Creato da sandroarcobaleno il 18/11/2007

Il nostro giornalino

Il magazine della ex 3^B della scuola media di Solesino che riporta le notizie su Solesino e dintorni

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Anonimo il 29/11/07 alle 15:55 via WEB
Fibre SinteticheLe fibre riportate in questa sezione possono avere la seguente origine: - Fibre da idrocarburi (da polipropilene; da polietilene; da polisoprene) - Fibre da idrocarburi alogenati (fluorofibre; clorofibre) - Fibre da derivati vinilici (sono presenti derivati vinilici non alogenati in misura superiore al 50%) - Fibre da nitrile acrilico (acriliche -% gruppo nitrile acrilico maggiore o uguale all'85%; modacriliche -% gruppo nitrile acrilico compresa tra 50 e 85%; triviniliche -% gruppo nitrile acrilico minore 50% ) - Fibre poliammidiche (da amminoacidi; da lattami; da acidi bicarbossilici e diammine) - Fibre poliestere (poliestere normale; speciale; modificato chimicamente; modificato fisicamente) - Fibre poliuretaniche e ureiche (poliuretaniche lineari non elastomeriche; poliuretani segmentati) -------------------------------------------------------------------------------- Calafine QDSi tratta di un particolare tipo di poliestere che può essere tinto a pressione atmosferica e quindi alla temperatura di ebollizione, sia con coloranti cationici che dispersi. Per informazioni aprire il file sottostante. Calafine QD (21 KB). -------------------------------------------------------------------------------- Dyneema-Fibra polietilenica HTNel campo delle fibre ad alte prestazioni per elevatissime caratteristiche meccaniche, la polietilenica HT occupa un posto di tutto rilievo. Si contraddistingue per la sua leggerezza (densità inferiore a 1 Kg/dm3), oltre che per l'elevata tenacità (supera di quasi 15 volte quella dell'acciaio). Per informazioni aprire il file sottostante. Dyneema-Fibra polietilenica HT (42 KB). -------------------------------------------------------------------------------- Fibre elastomericheSi definiscono fibre elastomeriche le fibre sintetiche composte da macromolecole lineari che contengano almeno l'85% in massa di poliuretani condensati. Questo tipo di fibra è definito quasi ovuque ELASTAN, ma anche il termine SPANDEX è molto utilizzato soprattutto negli USA. Per informazioni aprire il file sottostante. Fibre elastomeriche (35 KB). -------------------------------------------------------------------------------- LactronIl lactron è un nuovo tipo di fibra sintetica, derivante da una pianta: è infatti costituita da acido polilattico, ottenuto tramite fermentazione dall'amido del granoturco. E' una fibra completamente riciclabile ed ecologica. Per informazioni aprire il file sottostante. Lactron (139 KB). -------------------------------------------------------------------------------- KevlarSi tratta di una fibra inventata da Du Pont che presenta caratteristiche uniche di resistenza e rigidità, assorbimento delle vibrazioni e resistenza al calore e alla fiamma. Per informazioni aprire il file sottostante. Kevlar (24 KB). o visitare il sito: www.dupont.com/kevlar/. -------------------------------------------------------------------------------- NomexLa fibra Nomex appartiene alle "fibre ingegneristiche" sviluppate da Du Pont. Presenta eccellenti caratteristiche di resistenza al calore e alla fiamma e di isolamento elettrico. Per informazioni aprire il file sottostante. Nomex (21 KB). o visitare il sito www.dupont.com/nomex/index.html. -------------------------------------------------------------------------------- PTTLa fibra PTT viene considerata come la più importante del dopo-poliestere; è ottenuta per policondensazione di PTA (acido tereftalico purificato) e di PDO (1,3 propandiolo). Per informazioni aprire il file sottostante. Fibre PTT (53 KB). -------------------------------------------------------------------------------- TriactorSi tratta di una nuova fibra di poliestere, la cui sezione, simile ad una Y modificata, porta ad un rapido assorbimento dell'umidità. Trova applicazioni soprattutto nel campo dell'abbigliamento sportivo. Per informazioni aprire il file sottostante. Triactor (54 KB). -------------------------------------------------------------------------------- TEFLON® e TEFAIRE®Si tratta di fibre tessili realizzate da Du Pont e utilizzate principalmente per la filtrazione delle minuscole particelle dei gas di combustione. Per informazioni aprire il file sottostante. TEFLON® e TEFAIRE® (21 KB). alessandro rocchetto
 
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Anonimo il 29/11/07 alle 14:25 via WEB
sono alessandro rocchetto non rieco a registrarmi nel tuo blog perchè mi dice che ho sbagliato la pas. o il nick
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 29/11/07 alle 14:16 via WEB
anto dove sono i smiles. rispondi subito
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/11/07 alle 20:04 via WEB
Abbigliamento. Le fibre artificiali e sintetiche INDICE Le fibre artificiali e sintetiche Acetato Bemberg Viscosa o raion Modal Le fibre sintetiche Nylon Lycra Poliestere o "pile" Polipropilene Acrilico Fibre "Comfort" Microfibre Tessuti multistrato Tessuti liquidi Le fibre artificiali e sintetiche Le fibre prodotte dall’uomo si dividono in “artificiali” e “sintetiche”. Qual è la differenza? Le artificiali costituiscono la prima generazione “man made”. Il primo brevetto si deve a un ricercatore francese, risale al 1884. Il principio delle fibre artificiali consiste in una particolare lavorazione della cellulosa, il principale componente della membrana cellulare di tutte le piante da cui si ottiene una sostanza liquida. Con questo sistema l’industria tessile mise a punto la “seta artificiale” che ebbe tale successo da essere presentata all’Esposizione universale di Parigi del 1889, con la Torre Eiffel. Più tardi, comparvero le altre fibre derivate dalla cellulosa: acetato, cupro, viscosa o raion, modal. Acetato Si ottiene sciogliendo la cellulosa in un solvente: l’acetone. L’acetato è usato nella composizione di tessuti per camicie, vestaglie, foulard, maglieria, ma anche abiti da sera, abbigliamento sportivo e fodere. Come il cupro, al tatto somiglia alla seta. Bemberg La fibra di cupro, più conosciuta col nome “bemberg”, nasce dalla cellulosa della fine peluria che riveste i semi del cotone. Per le sottili dimensioni del filato, i tessuti in cupro sono usati nella produzione di fodere di vario tipo (taffettà leggeri, twill, rasi e rasoni pesanti). Molto resistente rispetto ad altre fibre ha il pregio di non causare cariche elettrostatiche fastidiose sulla pelle e che attirano facilmente la polvere. Il cupro è anche utilizzato per velluti lisci e operati, damaschi e rasi destinati a capi di abbigliamento esterno. Viscosa o raion Si ricava dalla cellulosa del legno e ha una struttura molto simile al cotone. Impiegata da sola o con il cotone, ha una buona resistenza all’usura, ma si sgualcisce facilmente. Modal Non esiste sotto forma di filo continuo, ma solo in fiocco. Al tatto, è assai simile al cotone col quale viene impiegata esclusivamente per dare maggiore lucentezza ai tessuti. Le fibre sintetiche Comparse negli anni Trenta, le fibre sintetiche rappresentano la seconda generazione delle fibre fatte dall’uomo. Alla loro origine c’è il petrolio, da cui vengono ricavate con procedimenti chimici di sintesi. Il primo prodotto di sintesi creato dall’industria chimica fu il nylon, e poi, via via, l’acrilico, il poliestere e il propilene. Nylon Il suo nome nasce dalla fusione delle iniziali di New York (Ny) e Londra (Lon). È un filato molto resistente agli strappi e all’usura, può essere prodotto in fili anche molto sottili e ha una struttura elastica che gli permette di adattarsi alle forme e ai movimenti più imprevisti e complessi del corpo umano Per queste caratteristiche, è impiegato in tutti i capi che devono aderire alla pelle e seguirne i movimenti: calze, collant, busti, guaine, costumi da bagno. Ma si usa anche per pantaloni da sci e rivestimenti esterni di giacche a vento. Realizzato dalla Du Pont da un filo continuo di poliammide si affermò alla fine degli anni 30 sui mercati americani e successivamente in quelli di mezzo mondo. Per la prima volta, infatti, si potevano ottenere calze trasparenti meno costose della seta e sufficientemente elastiche per non dare luogo ad antiestetiche grinze sulle gambe. Non si trattava ancora, però, di filati realmente elastici, dato che queste fibre non si allungano materialmente ma la loro estensibilità dipende dal raddrizzamento del filamento che, in stato di riposo, si presenta arricciato o arrotolato. Mancava, cioè, al nylon il potere di contenimento e di recupero elastico che spinse la stessa Du Pont a studiare fibre alternative. Lycra Nome commerciale (registrato dalla Du Pont) dell’elastam identifica una fibra artificiale assai elastica, che viene impiegata con il nylon per la produzione di calze e collant. La lycra, in pratica, è un filo continuo di elastam, opaco, bianco brillante e trasparente che ha la proprietà di aumentare da 5 a 7 volte la lunghezza originale, per ritornare alla posizione originaria senza grosse deformazioni, con una capacità di contenimento (la forza di compressione esercitata sul corpo) anche 6 volte superiore a quella dei comuni nylon elasticizzati. Nel caso delle calze, l’elastam, oltre a migliorare di molto l’elasticità e la resistenza, offre una compressione riposante e continua in tutte le parti della gamba e del bacino, un po’ come se si trattasse di una seconda pelle. Più è alta la percentuale di elastam in un tessuto maggiore è il grado di contenimento offerto. L’ultima novità in questo campo è la lycra 3D, essenzialmente una buona trovata di marketing. La fibra, brevettata tanto per cambiare dalla Du Pont, con un’aggiunta di lycra in ogni maglia rende il tessuto elastico nei tre sensi (orizzontale, verticale e diagonale). Sul piano estetico, inoltre, la maglia appare più regolare e non forma antiestetiche righe sulla gamba. E sempre a proposito di calze: il numero di “denari”, o Den dichiarato sulle confezioni indica il peso in grammi di 9mila metri di filo. Questo valore indica il grado di trasparenza della calza (la velatura) e la sua leggerezza: meno “denari” corrispondono a una calza più trasparente. Poliestere o "pile" Il nome non vi dice niente? Vuol dire che non leggete con attenzione le etichette dei capi d’abbigliamento. Il poliestere, infatti, è la più usata tra le fibre chimiche e da sola copre il 20 per cento del consumo mondiale di fibre tessili. Utilizzato sempre più, sia allo stato “puro” che con altre fibre, in tutti i settori dell’abbigliamento, il poliestere è molto elastico e non si stropiccia facilmente: le eventuali pieghe che si formano durante l’uso scompaiono da sole in poco tempo. Inoltre, non assorbe l’acqua: in un ambiente con l’85 per cento di umidità, ne assorbe solo l’1 per cento. Sotto il nome di “pile” (si pronuncia “pail”) il poliestere, ottenuto da plastica riciclata entra nella composizione di maglioni, tute sportive, pellicce “ecologiche” o imbottiture di giacconi. Le moderne tecnologie di riciclo consentono di trasformare in fibra poliestere di qualità le comuni bottiglie in Pet dell’acqua minerale. Comprare un “pile” in poliestere da riciclo può significare non solo indossare una maglia morbida, calda, bella, ma anche sottrarre alla discarica o alla dispersione nell’ambiente materiali di scarto. Polipropilene Fra le ultime nate nel campo delle fibre sintetiche, è stata messa a punto in Italia al Politecnico di Milano. È, in assoluto, la fibra più leggera. Ed è completamente impermeabile all’acqua. Non a caso, viene impiegata anche per rivestire gli strati esterni dei pannolini. Mischiata con altre fibre, entra nella composizione di vari capi di maglieria. Acrilico Tra le fibre realizzate dall’uomo è la più simile alla lana. Conferisce elasticità e voluminosità ai tessuti, e per questo viene usata soprattutto nei capi di maglieria, da sola o con altre fibre. Rispetto alla lana, ha una superiore resistenza all’usura, non è soggetta al fenomeno di “pilling” non teme l’attacco di muffe o tarme, resiste agli agenti atmosferici. Fibre "Comfort" Sono le fibre poliossiamidiche la terza generazione di fibre sintetiche, messe a punto negli ultimi anni, e possono vantare un comportamento per certi versi molto simile alle fibre naturali: imitando la lana, trattengono l’umidità corporea e la rilasciano all’esterno in funzione dell’ambiente circostante più o meno secco. Microfibre Sono fibre “hi-tech”, cioè ad alta tecnologia. Composte di poliestere o di poliammide, hanno la particolarità di essere sottilissime, con un diametro pari a un terzo di quello della lana e metà di quello della seta. Queste dimensioni si ottengono colando la materia prima allo stato liquido attraverso un microforo fatto con il laser. In questo modo, si possono realizzare anche fili di sezione diversa da quella circolare, che riflettono la luce in maniera particolare, dando ad esempio effetti cromatici cangianti. Le microfibre sono superleggere: 10 chilometri pesano meno di 1 grammo. Mantengono all’asciutto e garantiscono il comfort totale. Alla funzione protettiva da pioggia e vento uniscono infatti quella di termoregolazione. Grazie a una membrana microporosa (1,4 miliardi di micropori per 2 centimetri) i capi in microfibra favoriscono la traspirazione evitando fenomeni di condensazione del sudore. Tessuti multistrato Un esempio è il “Gore-tex”, utilizzato nelle giacche a vento che devono resistere anche alle condizioni meteorologiche più avverse. A guardarlo al microscopio sembra un sandwich al formaggio: in realtà, si tratta di una membrana in teflon fra due di fibre sintetiche. Gli indumenti a più strati risolvono uno dei principali problemi dei primi impermeabili sintetici: molto resistenti all’acqua, non lasciavano traspirare la pelle, sicché bastava poco per inzupparsi di sudore. Nei multistrato, invece, lo strato interno assorbe il sudore, senza impregnarsi; lo strato di mezzo regola la temperatura, grazie alla struttura vaporosa che intrappola l’aria; la superficie esterna, infine, blocca la pioggia ma lascia passare l’umidità corporea. Tessuti liquidi Dall’hi-tech si passa quasi alla fantascienza. A quanto riferisce il mensile Focus (ottobre ’97), gli scienziati hanno effettivamente realizzato una stoffa che si riscalda e raffredda a seconda delle necessità. Formata da poliestere, contiene una speciale sostanza capace di “sciogliersi” sotto il sole. Il passaggio allo stato liquido assorbe calore e aiuta il corpo a mantenersi più fresco (ma niente paura, non c’è pericolo di bagnarsi, poiché il liquido è contenuto in particolari microcapsule). Quando la temperatura esterna si abbassa, la sostanza si risolidifica e cede al corpo il calore accumulato, regalando un piacevole tepore. Ma non provate a chiedere questo tessuto alla boutique! Per ora, ancora non è utilizzato per gli abiti comuni.
 
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Anonimo il 27/11/07 alle 12:11 via WEB
5 Fibre sintetiche Anteprima della sezione Le fibre sintetiche sono ricavate, mediante processi chimici, a partire da sostanze sintetiche. In genere sono più resistenti di quelle naturali, sia dal punto di vista chimico sia meccanico, e non subiscono l’attacco di insetti e microrganismi; tuttavia sono scarsamente igroscopiche. Molte di esse sono ricavate da derivati del petrolio e sono costituite da polimeri, ossia da macromolecole con struttura simile a quella delle materie plastiche. La prima fibra sintetica commercialmente importante fu inventata nel 1938: il nylon, una fibra poliammidica; da allora sono stati sviluppati numerosi tipi di fibre sintetiche, classificate in base alla struttura e alla composizione chimica in fibre poliammidiche, poliestere, poliacriliche, polipropileniche ecc. Le fibre poliammidiche (come il nylon o il kevlar®) sono costituite da una poliammide sintetica a catene lunghe; vengono spesso unite a fibre naturali come la lana, in percentuali generalmente non superiori al 20%, e hanno buone proprietà di resistenza al fuoco. Le fibre poliestere (pile, terital®, dacron®, microfibra, alcantara®) sono costituite da macromolecole composte almeno all’85% da un estere di un alcol diidrico e da acido tereftalico. Le fibre poliacriliche (orlon®, leacril®, dynel®) contengono almeno l’85% di acrilonitrile; assomigliano alla lana, ma vantano una maggiore resistenza. Infine, le fibre polipropileniche (vedi Polipropilene) contengono macromolecole di idrocarburi alifatici, con ramificazioni metiliche; ne è un esempio il meraklon®. Le fibre sintetiche trovano una vasta gamma di impieghi: dai tessuti per abbigliamento a quelli per impieghi tecnici (TIT) in ambito medico-sanitario, industriale o sportivo; sono utilizzate per realizzare indumenti antiproiettile, materiali isolanti ed equipaggiamenti sportivi di ogni genere. --------------------------------------------------------------------------------
 
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Anonimo il 27/11/07 alle 11:54 via WEB
Le fibre riportate in questa sezione possono avere la seguente origine: - Fibre da idrocarburi (da polipropilene; da polietilene; da polisoprene) - Fibre da idrocarburi alogenati (fluorofibre; clorofibre) - Fibre da derivati vinilici (sono presenti derivati vinilici non alogenati in misura superiore al 50%) - Fibre da nitrile acrilico (acriliche -% gruppo nitrile acrilico maggiore o uguale all'85%; modacriliche -% gruppo nitrile acrilico compresa tra 50 e 85%; triviniliche -% gruppo nitrile acrilico minore 50% ) - Fibre poliammidiche (da amminoacidi; da lattami; da acidi bicarbossilici e diammine) - Fibre poliestere (poliestere normale; speciale; modificato chimicamente; modificato fisicamente) - Fibre poliuretaniche e ureiche (poliuretaniche lineari non elastomeriche; poliuretani segmentati)
 
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Anonimo il 27/11/07 alle 11:52 via WEB
Cosa sono le fibre artificiali e sintetiche Le fibre artificiali e sintetiche sono fibre tessili fatte dall'uomo, per questo anche dette fibre man-made, che utilizza per produrle, composti esistenti in natura come la cellulosa, il petrolio, l'acqua, l'azoto e altri elementi in piccole dosi. Le fibre artificiali si ottengono da materie prime rinnovabili, come la cellulosa del legno e i linters di cotone, e sono del tutto assimilabili alle fibre naturali. Sono fibre artificiali la viscosa, il cupro, l'acetato, il triacetato e il lyocell. Le fibre sintetiche traggono origine da polimeri diversi ottenuti tramite sintesi chimiche e, con le loro caratteristiche innovative, rappresentano l'evoluzione della specie. Le principali fibre sintetiche: poliestere, poliammidica (nylon), acrilica, polipropilenica, elastan (spandex), modacrilica, aramidica, polietilenica. Il vero vantaggio delle fibre fatte dall'uomo è quello di poter essere programmate su misura in funzione delle specifiche applicazioni a cui sono destinate. Potremo avere quindi, a seconda delle necessità, fibre brillanti od opache, elastiche o rigide, morbidissime o ruvide, delicate o ultraresistenti, colorate o trasparenti ... e chi più ne ha, più ne metta. Scopritene la storia, le caratteristiche e il contributo alla qualità della vita di ogni giorno.
 
aletto07
aletto07 il 25/11/07 alle 14:32 via WEB
Ciao Antonio, mi sono appena registrato a Libero, pero' non ho ancora la possibilita' di mettere le faccine :'-(. Come mai? Tanti saluti, Alessandro M.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/11/07 alle 12:50 via WEB
Ciao antonio, non vedo l' ora anch' io di poter inviare messaggi con tanti smile, ma, perdonami, ho ancora due quesiti : Come si chiama il sito di libero? Mi costa qualcosa ( in soldi ) essere registrato a libero? in attesa di un' altra risposta, tanti saluti Alessandro M.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/11/07 alle 18:28 via WEB
Scrivere commenti e' molto divertente in questo blog :-) ma vorrei sapere: perche' non e' possibile allegare foto e immagini o le faccine ? in attesa di una risposta, saluti da Alessandro Merlin
 

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MEDAGLIERE delle olimpiadi invernali di Vancouver 2010 (tratto da Wikipedia)
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RIS
(fiction)
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Squadra speciale cobra 11
SQUADRA SPECIALE COBRA 11
(tf)
Dal lunedì al venerdì alle 19.30 su Rai2 (1 episodio)

 

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