scritture

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L'Alfasud ArancioneLui aveva un'Alfasud Arancione. Un viso quadrato, uno sguardo arcigno con due occhi piccoli e veloci, un naso arcuato a vegliare come un promontorio su una mascella che si concedeva spessissimo a buffe smorfie sarcastiche, capelli scompigliati e aria severissima. Le leggende su questo professore si erano diffuse già dalla mattina degli scritti. Dicevano che fosse un Comunista convinto, uno che utilizzava il suo mestiere come strumento di convincimento politico. Era il Professore Commissario designato di Storia e Filosofia al mio esame di maturità. Dicevano che facesse domande politiche, che si divertisse a torturare intellettualmente i candidati, cuocendoli sulla brace, infilzati nello spiedo delle simpatie politiche: "Lei..chi sceglierebbe tra Mazzini e Garibaldi per guidare l'Italia moderna?" - "Lei, come inquadra la diffusione del comunismo in occidente nell'era contemporanea" - "Mi parli di Mussolini e della Resistenza" - "Marx e il Capitale, cosa ne pensa Lei?" . Ecco, queste erano le domande che si diceva facesse il terribile filosofo ma poi ecco spuntare il saputello di turno che sconfessava tutti : "No, no..ma quale Comunista!! E' un Fascista!! Un Fascista!! State attenti perchè secondo quello che dite si vola fuori, tutto perso." E allora, di conseguenza, il panico si impadronì di noi. La versione di greco sembrava una passeggiata, il compito di italiano una formalità, gli altri professori dei compagnetti di banco. Il buon, mitico, Professor Porcu divenne la nostra scialuppa di salvataggio, il nostro salvagente. Tutti a confidarci con Lui per le nostre paure, tutti a cercare nel suo sguardo e nelle sue frasi delle parole di conforto. Tutti a chiederne la protezione. Questo indecifrabile Commissario, con l'Alfasud arancione, non poteva distruggere i nostri sogni e il nostro futuro, noi non potevamo sottostare a questo destino così infausto, di essere sottopposti a un giudizio politico, di giocarci tutto perchè avevamo un diverso orientamento. Alla fine questo personaggio, venuto da chissà dovè e destinato a dileguarsi nel nulla da lì a qualche giorno, riuscì ad accentrare su di sè tutta l'ansia e l'emozione di noi poveri ingenui. Solo dopo tanti anni capii che quel povero cristo aveva solo voglia di finire il più presto possibile per andarsene al mare e che non aveva proprio voglia di vedere sfilare i nostri brufoli e le nostre enormi fantasie malate. La mia interrogazione filò via liscia come l'olio e altrimenti non poteva essere visto che  a quel professore piaceva chiaccherare amabilmente e che niente di tutto ciò che era stato detto e supposto, aveva un minimo senso. Fantasie da fine adolescenza, da esame di maturità che avevano trasformato un onesto e tranquillo professore in un autentico mostro. In seguito ho fatto decine di altri esami e ogni volta sono riuscito a sconfiggere il mostro di turno salvo scoprire infine, non senza un pizzico di delusione, che l'unico mostro era la mia insicurezza.