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Messaggi del 11/09/2021

Le ultime dell'archeologia.

Post n°3442 pubblicato il 11 Settembre 2021 da blogtecaolivelli

    Fonte: libere risorse Internet

Archeologia, alla luce un nuovo settore di Vada Volterranea

Sito archeologico di San Gaetano: La campagna di scavo 2021

ha portato alla luce un nuovo settore di Vada Volterranea


Archeologia, alla luce un nuovo settore di Vada Volterranea


Il Sindaco di Rosignano Daniele Donati; l'Assessore alla

Cultura Licia Montagnani; la direttrice del Museo Archeologico

Comunale Palazzo Bombardieri; Edina Regoli e la professoressa

Simonetta Menchelli, docente di Archeologia presso il

Dipartimento Civiltà e forme del sapere dell'Università di

Pisa; hanno presentato i risultati della campagna di scavo

2021 del sito archeologico di San Gaetano di Vada.

Gli scavi hanno portato alla luce i resti di una fontana

monumentale con annessa cisterna ed un'area pavimentata

che circonda le due strutture, adibite probabilmente a

camminamento.

Si tratta di un nuovo settore di Vada Volaterrana che si differenzia

dal quartiere portuale e retroportuale per la tipologia delle

strutture e per il loro orientamento.

"Abbiamo portato in luce - ha spiegato la professoressa Menchelli

- un settore della vecchia Vada Volaterrana, in particolare edifici

che si connotano in maniera più "urbana", rispetto agli insediamenti

ai quali abbiamo lavorato negli anni passati"

Nonostante le difficoltà logistiche e di tempistica legate all'emergenza

Covid, i lavori e gli studi sono proseguiti anche nel 2021, con

alcune ricerche e analisi geo-morfologiche del territorio che

hanno portato gli archeologi dell'Università di fronte a questa

nuova importante scoperta.

"Grazie al georadar e alle analisi dei geologi nella zona -

ha proseguito la docente universitaria - siamo andati "a colpo sicuro"

perché dalla superficie si notava una netta anomalia del terreno.

E infatti non appena abbiamo iniziato gli scavi, sono venuti alla

luce una fontana ornamentale, che in origine era ricoperta da lastre

di marmo pregiato, una cisterna che serviva da serbatoio per la

fontana e un porticato per il passeggio.

Si tratta di elementi risalenti al I secolo dopo Cristo che hanno

una valenza molto importante.

Pur avendo lo stesso metodo di costruzione e la stessa forma

architettonica di altri elementi rinvenuti nell'area retro portuale

di Vada Volaterrana, sono orientati in modo differente.

E l'orientamento delle strutture era fondamentale all'epoca e lo

è tutt'ora quando vengono fatte scoperte del genere.

Significa, infatti, che abbiamo dato alla luce un altro quartiere,

rispetto a quelli già rinvenuti, forse più urbano e abitativo degli

altri, dove gli individui che lavoravano al porto vivevano e

sviluppavano le proprie attività".

Particolarmente soddisfatto, ovviamente, anche il Sindaco Donati

che ha evidenziato la valenza di questo ritrovamento, sottolineando

l'importanza della collaborazione tra l'Università di Pisa e

l'Amministrazione Comunale.
In chiusura è stato anche ricordato che sabato 7 e domenica 8

agosto si svolgerà la seconda parte del Festival dell'Archeologia

"Vivere l'Archeologia".

Per due giorni, dalle 10 del mattino alle ore 20, l'area archeologica

di San Gaetano a Vada si trasformerà in un antico porto romano

con un mercato d'epoca ricostruito per l'occasione, dove i visitatori

potranno vestirsi e acconciarsi da antichi romani, cambiare i

propri soldi in valuta dell'epoca e acquistare prodotti come miele

, formaggi e olio, profumi ed altro ancora. Sarà anche possibile

consumare alcuni piatti dell'epoca in una vera taberna del porto e

osservare gli antichi artigiani al lavoro.

Saranno organizzate visite guidate agli scavi e verrà allestito uno

spazio bambini dove, grazie al "Giocamuseo" i più piccoli

impareranno a costruire antichi strumenti musicali, a combattere i

barbari, a gareggiare alle Olimpiadi.

 
 
 

Le stelle cannibali

Post n°3441 pubblicato il 11 Settembre 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: libere risorse dell'Internet
Scoperte le stelle cannibali,
mangiano i loro pianeti

La composizione chimica aiuterà a cercare i sosia della Terra.

Rappresentazione artistica di una stella che divora uno dei suoi pianeti (fonte: NASA/ESA/G. BACON) © AnsaRappresentazione artistica di una stella che divora uno dei

suoi pianeti (fonte: NASA/ESA/G. BACON) - RIPRODUZIONE

RISERVATA+CLICCA PER INGRANDIRE

Esistono stelle cannibali che divorano i loro pianeti, e non sono

affatto rare: sono circa un terzo delle stelle simili al Sole che

fanno parte di sistemi binari, ossia che hanno una compagna

inseparabile.

La firma chimica di queste catastrofi cosmiche, nelle quale

le stelle ingoiano i loro pianeti, è stata scoperta da una ricerca

a guida italiana, condotta dall'Istituto Nazionale di Astrofisica

(Inaf) e pubblicata sulla rivista Nature Astronomy.

Il risultato offre una nuova chiave per riconoscere i sistemi

stellari che potrebbero ospitare pianeti simili alla Terra.

Il processo di 'cannibalizzazione planetaria', infatti, "non si è

verificato nel Sistema solare che ospita la Terra: il Sole ha

preservato i suoi pianeti su orbite ordinate e quasi circolari,

il che ha favorito il fiorire della vita sul nostro pianeta",

osserva l'Inaf.

La ricerca è stata condotta su 107 sistemi binari utilizzando i

dati dello spettrografo Harps (High Accuracy Radial velocity

Planet Searcher) del telescopio da 3,6 metri a La Silla,

dell'Osservatorio europeo australe (Eso). L'analisi dello spettro

delle stelle ha permesso di riconoscere quelle che sono state

protagoniste di episodi violenti.

In condizioni normali, infatti, le stelle di un sistema binario

sono formate dallo stesso gas e quindi dovrebbero essere

chimicamente identiche.

Tuttavia, se un pianeta cade in una delle due stelle, ne modifica

la composizione chimica con elementi più pesanti, come litio e

ferro, mentre la composizione dell'altra stella invece resta invariata.

Su questa base, i ricercatori hanno determinati che alcune stelle

simili al Sole ingoiano i loro pianeti con una probabilità

compresa tra il 20% e il 35%.

"Sarebbe come se Giove o Saturno cadessero verso il Sole,

distruggendo anche le orbite dei pianeti più interni", osserva

il primo autore dell'articolo, Lorenzo Spina, dell'Inaf di Padova.

"Questi risultati - rileva - rappresentano una svolta generazionale

dell'astrofisica stellare e nell'esplorazione degli esopianeti.

Fino ad adesso sapevamo solo dell'esistenza di alcuni sistemi

binari anomali, formati cioè da stelle chimicamente differenti.

Tuttavia la causa di queste anomalie non era ancora del tutto

chiara".

Adesso c'è la prova che "le anomalie osservate sono la diretta

conseguenza della cannibalizzazione di pianeti" e "il nostro

studio apre alla possibilità di usare l'informazione sulla composizione

chimica delle stelle per identificare quelle che hanno probabilità

maggiori di ospitare gemelli del nostro Sistema Solare".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

 
 
 

Un animale preistorico sconosciuto.

Post n°3440 pubblicato il 11 Settembre 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: libere risorse della rete.

Balena anfibia, ritrovato

fossile di una balena a

quattro zampe

La scoperta sensazionale è avvenuta in Egitto

30 Agosto 2021

  • Fonte: 123rf

La scoperta ha dell'incredibile.

In Egitto gli scienziati hanno scoperto i resti scheletrici

di una balena di 43 milioni di anni che viveva sulla

terraferma e nell'oceano. 

Una balena anfibia a quattro zampe precedentemente

sconosciuta che aiuta a tracciare la transizione delle

balene dalla terra al mare.

Come riporta Concaternanaoggi.it, la balena scoperta

appartiene ai Protocetidae, un gruppo di balene estinte.

I fossili sono stati portati alla luce da rocce dell'Eocene

medio nella depressione di Faiyum nel deserto occidentale

dell'Egitto, un'area un tempo coperta dal mare che ha

fornito un ricco insieme di scoperte che mostrano

l'evoluzione delle balene, prima di essere studiati presso

il Centro universitario di Mansoura per la paleontologia

dei vertebrati (MUVP ).

La nuova balena, chiamata Phiomicetus anubis, ha una

lunghezza di circa tre metri e una massa corporea di circa 590 kg

ed è probabilmente un predatore, hanno detto i ricercatori.

Il suo scheletro parziale mostrava che era la balena più primitiva

conosciuta in Africa.

Abdullah Gohar del MUVP, autore principale di un documento

di ricerca sulla scoperta pubblicato su Proceedings of the

Royal Society B, ha dichiarato: "Il nome del genere onora la

balena bassa faiyum e il nome della specie si riferisce

ad Anubi, l'antica divinità egizia dalla testa di cane associata

alla mummificazione e all'aldilà".

I ricercatori hanno affermato che, nonostante le recenti scoperte

fossili, il quadro generale della prima evoluzione delle balene

in Africa è rimasto in gran parte poco chiaro.

Il lavoro nell'area è servito a rivelare nuovi dettagli sulla

transizione evolutiva dalle balene anfibie a quelle completamente

acquatiche.

Le rocce si estendono per circa 12 milioni di anni, le scoperte

nella depressione di Fayoum vanno da balene semi-acquatich

e che sembrano coccodrilli a balene acquatiche giganti, ha

affermato Mohamed Sameh dell'Agenzia per gli affari ambientali

egiziana, un coautore.

Hisham Salam, fondatore di MUVP, ha spiegato che la nuova

balena ha sollevato interrogativi sugli antichi ecosistemi e ha

indirizzato la ricerca verso questioni come l'origine delle antiche

balene e la loro coesistenza in Egitto.

 
 
 

Una sorprendente novità.

Post n°3439 pubblicato il 11 Settembre 2021 da blogtecaolivelli

da Supereva

L'incredibile scoperta matematica che riguarda le uova

Gli scienziati in Inghilterra e Ucraina hanno individuato

la formula esatta per la forma di qualsiasi uovo di

uccello trovato in natura

3 Settembre 2021

 

Fonte: 123rf

Grande giubilo nel mondo della matematica:

gli studiosi hanno scoperto la formula per una

delle forme più riconoscibili al mondo: l'uovo.

 Scienziati in Inghilterra e Ucraina hanno

individuato la formula esatta per la forma di

qualsiasi uovo di uccello trovato in natura, sulla

base di quattro facili misurazioni: la lunghezza

dell'uovo, la sua larghezza, quanto si sposta il

suo asse verticale e il diametro dell'uovo a un

quarto dell'asse dell'uovo, come riporta

Mashed.com.

A questo punto, alcuni di voi potrebbero pensare

la stessa cosa che hanno pensato durante le

lezioni di matematica del liceo: "Quando mai lo

userò nella vita reale?".

 Potreste non aver mai bisogno dell'equazione

che descrive la forma di un uovo nella vostra 

vita quotidiana, ma gli ingegneri sono già impegnati

a capire come migliorare il nostro mondo con

questa scoperta.

 Si scopre infatti che la formula a forma di uovo

ha molte applicazioni.

Alcuni scienziati si riferiscono all'uovo come "la forma perfetta".

C'è una buona ragione per cui l'uovo è stato il

punto di partenza della vita per più di 10.000

specie nel corso di milioni di anni, dai dinosauri al pollo.

Le uova sono abbastanza grandi da contenere

un embrione pur essendo abbastanza piccole da

uscire dal corpo della madre.

Le sue dimensioni assicurano che l'uovo non rotoli

via dal nido e la forma è ideale per sopportare il

maggior peso con una quantità minima di materiale.

Ora che noi umani abbiamo un modello matematico

esatto per l'uovo, possiamo usare questa "forma perfetta"

a nostro vantaggio. 

Possiamo applicarlo all'architettura, considerando

quanto è utile la forma a sopportare i carichi.

Possiamo immaginare sottomarini o astronavi

monoposto a forma di uovo, che dovrebbero

essere più forti delle sfere.

In un'applicazione più semplice, le strutture per la

lavorazione delle uova saranno in grado di gestire

e conservare le uova in modo più efficiente, ora

che possiamo costruire attrezzature che corrispondano

esattamente alla forma di un uovo.

 
 
 

I misteriosi vicini di galassia.

Post n°3438 pubblicato il 11 Settembre 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: libere risorse Internet

La spettacolare foto di uno dei nostri vicini galatticiFonte foto: CTIO/NOIRLab/DOE/NSF/AURASCIENZA

Cosa rivela la spettacolare foto di uno dei nostri vicini

galattici più straniHa un buco nero supermassiccio attivo

al centro.

Uno degli strani compagni della Via Lattea è Centaurus A,

una galassia peculiare distante oltre 12 milioni di anni luce.

5 Settembre 2021 

Tutti abbiamo avuto dei vicini "particolari", lo stesso

avviene nelle galassie.

La Via Lattea ha, per esempio, Centaurus A, una galassia

peculiare distante oltre 12 milioni di anni luce dalla nostra

con una caratteristica molto interessante per gli scienziati.

Ha un buco nero supermassiccio attivo al centro osservabile

tramite i telescopi. Una nuova immagine dalla Dark Energy

Camera (DECam) in Cile, ha immortalato Centaurus A svelando

dettagli strani e intriganti.

La foto osserva la galassia di lato e quindi non mostra il

centro galattico stesso, ma può dare qualche delucidazione

sul suo passato.

La foto di uno dei nostri vicini galattici più strani

L'immagine mostra che Centaurus A è denso di polvere, come

si vede dalle strisce scure che avvolgono l'esterno.

La deformazione è evidente anche nel suo disco e nei suoi

 campi magnetici.

Queste caratteristiche sono la prova di un passato violento, una

collisione con un'altra galassia che ha lasciato il segno su Centaurus A.

Il colossale incontro avrebbe avuto anche altri effetti.

La collisione galattica ha innescato un'esplosione di formazione

stellare, che è in corso ed è visibile nella nuova foto nel rosso

brillante delle nuvole di idrogeno e nel bagliore blu delle piccole

stelle intorno alle spesse strisce di polvere.

Anche il buco nero supermassiccio, con un clock di 55 milioni

di volte la massa del Sole, genera alcune caratteristiche piuttosto

interessanti.

Si estendono per migliaia di anni luce nello spazio con getti

colossali, lanciati dai poli del buco nero mentre divora attivamente

il materiale.

Questi getti non emergono dal buco nero stesso e non tutto il

materiale passerebbe oltre l'orizzonte degli eventi; parte di esso,

secondo gli scienziati, verrebbe accelerato lungo le linee del 

campo magnetico all'esterno del buco nero verso i poli, dove

viene lanciato a una percentuale significativa della velocità

della luce sotto forma di getto di plasma.

Ciascuno degli enormi getti di plasma di Centaurus A sta

esplodendo nello spazio intergalattico, creando vasti lobi che

emettono onde radio.

Questi lobi sono lunghi quasi un milione di anni luce.

Poiché la galassia è molto vicina alla Via Lattea, sono incredibilmente

luminosi nel cielo, il che rende Centaurus A un eccellente laboratorio

per studiare come funzionano questi getti.

Centaurus A è interessante anche per un altro aspetto: ha uno 

sciame di galassie nane che orbitano su un piano, un po' come

i pianeti intorno al Sole.

I modelli prevedono che le galassie nane dovrebbero orbitare

attorno a una galassia massiccia non in modo ordinato. 

Centaurus A è la prima galassia al di fuori del Gruppo

Locale per la quale abbiamo identificato satelliti ordinati.

Questo suggerirebbe che Centaurus A potrebbe essere più

simile alla nostra Via Lattea di quanto rilevato finora.

Restando ai confini del Cosmo, invece, un gruppo di ricercatori

guidati da Ming Sun, professore associato di fisica dell'UAH,

ha scoperto una misteriosa nube galattica più grande della

via Lattea.

Stefania Bernardini

 
 
 

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