Glisso sulla mia giornata di lavoro. E' stato un susseguirsi di arrabbiature, affanno, sugiù per le scale, corricorri...Vabbè...Esco dall'ufficio che diluvia. Percorro la strada buia che già conoscete cercando inutilmente di evitare buchi e pozze ricolme d'acqua e macchine che sfrecciano fregandosene del povero pedone indifeso. Ci vorrebbe un canotto...Arrivo in stazione con i jeans zuppi, ho freddo e maldigola. Il treno ha 7 minuti di ritardo. Ettepare. Finalmente salgo e penso "per fortuna questa giornata sta finendo...". Non faccio in tempo a finire di articolare questo infausto pensiero velatamente ottimista che il treno fa una frenata brusca e si ferma in mezzo alla campagna. Mmm...M'immagino bloccata nel bel mezzo della campagna comasca per tutta la notte, al freddo, senza cibo né acqua. Per fortuna dopo circa dieci minuti il treno riparte. Forse è andata bene...Passiamo Saronno indenni e arriviamo a Milano Bovisa. E qui l'annuncio. Causa calo di tensione la rotta tra Milano Bovisa e Cadorna (dove scendo io) è interrotta. Grrrr! Scendo dal treno e mi unisco alle altre persone che guardano nervosamente un monitor che annuncia un bollettino di guerra. Il ritardo meno consistente è di 10 minuti. Fumo. Aspetto. Fumo. Aspetto. Fumo. Aspetto. Finalmente, dopo 20 minuti parte il primo treno per Cadorna. Arrivo alla stazione. L'atmosfera è desolante e infernale insieme. I binari sono vuoti, la gente che deve tornare nel proprio paesello ammassata sotto ai tabelloni che annunciano ritardi fino a 40 minuti. Penso a queste poveretti. Chissà a che ora riusciranno ad arrivare a casa...Ci metto un bel po' a raggiungere il metrò, devo farmi largo a fatica tra la massa. Per fortuna tram e metrò non presentano grossi problemi. Mia sorella va al super e mi chiede: "Hai bisogno di qualcosa?". "Una nuova vita" rispondo...Purtroppo all'Esselunga una vita diversa l'avevano finita, ma la sorellina mi ha promesso una gustosa pasta con il pesce spada. Prometto di non muovermi dal divano stasera. Non si sa mai...
Inferno andata e ritorno
Glisso sulla mia giornata di lavoro. E' stato un susseguirsi di arrabbiature, affanno, sugiù per le scale, corricorri...Vabbè...Esco dall'ufficio che diluvia. Percorro la strada buia che già conoscete cercando inutilmente di evitare buchi e pozze ricolme d'acqua e macchine che sfrecciano fregandosene del povero pedone indifeso. Ci vorrebbe un canotto...Arrivo in stazione con i jeans zuppi, ho freddo e maldigola. Il treno ha 7 minuti di ritardo. Ettepare. Finalmente salgo e penso "per fortuna questa giornata sta finendo...". Non faccio in tempo a finire di articolare questo infausto pensiero velatamente ottimista che il treno fa una frenata brusca e si ferma in mezzo alla campagna. Mmm...M'immagino bloccata nel bel mezzo della campagna comasca per tutta la notte, al freddo, senza cibo né acqua. Per fortuna dopo circa dieci minuti il treno riparte. Forse è andata bene...Passiamo Saronno indenni e arriviamo a Milano Bovisa. E qui l'annuncio. Causa calo di tensione la rotta tra Milano Bovisa e Cadorna (dove scendo io) è interrotta. Grrrr! Scendo dal treno e mi unisco alle altre persone che guardano nervosamente un monitor che annuncia un bollettino di guerra. Il ritardo meno consistente è di 10 minuti. Fumo. Aspetto. Fumo. Aspetto. Fumo. Aspetto. Finalmente, dopo 20 minuti parte il primo treno per Cadorna. Arrivo alla stazione. L'atmosfera è desolante e infernale insieme. I binari sono vuoti, la gente che deve tornare nel proprio paesello ammassata sotto ai tabelloni che annunciano ritardi fino a 40 minuti. Penso a queste poveretti. Chissà a che ora riusciranno ad arrivare a casa...Ci metto un bel po' a raggiungere il metrò, devo farmi largo a fatica tra la massa. Per fortuna tram e metrò non presentano grossi problemi. Mia sorella va al super e mi chiede: "Hai bisogno di qualcosa?". "Una nuova vita" rispondo...Purtroppo all'Esselunga una vita diversa l'avevano finita, ma la sorellina mi ha promesso una gustosa pasta con il pesce spada. Prometto di non muovermi dal divano stasera. Non si sa mai...