Cronache

Ricordi che riaffiorano


Questa mattina cercando non ricordo più quale documento, ho aperto un’anta della libreria che non aprivo da oltre un anno ed è così che ho riconosciuto un contenitore per le scarpe che da ragazzo (leggasi quando abitavo ancora con i miei genitori) era diventato la mia cassaforte: “Non violate la privacy altrui” recita la scritta a pennarello indelebile stampigliata su un lato della scatola.Ovviamente dopo qualche minuto stavo già analizzandone il contenuto: foto di gioventù, messaggi di colleghi più o meno spiritosi e risalenti alla fine degli anni 70, lettere di qualche amico lasciato a Bari quando giovane Sottotenente andai a Marsala ed infine lettere dei miei genitori e di mia sorella risalenti al periodo trascorso alla Scuola Applicazioni Aeronautica Militare di Firenze (con sede alle cascine); materiale della cui esistenza non avevo assolutamente più memoria. Ho iniziato a sfogliare questa corrispondenza facendomi un sacco di risate nel rileggere le infinite castronerie, che amici e colleghi sapevano condensare anche in un foglio di pochi centimetri quadrati. Totalmente diverse sono state invece le sensazione provate nel leggere le lettere dei mie parenti. Gli eventi narrati e soprattutto le manifestazioni di affetto espresse, sarebbero da sole bastate a fare inumidire gli occhi a chiunque; ma la triste realtà che tutte queste persone care oggi non ci siano più, ha avuto su di me un effetto devastante e dopo la terza lettera non sono riuscito ad andare oltre. Troppo grande il dolore ed ancor più grande la malinconia che mi ha subito assalito in quei momenti. Il considerare però di avere qualcosa che in qualche modo me li ha fatti risentire vicini ed il poter toccare quei fogli di carta che loro hanno reso vivi con le parole, mi ha restituito un senso di serenità che non provavo da tempo. Allora la mente è volata altrove e mi sono chiesto: ma i nostri figli cosa avranno come ricordi? Cd? E-mail? Cosa ricorderà loro i parenti più cari? Mi sono quindi reso conto di avere perso già una serie di occasioni con la mia primogenita, che è stata per sette anni lontana da casa (anche se con le sue quasi frequenti apparizioni ha reso il distacco meno doloroso) ed alla quale avremmo potuto fare qualche telefonata in meno e scrivere almeno una lettera ogni tanto;  ma non è mai troppo tardi e poi, non c’è scritto da nessuna parte che il destinatario di una lettera debba per forza essere lontano dal mittente.  Forse ricevendo una lettera dal papà che dorme nella stanza affianco o col quale si pranza e si cena ogni giorno,  lì per lì potrà sembrare quanto meno strano e le porterà a chiedersi se sia uscito di senno (e per questo non mi sentirei di biasimarle), ma spero vivamente che le conservino con cura e che magari quando un domani gli dovessero ricapitare tra le mani, possano trarne gli stessi effetti, benefici, che io ho avvertito oggi.Buona notte a tutti P.S. Domani vi parlerò di un episodio simpatico riportatomi alla memoria da un paio di foto ritrovate … ciao