Il nostro giornalino

Luciano Garavello è morto


Uccise la moglie e ferì il figlio, fatale un tumore al cervello
Luciano GaravelloPOZZONOVO. Ventuno mesi già trascorsi dietro le sbarre. Ma in carcere avrebbe dovuto rimanerci ancora a lungo dopo la condanna a 16 anni e 8 mesi per l’assassinio della moglie e il tentato omicidio del figlio. Così non è stato: Luciano Garavello, 64 anni di Pozzonovo, è morto.Da oltre un mese era ricoverato all’hospice di Montagnana ormai in fase terminale: nell’ottobre scorso, infatti, i medici dell’o spedale Borgo Trento di Verona gli avevano diagnosticato una doppia massa tumorale al cervello. Operato d’urgenza il 26 ottobre, sembrava non aver più di uno o due giorni di vita. Invece Luciano Gravello, «Ciano» per tutti, si era ripreso e aveva resistito ancora. Nelle settimane precedenti era stato il suo difensore, l’a vvocato Luisana Malfatti, a sollecitare una serie di accertamenti medici per Garavello, rinchiuso nella casa circondariale di Padova. L’uomo aveva cominciato a dimagrire. Inoltre, era molto depresso, piangeva spesso e appariva stanco. Trasferito all’ospedale di Padova, non gli era stato riscontrato nulla di anomalo. Tuttavia la situazione non migliorava. Nuova richiesta del difensore per un trasferimento nell’infermeria di un carcere: disponibile ad accogliere Luciano Garavello era stata quella del carcere di Montorio, a Verona. Qui era giunto il 18 ottobre e il 24 del mese era stato accompagnato all’ospedale di Borgo Trento: lo stesso giorno la scoperta del tumore, il 26 l’operazione urgente in neurochirurgia.Contemporaneamente il legale aveva ottenuto la revoca della custodia cautelare che imponeva il piantonamento del detenuto. Poco alla volta la lenta ripresa, benché la malattia non avesse mai lasciato speranze di sopravvivenza per Garavello, trasferito all’h ospice di Montagnana dove è stato assistito e curato con grande affetto. Una malattia che potrebbe essersi sviluppata anche prima del grave episodio di cui l’uomo è stato tragico protagonista. E che - non è escluso - potrebbe aver in qualche modo condizionato o alterato la sua personalità o i comportamenti. Il funerale sarà celebrato domani alle 15,30 nella chiesa parrocchiale di Solesino, nel cui cimitero sarà sepolto. I figli, che avevano chiuso ogni rapporto con il padre dopo l’omicidio della mamma, non hanno voluto che la cerimonia si svolgesse a Pozzonovo. È il 30 gennaio 2008 quando Luciano Garavello distrugge la propria esistenza e la famiglia. Per una vita era stato commerciante ambulante di frutta e verdura, lavorando tutta la settimana lontano da casa. Poi era arrivata la pensione e le giornate erano immensamente vuote, mentre i rapporti familiari inesistenti al punto che si lavava la biancheria e si faceva da mangiare sempre da solo. Luciano Garavello aveva avvertito intorno a sé un forte senso di isolamento, rifugiandosi nella passione per le armi. Con la moglie le liti erano all’ordine del giorno, mentre il figlio Mirko, l’unico a vivere ancora in famiglia nell’abitazione di Pozzonovo in via Fanzaghe, dava sempre ragione alla madre. All’ora di pranzo di quel 30 gennaio, forse dopo l’ennesima discussione, Luciano aveva deciso di reagire: era salito in camera, imbracciando il suo fucile calibro 12. Quindi era sceso in cucina e aveva sparato alla moglie Teresa, colpita alle spalle. Mirko si era precipitato nella stanza ed era stato ferito gravemente. Convinto di averli uccisi tutti e due, Luciano era salito in macchina, si era fermato da un conoscente annunciando la strage e poi si era consegnato ai carabinieri di Solesino.(07 gennaio 2010)http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/luciano-garavello-e-morto/1822483