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Post n°444 pubblicato il 18 Settembre 2013 da sasso32

 

Non è una meraviglia?

-Un fidanzamento sui generis-

 

In quel lontano 1919, acciuffatomi col destino, ho legato per sempre la mia ad un'altra vita. Era il 15 novembre, di sabato sera, quano mi recai a Bortigiadas in compagnia dei miei parenti per fare il mio fidnzamento ufficiale.

Sebbene Pefugas, da cui muovevo gli intenti ed i passi anelanti, non fosse molto lontano da quel paese di Gallura, io ignoravo ancora certe costumanze tradizionali di quella buona gente indiavolata.  Appena giunta a Bortigiadas tutta la comitiva venne ospitata in casa di una mia cugina , sposata ad un certo "Picciocccu" di soprannome, buon diavolo anche lui e di stampo antico, che si era assunto il compito di farmi da paraninfo.

Piccioccu mi mise subito a parte di quanto sarebbe avvenuto in casa della mia fidanzata non appena vi avessi messo piede nell'intento di trarre in promessa di matrimonio l'eletta del mio cuore. Cinque o sei buffoni indiavolati mi avrebbero subito circondato - in ossequio alla tradizione - e con motti, frizzi e sberleffi mi avrebbero messo seriamente a mal partito.

- Bada che ti prenderanno a gabbo - mi avvertiva Piccioccu paventando della mia sorte - e che, se non addimostrerai molta presenza di spirito ed una certa genialità, la cerimonia di fidanzamento finirà in beffa per te. - E cosi dicendo declinava ogni responsabilità sulla mia persona passandosi una mano sulla fronte  madida di sudore. Evidentemente Piccioccu, che pur mi conosceva e mi stimava,  mi aveva considerato un mezzo semplicione. Ma in casa della mia fidanzata si rincuorò presto.

Tutti avevamo preso posto intorno ad un grande tavolo. Io avevo alla mia destra Piccioccu, eretto col busto e col capo come a baluardo di difesa, ed alla mia sinistra, timida e confusa, s'anzonedda bianca  che amavo trarre in  sorte. Di fronte mi stavano i parenti di lei ed alcuni uomini che avevano assunto il ruolo di schernitori e già,  sgranando tanto gli occhi su di me, atteggiavano a beffa i loro musi non tanto simpatici. Il momento cruciale era scoccato e Piccioccu mi rivolse con sussiego la prima domanda d'uso :

- Cicciu Piga, che cosa sei venuto a fare in questa casa?

Io mi alzai subito in piedi e, con fare ieratico, puntando l'indice della mano sinistra alla donna che avevo a fianco, improvvisai cantando : 

 

Già chi custa pizzinna mi hat feridu cun d'un'ojada in su sinu su coro ,

 so 'ennidu a li ponner in su didu in cust'istante un'aneddu de oro,

 ue su nomen meu este imprimidu in signale chi l'amo e chi l'adoro;

 e cun su donu 'e cust'aneddu nou issa diventa mia ed deo sou

 

Subito dopo , senza dar tempo ad eventuali interlocutori , e riferendomi ad altre due occasioni in cui ero stato a Bortigiadas per cantare in gara , soggiunsi : 

 

Sa prima 'olta m'hapo giuttu pomo, nughe, chipudda e attera cosedda...

A sa 'e due m'hao giutu a domo un'istarellu 'e 'asolu a gioghedda

a sa 'e tres, chi diat esser como, mi giutto una simpatica pisedda;

tantu che sa costera 'e 'Urtigiada pomo, 'asolu e femina mi dada

 

i miei schernitori non seppero emettere fiato . Da tutti i convenuti partirono segni di compiacimento. Allora, preso dall'aire dell'improvvisazione, volli fa seguire la battuta finale in gallurese : 

 

In chistu mundu li più doti rari di due amanti in lu meddu fiori

e d'incuntrà senza fastidi amari un'amanti sinzera, un veru amori;e d'assistissi due oggetti cari in gioia, in risa, in pena ,in dulori.

Si sempre fideli so due chi s'àmani, ca meddu sienda o ca tisoru bràmani

Il cantore bilingue era stata una sorpresa per tutti . Nessuno osò commentare le mie battute se non favorevolmente . e Piccioccu ne fu gongolante come di una vittoria da dividere a metà col paraninfo, mentre s'anzonedda bianca mi s'era fatta più d'appresso col cuore anelante e l pupille lucciccanti di gioia.

 

CICCU PIGA

 
 
 
 
 

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