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Non c'è più il Made in Italy

Post n°340 pubblicato il 02 Febbraio 2012 da briccone2005
 

Sono passati in mani straniere marchi storici dell'agroalimentare italiano per un fatturato di oltre 5 miliardi di euro nell'ultimo anno, anche per effetto della crisi che ha reso più facili le operazioni di acquisizione nel nostro Paese.
E' l'allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Sergio Marini in occasione dell'inaugurazione della Fieragricola di Verona, dove al padiglione 3 stand C2 è stato allestito "lo scaffale del Made in Italy che non c'è più". Ad essere presi di mira sono sopratutto i prodotti simbolo dell'Italia e della dieta mediterranea, dall'olio al vino fino alle conserve di pomodoro.
"Nello spazio di dodici mesi - sottolinea Marini - sono stati ceduti all’estero tre pezzi importanti del Made in Italy alimentare che sta diventando un appetibile terra di conquista per gli stranieri con la tutela dei marchi nazionali che è diventata una priorità per il Paese, da attuare anche con una apposita task force. Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo rischia di essere la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo - continua il presidente di Coldiretti - favorito dalla crisi di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi". Ed è per questo che all’interno della Fieragricola la Coldiretti ha aperto la Bottega di Campagna Amica che si affianca alla grande distribuzione e ai negozi di prossimità e che va ad integrare la rete già attiva delle oltre cinquemila aziende agricole trasformate in punti vendita e dei mille mercati degli agricoltori già presenti su tutto il territorio nazionale. Si tratta della prima catena di vendita diretta organizzata degli agricoltori italiani che offre esclusivamente Made in Italy garantito dalla Fondazione Campagna Amica.
L’ultimo "pezzo da novanta" del Made in Italy a tavola a passare in mani straniere è stata - ricorda la Coldiretti - la Ar Pelati, acquisita dalla società Princes controllata dalla Giapponese Mitsubishi. Poche settimane prima era toccato alla Gancia, casa storica per la produzione di spumante, essere acquistata dall'oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard. La francese Lactalis è stata, invece protagonista - sottolinea la Coldiretti – dell’operazione che ha portato la Parmalat finire sotto controllo transalpino. Ma andando indietro negli anni non mancano altri casi importanti, dalla Bertolli, acquisita nel 2008 dal gruppo spagnolo SOS, alla Galbani, anche questa entrata in orbita Lactalis, nel 2006. Lo stesso anno gli spagnoli hanno messo le mani pure sulla Carapelli, dopo aver incamerato anche la Sasso appena dodici mesi prima. Nel 2005 - continua la Coldiretti - la francese Andros aveva acquisito le Fattorie Scaldasole, che in realtà parlavano straniero già dal 1985, con la vendita alla Heinz. Nel 2003 hanno cambiato bandiera anche la birra Peroni, passata all'azienda sudafricana SABMiller, e Invernizzi, di proprietà da vent’ani della Kraft e ora finita alla Lactalis. Negli anni Novanta erano state Locatelli e San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestlè, anche se poi la prima era stata "girata" alla solita Lactalis (1998). La stessa Nestlè – conclude la Coldiretti - possedeva già dal 1995 il marchio Antica gelateria del corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina.
Secondo uno studio Coldiretti/Eurispes, il risultato è stato che oggi circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati deriva da materie prime agricole straniere, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy, per un fatturato stimato in 51 miliardi. Da qui la necessità per la Coldiretti di applicare con trasparenza la legge nazionale sull’obbligo di indicare la provenienza in etichetta su tutti gli alimenti approvata dal Parlamento all’unanimità lo scorso anno.

fonte teleborsa

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Commenti al Post:
bahkty
bahkty il 02/02/12 alle 12:22 via WEB
Pur tenendo conto dell'importanza della cosa mi viene alla mente un pensiero, anzi 2, sarebbe sufficente tornare ad acquistare direttamente dai produttori per spezzare la catena, rimane comunque un dato di fatto, se non puoi vincerlo demoliscilo poi compralo. Buona giornata sorridente.
 
 
briccone2005
briccone2005 il 03/02/12 alle 19:06 via WEB
mi sembra una buona idea ^___^
 
 
vitosideb
vitosideb il 04/02/12 alle 23:28 via WEB
Ottima idea! Bisogna incrementare gli acquisti a KM 0 soprattutto se prodotti biologicamente, solo così ci si tornerà ad appropriare di prodotti sani del proprio territorio incramentandone una produzione adatta sostenibile e "felice".
 
FILIPPO7777777
FILIPPO7777777 il 02/02/12 alle 12:46 via WEB
Come smembrare l'economia di una società che produce prodotti invidiati e desiderati in tutto il mondo! .. Come dei genitori snaturati che vendono i propri figli e di cui non si curano della loro sorte, così oggi stà avvenendo tra Stato italiano ed il popolo italiano.. invece di risolvere i problemi economici mediante manovre efficaci e sensate si lascia che i resti di questa Italia divengano di proprietà e gestione di padroni stranieri... Questi politici sono troppo occupati a risolvere i loro problemi personali e non hanno alcun tempo ne intenzione di scervellarsi per risolvere in modo intelligente ed equo i cravi problemi che squarciano l'economia italiana.. un economia che potrebbe dar cibo sano agli italiani e far ottenere un grandioso guadagno proveniente dalle vendite dei prodotti all'estero... e invece sono troppo occupati a pagare le ESCORT ed a corrompere chi serve!!!!!!! Schifo schifo schifo!!! e mi fermo qui perché sennò divento scurrile.. E' vergognoso il disinteresse per il bene del popolo... le aziende italiane sono come bestiame al macello.. e ci preoccupiamo di far pagare più tasse a chi è onesto!!! un bambino delle elementari saprebbe fare di meglio!!!
 
 
briccone2005
briccone2005 il 03/02/12 alle 19:07 via WEB
sono senza parole
 
gioia58_r
gioia58_r il 02/02/12 alle 13:13 via WEB
il made in Italy, c'è solo se vai alla sarta vicino casa:(
 
 
briccone2005
briccone2005 il 03/02/12 alle 19:08 via WEB
e anche lei potrebbe usare prodotti non italiani :(
 
virtute81
virtute81 il 02/02/12 alle 19:55 via WEB
onestametne l'italia dovrebbe guaradarsi gli affari suoi.. svizzera non e' in europa, Islanda non e' in europa... e praticamente stiamo facendo gli interessi della BCE.
Ci stiamo facendo spogliare del made in italy e comprare a pezzettini.
Questo e' quel che penso. Bel post.. purtroppo. Un saluto. S.
 
 
briccone2005
briccone2005 il 03/02/12 alle 19:13 via WEB
grazie
 
saverio.ancona
saverio.ancona il 03/02/12 alle 19:23 via WEB
Fra poco ci venderemo il Colosseo, le varie città e, per finire, anche le nostre persone. Che strazio! Povera Italia mia, che dolore! Un abbraccio, Saverio
 
Led_61
Led_61 il 04/02/12 alle 04:16 via WEB
Il valore dei prodotti alimentari italiani e della sua cucina sono all'estero molto considerati e purtroppo quello che tu ben descrivi è un trend a cui nessuno può opporsi, neanche con leggi mirate. E' ormai un dato di fatto che aziende cinesi o russe acquistano aziende europee per completare i propri mercati e per poter vendere attraverso esse anche prodotti del gruppo di cui fanno parte. Penso sia la crisi del mondo occidentale in generale e l'avvento delle nuove potenze asiatiche quali nuovi protagonisti dell'economia.
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 04/02/12 alle 15:29 via WEB
A parte rari casi in cui viene comprato esclusivamente il marchio, in genere gli stranieri comprano delle buone aziende, non aziende in fallimento. Quindi, la colpa di chi è, di chi compra o di chi vende? Il problema degli italiani è che non riescono a concepire i modelli di industrializzazione globalizzati: le piccole aziende italiane diventano inermi davanti a mostri economici stranieri. Oltre che una politica che faccia delle leggi che impediscano l'uso di materie prime straniere in prodotti italiani, forse bisognerebbe che i nostri imprenditori si svegliassero un po'! :))
 
mizarkelly
mizarkelly il 04/02/12 alle 20:14 via WEB
MI DISPIACE MA CREDO CHE IL MADE ITALY COSTA SEMPRE TROPPOOOOOO!!!! CIAO CARA E BUONA DOMENICA***
 
roseilmare
roseilmare il 04/02/12 alle 20:42 via WEB
E' un quadro sconfortante ma vero. Sono senza parole e sempre più avvilita. Un abbraccio Chiara e buona domenica.
 
gigliodagosto
gigliodagosto il 04/02/12 alle 21:05 via WEB
Ne ho sentite di tutte....ci si fa l'abitudine, ma i pomodori ai giapponesi....NOOOOOOOOOOO non ci posso stare! Giglio
 
grandaniele
grandaniele il 05/02/12 alle 20:51 via WEB
ciao dolce fanciulla Purtroppo è una realtà amara quella delle nostre società che vengono acquisite da società estere. Ma è un processo che denota la poca capacità degli imprenditori italiani a "rischiare" di diventare grandi ed espandersi. Ma questo è dovuto anche, giusto per non addossare solo colpe, anche a uno stato italiano vessatorio nei loro confronti. Politici che hanno permesso il crollo dell'industria informatica, chimica, siderurgica e metalmeccanica in Italia. E' dire che con le bellezze architettoniche, luoghi di villeggiatura, prodotti tipici, presenti e invidiati, in tutte le nostre regioni, potremmo forse vivere solo di...turismo !
 
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