La notizia(AGI) - Roma, 28 nov. - La tassa sul materiale pornografico si estende ai programmi tv. E sarà un decreto successivo a stabilire se e come la porno tax dovrà essere applicata anche alle opere "letterarie, teatrali e cinematografiche". E' quanto prevede la bozza del decreto 'anti-crisi' varato dal Consiglio dei ministri in mattinata. Il dl prevede etc. etc. … omissis … A determinare le 'opere' hard da tassare sarà un decreto del presidente del Consiglio su proposta del ministro dei Beni Culturali, da varare entro 60 giorni dall'entrata in vigore del presente provvedimento.La parola estende nel primo capoverso della nota di agenzia, ha fatto squillare un campanello interno richiamando la mia attenzione: se la tassa si estende vuol dire che la stessa esiste già! Così mi sono messo sulla nostra inesauribile fonte di notizie e sapere che è la rete ed ho scoperto che i governi di centro destra hanno sempre tentato di introdurre questa tassa. Già nel 2002 l'idea era venuta al parlamentare di Forza Italia Vittorio Emanuele Falsitta, avvocato tributarista, che propose - ricevendo consensi da destra e sinistra - tre diversi emendamenti alla Finanziaria per combattere la pornografia su carta e online. Ma anche se l’idea era piaciuta non trovò poi consensi nella votazione. Con l’approvazione della finanziaria 2006, invece, la porno tax divenne una realtà e venne istituita sottoforma di addizionale del 25% all’imposta sui redditi derivanti da attività pornografiche. Ma, c’è sempre un ma, pur essendo tale voce presente nei modelli Unico 2007, nelle istruzioni stesse della dichiarazione si leggeva che l’imposta non poteva essere versata (sic!) in quanto mancante il decreto ministeriale che ne specificasse i soggetti interessati al versamento ed il materiale su cui applicarla. Insomma per certe leggi non c’è nemmeno bisogno di far lavorare il cervello per trovare l’inganno
Pornotax: chi non muore si rivede
La notizia(AGI) - Roma, 28 nov. - La tassa sul materiale pornografico si estende ai programmi tv. E sarà un decreto successivo a stabilire se e come la porno tax dovrà essere applicata anche alle opere "letterarie, teatrali e cinematografiche". E' quanto prevede la bozza del decreto 'anti-crisi' varato dal Consiglio dei ministri in mattinata. Il dl prevede etc. etc. … omissis … A determinare le 'opere' hard da tassare sarà un decreto del presidente del Consiglio su proposta del ministro dei Beni Culturali, da varare entro 60 giorni dall'entrata in vigore del presente provvedimento.La parola estende nel primo capoverso della nota di agenzia, ha fatto squillare un campanello interno richiamando la mia attenzione: se la tassa si estende vuol dire che la stessa esiste già! Così mi sono messo sulla nostra inesauribile fonte di notizie e sapere che è la rete ed ho scoperto che i governi di centro destra hanno sempre tentato di introdurre questa tassa. Già nel 2002 l'idea era venuta al parlamentare di Forza Italia Vittorio Emanuele Falsitta, avvocato tributarista, che propose - ricevendo consensi da destra e sinistra - tre diversi emendamenti alla Finanziaria per combattere la pornografia su carta e online. Ma anche se l’idea era piaciuta non trovò poi consensi nella votazione. Con l’approvazione della finanziaria 2006, invece, la porno tax divenne una realtà e venne istituita sottoforma di addizionale del 25% all’imposta sui redditi derivanti da attività pornografiche. Ma, c’è sempre un ma, pur essendo tale voce presente nei modelli Unico 2007, nelle istruzioni stesse della dichiarazione si leggeva che l’imposta non poteva essere versata (sic!) in quanto mancante il decreto ministeriale che ne specificasse i soggetti interessati al versamento ed il materiale su cui applicarla. Insomma per certe leggi non c’è nemmeno bisogno di far lavorare il cervello per trovare l’inganno