blogtecaolivelli
blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli
TAG
TAG
Post n°3479 pubblicato il 28 Aprile 2022 da blogtecaolivelli
Articolo riportato da Archeologia viva Bacho Kiro: ancora novità in grotta 8 aprile 2022 I resti umani del più antico Homo sapiens "europeo", rinvenuti nella grotta di Bacho Kiro, attuale Bulgaria, oltre 45.000 anni fa, appartenevano a individui geneticamente più simili alle moderne popolazioni dell'Asia orientale che agli europei moderni. Un nuovo studio ha contestualizzato questi individui nell'ambito degli altri genomi eurasiatici del Paleolitico e analizzato congiuntamente genetica ed evidenze archeologiche. Il risultato inaspettato potrebbe spiegare la presenza di individui con tali caratteristiche genetiche nell'Europa di 45.000 anni fa. La ricerca è stata condotta da Leonardo Vallini e Luca Pagani del Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, in collaborazione con la Giulia Marciani e Stefano Benazzi dell'Università di Bologna Espansione ed estinzioneNello scenario proposto dagli autori, la colonizzazione dell'Eurasia è stata caratterizzata da ripetuti eventi di espansione ed estinzione locali a partire da un "hub" di popolazione, dove gli antenati di tutti gli eurasiatici hanno abitato dopo essersi avventurati fuori dall'Africa circa 70-60.000 anni fa. La deadline? 45.000 anni faUna prima espansione di Homo sapiens, che non ha lasciato discendenti, avrebbe avuto luogo prima di 45.000 anni fa e non è ancora chiaro quanto sia stata ampia dal momento che finora è stato identificato geneticamente un solo rappresentante di questa migrazione - scoperto nella grotta di Zlatý kůň (nell'attuale Repubblica Ceca) - e non assimilabile né alle popolazioni europee né a quelle asiatiche. «Successivamente intorno a 45.000 anni fa - spiega Leonardo Vallini, primo autore dello studio - una nuova espansione associata a una modalità di produzione di strumenti in pietra nota come Paleolitico superiore Iniziale si propagò da questo primo centro e colonizzò una vasta area che andava dall'Europa all'Asia orientale e all'Oceania». Una discendenza due destiniUn destino differente è toccato ai discendenti di questi antichi coloni in Asia ed Europa: mentre i primi hanno prosperato e ancora oggi abitano quelle regioni, i secondi si sono gradualmente estinti in gran parte d'Europa, lasciandosi alle spalle solo poche tracce in siti come Bacho Kiro, in Bulgaria, Oase in Romania e pochi altri. "Appuntamento" in SiberiaRiassume Luca Pagani: «Infine, un'ultima espansione avvenne prima di 38.000 anni fa e ricolonizzò l'Europa partendo dallo stesso fulcro di popolazione e la cui localizzazione è ancora da chiarire. Sebbene anche in Europa ci siano state interazioni occasionali con alcuni superstiti dell'ondata precedente, una mescolanza estesa e generalizzata tra le due ondate ha avuto luogo solo in Siberia, dove ha dato origine a una popolazione nota come Ancestral North Eurasian, che in seguito contribuirà al genoma dei nativi americani». Questa espansione è associata a un diverso tipo di cultura materiale denominato Paleolitico superiore che caratterizza i principali siti paleolitici europei. Scenario globale«È degno di nota il fatto che, da un punto di vista culturale, questi nuovi strumenti di pietra - sottolinea Telmo Pievani dell'Università di Padova e coautore dello studio - sono spesso stati interpretati come il risultato di uno sviluppo indipendente piuttosto che uno sviluppo locale di tecnologie preesistenti in Europa: è incoraggiante vedere che le conclusioni genetiche e culturali possono essere conciliate in uno scenario globale».
|
Post n°3478 pubblicato il 11 Febbraio 2022 da blogtecaolivelli
Autrice: addetta alla biblioteca Olivelli- contrattista. I testi riportati integralmente di seguito ed in genere su questo blog hanno un valore di informazione del tutto documentale, per dire e dimostrare che fuori della scuola e del mondo della biblioteca scolastica c'è un mondo molto grande, l'intero pianeta su cui accadono migliaia di vicende e scoperte scientifiche, archeologiche, testimonianze di vita e civiltà passate, echi di mondi lontanissimi nel tempo che sono arrivati sino a noi a dimostrare a tutti che le persone e le civiltà passate sono le testimonianze dell'impegno continuo dell'uomo, nei secoli, nei millenni e nei milioni di anni per cercare di migliorare le condizioni di vita, passando per migliaia di tentativi e fallimenti, giunti fino a noi, a dimostrare che i progressi di oggi ebbero origine in epoche lontanissime, quando qualche uomo-scimmia, in epoca preistorica, decise di curare i suoi pazienti con la trapanazione del cranio e di curare le carie dei denti con sistemi sorprendenti per l'epoca moderna. Il riportare integralmente i testi, comunicano la meraviglia degli scopritori, tutta la soddisfazione dei risultati di un lavoro di scavo infinito, il comunicare ai lettori del mondo WEB, tutta la gioia, la soddisfazione e la meraviglia di questi risultati, con un enorme valore documentale, un valore aggiunto apprezzabile, che svanirebbe riportando le notizie con un estratto equesto non sarebbe giusto,perchè significherebbe ptrivare i lettori della meraviglia e dell'emozione di tali notizie. |
Post n°3477 pubblicato il 11 Febbraio 2022 da blogtecaolivelli
Fonte: risorse Internet Scoperto un pianeta a forma di patata Trovare un pianeta con una forma simile è davvero raro: ecco il suo identikit Siamo abituati a pensare che i pianeti abbiano forma più o meno sferica. Eppure se sono come WASP-103b, allora sono lontani dalle sfere perfette che abbiamo sempre immaginato. Una nuova scoperta infatti rivela che alcuni pianeti potreb- bero assomigliare di più a una patata. Come riporta il sito Inverse.com, il pianeta WASP-103b si trova attorno a una stella di tipo F a 1500 anni luce dalla Terra. Questa stella è più grande e più massiccia del Sole, e anche il pianeta è grande, circa una volta e mezzo le dimensioni di Giove. Un team internazionale di astronomi ha pubblicato nuove scoperte su Astronomy & Astrophysics che descrivono per la prima volta la strana forma del mondo. Sembra che a causa della vicinanza alla sua stella natale - meno di 20.000 miglia - le sollecitazioni delle maree portino WASP-103b ad avere una forma improbabile, che gli astronomi hanno paragonato a un pallone da rugby. Assomiglia anche un po' a un uovo o a una patata. I pianeti nel nostro Sistema Solare esistono a milioni di miglia dalla nostra stella ospite e impiegano almeno alcuni mesi, un anno (come la Terra) o molti anni per compiere un'orbita completa del Sole. Ma un gruppo di esopianeti noti come Hot Jupiters orbita attorno alle loro stelle di origine nel giro di pochi giorni, a volte solo ore. Gli astronomi hanno inizialmente scoperto WASP-103b nel 2014 e all'epoca hanno notato che il pianeta deve subire gravi stress di marea a causa della sua vicinanza alla stella natale: orbita attorno a WASP-103 in 22 ore. Questo non è il periodo orbitale più breve conosciuto, ma è abbastanza breve da rendere WASP-103b un mondo piuttosto estremo. Il pianeta si estende al suo equatore, trascinato dalle forze di marea in una forma oblunga, qualcosa di invisibile nel nostro Sistema Solare poiché i nostri pianeti sono troppo lontani dal Sole per un effetto del genere. Anche la luna di Giove, Io, che è allungata e tirata da Giove nel corso del suo periodo orbitale di 42 ore, rimane approssimativa- mente sferica. Trovare un pianeta come questo è raro: un altro pianeta, WASP-12b, è di dimensioni simili, di forma oblunga e ha un periodo orbitale simile, ma viene fatto a pezzi dalla sua stella natale e non è così ben dettagliato nelle osservazioni. |
Post n°3476 pubblicato il 11 Febbraio 2022 da blogtecaolivelli
Fonte: risorse Internet Se i diamanti sono i migliori amici di una ragazza, come vuole un celebre ritornello, allora ci sono due pianeti che ne sarebbero il paradiso. Di quelli in cui una donna non si sentirebbe mai sola. Lasciando le mode e passando alla scienza, su Urano e Nettuno 'piovono' diamanti. Rispetto ad altri pianeti del sistema solare, infatti, a prevalenza gassosa, i due citati hanno una composizione ben diversa. Composti prevalentemente di acqua, metano e ammoniaca, questa sostanza diventa sempre meno compatta spostandosi verso la superficie. La sua esatta costituzione non è del tutto chiara dal momento che il nucleo non è stato studiato in maniera precisa. Basti dire che le informazioni più recenti risalgono a tre decenni fa, con i limiti che le tecnologie del tempo avevano. Allora, la sonda Voyager 2 si era avvicinata all'esterno del sistema ma nulla di più. Sulla base dei dati a disposizione, analizzati con i metodi di oggi, emerge la possibilità che su Urano e Nettuno ci siano costanti piogge di diamanti. Come spiega esquire.com, questi pianeti avrebbero al loro interno una temperatura superiore ai seimila gradi Celsius (6.727 °C, a essere precisi) ma in superficie sono estremamente freddi. La pressione, inoltre, è sei volte superiore a quella della Terra. In tali condizioni, ammoniaca, metano e acqua normalmente reagiscono liberando molecole di carbonio che, combinandosi, fra loro secondo cristalli costituiscono i diamanti. Una volta formatisi, questi ricadono verso il basso, attraversando quindi gli strati più profondi del pianeta. E con l'aumentare delle temperature finiscono per vaporizzarsi, in un continuo processo che si ripete all'infinito. Non va certo immaginata come una piacevole spruzzata di cristalli nevosi da cui ci si può lasciar colpire per divertimento. In attesa di ulteriori conferme, però, ci piace immaginare questa pioggia di diamanti che Marylin Monroe amerebbe senza dubbio alla follia. |
Post n°3475 pubblicato il 11 Febbraio 2022 da blogtecaolivelli
Fonte: risorse Internet La NASA assume teologi per prepararci agli alieni La NASA ha assunto ventiquattro teologi e li ha inseriti nel programma del Center for Theological Inquiry. Ecco di cosa si tratta
Da tempo l'uomo si interroga sulla presenza di altre forme di vita nell'universo. Tra queste anche gli alieni ovviamente. Esistono? Non esistono? Nel dubbio la Nasa assume teologi per prepararci all'incontro con loro. Sì, perché alla Princeton University del New Jersey esiste un programma che si chiama Center for Theological Inquiry (CTI). Si tratta di un programma che indaga e approfondisce le questioni teologiche fondamentali della nostra società. Tra i finanziatori di questo programma c'è appunto la Nasa. Qual è il nesso tra le due cose? Nasa ha assunto ventiquattro teologi e li ha inseriti nel programma del Center for Theological Inquiry. Questi ventiquattro accademici, come riporta il sito rivistastudio.com, devono capire come le diverse confessioni religiose del nostro mondo reagirebbero alla notizia che nell'universo c'è vita oltre l'umanità. Tra di loro c'è Andrew Davison, prete e professore dell'Università di Cambridge. Nel suo libro Astrobiology and christian doctrine Davison scrive della possibilità che Dio abbia concesso la vita anche ad altri mondi nell'universo, e spiega che "le persone non-religiose tendono a ingigantire le difficoltà che le persone religiose potrebbero incontrare di fronte alla conferma dell'esistenza della vita aliena". Carl Pilcher, ex-direttore del Nasa Astrobiology Institute, ha detto che i teologi sono stati coinvolti in questo progetto per "verificare cosa succede quando usiamo gli strumenti scientifici del XX (e inizio del XXI) secolo per rispondere a domande che nelle tradizioni religiose ci si pone da centinaia o migliaia di anni". Pilcher inoltre ha le idee chiare sulla questione della vita nell'universo oltre il pianeta Terra: "È impensabile che la vita si sia sviluppata solo sul nostro pianeta. È impensabile quando sappiamo che ci sono più di cento miliardi di stelle nella nostra galassia e più di cento miliardi di galassie nell'universo". E chissà se prima o poi riusciremo alla domanda che ci poniamo da tanto: chi c'è nell'universo oltre a noi? |
AREA PERSONALE
MENU
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.