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ROMA, CITTA' ETERNA


IdrografiaRoma sorse lungo la sponda sinistra del fiume Tevere, ai piedi di numerosi colli (in particolare Aventino, Palatino e Campidoglio. Il Tevere costituiva il confine naturale tra due differenti culture che, fin dalla fine dell'età del bronzo (attorno al1000 a.C.), andavano ormai contrapponendosi anche etnicamente: la cultura protolaziale a sud (il Latium vetus dei Latini-Falisci) e quella protovillanoviana a nord (l'Etruria degli Etruschi).[20] E non fu probabilmente un caso che i villaggi della zona che sorsero sui colli attorno al guado dell'isola Tiberina, si aggregarono inizialmente intorno al colle Palatino; questo infatti è vicino al Campidoglio, colle strategico dal punto di vista militare, ma è anche vicino all'isola stessa, ottimo guado tra la riva etrusca e quella latina. Il Palatino era anche un ottimo punto d'osservazione sia verso l'Aventino, sia verso ilQuirinale, sul quale erano stanziati i Sabini.La città, oltre che dal Tevere, era ed è attraversata anche da un altro fiume, l'Aniene, che confluisce nel Tevere nella zona settentrionale dell'odierno territorio urbano.Storia, urbanistica e architetturaQuesta voce è parte della serieCiviltà romana
Periodi della storia romana Fondazione di Roma (753 a.C.)Età regia (753-509 a.C.)Età repubblicana (509-31 a.C.)Età imperiale (31 a.C.-476) Alto Impero romano (31 a.C.-284)Tardo Impero romano (284-476)Impero romano d'Occidente(395-476)Impero romano d'Oriente(395-1453)Roma antica (la città)Costantinopoli (la seconda Roma)CategorieAntica Roma  · Storia di Roma  ·Storia d'Italia  Età regiaFondata secondo la tradizione il 21 aprile 753 a.C.[21] in seguito all'uccisione di Remoda parte del fratello Romolo, Roma venne governata per 244 anni, secondo la tradizione, da sette re: lo stesso RomoloNuma PompilioTullo OstilioAnco Marzio,Tarquinio PriscoServio Tullio e Tarquinio il Superbo[22].UrbanisticaRoma quadrata di RomoloIl leggendario solco tracciato da Romolo aveva probabilmente una funzione dipomerium e quindi di confine, ed è abbastanza verosimile, data l'antica conformazione del colle, che il primitivo muro[23] e il fossato che lo accompagnavano fossero stati realizzati solo sul lato tra il Germalo e il Palatino, a difesa del lato più esposto, anche se il pomerium, per il suo significato di cinta sacrale, doveva certamente circondare tutto il centro abitato.Una diversa spiegazione dell'aggettivo "quadrata" viene fornita da Festo e daProperzio, i quali suggeriscono che quadrato potesse essere il mondus, cioè quella fossa che veniva scavata al centro esatto del pomerium e riempita di tutti quegli oggetti sacrificali e beneauguranti che i sacerdoti utilizzavano durante la complessa cerimonia di inaugurazione della nuova città.Il baluardo tra Germalo e Palatino è però poco più di una verosimile congettura, sulla base della presenza di un avvallamento, tra le due alture, un po' troppo accentuato. La Roma quadrata cui accennano alcuni autori classici[24] comprendeva invece entrambe le alture, con l'esclusione del colle VeliaTacito fornisce alcune indicazioni in merito al primitivo recinto della città, in base alle quali è possibile ipotizzare il seguente percorso, lungo circa un chilometro e mezzo: dalla basilica di Sant'Anastasia al Palatino, all'incirca all'incrocio tra le odierne via dei Cerchi e via di S. Teodoro, lungo il lato meridionale del Palatino fino alla chiesa di S. Gregorio, piegando poi verso l'Arco di Costantino, quindi verso l'Arco di Tito e la basilica di Santa Francesca Romana per ricongiungersi poi al tracciato dell'odierna via di San Teodoro e scendere per il Velabro fino alla chiesa di Santa Anastasia. Le estremità erano segnalate da altari: l'ara massima di Ercole invitto nel Foro Boario, l'ara di Conso nella valle del Circo Massimo, il santuario dei Lari ai piedi della Velia e le Curiae Veteres sull'angolo nord-orientale del Palatino.[25] È abbastanza evidente che alcuni di questi tratti sfruttavano la naturale conformazione del colle e non necessitavano pertanto di alcun muro.
L'area "sacra" di Sant'Omobono.
Segni di capanne sul Palatino risalenti all'VIII secolo a.C.Un elemento di particolare rilievo nei ritrovamenti dell'area di S. Omobono è dato dal fatto che insieme ai reperti del XIV secolo sono stati ritrovati anche resti, di indubbia provenienza greca, risalenti all'VIII secolo, quindi esattamente coincidenti con l'epoca dellafondazione di Roma. Tale circostanza è pertanto una conferma archeologica della realtà storica degli indizi che hanno poi contribuito a generare la tradizione mitologica sulle origini leggendarie della città. Diverse teorie e studi cercano di collegare questi reperti; si tratta di ritrovamenti in un'area molto ristretta e che attestano la presenza di abitati nella zona del Campidoglio, Foro, Palatino in un'età anche antecedente a quella che la tradizione tramanda come data di fondazione.La tradizione che racconta che Roma fu fondata con un atto di volontà di Romolo, sembra avere un fondamento di verità soprattutto in seguito alla scoperta, a opera dell'archeologo italiano Andrea Carandini, di un'antica cinta muraria (che potrebbe essere l'antico "muro di Romolo") costituita da un muro a scaglie di tufo, con alla sommità incastri e tracce di una palizzata e vallo risalente al 730 a.C., eretto sul Palatino nel versante volto verso la Velia dietro la basilica di Massenzio alla base nord-orientale del colle Palatino. Tale cinta muraria potrebbe essere la conferma del tradizionale racconto sulla fondazione di Roma[26] ed è quasi contemporanea a una fibula di bronzo dell'VIII secolo, raffigurante un picchio che acceca Anchise, il padre di Enea, punendolo per essersi unito a Venere. Secondo lo storico Tacito, infatti, il "solco primigenio" tracciato daRomolo sul Palatino, primo nucleo urbano della futura città di Roma, avrebbe incluso l'Ara massima di Ercole invitto, monumento non solo già esistente attorno alla metà dell'VIII secolo a.C.,[23] ma costituente uno dei quattro angoli della città quadrata. Ancora Tacito e Strabone aggiungono che il Campidoglio, la sottostante piana del Foro romano e il colle delQuirinale furono aggiunti alla Roma quadrata da Tito Tazio.[1][25]Quest'ipotesi è stata ulteriormente confermata dalla scoperta nel 2005 di un grande palazzo ad architettura a capanna nell'area del tempio di Vesta che potrebbe essere il palazzo dei primi re di Roma. Muro, antico palazzo reale e primo tempio di Vesta fanno parte di un complesso architettonico risalente alla seconda metà dell'VIII secolo a.C. che sembra confermare l'esistenza di un progetto architettonico ben preciso già nella seconda metà dell'VIII secolo, data tradizionale della fondazione di Roma in questo periodo[27].Un altro gruppo di studiosi non ritiene che Roma sia nata da un atto di fondazione, sul modello delle polis greche nel sud Italia e in Sicilia, ma piuttosto che la fondazione della città storicamente debba attribuirsi a un diffuso fenomeno di formazione dei centri urbani, presente in gran parte dell'Italia centrale, e che nella fattispecie comprenda un periodo di diversi secoli: dal XIV secolo al VII secolo a.C. La città si venne quindi formando attraverso un fenomeno di sinecismo durato vari secoli,[28] che vide, in analogia a quanto accadeva in tutta l'Italia centrale, la progressiva riunione in un vero e proprio centro urbano degli insediamenti dispersi sui vari colli. In quest'epoca infatti i sepolcreti collocati negli spazi vuoti tra i primitivi villaggi furono abbandonati a favore di nuove necropoli poste all'esterno dell'area cittadina, in quanto tali spazi sono ora considerati parte integrante dello spazio urbano.Ed è anche quello che verosimilmente può essere accaduto sul Palatino, che inizialmente era composto da vari nuclei abitativi indipendenti (Palatium e Cermalus) e che si concluse attorno alla metà dell'VIII secolo, corrispondente alla tradizionale data di fondazione del 753 a.C. Il Romolo della leggenda può essere stato, pertanto, il realizzatore della prima unificazione di questi nuclei in un'entità unica. Secondo il Carandini l'abitato proto-urbano del sito di Roma, copriva un'area di circa 204 ettari, di cui 139 si riferivano ai montes e 65 ai colles del cosiddetto Septimontium.[29]Nei due secoli successivi, tale processo di unificazione fu probabilmente accelerato dall'occupazione etrusca della città andando a includere ora i famosi "sette colli". È vero infatti che, secondo la tradizione, sotto Tullo Ostilio fu aggiunto il colleCelio,[30] mentre al tempo di Anco Marzio i colli Aventino[31] e Gianicolo.[1][32]Roma delle mura serviane e dei Tarquini
Plastico della Roma dei Tarquini presso il museo della civiltà romana all'EUR.A partire dalla fine del VII secolo a.C. da tutta l'Etruria, in particolare da Tarquinia, un imponente flusso migratorio si indirizzò su Roma, composto di notabili con persone al seguito e da semplici privati in cerca di lavoro e fortuna, richiamati dalle crescenti attrattive di un centro sempre più ricco e potente. Fu così che, gradualmente, i gruppi etnici etruschi, già presenti in città e residenti lungo il Vicus Tuscus, presero numericamente il sopravvento, impugnando le redini dell'economia mercantile cittadina, e impadronendosi del potere, imponendo re della loro medesima etnia.La struttura urbana successiva alla Roma quadrata si era basata su un processo di aggregazione tra le varie genti che occupavano i colli intorno al Palatino (EtruschiLatiniSabiniErnici, ecc.), nucleo centrale della città, ed era organizzata in modo decentrato, nel senso che le varie alture costituenti la città non facevano parte di un'unica entità difensiva, ma possedevano, ciascuna, una sua struttura militare indipendente, affidata più alla forza e al valore degli uomini che non alle fortificazioni.