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Messaggi del 12/02/2021

Dalla Preistoria...

Post n°3360 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Deinosuchus: l'antico alligatore

che mangiava i dinosauri

ATTUALITÀ Angelo Petrone 15:39 12 Agosto 2020

"Un mostruoso e strano predatore" rivelato da uno studio

del paleobiologo Adam Cossette. 

Un recente studio getta nuovi dettagli sul deinosuchus, un

genere estinto di alligatore gigante che ha popolato il nostro

pianeta nel tardo Cretaceo in Nord America.

La ricerca, pubblicata a fine luglio sul Journal of Vertebrate

Paleontology, ha consentito agli esperti di confermare alcune

caratteristiche di quelli che vengono considerati " i più grandi

coccodrilli mai conosciuti", in grado di nutrirsi di dinosauri.

Gli scienziati, guidati dal paleobiologo Adam Cossette, hanno

esaminato diversi campioni fossili di animali e hanno caratterizzato

tre specie: Deinosuchus hatcheri, Deinosuchus riograndensis e

Deinosuchus schwimmeri.

Si ritiene che i primi due abbiano vissuto nel Nord America occidentale 

mentre il terzo popolava la pianura costiera atlantica, dal New Jersey

al Mississippi.

Questi mostruosi animali sono scomparsi prima dell'estinzione di massa

dei dinosauri, e il motivo è sconosciuto.


Deinosuchus: l'antico coccodrillo che mangiava i dinosauri

Il deinosuchus misurava fino a 10 metri di lunghezza e si posizionava

in cima alla catena alimentare tra i 75 e i 82 milioni di anni fa, quando

coesistevano insieme ai dinosauri.

I resti cranici e i vari segni di morsi sulle ossa fossili hanno spinto i

paleontologi ad ipotizzare come questi enormi rettili predassero anche

animali di varie dimensioni: dalle tartarughe ai dinosauri.

"Il Deinosuchus era un gigante in grado di terrorizzare i dinosauri

che si avvicinavano alle coste per bere.

I nuovi esemplari che abbiamo esaminato rivelano un mostruoso

e strano predatore, con denti delle dimensioni di banane.

" Nonostante il fatto che il nome si traduca letteralmente come

"coccodrillo del terrore", recenti scoperte rafforzano l'idea come

questi sauropsidi fossero più legati agli alligatori, sebbene morfologicamente

non fossero del tutto simili a nessuno dei due.

Il muso era lungo e largo, ma gonfio nella parte anteriore, intorno al naso,

una particolarità di cui non si conosce la funzione e che manca a

qualsiasi altro coccodrillo vivente o estinto.

 
 
 

Dallo spazio...

Post n°3359 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Spazio: cosa accadrà alla

Terra quando la Luna se

ne andrà?

ASTRONOMIA Angelo Petrone 23:11 3 Giugno 2019

Il progressivo allontanamento porterà ad un'inevitabile "distacco"

gravitazionale tra i due corpi celesti.

Il processo di allontanamento della Luna dal nostro pianeta è in

atto dalla sua formazione e, seppure molto lentamente, porterà il

nostro satellite sempre più lontano.

E' di quattro centimetri all'anno l'aumento della distanza tra i due

corpi celesti; un processo rivelato, per la prima volta, negli anni ottanta.

L'origine del fenomeno è dovuto alla differente velocità di rotazione

dei due corpi: se la Terra gira intorno a sé stessa in 24 ore, la Luna

gira intorno al nostro pianeta impiegando circa 28 giorni.

Tutto ciò fa in modo che le maree prodotte dalla gravità della Luna

si trovino costantemente più avanti rispetto all'allineamento con il

satellite stesso.

Il fenomeno produce una sorta trascinamento provocato dal

"rigonfiamento" che il corpo celeste produce sulla Terra.

L'attrazione verso il rigonfiamento di marea produce una leggera

accelerazione, quest'ultima comporta una trazione verso lo spazio

esterno.

Un fenomeno che possiamo sperimentare su una giostra rotante,

con l'aumento della velocità e, in contemporanea, della spinta

verso l'esterno.


Spazio: cosa accadrà alla Terra quando la Luna se ne andrà?

L'allontanamento porterà alla "perdita" del satellite che si

"libererà" dall'attrazione gravitazionale terrestre entrando

in una "propria" orbita intorno al Sole.

Tutto ciò avverrà a circa un milione di chilometri di distanza,

mentre ora il satellite orbita a meno di 400mila chilometri dalla

superficie terrestre; insomma nulla di imminente.

Il progressivo allontanamento porterà ad un allungamento delle

giornate con una maggiore escursione termica tra il giorno e la notte.

Un altro fenomeno, senza dubbio devastante, sarà lo spostamento

di grandi masse oceaniche e la fine delle maree, con l'estinzione

di varie specie animali e vegetali legate alle fasi lunari.

 
 
 

Un'opera antichissima.

Post n°3358 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Archeologia, scoperta la

prima opera figurativa al

mondo: un cinghiale

CURIOSITÀ Angelo Petrone 22:32 13 Gennaio 2021

L'animale, scoperto in una grotta sull'isola indonesiana di

Sulawesi, è stato realizzato almeno 45.000 anni fa.

Una grotta sull'isola indonesiana di Sulawesi ospita la più

antica opera d'arte figurativa dell'umanità.

Si tratta di un cinghiale tipico dell'Indonesia, raffigurato

almeno 45.000 anni fa.

L'animale appare accanto ad altri disegni antichissimi, in una

grotta calcarea di Leang Tedongnge, un luogo isolato, non noto

alla popolazione locale, fino a quando il team di Adam Brumm,

della Griffith University in Australia, l'ha scoperto nel 2017.

Archeologia, scoperta la prima opera figurativa al mondo: un cinghiale

Il ricercatore, che ha pubblicato i risultati dello studio sulla

rivista "Science Advances", ha descritto il disegno "sorprendente"

anche per lo stato di conservazione definito "perfetto".

L'animale identificato come un "Sus celebensis", ovvero il "cinghiale

dalle verruche di Celebes" è lungo oltre un metro e realizzato con

un pigmento ocra rossastro. 

La specie rappresentata, attualmente endemica dell'isola, era molto

apprezzata dagli antichi cacciatori-raccoglitori che abitavano la zona.

Come si nota distintamente nelle raffigurazioni, aveva zampe corte,

un corpo a forma di botte e verruche facciali molto distintive.

Prima della sua scoperta, le raffigurazioni rupestri più antiche al mondo

erano rappresentate da un gruppo di therianthropes (figure umane

con teste di animali) impegnati nella caccia di facoceri e bufali nani.

Questi dipinti, scoperti anche in questo caso dal team di scienziati

australiano nell'isola di Sulawesi, rappresentano il più antico

esempio di raffigurazione di esseri soprannaturali.

 
 
 

Cosa accadrà tra miliardi di anni.

Post n°3357 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Ecco come il Sole "divorerà"

la Terra. Il video

ASTRONOMIA Angelo Petrone 22:08 6 Dicembre 2019

L'ESO ha pubblicato un filmato nel quale mostra l'evoluzione

distruttiva del Sole.

L'Osservatorio Europeo Meridionale ha condiviso un video 

che illustra cosa accadrà alla Terra alla morte del Sole.

Come spiegano gli scienziati, le stelle bruciano idrogeno nei

loro nuclei; non appena il "carburante" viene consumato,

le stelle iniziano a espandersi, diventando supergiganti rosse

 che raggiungono dimensioni sufficientemente grandi, con milioni

di chilometri di diametro, da inghiottire i pianeti vicini.


Ecco come il Sole "divorerà" la Terra. Il video

Nell'animazione è possibile notare come il Sole si dilati fino a

"consumare" Mercurio, Venere ed infine la Terra.

Tutto ciò accadrà tra circa 5.000 milioni di anni.

Alla fine del processo, le giganti rossi espellono gli strati esterni,

lasciando i loro nuclei, le cosiddette nane bianche.

 
 
 

Dallo spazio...

Post n°3356 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Spazio: Pianeta 9 è un vagante

catturato dal Sistema Solare?

ASTRONOMIA Angelo Petrone 17:22 13 Gennaio 2017

Collocato ai margini del Sistema Solare, il cosiddetto Pianeta 9 

ha riempito le pagine dei giornali scientifici per mesi.

L'enorme corpo celeste si troverebbe ben oltre Plutone e potrebbe

essere stato catturato, in un lontano passato, dall'attrazione

gravitazionale.

pianeti vaganti sono oggetti molto comuni nello spazio e

caratterizzati da un'orbita non legata ad alcuna stella.

Ebbene secondo i ricercatori dell'Asi, il misterioso Pianeta 9 

potrebbe essere proprio un oggetto di questo tipo formatosi

all'esterno del nostro Sistema Solare, ma "entrato" in un periodo

successivo.

pianeta-nove

Spazio: Pianeta 9 è un vagante catturato dal Sistema Solare?

A dimostrarlo è una serie di ben 156 simulazioni.

Secondo la ricerca quando unpianeta vagante entra in contatto

con un sistema solare, nel 60% dei casi ne fuoriesce, magari

portandosi con sé un piccolo pianeta, mentre nel restante 40%

rimane all'interno, orbitando intorno alla stella.

Il Pianeta 9,secondo i ricercatori, potrebbe trovarsi ad una

distanza pari a mille volte quella che intercorre tra la Terra

ed il Sole: una lontananza notevole, ma che non impedirà agli

scienziati di confermarne, o meno, l'esistenza.

 
 
 

Dall'antico Egitto.

Post n°3355 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Archeologia: riemerge Naucrati,

antichissima città sulle sponde

del Nilo

ATTUALITÀ Angelo Petrone 6:20 6 Gennaio 2016

Un antichissima città portuale nel cuore dell'Egitto, punto di

scambio di merci di differenti provenienza è stata riportata

alla luce.

Si tratta di Naucrati, l'ultima scoperta archeologica degli

studiosi del British Museum. "Un'antica Hong Kong" come

è stata ribattezzata da Ross Thomas, il curatore del museo

di Londra.

Il significato "Maestra delle Navi" descrive al meglio il ruolo

di questo snodo commerciale posto sulle coste del Mediterraneo,

a diretto contatto con l'interno dell'Egitto con il quale era

collegata attraverso il Nilo.

naucrati

Archeologia: riemerge Naucrati, antichissima città sulle

sponde del Nilo Fonte: Huffingtonpost

Naucrati era una città ellenistica nominata già dallo storico

Erodoto nel corso del quinto secolo avanti Cristo.

L'esistenza dell'insediamento era ben nota agli studiosi che

hanno rinvenuto un gran numero di reperti.

Imbarcazioni greche si affiancano ad oggetti di cultura egizia in

un misto di culture e stili che restituisce l'immagine di una città

cosmopolita.

Ma se l'esistenza della colonia era ben nota agli esperti, sono

state le dimensioni a stupire gli studiosi. 

 I primi scavi, realizzati nel 1884, avevano già portato alla luce

una serie di templi in onore di Toth ed Amon mentre in epoche

successive, furono rinvenute strutture dedicate ad Apollo ed Era.

 
 
 

Da Mercurio....

Post n°3354 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Mercurio pianeta più vicino

alla Terra.

La scoperta della Nasa

ASTRONOMIA Angelo Petrone 23:56 15 Marzo 2019

Un ricalcolo delle distanze medie tra i pianeti del Sistema Solare

ha spinto gli esperti a considerare Mercurio il pianeta, in media,

più vicino alla Terra.

I parametri che definiscono le distanze tra i pianeti del Sistema

Solare sono oggetto di ricalcolo da parte degli esperti.

Dai nuovi dati, presentati dal Los Alamos National Laboratory e

dallo Us Army's Engineer Research Development Center, sarebbe

 Mercurio l'oggetto più vicino al nostro pianeta.

Una valutazione "semplicistica" spinge, infatti, a ritenere che 

Venere sia il pianeta più prossimo alla Terra, partendo dal calcolo

medio della distanza media con il Sole.


Mercurio pianeta più vicino alla Terra. La scoperta della Nasa

Lo spazio che separa la Terra e il Sole, per esempio, è pari a

un'unità astronomica, cioè 150 milioni di chilometri, mentre

quella di Venere è di circa 0,72 Ua.

Sulla base di questi due dati, ovvero alla sottrazione del secondo

valore al primo, si ha ladistanza media tra la Terra e Venere 

di 0,28 Ua. In base a questo nuovo studio, però, questo sarebbe

un modo sbagliato per calcolare le distanze tra gli oggetti, visto

che le orbite si allontanano e si avvicinano in continuazione.

Nonostante nei punti di perigeo (posizione di massimo avvicinamento

alla Terra), Venere si avvicini notevolmente, il pianeta è spesso

molto lontano, nella parte opposta del Sole.

La distanza di Mercurio, invece, è mediamente inferiore, grazie alla

sua orbita stretta che impedisce al piccolo corpo celeste di allontanarsi

da qualsiasi pianeta del Sistema Solare.

 
 
 

Notizie dall'Honduras.

Post n°3353 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Honduras: scoperte oltre

duecento statue nella città

perduta

ATTUALITÀ Angelo Petrone 15:18 11 Febbraio 2016

Nuove ricerche nella città perduta in Honduras hanno

portato alla scoperta di un gruppo di oltre duecento 

statue sepolte sotto un cumulo di terra.

Il team di scienziati composto da honduregni e statunitensi,

si è da tempo impegnato in una serie di scavi tra le rovine

dell'insediamento meglio noto come la Città del Giaguaro.

L'insieme di statue è stato riposto, forse tutte in un

determinato momento, su uno strato di argilla di colore rosso.

Diverse raffigurazioni, molte che rimandano al mondo

animale, con al centro la figura di un avvoltoio con le ali

dispiegate.

Honduras: scoperte oltre duecento statue nella città perduta

Una serie di simboli misteriosi adornano le statue e gli

elementi sotterrati; immagini tipiche delle civiltà precolombiane,

soprattutto dei Maya.

Intorno al gruppo centrale di statue, sono emersi altri oggetti 

tra cui dei piccoli tavoli con tre piedi ed interamente decorati

con elementi geometrici ed animali.

Ma è la figura del giaguaro mannaro a spiccare tra i tanti disegni

rinvenuti: si tratta di un animale in stato di tranche, simbolo

della civiltà della città perduta. 

Alcuni elementi potrebbero essere stati intenzionalmente rotti

in un periodo compreso tra il 1000 ed il 1520 nel corso di probabile

rituale con il quale si sanciva l'abbandono definitivo della città.

 
 
 

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Post n°3352 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Spazio: quanto sopravviveremmo

sui pianeti del Sistema Solare?

ASTRONOMIA Angelo Petrone 11:42 27 Gennaio 2019

Gli altri pianeti del Sistema Solare sono luoghi tutt'altro

che accoglienti per la vita umana. Lo studio

Il pianeta Terra è l'unico posto ospitale per la vita umana

nel raggio di milioni di chilometri.

A confermarlo è un breve filmato che l'astrofisico Neil de

Grasse Tyson ha pubblicato su Business Insider.

Il tema principale del video è: quanto potremmo soprav-

vivere sui pianeti del Sistema Solare senza tuta spaziale? 

Naturalmente anche lo stesso viaggio verso gli altri corpi celesti,

senza le sufficienti protezioni, risulterebbe mortale per l'uomo.

Sono trenta i secondi che necessitano al sangue per impoverirsi

di ossigeno impedendo il corretto funzionamento del cervello.

Il congelamento sarebbe un processo molto più lungo visto che

l'assenza di aria renderebbe il trasferimento del calore molto lento.

Insomma la morte giungerebbe per asfissia, ovvero mancanza di

ossigeno.

Ma cosa accadrebbe sugli altri pianeti del Sistema Solare?

Spazio: quanto sopravviveremmo sui pianeti del Sistema Solare?


Mercurio è il pianeta più vicino al Sole, pertanto la faccia

rivolta verso la stella raggiunge temperature infernali.

L'area oltre il terminatore, ovvero avvolta nella notte, diventa

glaciale.

Insomma per sopravvivere bisognerebbe collocarsi nella metà

tra queste due zone.

Senza tuta spaziale vivremmo il tempo necessario a trattenere

il respiro: due minuti.

Ancora peggiori le condizioni di Venere.

Il pianeta è avvolto in una spesso strato di gas velenosi, in grado

di generare un potente effetto serra.

Le temperature in superficie raggiungono i 480 gradi mentre

l'attrazione gravitazionale simile al nostro pianeta renderebbe

possibile camminarci sopra, prima di essere bruciati vivi, in un

secondo.

Su Marte le temperature medie raggiungono i 55 gradi sotto zero,

pertanto in un ipotetico viaggio sul pianeta rosso dovremmo

indossare vestiti pesanti, ma la mancanza di aria ci ucciderebbe

in due minuti.

Su Giove e Saturno l'assenza di una superficie solida su cui camminare

ci farebbe sprofondare verso il centro del pianeta, prima di essere

schiacciati dalla pressione atmosferica in un secondo.

Sui due giganti di ghiaccio Urano e Nettuno la morte sopraggiungerebbe

in un secondo, anche in questo caso per l'estrema pressione dei gas.

 
 
 

Foto dallo spazio.

Post n°3351 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse di rete Internet

Marte: il MRO fotografa

un pendio del pianeta rosso,

immagini eccezionali

ASTRONOMIA Angelo Petrone 12:25 6 Gennaio 2017

Immagini davvero straordinarie quelle che ci giungono da Marte.

Il MRO, il Mars Reconnaissance Orbiter, la sonda della NASA

lanciata del 2002 ha ripreso, per la prima volta, da distanza

ravvicinata un pendio del pianeta rosso immortalando le rocce e

gli strati che si susseguono in profondità.

Valanghe e frane, infatti, tengono libere le parete di questa

formazione, prodotta da un impatto meteorico, che appare

priva della classica copertura di polvere marziana.

Al rosso superficiale si susseguono, quindi, tonalità ben diverse

come l'azzurro ed il verde.

marte

Marte: il MRO fotografa un pendio del pianeta rosso,

immagini eccezionali

E' il risultato della miscelazione dei materiali prodotti da impatti

di oggetti spaziali con il magma e l'azione dell'acqua.

A ciò si aggiungono le stratificazioni di rocciache compongono

l'interno del pianeta rosso.

Insomma un mix davvero particolare che rappresenta il frutto

di milioni di anni di evoluzione del pianeta, in un'epoca nella quale

era ancora pienamente coinvolto in processi geologici.

 
 
 

La colonizzazione di altri pianeti.

Post n°3350 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: risorse della rete Internet

Spazio: nati i primi 'vermi marziani',

nuovo passo verso la colonizzazione

del pianeta

ASTRONOMIA Angelo Petrone 11:19 30 Novembre 2017

Portare la vita su Marte potrebbe essere molto più semplice

del previsto.

A dimostrarlo è la nascita di alcuni "vermi marziani'' scoperti

in un terreno in cui vengono riproposte le stesse condizioni del 

pianeta rosso

Un habitat del tutto speciale in cui viene sperimentata la coltiva-

zione di vegetali necessari ai futuri coloni marziani.

A rendere noto il curioso evento è stata l'Università di Wageningen,

in Olanda. In pratica gli esperti hanno usato un terreno con la stessa

composizione chimica del pianeta riprodotta dalla NASA.

vermi marziani

Spazio: nati i primi 'vermi marziani', nuovo passo verso la

colonizzazione del pianeta

Il progetto mira a creare un ecosistema chiuso ed utilizzabile dai

viaggiatori del futuro per alimentarsi.

Il terreno è stato poi posizionato in alcuni vasetti con un concime

composto da liquami di maiali che sul pianeta rosso vedrà l'uso

delle feci degli astronauti.

Successivamente gli esperti hanno aggiunto i vermi che, in questo

determinato ambiente, hanno la funzione di digerire le sostanze

organiche morte, fornire quelle nutritive alle piante oltre a realizzare

dei piccoli cunicoli nel terreno tra cui dovrà scorrere l'acqua.

Alla fine della sperimentazione hanno notato come i vermi fossero

ancora attivi ed, anzi, fossero aumentati di numero con l'aggiunta di

due nuovi esemplari, nati dal terreno marziano.

 
 
 

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