Cronache

In sella alla ricerca della neve


“Ciao Pasquale … che ne diresti di andare alla ricerca della neve?”“Ciao Robè … dimmi dove e quando”“Ci vediamo sotto casa alle 11.00 direzione Castel del Monte ...copriti bene!”Questa la breve telefonata intercorsa ieri mattina con l’amico Pasquale, per organizzare una nuova gita in moto. Dopo due giorni di neve alternata a pioggia, finalmente il sole è tornato a splendere nel cielo, regalando l’illusione di una giornata quasi primaverile … ed effettivamente solo di illusione si trattava, perché facendo una rapida escursione sul balcone, mi sono reso conto che la temperatura dell’aria era veramente rigida.Ho telefonato a mia moglie, che come ogni venerdì era al mercato settimanale del paese, per dirle della mia splendida idea e lei mi ha subito incoraggiato con un “stai attento, abbiamo trovato un sacco di pozzanghere completamente ricoperte di ghiaccio”. Ma sentendomi stranamente ottimista ad oltranza, le ho risposto dicendole che sarei rientrato per pranzo. Uscire d’inverno in moto, specialmente nelle giornate veramente fredde, richiede un abbigliamento speciale che è molto simile a quello che usavano i cavalieri medioevali quando si affrontavano nelle “giostre”. In tal modo si è certamente in grado di affrontare il freddo, ma guidare la moto diventa piuttosto difficoltoso in quanto ci si sente impediti in ogni tipo di movimento. Ah dimenticavo .. porta via un sacco di tempo … e soprattutto non bisogna scordare di far pipì prima di bardarsi in codesto modo, perché altrimenti significherebbe dover rifare tutto da capo.Il fatto di essere in ritardo, ogni tanto riesco a far tardi pure quando l’appuntamento è sotto casa mia, non mi ha consentito di cercare i sottoguanti di seta, che in giornate rigide come quella di ieri, sono di ausilio nel tentare di preservare le dita dal congelamento (anche se tale effetto protettivo non è sempre assicurato).Saliti in sella ed uscendo dal paese abbiamo verificato l'effettiva presenza di lastre di ghiaccio su ogni pozzanghera incontrata, cosa che unita ai rimasugli di neve sui muretti ai lati della strada, ci ha indotti ad alzare il livello di attenzione nella guida. Man mano che procedevamo, ci siamo però resi conto che il manto stradale appariva scevro dello “scivoloso pericolo” e quindi abbiamo alzato un po’ il ritmo e scaldato le gomme.Raggiunta la SS98, mi sono accorto che il termometro della moto, che a Giovinazzo segnava 3°, ne indicava zero. Facendo un calcolo approssimativo, per effetto wind chill, noi in moto ne avvertivamo oltre  -20 … quindi non c’è da stupirsi se affermo che nonostante l’abbigliamento adeguato, ho sentito un po’ di freddo e mi si sono congelate le dita delle mani (promemoria per me stesso ... fare ricerca per individuare guanti adatti anche a questo tipo di temperature).
Imboccata la strada per il castello, ci siamo subito resi conto che raggiungere lo stesso sarebbe stata ardua impresa; la neve sui muretti e nelle campagne adiacenti non prometteva nulla di buono ed infatti dopo qualche chilometro, abbiamo iniziato a trovarne anche alcuni tratti ghiacciati sulla carreggiata. Il lampeggiare di ogni camion incrociato, lo abbiamo poi letto come una sorta di avvertimento a non spingerci oltre e così abbiamo fatto, non senza prima però aver effettuato una sosta per sgranchire le gambe e decidere quale strada fare per il rientro. Scesi dalle moto completamente infreddoliti, una volta sfilati guanti mi sono reso conto di avere le falangette violacee ed intorpidite. Lo sfregare tra loro le mani non sembrava avere effetto alcuno ed allora Pasquale (sempre molto pratico nella soluzione dei problemi) essendosi reso conto che anche i motori non erano eccessivamente caldi, ne ha proposto l’uso come scaldini invitandomi a mettere le mani sulla coppa dell’olio: ragazzi credetemi, una vera goduria!Il paesaggio tutto intorno era veramente delizioso. La neve tra gli ulivi, sui pagliai, nei giardini delle ville o nelle vecchie fattorie, trasmetteva nel suo candore ed in quell'ambiente ovattato, un forte senso di quiete; oddio il contatto con la natura è sempre riuscito a trasmettermi questa sensazione di serenità, di pace
con me stesso e col mondo intero, ma in questa occasione c’è qualcosa di diverso … di speciale. Mah … sarà che quando sono in sella tutto si trasforma ed appare più bello ai miei occhi … o sarà colpa (o merito?) del periodo, il Natale dicono che renda tutti più buoni e quindi sensibili (forse persino anche me), o ancora sarà l’amore che provo per questa terra, ma ammetto che sarei rimasto lì in contemplazione per mezza giornata almeno.Il transito di un nuovo gruppo di automezzi mi ha riportato alla realtà ed a malincuore ho rimesso il sedere in sella, anche perché lo stare fermi sotto il sole stava iniziando a regalarmi un delicato tepore, mentre già sapevo cosa mi aspettasse nella prossima mezz’ora per tornare a casa. In realtà però, quel paio di gradi in più (che tradotti come temperatura percepita significava essere saliti di almeno 7-8 gradi), mi hanno consentito di affrontare il rientro senza troppi problemi, giungendo a casa in tempo per sedermi al desco e gustarmi un caldo ed invitante piatto di pasta e ceci.Adesso speriamo che come da previsioni, domenica mattina ci sia un po’di sole e soprattutto qualche grado in più … perché al Castello di Federico circondato di neve vorrei proprio andarci, ma sia ben inteso, in compagnia della Rossa!Buona giornata e buon fine settimana.