Ettore FieramoscaDa Wikipedia,
Ettore Fieramosca ritratto in un manifesto commemorativo del IV centenario della
Disfida di BarlettaBiografiaAppartenente alla
nobile e antica famiglia dei Fieramosca o Ferramosca, Ettore nacque a
Capua nel
1476 da
Rainaldo, barone di
Rocca d'Evandro, e da una nobildonna non meglio identificata, e che secondo alcuni studiosi era appartenente alla casa dei Cariolato.Dalla sorella Porzia , sposata ad un nobile teramano, Giovanni Battista Leognani († 1531), barone di Civitaquana e Ginestra, discende la famiglia Leognani Fieramosca (o Leognani Ferramosca) estinta nelle famiglie Tribuni Ricci, baroni Forcella di Atri (da cui le famiglie Clemente di Notaresco, De Sanctis-Rosati di Monteprandone, De Filippis Delfico, De Sanctis Martellacci di Teramo), Leopardi baroni di Civitaquana e Ginestra, Valignani duchi di Vacri, Castiglione marchesi di Poggio Umbricchio, ed altre.Ricevuta un'educazione
umanistica, Fieramosca fu presto avviato alla carriera militare e introdotto come paggio alla corte di
Ferrante d'Aragona.Nel
1493, ancora giovanissimo, aveva già il comando di una compagnia di balestrieri a cavallo, con la quale combatté contro
Carlo VIII per
Ferdinando II che seguì anche dopo la sconfitta.Ristabilito il trono di
Ferdinando II e poi in seguito alla morte di quest'ultimo, Fieramosca passò al servizio del nuovo sovrano
Federico IV che seguì all'
assedio di Gaeta nel novembre del
1496. Nel
1497 combatté nelle
Marche, inviato dal sovrano ad
Ascoli per sedare una ribellione, dove si distinse nella difesa del castello di
Offida.Nel
1501, il cavaliere capuano difese la sua città natale dall'assedio dell'esercito francese che, d'accordo con quello spagnolo in virtù di un accordo diplomatico segreto tra
Luigi XII e Ferdinando d'Aragona, si spartiva il regno aragonese ai danni di
Federico I di Napoli; questi, sconfitto e oramai consapevole dell'inutilità di ogni ulteriore resistenza, trattò la sua resa rinunciando al trono, in cambio del Ducato di Angiò francese e accompagnato oltralpe da pochi nobili restatigli fedeli e scortato da un drappello di cavalieri comandati dal Fieramosca.Dopo questi eventi, considerato un traditore dai suoi concittadini, il Fieramosca, privato nel
1502 delle sue rendite nobiliari, tornò in Italia aggregandosi alle bande di
Prospero Colonna, al seguito di
Consalvo da Cordova, per occupare la
Puglia, prima con l'espugnazione di
Taranto e successivamente con l'occupazione di
Andria,
Canosa,
Manfredonia e
Barletta.Acquartieratosi nella città di
Barletta, il Fieramosca partecipò a spedizioni e a modeste imboscate condotte dagli spagnoli. Fu proprio a causa di una di queste imboscate che venne fatto prigioniero il cavaliere francese
Charles de Torgues, detto La Motte, che aizzato dagli
spagnoli accusò apertamente di codardia i cavalieri italiani al soldo del nemico, tra i quali il Fieramosca, sfidandoli a duello. Così il 13 febbraio
1503 tredici cavalieri
italiani, guidati dal Fieramosca, e altrettanti cavalieri
francesi, guidati da La Motte, si scontrarono a duello nella famosa
Disfida di Barlettache vide i primi come vincitori.Dopo la Disfida, Ettore Fieramosca partecipò nell'aprile dello stesso anno alla battaglia di
Cerignola e poi a quella di
Gaeta.Nel
1504, insignito del titolo di cortigiano del Re, Fieramosca si recò in
Spagna a capo di una delegazione per reclamare alcuni privilegi per la città di
Capua dinanzi al sovrano
Ferdinando II di Aragona che non solo accordò le richieste ma conferì al nobile capitano il titolo di conte di
Miglionico e signore di
Aquara.
Autografo di Ettore FieramoscaMa, finita la guerra franco-spagnola nel sud Italia, il Fieramosca fu privato da Consalvo da Cordova dei titoli appena concessigli poiché, nominato viceré del
Regno di Napoli, quest'ultimo avviò un processo di normalizzazione e di restituzione dei possedimenti perduti ai vecchi feudatari in cambio della loro fedeltà. Fieramosca, perso il feudo di Miglionico e il castello di Roccadevandro, rifiutò l'indennità di 600 ducati annuali, opponendo resistenza e preferendo farsi imprigionare piuttosto che subire il sopruso.Rimastagli solo la
contea di
Mignano, il Fieramosca cercò nel
1510, come ritorsione nei confronti degli
spagnoli, di passare al servizio della
Repubblica di Venezia. Nel
1512 passò al servizio di
Fabrizio Colonna e partecipò alla battaglia di
Ravenna dove fu gravemente ferito. Dopo la guarigione il Fieramosca raggiunse
Ancona per mettersi al servizio del viceré di Napoli,
Raimondo de Cardona.È da questo momento in poi che del cavaliere capuano non si hanno più notizie. Giunto a
Valladolid, sede della corte del
re di Spagna, muore a causa di una malattia il 20 gennaio
1515 all'età di 39 anni.Influenza culturaleAlla sua figura, eretta in epoca
risorgimentale a simbolo del valore nazionale, si ispira il romanzo storico
Ettore Fieramosca di
Massimo d'Azeglio del
1833 e le sue rielaborazioni cinematografiche:
Ettore Fieramosca del
1915 diretto dai registi
Domenico Gaido e
Umberto Paradisi, l'omonimo
Ettore Fieramosca film propagandistico del
1938 interpretato da
Gino Cervi e diretto da
Alessandro Blasetti e in chiave più ironica ne
Il soldato di ventura del
1976 diretto da
Pasquale Festa Campanile, in cui il condottiero è interpretato da
Bud Spencer.Il compositore
Vincenzo Ferroni gli dedicò il dramma lirico Ettore Fieramosca (
1896).Col suo nome furono varate nel
1850 la
pirofregata, appartenente alla
Real Marina del Regno delle Due Sicilie e in seguito incorporata dalla
Regia Marina, nel
1888 l'
ariete torpediniere e nel
1926 il
sommergibile.Nella città di
Barletta, sono inoltre intitolate al nome del cavaliere capuano la scuola media statale Ettore Fieramosca e la rivista mensile locale
il Fieramosca.