Cronache

Lavoratori della Caterpillar di Grenoble "trattengono" quattro funzionari - Il fine giustifica sempre i mezzi?


Ho letto diversi articoli in rete che parlano di funzionari della sede francese di Grenoble della Caterpillar, multinazionale statunitense costruttrice di macchinari per l’edilizia, che sono stati “trattenuti” nell’ufficio del direttore, per costringere la società a trattare i previsti licenziamenti di 733 delle 2500 persone impiegate.Questo episodio ha già due precedenti nella stessa Francia ed altri in Europa; pare infatti che quella di prendere in ostaggio i dirigenti delle aziende in crisi stia diventando, non dico una moda, ma l’extrema ratio per mediare con i vertici aziendali i tagli del personale; tagli conseguenti a questa dilagante crisi che sta mettendo in ginocchio l’economia mondiale. E’ fuor di dubbio che una persona che veda in pericolo il proprio posto di lavoro sia giustificata nell’incavolarsi e reclamare a gran voce i propri diritti e che per tali diritti possa, anzi debba, anche combattere; ma il sequestro di persone (che è comunque un reato e che in tal caso riguarda peraltro gente non titolata a rappresentare l’azienda per tali tipi di “vertenze”) non credo sia la forma più giusta per condurre questa sacrosanta battaglia. Mi spiego meglio: è come se un insegnante  di cui è previsto il licenziamento, sequestrasse preside e consiglio di classe per discutere i termini della sua cessazione dal lavoro. Non credo che possa ottenere molto di più che l’aver creato disagio ed apprensione nei sequestrati e nei loro familiari. D’altro canto obbligare le imprese a mantenere gli stessi livelli di produzione in momenti in cui le commesse non ci sono (pare che per la Caterpillar a febbraio abbia dichiarato un calo delle vendite del 55%), significherebbe farle chiudere definitivamente.A prescindere dalla  leicità del machiavellico gesto, nel caso in cui l’azienda rifiuti le richieste avanzate,  verrebbe spontaneo chiedersi fino a che punto questi lavoratori esasperati siano pronti a spingersi. Sta per sorgere l’alba di una nuova era di lotta armata condotta non solo da frange estremiste, ma anche da persone “normali” portate sull’orlo della disperazione? Auguriamoci vivamente di no!Che fare quindi? Credo che l’unico modo per venirne fuori sia incalzare i governi perché si adoperino per individuare ed adottare quei provvedimenti tampone che possano aiutare la gente ad affrontare dignitosamente la quotidianità e quindi porre le basi per una pronta ripartenza una volta che questa crisi sia stata superata.  Mah, vedremo come andrà a finire … in ogni caso speriamo bene sia per i lavoratori giustamente in protesta, che per i funzionari trattenuti dai loro colleghi.