scritture

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E' difficile. E' difficile, lo so. Oggi è davvero difficile per tutti noi, di Bonorva e per chiunque si senta colpito. Chi più, chi meno siamo tutti travolti da questa immensa tragedia. E' difficile capire, in pochi hanno titolo per tentare di insinuarsi in quella mente ma in tanti provano a farlo perchè in fondo tutto questo, anche se alla maggior parte di noi non tocca in prima persona, in realtà ci rapisce e ci stordisce. Questo grande "niente"  potrebbe essere dietro l'angolo, per tutti, e in ogni momento. In tanti abbiamo paura di questo ostico nemico, silenzioso, subdolo difficile prima di tutto da individuare, poi da capire ed infine da curare. Le domande si accavallano, si rincorrono e le risposte latitano. Ma che risposte vogliamo? Alla fine si tratta di trovare queste risposte dentro di noi, nella "follia del niente" , nella vita buia e dolorosa che non viviamo, noi forse no, ma che ci scorre continuamente accanto, nella paura di quei voli che una volta al minuto, all'ora, al giorno, al mese o all'anno, anche noi facciamo. E' questa la differenza. Essere protagonisti o comparse in un percorso alternativo che si presenta improvvisamente nella tua vita, e non ti molla. Cambiano gli scenari, le realtà, le priorità, cambia il punto di vista dal quale guardare ciò che ci circonda e dal quale prendere le decisioni. Io ho paura. Ho paura di queste guerre senza vincitore che sai quando iniziano e alla fine sai anche come finiscono. Ma queste guerre non sono lontane, sono vicine a me, ogni giorno, ogni momento. Sono forte e le allontano? Oppure sto solo perdendo tempo ed è meglio lasciarsi avvolgere, ammaliare e sedurre da quella forza invisibile che ti vuole tutto per se? Non lo so, sono confuso. E' come guardare il cielo stellato di notte e provare quel senso di piccolezza, di inutilità ma poi rendersi conto che, di quel buio, ne fai parte e pur nella tua piccolezza, trovi un senso o pensi di averlo trovato, ma l'importante è riuscire a dormire. Mi dispiace, mi dispiace davvero e tanto più mi dispiace quanto più ho il terrore di considerare tutto questo non un evento estraneo, eccezionale ma un evento normale, quasi dovuto, per alcuni, come unica via di salvezza. E allora, perchè farsi tante domande col rischio di incappare in quella fatidica, decisiva. "E se capita a me?". Niente capita per caso, diceva qualcuno e io aggiungo: "Niente non è già capitato".