli edifici religiosi

L'incantevole Offida si trova in provincia di Ascoli Piceno, tra

le valli dei fiumi Tesino e Tronto. Parte del circuito dei Borghi

più belli d'Italia nel 2008, non si fatica a capire i motivi del

suo ingresso nell'esclusivo club: è sufficiente osservare la

quiete bellezza che Offida emana, mentre si staglia da uno

sperone roccioso solcato dal torrente Lama.

Il centro storico di Offida è racchiuso da mura di cinta risalenti

al XV secolo e dalla sua posizione privilegiata il paese offre vedute

meravigliose: dai belvedere del borgo si possono ammirare il

monte Ascensione, i Monti Sibillini e il monte dei Fiori e, nelle

giornate limpide, è possibile persino scorgere l'Adriatico, la

Maiella e il Gran Sasso.

Colpito purtroppo nel 2016 da un tremendo terremoto, il

paese è stato capace di riprendersi con forza e oggi offre

ai visitatori meraviglie da vedere e da gustare.

Cosa vedere a Offida

Il fulcro del borgo di Offida è Piazza del Popolo, dall'originale

 forma triangolare, sulla quale si affacciano sia la Chiesa

dell'Addolorata che il raffinato Palazzo Comunale, un capolavoro

architettonico risalente al XI-XII secolo ed arricchito da un

elegante loggiato.

È proprio da lì che si accede allo spettacolare Teatro Serpente

Aureo, un teatro all'italiana dalle suggestioni barocche realizzato

nel 1820 su progetto dell'architetto Pietro Maggi.

Il punto del teatro che più attira lo sguardo è la sua volta

affrescata rappresentante Apollo circondato dalle Muse, opera

di A. Allevi.

Una curiosa leggenda dà inoltre il nome alla struttura: si narra

infatti che un serpente d'oro attraversò la città di Offida in

senso longitudinale, percorrendo quella la strada principale

del paese che oggi viene appunto chiamata Corso Serpente

Aureo.

L'evento è raffigurato sul proscenio in un dipinto di Giovanni

Battista Magini.

Tra gli edifici di culto di Offida si trova la Collegiata di Santa

Maria Assunta, costituita da una commistioni di stili greco,

arocco, romano e lombardo: i suoi interni interni decorati da

eleganti stucchi e volte a cassettoni custodiscono i resti di

San Leonardo, santo patrono di Offida.

È però la Chiesa di Santa Maria della Rocca il vero gioiello

medievale della città, risalente al XIV e costruita a strapiombo

su un'alta rupe.

Mentre i panorami dai dintorni della chiesa sono a dir poco

meravigliosi, l'edificio nasconde un tesoro inestimabile:

la chiesa ingloba le rovine di quello che un tempo era un

complesso comprendente un castello ed una chiesa, i

resti della quale sono oggi visibili della cripta di Santa Maria

della Rocca.

Ricca di colonne e arcate, lo spazio ospita preziosi dipinti

del Maestro di Offida (sec. XIV-XV), di Ugolino di Vanne da

Milano e di Fra Marino Angeli da S. Vittoria.

Altri edifici religiosi da vedere sono la Chiesa del Suffragio

e della Morte, così chiamata perché nella nicchia conserva

un finto scheletro in legno rappresentante la Morte, il

Santuario del Beato Bernardo, l'ex Convento di Sant'Agostino

e la Chiesa di San Marco con l'annesso Convento.

La sede di quella che oggi è la caratteristica Enoteca

Regionale delle Marche era un tempo il convento di S. Francesco,

edificato nel XIII per volontà delle monache Clarisse, di cui

oggi è possibile ammirare gli antichi ambienti, armoniosamente

occupati dall'Enoteca.

Offida è nota anche per le sue bellissime fontane dallo stile

unico: tra queste sono da annoverare la Fontana Grande o

della Dea Flora e la Fontana del Mietitore.

Il gruppo scultoreo della Fontana delle Merlettaie, situata

all'ingresso del paese, oltre che essere stupenda architettonicamente

è anche iconica rappresentazione di una delle tradizioni artigianali

più antiche e sentite di Offida ovvero l'arte del merletto a tombolo.

Ancora oggi tra le vie del borgo è possibile cogliere le donne

offidane concentrate nel complicato intreccio di fili che da vita a

magnifici capolavori artistici.

A questa antica disciplina è anche dedicato un museo: il Museo

del Merletto a Tombolo, ospitato all'interno del Palazzo De

Castellotti-Pagnanelli, dove oltre ad ammirare piccoli tesori

artigianali si possono apprendere le principali tecniche di

lavorazione.

Quello del merletto non è l'unico museo che le sale del Palazzo

De Castellotti-Pagnanelli ospita. In questo edificio, fulcro di elevata

importanza culturale, si trovano anche il Museo delle Tradizioni

Popolari, che ricostruisce antiche botteghe artigianali e attrezzi

agricoli, ed il Museo Archeologico che espone invece importanti

ritrovamenti effettuati nel XIX secolo dall'archeologo Guglielmo

Allevi. Tra le gallerie da non perdere anche quella dedicata ad

Sergiacomi, scultore della Fontana delle Merlettaie, che ad Offida

visse ed operò.

Il Carnevale di Offida

Tra gli eventi paesani, quello di maggiore vivacità è senza dubbio

il Carnevale di Offida, un tripudio di colori e vive tradizioni davvero

indimenticabile.

All'interno dell'evento che coinvolge l'intera popolazione, particolar-

mente originali sono le due manifestazioni del «Lu Bov Fint» e

quella dei Vlurd.

Durante la prima, gli abitanti del paese inseguono la sagoma di

un bue per le vie di Offida, mentre durante la seconda centinaia

di partecipanti mascherati sfilano per il paese portando sulle

spalle fiaccole incandescenti, per gettarle poi in un grande falò

a suggellare la fine del Carnevale e l'inizio della Quaresima.

Cosa mangiare a Offida

Offida tenta la gola con delizie dolci e salate di ogni sorta alle

quali è impossibile resistere.

Tra le più caratteristiche i chichì ripieni, ovvero gustosissime

focacce farcite con tonno, carciofini, alici e peperoni, ed i funghetti,

dolci preparati con farina, zucchero, acqua e semi di anice.

Tra i prodotti tipici di Offida ci sono anche il coniglio in salsa ed i

taccù, grossi tagliolini cucinati in brodo con soffritto di cipolla e

pancetta oppure con sugo di pomodoro.

Di derivazione contadina e tremendamente deliziosi sono anche

i maccheroncini della trebbiatura ed il pollo ncipp nciapp, ovvero

spezzatino rosolato in padella, con aglio e rosmarino.

Numerosi sono poi i rinomati vini locali come l'Offida DOC, il

Percorino, il Falerio o il Terre di Offida.

I piatti di Offida uniti a quelli caratteristici della cucina marchigiana

in generale rendono queste zone d'Italia una tentazione unica

per gli amanti dei tour enogastronomici di qualità.

Cosa fare e cosa vedere a Offida

Se ti è piaciuto il nostro racconto ascolta il podcast: Virgilio e

Italia ti guideranno alla scoperta di questo borgo e degli altri

100 borghi del cuore scelti da SiViaggia.

Se vuoi puoi ascoltare questi podcast anche dalla tua app Alexa,

 basta attivare la skill dal tuo smarphone e scoprire i più bei

borghi d'Italia. Basterà dire "Alexa, apri cento borghi".

 
 
 

Le ultime notizie da Ryugu....

Post n°2919 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

08 maggio 2020

Hayabusa2 svela i segreti dell'asteroide Ryugu

Illustrazione della sonda Hayabusa2 durante il touchdown (©JAXA) 

Le immagini e i video ad alta risoluzione catturati dalla sonda giapponese

durante il primo incontro con l'asteroide che orbita tra Terra e Marte hanno

permesso di ricostruire l'origine delle differenti colorazioni delle rocce sulla

sua superficie: mentre la tonalità bluastra è quella originale, quella rossastra è

dovuta a un rapido riscaldamento, prodotto probabilmente da un temporaneo

avvicinamento al SoleIl 21 febbraio 2019, dopo e ssere rimasta alcuni mesi in

orbita, la sonda automatica Hayabusa2 dell'Agenzia spaziale giapponese

(JAXA) ha compiuto il primo touchdown su Ryugu, un asteroide che ruota tra

Terra e Marte, per raccogliere i primi campioni di materiali da riportare sulla

Terra a, suo rientro, previsto per la fine del 2020.

Ma la discesa è stata l'occasione anche per raccogliere dettagliate immagini e

video, con una risoluzione di circa un millimetro per pixel, ora riportate

in un articolo pubblicato su "Science" da Tomokatsu Morota dell'Università

di Tokyio e colleghi di una collaborazione internazionale.

L'obiettivo finale è gettare una luce su alcuni degli aspetti rimasti ancora

oscuri dell'asteroide Ryugu.

Le precedenti osservazioni di Hayabusa2 hanno infatti dimostrato che la

superficie dell'asteroide è composta da due diversi tipi di materiale: uno di

colore leggermente più rossastro, diffuso lungo l'equatore, e l'altro leggermente

più blu, il colore originale dell'asteroide, più comune nelle regioni polari.

Le nuove immagini hanno consentito in particolare di osservare la risposta

della superficie a perturbazioni fisiche generate dall'atterraggio, come le collisioni

di proiettili sparati dal lander per il campionamento dei detriti o i gas che

fuoriescono dai thruster di  Hayabusa2.

Questi ultimihanno spostato uno strato di materiale a grana molto fine di materiale

scuro, che ricopre le rocce più grosse come una patina, non rilevata nelle

immagini del lander MASCOT, che aveva raggiunto la superficie dell'asteroide

nel 2018, staccandosi dalla sonda madre.

Immagine della superficie di Ryugu ripresa da Hayabusa2 (©JAXA/U.

Tokyo/KOchi U./Rikkyo U./Nagoya U./Chiba Inst. Tech./Meiji

U./ U. Aizu/AIST)
Morota e colleghi hanno stabilito che questa polvere fine e scura deriva

probabilmente dalle rocce rossastre.

L'analisi comparativa dei crateri identificati sulla superficie di Hayabusa2

e la distribuzione dei materiali rossastri indica che il colore rosso sulla

superficie è stato acquisito dalle rocce causa di un rapido sbalzo termico.

L'ipotesi più probabile secondo gli autori è che il tutto sia frutto di un

temporaneo avvicinamento al Sole in qualche momento della storia dell'asteroide.

Questo fenomeno termico potrebbe essere stato associato a fenomeni

meteorologici spaziali, cioè all'esposizione a plasmi, campi magnetici e

radiazioni presenti nell'ambiente cosmico.

Il processo di arrossamento delle rocce sarebbe avvenuto lungo l'equatore.

Successivamente, eventi di impatto e altri processi avrebbero spostato le

rocce fino a raggiungere la distribuzione attuale. (red

 
 
 

Altre notizie sul Covid19.

Post n°2918 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Covid-19, come e perché il coronavirus può provocare

problemi neurologiciI neurologi sospettano che il coronavirus

possa avere conseguenze sul sistema nervoso a distanza di tempo

Federico Mereta

Federico MeretaGIORNALISTA SCIENTIFICO

14 maggio 2020

L'infezione da Sars-CoV-2 presenta ogni giorno nuovi aspetti,

che colpiscono per la capacità dell'invisibile nemico di attaccare

parti diverse dell'organismo umano.

Se all'inizio si poteva pensare solo alla polmonite, poi si è visto

il coinvolgimento dell'apparato cardiovascolare e della coagulazione,

per arrivare alla pelle e a reazioni improprie del sistema immunitario.

Oggi pare certo che anche i neurologi si troveranno ad affrontare

le conseguenze dell'infezione, come conferma una lettera a firma

di giovani specializzandi italiani presso l'Istituto Auxologico di Milano

pubblicata su Neurological science.

Non solo alterazioni di gusto e olfatto

Nelle prime settimane si è visto che, in molti casi, Covid-19 inizia

anche con manifestazioni che interessano il sistema nervoso,

attraverso gli organi di senso, tanto che alterazioni di gusto e

olfatto, ageusia ed anosmia, sono all'ordine del giorno per

molte persone.

Addirittura la perdita di queste due sensi può mantenersi per

qualche tempo anche dopo che l'organismo e le cure hanno

debellato l'infezione.

Dalla ricerca dei giovani specializzandi che operano a Milano

emerge però anche altro.

Infatti  sono stati segnalati fenomeni anche più gravi come ictus,

encefaliti, dolori e stanchezza muscolare molto intensi.

Appare di grande interesse l'interpretazione delle manifestazioni

neurologiche nel singolo paziente.

Queste appaiono legate in parte all'invasione del virus attraverso

le vie nasali, la co-espressione dell'ormai noto recettore ACE2, sia

nel polmone che nel sistema nervoso, come recettore per il Covid-19.

In questo senso si potrebbe aprire la catena di fenomeni infiammatori

che possono in qualche modo coinvolgere anche il sistema nervoso.

Ciò che i neurologi sospettano è che il coronavirus, in taluni casi

complicati, non esaurisca il suo danno nella malattia acuta, ma

possa invece avere conseguenze sul sistema nervoso a distanza

di tempo, come del resto capita anche con altre tipologie di virus.

"La patologia cerebrovascolare nel Covid-19 - spiega Vincenzo Silani,

ordinario di neurologia dell'Università di Milano e direttore della UO

di Neurologia dell'Irccs Istituto Auxologico Italiano di Milano -

come la patologia del nervo periferico deve essere reinterpretata

e vi è una reale possibilità che i pazienti affetti da Covid-19 debbano

essere seguiti nel tempo per escludere la possibilità di complicanze

tardive, in particolare di malattie neurodegenerative.

I pazienti riferiscono spesso mialgie (cioè dolori muscolari)  ed

anche il muscolo scheletrico potrebbe rivelare qualche sorpresa

nel corso del tempo".

Il rischio di quadri specifici

Sia pure rarissimamente, in Italia sono stati descritti quadri di 

sindrome di Guillain Barré in pazienti con Covid-19 ricoverati in

diversi ospedali.

Questa patologia porta alla carenza di attività dei neuroni che

coordinano i muscoli, impedendo che alcuni gruppi muscolari si

contraggano normalmente e  può essere dovuta a una difficoltà

di trasmissione del segnale elettrico attraverso le cellule nervose.

"Riconoscere precocemente questa sindrome nei pazienti affetti

da Covid-19 è molto importante, sia perché la debolezza della

muscolatura respiratoria può ulteriormente compromettere la

funzione respiratoria dei pazienti già affetti da polmonite, sia perché

spesso il deficit può migliorare molto, fino alla regressione, con

terapie specifiche" - segnala Massimo Del Sette, vicepresidente d

ella Società Italiana di Neurologia.

"In questi mesi di pandemia e dalle esperienze dei medici cinesi

abbiamo appreso che il virus è in grado, attraverso differenti

meccanismi patogenetici, di presentarsi anche con manifestazioni

neurologiche che vanno riconosciute e diagnosticate per tempo con

gli strumenti appropriati (visita specialistica neurologica,

elettroencefalogramma, esame del liquor, risonanza magnetica

dell'encefalo), anche per finalizzare ed orientare correttamente

le terapie".

 
 
 

L'universo asimmetrico?

Post n°2917 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

17 aprile 2020E se l'universo fosse asimmetrico?

di Lee Billings/Scientific American

Un'immagine dell'ammasso di galassie IDCS J1426,

situato a 10 miliardi di anni luce da noi (©ESA/Hubble)

 Una nuova analisi basata sulla distribuzione degli

ammassi di galassie in tutto il cielo e fino a 5 miliardi

di anni luce da noi mostra che alcuni sono più lontani o

più vicini di quanto ci si aspetterebbe se l'espansione

dell'universo fosse uguale in tutte le direzioni.

Se fosse confermato, il risultato minerebbe le fondamenta

della fisica, ma molti esperti sono scettici.

COSMOLOGIA ASTROFISICA ASTRONOMIA

Se la tua vita a volte sembra non avere una direzione, potresti

legittimamente dare la colpa all'universo.

Secondo i principi chiave della fisica moderna, il cosmo è

"isotropo" su scala di molti miliardi di anni luce, il che significa

che dovrebbe avere lo stesso aspetto e lo stesso comportamento

in qualunque direzione lo si osservi.

A partire dal big bang di quasi 14 miliardi di anni fa, l'universo

avrebbe dovuto espandersi in modo identico ovunque.

E questo presupposto è in accordo con ciò che gli astronomi

verificano quando osservano la liscia uniformità della luce

del big bang: il fondo cosmico a microonde

(cosmic background radiation, CMB).

Ora, tuttavia, una survey a raggi X delle distanze degli

ammassi di galassie in tutto il cielo suggerisce che alcuni

sono significativamente più vicini o più lontani di quanto

l'isotropia possa far prevedere.

Questa scoperta potrebbe essere un segno che l'universo è in

realtà "anisotropo": si espande più velocemente in alcune

regioni che in altre.

Chiedo scusa a chiunque sia alla ricerca di una scusa cosmica

per le proprie disgrazie, ma forse l'universo non è poi così

privo di direzione.

Questa possibile prova dell'anisotropia viene da un gruppo

internazionale di ricerca guidato dall'astronomo Konstantinos

Migkas, dell'Università di Bonn in Germania.

E si basa su dati nuovi o di archivio relativi a quasi 850

ammassi di galassie visti dall'Osservatorio a raggi X Chandra

della NASA, dal satellite XMMM-Newton dell'Agenzia Spaziale

Europea e dal satellite giapponese Advanced Satellite for

Cosmology and Astrophysics.

Lo studio, apparso nel numero di aprile di "Astronomy and

Astrophyisics", tratta ogni ammasso un po' come un faro,

stimandone le distanze in base a quanto appare luminoso

od oscuro ogni singolo ammasso.

Misurando il tipo e la quantità di raggi X emessi dal gas caldo

e rarefatto che circonda un determinato ammasso, il gruppo

ha potuto determinare la temperatura di quel gas.

In questo modo, i ricercatori sono riusciti a stimare la

luminosità nei raggi X dell'ammasso e quindi la sua distanza.

Successivamente, hanno calcolato la luminosità di ciascun

ammasso attraverso una tecnica separata che si basava, in

parte, su determinazioni preesistenti del tasso di espansione

dell'universo.

Il confronto tra i due valori indipendenti di luminosità degli

ammassi ha permesso a Migkas e ai suoi colleghi di indagare

le potenziali deviazioni del tasso di espansione dell'universo

in tutto il cielo e di scoprire due regioni in cui gli ammassi

erano del 30 per cento circa più luminosi o più deboli (e quindi

potenzialmente più vicini o più lontani) del previsto.

"Siamo riusciti a individuare una regione che sembra espandersi

più lentamente del resto dell'universo e una che sembra

espandersi più velocemente", dice Migkas.

"Ci sono anche molti studi su supernovae ottiche e su galassie

a infrarossi che hanno rilevato anisotropie simili nelle stesse

direzioni.

E ci sono anche molti studi con serie di dati simili che non

mostrano alcuna anisotropia! Pertanto, la situazione è ancora

incerta.

Non sosteniamo di conoscere l'origine delle anisotropie, ma

solo che ci sono".

Un'anisotropia sorprendente e deprimenteUn universo anisotropo

minerebbe le fondamenta della fisica, richiedendo importanti

revisioni del pensiero attuale sull'evoluzione cosmica.

"Se[la crescita dell'universo fosse effettivamente diversa in diverse

direzioni, si aprirebbe una nuova falla nell'ipotesi cosmologica

sull'omogeneità dell'espansione su porzioni di spazio sufficientemente

grandi", dice Megan Donahue, astrofisica della Michigan State

University che non era coinvolta nello studio. Un'espansione a

simmetrica "sarebbe stupefacente e deprimente", aggiunge,

perché suggerirebbe che la nostra comprensione della struttura

e dell'evoluzione su larga scala dell'universo è profondamente -

forse irrimediabilmente - incompleta.

Per spiegare una cosa del genere - e per conciliarla con l'isotropia

quasi perfetta vista nel fondo cosmico a microonde - i cosmologi

potrebbero ricorrere all'energia oscura, la misteriosa forza che

determina l'espansione accelerata dell'universo.

Forse, in qualche epoca intermedia nell'ampio intervallo di tempo

tra l'immagine del fondo a microonde dell'universo "primordiale"

e quella dell'universo " maturo" degli ultimi miliardi di anni, gli

effetti dell'energia oscura si sono intensificati in alcune parti

specifiche del cosmo, provocando un'espansione asimmetrica.

"Sarebbe notevole se si scoprisse che l'energia oscura ha diverse

intensità in differenti parti dell'universo", ha detto il coautore

dello studio, Thomas Reiprich dell'Università di Bonn in una

recente dichiarazione.

"Tuttavia, sarebbero necessarie molte più prove per escludere

altre spiegazioni e formulare un quadro convincente".

In alternativa, l'universo potrebbe non essere affatto asimmetrico:

gli ammassi di galassie aberranti potrebbero essere coinvolti in un

"flusso di massa", trascinati fuori posto dall'attrazione gravitazionale

di ammassi ancora più grandi e lontani, un po' come le barche

travolte dalla corrente impetuosa di un fiume. Ma la maggior parte

dei cosmologi non si aspettava che si verificassero flussi di massa

alle scale estremamente grandi indagate dallo studio, in cui sono

state condotte misurazioni fino a circa cinque miliardi di anni luce

di distanza.

Una mappa a cielo aperto che mostra come potrebbe essere

un'espansione asimmetrica dell'universo, basata sulle survey a

raggi X di centinaia di ammassi di galassie.

Le tonalità giallo-arancione indicano un tasso di espansione più

veloce del previsto.

I colori viola-nero corrispondono a un'espansione più lenta del

previsto (K. Migkas et al. 2020-CC BY-SA 3.0 IGO)

"Potrebbe trattarsi benissimo di un flusso di massa", dice Migkas.

"Ma anche questo sarebbe molto importante, semplicemente

perché la maggior parte degli studi non ne tiene conto!

Qualsiasi flusso di massa esistente potrebbe influenzare pesantemente

i nostri risultati e le misurazioni, se non si apportano le correzioni

dovute a questi movimenti in modo appropriato".

Punti ciechi cosmiciLa spiegazione più ovvia, naturalmente, sarebbe

che le apparenti asimmetrie nella distribuzione spaziale dei cluster

sono dovute a difetti nei dati o nella loro analisi.

Ma anche questo scenario potrebbe richiedere agli scienziati di

aggiornare la loro conoscenza di come gli errori si insinuano nei

loro più accurati calcoli delle distanze cosmiche.

"E' da un po' di tempo che gli studi che utilizzano gli ammassi

come riferimenti cosmologici forniscono risultati scorretti", dice

Adam Riess, astronomo della Johns Hopkins University, che

non fa parte del gruppo di Migkas, citando le recenti analisi

di altri ricercatori che evidenziano le incongruenze tra il lavoro

basato sugli ammassi e quello basato sulle altre tecniche di

misurazione.

Tali incongruenze suggeriscono che le correlazioni tra la temperatura

dei raggi X di un ammasso di galassie e la sua luminosità non sono

così chiare come i ricercatori vorrebbero.

Inoltre, dice Riess, ci sono altri potenziali problemi da affrontare

proprio qui nella Via Lattea: in particolare, il disco pieno di gas e

polveri della nostra galassia, che oscura in vari modi fastidiosi la

visione del cosmo più ampio da parte degli astronomi.

Potrebbe non essere una coincidenza, dice, che la regione con la

più grande anisotropia cosmica apparente identificata da Migkas

e dai suoi colleghi confina con il luogo dove sono più spessi i gas

e le polveri che assorbono i raggi X della Via Lattea.

"Essi affermano che la direzione dell'universo che appare

problematica è proprio nel nostro punto cieco", aggiunge Riess.

"Sembra sospetto!".

Anche David Spergel, cosmologo della Princeton University e

del Flatiron Institute di New York City, sospetta che ci siano

errori nelle misurazioni basate sugli ammassi, in parte perché

molte altre tecniche forniscono risultati fortemente contrastanti.

"Questo articolo sarebbe molto importante se fosse vero, ma

è molto improbabile che lo sia", dice.

"Abbiamo molti test molto più accurati dell'anisotropia basati

sulle osservazioni del fondo cosmico a microonde e della struttura

su larga scala.

Queste osservazioni sono più semplici, più pulite e sono state

riprodotte in molti modi diversi".

Le anisotropie alla scala suggerita dal nuovo studio, dice,

porterebbero a fluttuazioni nella fondo a microonde mille volte

più luminose di quelle osservate dagli astronomi.

Ciononostante, Migkas e i suoi colleghi sostengono che pronunciarsi

decisamente contro o a favore di un universo asimmetrico richiede

ulteriori e più complete prove sulla struttura cosmica su larga scala.

Ora sono alla ricerca di ulteriori indizi di anisotropia dell'ammasso

di galassie all'interno delle mappe del fondo cosmico a microonde

e cercano di convalidare i loro studi sull'ammasso basati sui raggi X

con osservazioni complementari negli infrarossi.

I risultati conclusivi potrebbero infine provenire da nuovi

telescopi spaziali - come eROSITA, un osservatorio a raggi X

tedesco-russo, o la prossima missione Euclide dell'Agenzia

Spaziale Europea - che condurranno survey più profonde e

più ampie degli ammassi in tutto il cielo.

"In generale, crediamo che sempre più persone dovrebbero

studiare l'isotropia dell'universo e trovare nuovi metodi e

strumenti per farlo, considerando l'enorme significato che

questo ha per la cosmologia standard", dice Migkas.

"Sarebbe bello se sapessimo, una volta per tutte, se l'ultimo

universo ha un aspetto isotropo o meno".

 (L'originale di questo articolo è stato pubblicato su "Scientific

American" il 15 aprile 2020. Traduzione ed editing a cura di

Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.) 

 
 
 

Notizie da Proxima Centauri.

Post n°2916 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

22 aprile 2020
La prima (probabile) immagine di un esopianeta vicino
di Jonathan O'Callaghan/Scientific American

© Digitized Sky Survey 2/Davide

De Martin/Mahdi Zamani
Un gruppo italiano di astronomi ha annunciato di aver

ottenuto le immagini di Proxima c, un probabile pianeta

extrasolare che orbita intorno alla stella più vicina al

nostro Sole.

La scoperta, accolta con molta cautela dalla comunità

scientifica, sarà verificata appena torneranno operativi

gli osservatori attualmente chiusi per l'emergenza COVID-19

Ci sono poche cose più allettanti della prospettiva di

vedere mondi alieni intorno ad altre stelle - e forse un

giorno anche di studiarne da vicino l'atmosfera e di

mapparne la superficie.

Si tratta di osservazioni estremamente difficili, naturalmente.

Anche se sono ormai noti più di 4000 esopianeti, la stragrande

maggioranza è troppo lontana e tenue perché i nostri

migliori telescopi riescano a discernere il bagliore della

stella intorno a cui orbitano.

Gli esopianeti vicino al sistema solare offrono però migliori

opportunità di acquisizione di immagini.

E nessun mondo è più vicino a noi di quelli in orbita intorno

alla fredda e debole nana rossa Proxima Centauri, la stella

più vicina al Sole, a 4,2 anni luce di distanza da noi.

Nel 2016 gli astronomi hanno scoperto il primo pianeta

conosciuto di questo sistema: Proxima b, approssimativa-

mente delle dimensioni della Terra. Tuttavia, a causa della

sua orbita stellare di 11 giorni intorno a Proxima Centauri,

Proxima b è un candidato scadente per ottenere immagini.

Proxima c, invece, offre possibilità decisamente migliori.

La sua scoperta è stata annunciata nel 2019 sulla base di

prove alquanto circostanziali, e il pianeta non è ancora stato

confermato.

Se fosse reale, secondo le stime sarebbe diverse volte più

massiccio della Terra - cioè sarebbe una super Terra o un

mini Nettuno - e orbiterebbe intorno a Proxima Centauri a

circa 1,5 volte la distanza tra la Terra e il Sole.

Le sue dimensioni e la distanza dalla sua stella rendono il

pianeta un obiettivo allettante per progetti che mirano a

ottenere immagini degli esopianeti attuali e del prossimo futuro.

Ora, in un nuovo articolo di preprint accettato per la pubblica-

zione sulla rivista "Astronomy & Astrophysics", alcuni astronomi

affermano di essere riusciti a vedere Proxima c per la prima volta.

Questa immagine del cielo intorno alla brllante stella Alpha

Centauri AB mostra anche la nana rossa molto più debole,

Proxima Centauri, che è la stella più vicina al nostro sistema

solare.

L'immagine è stata creata a partire da immagini della Digital

Sky Survey 2. L'alone blu intorno ad Alpha Centauri AB è un

artefatto del processo fotografico, in realtà la stella è di colore

giallo pallido come il Sole (© Digitized Sky Survey 2/Davide

De Martin/Mahdi Zamani)

"Questo pianeta è estremamente interessante perché Proxima

è una stella molto vicina al Sole", dice Raffaele Gratton,

dell'Osservatorio Astronomico di Padova, autore principale

dello studio.

"L'idea era che, essendo il pianeta lontano dalla stella, è

possibile che sia rilevabile in immagini dirette.

Abbiamo trovato un candidato ragionevole e sembra che

abbiamo davvero osservato il pianeta".

L'anno scorso, Gratton e il suo team erano stato avvertiti

per la prima volta della possibilità di ottenere immagini

del pianeta da Mario Damasso, dell'Osservatorio Astrofisico

di Torino, l'autore principale dell'articolo originale sulla

possibile scoperta di Proxima c.

Damasso e colleghi avevano presentato le prove dell'esistenza

di Proxima c sulla base dell'oscillazione della sua stella che,

secondo loro, era stata causata dall'attrazione di un pianeta

orbitante invisibile.

Per confermare l'esistenza di un pianeta in questo modo è

necessario che la stessa oscillazione si verifichi ripetutamente,

in un processo che spesso richiede molti mesi o addirittura anni.

Damasso si chiedeva se ci fosse un altro modo.

Così ha chiesto a Gratton e al suo gruppo di esaminare i dati

dello strumento SPHERE (Spectro-Polarimetric High-Contrast

Exoplanet Research) del Very Large Telescope (VLT)

dell'European Southern Observatory, in Cile, per capire se

potessero effettivamente vedere il pianeta.

"Appena il nostro articolo su Proxima c è stato preso in

considerazione per la pubblicazione, ho contattato Gratton

per discutere la possibilità di spingere SPHERE ai suoi limiti",

dice Damasso.

"Il sistema planetario è potenzialmente così interessante che

vale la pena di provare con altre tecniche".

Se strizzi un po' gli occhi mentre fissi i dati di SPHERE,

un'immagine del misterioso pianeta sembra apparire alla vista.

Concentrandosi sulla posizione prevista di Proxima c e sulla

separazione dalla sua stella all'interno di molteplici immagini

a infrarossi sovrapposte di SPHERE, Gratton e colleghi sono

stati in grado di individuare 19 potenziali apparizioni del pianeta

nel corso di diversi anni di osservazioni di routine.

Tra queste supposte rilevazioni, una si è rivelata particolarmente

interessante: nelle immagini è apparsa circa sei volte più

luminosa del "rumore", cioè della luce naturale proveniente

da artefatti o da stelle di sfondo.

"È una possibile candidata che ha una bassa probabilità di

essere un falso allarme", dice Emily Rickman dell'Osservatorio

di Ginevra, coautore dell'articolo.

Se la rilevazione è autentica, pone questioni affascinanti.

L'oggetto che si ritiene essere il pianeta avrebbe una massa

almeno sette volte superiore a quella della Terra, abbastanza

grande da collocarlo decisamente oltre la categoria delle

super-Terre.

Sarebbe sicuramente una specie di mini Nettuno", dice Sara

Seager, professoressa di scienze planetarie del Massachusetts

Institute of Technology, che non era coinvolta nel nuovo articolo.

L'oggetto sembra anche da 10 a 100 volte più luminoso di quanto

dovrebbe essere un pianeta della sua massa.

Questa luminosità, sostengono gli autori dello studio, potrebbe

derivare da una grande quantità di polvere che lo circonda,

forse in un vasto anello planetario da tre a quattro volte più

grande di quello di Saturno.

Ad alcuni, questa sembra una situazione troppo strana per

essere vera.

"Si tratterebbe di un enorme anello planetario intorno a una

stella relativamente vecchia", dice l'astrofisico Bruce Macintosh

dell'Università di Stanford, che ha partecipato al lavoro.

"È certamente possibile che cose del genere esistano".

Ma per avere la prima scoperta di una cosa simile, per avere

quell'anello planetario massiccio, si dovrebbe postulare un

universo in cui la maggior parte dei pianeti delle dimensioni

di Nettuno ha anelli planetari enormi, decisamente più grandi

di quelli di Saturno. E questo sembra un universo improbabile".

Se fosse autentica, questa rilevazione - questa immagine -

avrebbe profonde implicazioni per la nostra comprensione

del sistema planetario più vicino.

Darebbe la prova definitiva dell'esistenza di Proxima c e anche

l'inclinazione dell'orbita del pianeta intorno alla sua stella,

rispetto al nostro piano orbitale, un dato che la semplice

osservazione delle oscillazioni di una stella non è in grado di dare.

La rilevazione ci permetterebbe anche di studiare presto

l'atmosfera del pianeta con una nuova generazione di potenti

osservatori, come gli imminenti European Extremely Large

Telescope (E-ELT) e Wide-Field Infrared Survey Telescope

(WFIRST) della NASA.

Forse, cosa ancora più importante, l'individuazione di Proxima c

rivelerebbe probabilmente anche l'inclinazione orbitale di Proxima b,

perché ci si aspetta che i pianeti orbitino tutti nello stesso piano,

come quelli del sistema solare.

Questa informazione, unita alle oscillazioni provocate da Proxima b

sulla sua stella, indicherebbe che il pianeta deve avere una massa

compresa tra 1,5 e 1,8 volte la massa della Terra, il che consentireb-

be di perfezionare le teorie sulle sue caratteristiche.

Una massa tale "indicherebbe decisamente che Proxima b è

di tipo roccioso", dice Elizabeth Tasker, esperta di esopianeti

della Japan Aerospace Exploration Agency, che non era coinvolta

nello studio.

Oltre al fatto che Proxima b orbita nella zona abitabile della sua

stella, dove possono esistere l'acqua liquida e quindi la vita come

la conosciamo, la prova che il pianeta è roccioso lo catapulterebbe

in cima alla lista degli esopianeti promettenti di qualsiasi

astrobiologo.

Queste spettacolari possibilità, tuttavia, richiedono uno scetticismo

spietato.

In effetti, gli autori del nuovo articolo riconoscono che c'è una

discreta possibilità che la loro immagine non sia affatto un pianeta,

ma solo un rumore casuale nei dati.

E osservano anche che il moto apparente del presunto pianeta è in

conflitto con le precedenti stime della posizione di Proxima c, basate

sulle osservazioni della sua stella effettuate dalla navicella spaziale

Gaia dell'Agenzia spaziale europea.

Di conseguenza, altri astronomi stanno trattando la potenziale

scoperta con una notevole dose di cautela.

"Per me è difficile concludere che questo è un riscontro decisivo",

commenta Thayne Currie, esperto di esopianeti dell'Ames Research

Center della NASA, che non ha preso parte al lavoro.

Panoramica di VLT al Cerro Paranal, nel deserto cileno di Atacama.

Le attività scientifiche del sito sono attualmente sospese fino

al prossimo 3 maggio (© ESO/José Francisco Salgado)

Purtroppo, l'attuale chiusura globale dovuta alla pandemia di

COVID-19 non permette per il momento di verificare il risultato,

poiché la maggior parte degli osservatori del mondo - compreso VLT

- non è operativa.

"Potrebbe essere confermato o smentito domani, ma gli osservatori

sono fermi", spiega l'astronomo Guillem Anglada-Escudé, che ha

guidato la scoperta di Proxima b nel 2016 e non era coinvolto nel

nuovo studio.

Ma per fare un controllo immediato, il tempo stringe: a luglio

Proxima Centauri passerà dietro il Sole e sarà fuori dalla visuale

fino a febbraio 2021.

Quindi, per ora, la prospettiva che Proxima c sia stato visto per la

prima volta rimane una possibilità allettante ma sfuggente.

Ma anche se si rivelerà un miraggio - un falso allarme astronomico

- questa presunta rilevazione non potrà smorzare l'entusiasmo

per ulteriori studi.

Altri gruppi riproveranno con i prossimi strumenti, più avanzati di

SPHERE, operativi su telescopi di grandi dimensioni come l'E-ELT.

Ma se la rilevazione fosse reale, cosa di cui Gratton dice di essere

fiducioso "per due terzi", si tratterebbe del primo, storico sguardo

su un pianeta che orbita intorno alla stella più vicina alla nostra.

"Se fosse vero, sarebbe molto emozionante", dice Anglada-Escudé.

(L'originale di questo articolo è stato pubblicato su "Scientific

American" il 21 aprile 2020. Traduzione ed editing a cura di Le

Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.

 
 
 

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