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LEZIONE DI SASSI

Post n°33 pubblicato il 19 Agosto 2008 da verosassi

Sarà meglio che dia qualche lezione di sassi visto che gentilmente alcune mie amichette in questi giorni si sono buttate in questa missione in boschi e fiumi.

Per chi non lo sapesse dipingo animali su sassi. Ma non tutti i sassi vanno bene.
Personalmente mi rifornisco in un fiume qui a 40 km dalla mia città se ho bisogno di sassi grandi e rotondi, in Liguria se voglio dei sassi lisci e lucidi. Se voglio i sassi piatti e rosa vado a Marotta (PS). Se li voglio piatti e chiari vado un po' più giù a Porto Sant'Elpidio.


I sassi della Sardegna e Corsica non vanno bene, sono granulosi e con frammenti di minerali. Il colore non attacca.

I sassi della Svizzera che mi ha portato Franceschina non vanno bene, sono granitici e Francy hai bisogno di qualche lezione sulla forma  .

I sassi bianchi di Numana non vanno bene, rilasciano polvere bianca, il colore si stacca.

I sassi del Lago di Garda vanno benissimo, ma prestare particolare attenzione alla forma. Non tutti vanno bene

E questo è quanto per quel che riguarda il materiale.

Poi c'è la forma ... da non sottovalutare.

Inizialmente portavo a casa bacinelle di sassi raccolti a caso. Con il risultato che mi riempivo la casa di sassi che non mi "parlavano".

Poi pian piano ho imparato a raccogliere solo quelli che mi dicono qualcosa da subito.
E ora porto a casa solo sassi che diventeranno cani, gatti, pulcini, civette, tartarughe ... Mai sassi dalla forma strana che non mi dicono niente. Questo purtroppo è un rischio costante di chi gentilmente mi porta sacchetti pieni di sassi. C'è la possibilità che su 50 sassi io ne ritenga "buoni" solo 2 ... ma mi piace vedere che creatività c'è nella testa delle mie amiche e se anche loro "ci vedono qualcosa".

Ora tocca a Marisa ... che mi ha raccolto tanti sassi ... ti farò sapere Mari ... ti darò il voto a te e alla tua famiglia ... ma qualcosa mi dice che sarai stata bravissima.
E soprattutto, ora .. non potrai più andare in un fiume senza guardarli tutti con occhi diversi! hi hi ... è una droga.

 
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"...E' difficile capire il valore della vita di una persona...
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Io...? io penso che uno misura se stesso in base alle persone che si sono misurate su di lui;
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La storia di sei anni vissuti in solitudine nell'atollo di Suwarrow

L’atollo è Suwarrow, cinquanta miglia di barriera corallina con piccole strisce di sabbia di cui solo alcune con vegetazione. Distante 850 miglia da Tahiti, 500 dalle Samoa, 1800 da Auckland Suwarrow venne scoperto nel nel 1814 da una nave russa il cui Comandante battezzò con il nome della sua nave, Suwarrow, appunto. Tom Neale cercava di fuggire dalla civiltà e decise di vivere da solo sperimentando la condizione in cui ci si deve procurare il necessario: dall’acqua potabile al cibo. Un’attività intensa che occupò per undici anni, il periodo in cui Neale visse a Suwarrow. Il libro “Solo du un’isola deserta”, Editrice Incontri Nautici, 220 pagine, 15 euro, si riferisce ai primi sei anni, dal 1952 al 1958, di permanenza di Neale nell’isola. “Quando fui solo sulla mia isola Suwarrow – scrive Tom Neale – cominciai a valutare la situazione. Poiché è a forma di lingua e misura solo 270 metri circa nel suo punto più largo, potei vederne gran parte con un solo sguardo dalla spiaggia. Notai che oltre la spiaggia c’era una distesa di palme da cocco, pandani, rampicanti e una massa di tauhunu, arbusto che solitamente cresce a un’altezza di circa sei metri o più fino a diventare impenetrabile. Spinto da un improvviso impulso, decisi che, prima di fare qualsiasi altra cosa, avrei camminato attorno all’isola sulla sabbia, lungo la spiaggia o nell’acqua poco profonda, sull’orlo della barriera corallina. Volevo apprendere dove crescevano le migliori noci di cocco, scoprire dove trovare il migliore terreno fertile per l’orto, esaminare i punti dove l’acqua era meno profonda per trovare le pozze migliori per pescare. Era una mattinata meravigliosa, perciò, m’incamminai verso la costa che dava sulla laguna per raggiungere l’estremità Nord della mia nuova casa, percorrendo una spiaggia così bianca e accecante da sentire quasi male agli occhi”.

 

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