Cronache

Il freddo non ci frena


Dopo due settimane di fermo impostoci dal tempo assai inclemente, finalmente approfittando della giornata di sole siamo risaliti in sella alle nostre moto (Pasquale ed io ovviamente) ed ancora una volta da soli; la moglie di Pasquale è impegnata col lavoro e la mia porta ancora lo strascico di un tremendo raffreddore che l’ha costretta in casa per tre giorni di fila.Dopo giorni di pioggia quasi continua, un forte vento di maestrale (ci saranno almeno 18 nodi) ha spazzato completamente le nuvole dal cielo ed il sole illumina il suo pianeta più bello attribuendogli maggior fascino, come un make up ben fatto agisce su una donna già dall’aspetto gradevole. Purtroppo il sole oggi dava si tantissima luce, ma nemmeno un pochino di tepore. Per non incorrere nei problemi di freddo dell’ultima uscita, questa volta mi sono coperto molto meglio: sottotuta della tucano sul tronco, maglioncino di lana, giubbotto con protezione antivento, sottocasco di cotone  ed un pantalone di gore-tex (messo però senza sottotuta); non dico di potere andare al Capo Nord,
ma posso affrontare il freddo odierno senza troppi problemi.Alle 10.30 ha avuto inizio la nostra passeggiata che, quando nasce così senza un adeguato preavviso, generalmente si consuma senza allontanarsi troppo e quindi, come certamente avrete capito, la prima tappa è stata fissata in Castel del Monte. Il buongiorno però di vede dal mattino ed infatti sulla favolosa (perché piena di curve) strada provinciale che dal mio paese porta a Terlizzi, abbiamo avuto il primo avvertimento di all’erta; in piena curva un imbecille (Dio come sono buono ed umano oggi) si è immesso sulla strada senza interessarsi minimante al traffico già circolante e ci ha costretti ad un brusco scarto per scansarlo. La fortuna ha voluto che in quel momento nessun mezzo venisse dalla direzione opposta e quindi siamo riusciti a superare il pericolo senza alcun problema. Giunti sulla strada che da Ruvo di Puglia porta al Castello di Federico e che di solito facciamo affrontando allegramente le curve che si snodano tra i dolci pendii della murgia barese, l’episodio da poco vissuto ci ha invece resi un tantino più prudenti ed attenti. Questo atteggiamento si è rivelato presto provvidenziale; infatti in molte zone prospicienti la strada c’erano diversi mezzi parcheggiati e molte persone indaffarate nella raccolta delle olive. Come se ciò non bastasse moltissimi trattori con relativo rimorchio spuntavano da ogni stradina laterale col loro bel carico costituito non solo dalle olive, ma soprattutto dal fango attaccato alle ruote e raccolto nei campi ancora colmi dell’acqua caduta copiosa nei giorni scorsi. Tutta la strada sino al castello ed oltre si è mostrata piuttosto pericolosa sia per il fango di cui parlavo, che per la presenza di forte umidità nei tratti ancora nascosti al sole dalla vegetazione. Giunti alla nostra meta, che, causa il totale silenzio e l’assenza di gitanti, nulla aveva a che spartire con quella visitata qualche settimana prima con le mogli, abbiamo scoperto con dispiacere che il bar era chiuso. Dopo una brevissima sosta per godere dello spettacolo che la natura con i suoi rumori
ovattati sa offrire in questo periodo nel boschetto che circonda il castello, siamo rimontati di nuovo in sella per raggiungere il posto più vicino che ci consentisse di rifocillarci: Minervino Murge.Dopo il solito incontro con i mulini a vento sempre più numerosi nella valle che ci annuncia l’approssimarsi della nostra seconda meta, ecco accennarsi il profilo dell’antico paese; anche il mercatino rionale del lunedì rema contro e ci costringe ad un giro strano che ci allontana dal bar del quale pregustavamo pastarelle e caffè. Per fortuna raggiungendo il centro del paese abbiamo trovato un altro promettente bar dove ho potuto gustare una bella fetta di torta alla ricotta (una sorta di pastiera napoletana, ma senza il grano ed i canditi .. solo ricotta e pezzetti cioccolato, ma ugualmente gradevole) ed un caffè nero e bollente. Raggiunto un ampio spiazzo,
abbiamo fatto una sosta piuttosto lunga, godendo del sole sempre più caldo e del fatto che eravamo protetti dal sempre più forte vento di maestrale, grazie ad un grosso edificio. Da oggi l’amico Pasquale è in pensione e questo è stato l’argomento della nostra lunga conversazione. Forte della mia esperienza (sono quasi 5 anni che sono in ferie illimitate) ho potuto continuare ( si perché era già parecchio tempo che cercavo di fargli il lavaggio del cervello e convincerlo nella difficile scelta) nell’esaltazione della meravigliosa vita alla quale si è appena affacciato. Comunque, riprendendo la mia
cronaca, intorno alle tredici ci siamo rimessi in marcia prendendo per il ritorno prima la SP 230, che collega Minervino a Canosa di Puglia, e poi la SP12 che ci ha portati a Barletta. Già da alcune zone di Minervino mi era sembrato di intravedere in lontananza un ampio spazio verde smeraldo, che mai avrei pensato essere il Golfo di Manfredonia; solo avvicinandoci a Barletta ne ho avuto conferma. Quando il maestrale soffia impetuoso, già da Bari si può vedere il Gargano stagliarsi alto sullo sfondo (non è una montagna, ma per chi è abituato a vedere il livello piatto del mare …), oggi essendo un pochino più alti del livello del mare abbiamo potuto apprezzare lo splendido panorama offertoci ancora una volta dalla natura. Dallo svincolo in cui abbiamo imboccato la SP12, sino all’imbocco della SS16bis che ci avrebbe riportati a Bari, abbiamo attraversato un interminabile serie di oliveti. Gli alberi sono ancora stracolmi di frutti e tantissimi sono gli agricoltori intenti nella raccolta. Anche questa volta la prudenza ha avuto il sopravvento sul desiderio
di spalancare il gas ed affrontare con un po’ di impeto le curve che ci si presentavano nel lungo tragitto.Alle quattordici  eravamo in un centro commerciale nei pressi di Molfetta … un giro nella nuova sede Euronics inaugurata sabato scorso e poi un rapido pasto nel centro commerciale. Alle sedici finalmente a casa, stanco, infreddolito ed anche un tantino raffreddato, ma pienamente soddisfatto della bellissima passeggiata in moto.Ai pazienti ogni oltre limite, che sono riusciti ad arrivare sin qui, auguro una buona serata ed un arrivederci a presto