Missione a Parigi

Atmosfere


Strane atmosfere nella Ville Lumière… Dolore, paura, rabbia ed euforia si mischiano di continuo nell’attesa di metabolizzare l’accaduto. Polizia ed esercito ovunque e ogni singola sirena fa scattare mille congetture. Sembra una città normale ma basta un niente per trasformarla in una città di zombie. Fa uno strano effetto vedere la gente in coda per salire sulla Torre Eiffel protetta da militari armati di mitra e ogni giorno si susseguono perquisizioni e arresti senza andare troppo per il sottile. La cosa che personalmente non sopporto è il fatto che il detto “Je suis Charlie” sia praticamente diventato un marchio da ostentare dimenticando che dietro a quella scritta ci sono diciassette persone uccise. La domanda che ci si pone è quando finirà questo stato d’assedio, ben sapendo che sarà impossibile proteggere tutti in tutte le occasioni. Si sta cercando di fare il possibile per limitare i rischi, questo si, ma proteggere tutti non sarà possibile ne oggi, ne mai. Per il momento mi è stata assegnata la scorta fissa anche se non sono e non ritengo di essere un obiettivo, ma questo prevedono le procedure e per il momento dovrò portare pazienza. Per ora l’unica cosa che è cambiata è il tragitto casa – lavoro che deve essere sempre diverso e la cosa divertente è che abitando abbastanza vicino all’ufficio le strade sono praticamente obbligate e quindi sempre le stesse anche se alternate. A me pare una spesa inutile e roba da film e spero che questa sindrome da attentati passi alla svelta anche perché la sicurezza assoluta non sarà mai possibile. Bisogna andare avanti giorno per giorno nel modo più normale possibile. Altrimenti si farà il gioco dei terroristi.