Creato da bossoleany il 03/08/2006
le avventure private del più grande pornodivo irlandese

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PENE 'USER FRIENDLY'

Post n°14 pubblicato il 23 Ottobre 2006 da bossoleany

Ieri con Jenna abbiamo dato vita ad una domenica veramente bucolica. Siamo andati in un ristorante-agriturismo, vicino Roma, che aveva 4 ettari di parco. Dopo pranzo, per digerire, siamo andati a fare una passeggiata. Ci siamo persi. Abbiamo fatto l'amore. Abbiamo continuato a passeggiare mano nella mano. Siamo ritornati al parcheggio. Abbiamo ripreso la via di casa. Ci siamo goduti il tiepido sole autunnale e gustati la brezza che, ad una certa ora, si è sollevata da ovest. Sarà stata quell'atmosfera, sarà stato quel suo sguardo estasiato... m'ha m'è venuta l'ispirazione per una riflessione d'altri tempi.
"Secondo te è meglio uno lungo o uno che viene usato bene?"
Cambia espressione. Pensa, forse, di aver sentito male.
"Cosa?"
"Dicevo. Secondo te un pisello è meglio lungo o è meglio saperlo usare?"
"Perchè mi fai questa domanda?"
"Semplice curiosità"
Sta in silenzio. Pensa, forse, alla risposta da darmi.
"Preferirei entrambe le cose ma, se proprio devo essere sincera, credo che sia meglio uno che venga usato bene, basta che non sia di dimensioni unicellulari"
Unicellulari. Solo quest'espressione mi ha fatto venire un'erezione. Meno male che oggi porto i miei jeans larghi. immagina se ero uscito coi Levis che imbarazzo. Eccitarsi per un termine scientifico. Ti sei fatto vecchio, caro Boss. Lei continua.
"Comunque credo che il vostro mondo sia suddiviso in due grandi categorie: quelli che pensano a chi ce l'ha più lungo e quelli che pensano a usarlo sempre meglio" fa una pausa lunga. E' una teoria che sta elaborando proprio in questo momento. Non ve l'ho scritto prima, ma Jenna fa la psicoanalista, è freudiana e le piace filosofeggiare. Fino ad ora non si era mai avventurata in discorsi che comprendessero anche il sesso. "I primi sono fondamentalmente innocui. Puri onanisti che potrebbero rimanere soddisfatti a vita se solo potessero fregiarsi del titolo di averlo più lungo di tutti. Inseguono quello. Cercano unicamente testimoni. Non donne. TE-STI-MO-NI". Sorrido. La fisso. Lei ricambia. L'indurimento nelle parti basse continua. Le do un bacio. Lei mi allontana delicatamente.
"Fammi finire, ti prego" dice a bassa voce, come se stesse cercando di placare l'eccitazione.
"I secondi, invece, saranno pure più pericolosi ma sono quelli che preferisco. Sono quelli che, per poter usare sempre meglio il proprio arnese del piacere, debbono fare pratica. Questo comporta un'attività spasmodica. Quasi un secondo lavoro. Ci mettono la passione, la fantasia, tentano sempre di superarsi. Alle volte i risultati sono quello che sono, certo, ma è l'impegno quello che conta. Perchè, con quello, i risultati prima o poi arrivano".
Mi piace come ragiona, la tizia. Mi eccito, affretto il passo, lei mi afferra la mano, capisce, e mi segue. Ho già detto che siamo arrivati al parcheggio e abbiamo preso la via di casa. Non ho detto che,dall'eccitazione, ho preso a correre come un pazzo. L'adoro. credo che sia la donna della mia vita. Psicoanalista, colta, intelligente, disinibita sessualmente. Bella. Attraente. Affascinanate. Simpatica. La donna ideale.
"Mi piace il pene user friendly" aveva detto "come il tuo".


 
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La filettatura

Post n°13 pubblicato il 20 Ottobre 2006 da bossoleany

Oggi sono stato in centro. Mi è sempre piaciuta Roma, per questo mi sono trasferito qui dalla mia Derry. In questi giorni, però, ha assunto un fascino particolare, immersa com'è nel mondo del cinema tradizionale, che riscopre il gusto dell'arte. Spesso mi ritrovo al locale che sta all'Auditorium. C'è bella gente, gente diversa, gente di un altro mondo. Per me è come se fosse la finestra sulla normalità, perchè ne ho le palle piene delle persone che voglio da me unicamente il mio 'huge dick'. Ho bisogno di aria nuova, di misurarmi con persone che possano trasmettermi valori diversi rispetto a quelli con cui mi misuro dalla tenera età di 13 anni, quando il mio 'dick' ha iniziato ad assumere dimensioni 'monster' e a diventare una preda molto ambita, sia nel quartiere cattolico che in quello protestante.
Jessika80 non si vuole arrendere a questo mio cambiamento e non so più come dirglielo. Si sente rifiutata. E anche a ragione. Perchè ho deciso che non posso più approfittarmene della sua debolezza mentale. A lei piace il PENE, che sia quello mio o quello di qualche d'un altro non fa alcuna differenza. Viene da me soltanto perchè io, rispetto alla media, lo so usare molto molto meglio.
L'altro giorno stavo parlando con una mia connazionale che mi ha riconosciuto. Lì per lì non ci credevo. Quando mi ha abbracciato e mi ha tastato nelle parti basse ho dovuto prendere atto che, forse, qualche mio film l'aveva visto.
"Con il mio ex ragazzo non ne perdevamo uno. Ti ho sempre usato come uno stimolo, Boss, se meglio di un vibratore". Mi ha sussurrato all'orecchio dopo la quinta pinta di Kilkenny.
Al di là di questi riferimenti porno, abbiamo fatto una piacevolissima chiacchierata e lì ho capito la differenza.
E' che lei, figlia di un notaio e di un commissario della Irish Police, è una persona per bene che sceglie il suo partner in base ai suoi gusti. Jessika80, invece, lo fa soltanto in base alle sue necessità del momento. Passa dalle parti di casa mia, le viene voglia e citofona. Se non ci sono va da un altro.
HO SCELTO e questo blog, inevitabilmente, si trasformerà.
Jenna O'Jameson, timida ragazza irlandese, ha conquistato il mio cuore. Sto entrando in contatto con un mondo diverso, di cui vi racconterò

 
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Entro dentro... ma con calma

Post n°12 pubblicato il 21 Settembre 2006 da bossoleany

Non so se avete presente quelle sere in cui non ti va di fare assolutamente nulla. Ti piazzi sul divano, davanti al televisore. Accendi, metti sul primo film che ti sembra decente. E lasci. Nemmeno ti concentri per seguire la storia. A dir la verità non ti interessa proprio la vicenda di quelle persone estranee che si affannano a far sembrare tutto vero. Un attore porno, abituato alla iperrealtà dei suoi film, che cazzo ci fa con un gialletto in cui l'omicida si scopre al secondo minuto? Magari ti prendi una birrozza, te la metti al fianco e aspetti che Orfeo - il dio del sonno - ti prenda e ti porti nel mondo dei sogni. Ieri sera aspettavo proprio di crollare dal sonno quando hanno suonato al citofono. Stavo in mutande, sul divano. Faccio un salto. Vado a rispondere. E' lei. Clara. La figlia del mio notaio di fiducia.
"Che ci fai qui"
"Boss, era tanto che non ci vedevamo. Ho voglia"
"E se io non ne avessi?"
"Dai, non fare lo scemo. Lo so che mi desideri. Lo sento dalla voce"
A questa ragazzetta - Clara ha 22 anni - non gliene frega nulla degli altri. Come tutte le altre donne con cui ho a che fare. Quando hanno voglia di pisello, se lo vengono a prendere. Quando la voglia, capita, che ce l'hai te, è meglio che ti dai da fare perchè cortesia e riconoscenza non sono sostantivi presenti nel vocabolario delle donne. Apro. Mi vado a rimettere sul divano. Tanto, se vuole fottere, non è necessario fare la fatica inutile di rivestirmi.
Dopo un paio di minuti bussa alla porta. Mi rialzo e vado ad aprirle. Ripeto: ho indosso solo un paio di slip bianchi da riposo e una lattina di birra in mano. Gli occhi appesantiti dal sonno e la faccia abbrutita dalla barba di un paio di giorni.
Lei mi guarda, sgrana gli occhi e fa: "Ma sei proprio da violenza sessuale"
Sorrido. Non ci credo. Vedrai che gli è passata la voglia. E' sempre tutta precisina. Con quel suo tailleur grigio antracite, quelle scarpe - un po' da zoccola - aperte legate fino a sotto il polpaccio. Entra. Poggia la borsetta. Si toglie la giacca. Mi guarda, dalla serie: "dove la poggio?". Le faccio un cenno. Va in bagno, sa già dov'è. Sento l'acqua correre. Si starà lavando le parti intime. Ho fatto bene, l'altro ieri, ha comperare il sapone intimo per donne. Dentro casa del Boss non possono mancare questi fondamentali attrezzi del mestiere. mentre lei è lì vado in camera. Prendo la vasellina. Chiunque osi disturbare il Boss nella sua tana, viene punita severamente. Per Clara la legge non può che essere questa.
Arriva, tutta sorridente, mentre sto sdraiato sul divano, facendo finta di seguire quel film che danno.
"E' bello?" intanto si mette in ginocchio all'altezza del pene. Inizia a passare le mani sugli slip.
"Mmmm" mugulo. In realtà sono calmissimo. E' solo per trarla in inganno.
Lei lo prende in bocca e inizia a lavorare. Io guardo la Tv e, per sfizio, cambio canale. E' uno dei momenti che più mi piace. Solo in questi frangenti si può dire di dominare una donna. Lei fa il suo dovere mentre te ti abbandoni alle frivolezze. Passano i minuti. Lei cerca di darsi da fare e io sembro rispondere alle sollecitazioni. Mi guarda, il volto è in estasi da voglia di sesso.
"Entrami dentro"
Le rimetto la faccia vicino al pene. La mano dietro la testa l'aiuta a farle fare al meglio il movimento del rapporto orale. Mi ascolta, lo so.
"Entro dentro... ma con calma, eh?"

 
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VENGOOOOOOOO!

Post n°11 pubblicato il 15 Settembre 2006 da bossoleany

L'altra sera mi viene a trovare Emily. Una mia amica che ogni tanto si fa un giretto nella sua 'depandance sessuale' - a lei piace chiamare così il mio appartamento romano - e che è diventata una vera campionessa dell'erotismo, degna di far parte di qualche grande produzione pornografica. Arriva presto rispetto alle sue abitudini. Le chiedo perchè. Lei risponde stizzita che aveva semplicemente voglia di fare sesso. Io mi risento uomo oggetto.
"Benissimo" le dico, con un tono che lascia intendere una punizione. Lei sorride, sa che l'aspetta il paradiso del piacere e l'inferno della carne. Sa che il Boss, quando viene provocato, sa dare il meglio di se.
Ho una sorpresa.
Perchè l'uomo capace, se vuole, può avere il coltello dalla pate del manico, sempre.
Le offro una cenetta fatta sul barbecue.
"E' una delle ultime della stagione, approfittiamone"
Mentre cucino mi telefona il produttore di Milano. Mi chiede come sto.
"Ho un altro affare per le mani"
"In che senso?" dico io, malizioso.
"Nel senso dei soldi" fa lui, con aria sicura.
"Ti prostituisci?"
"Parlo di un'altra occasione per guadagnare soldi, di un altro film che mi è stato proposto e che ho intenzione di produrre solo se accetti"
Emily, intanto, si abbassa. Inzia a sbottonarmi i pantaloni e lo prende in bocca. Il mio affare. E inizia a lavorare da maestra. Fa certi giochi di lingua che nemmeno le attrici professioniste. Dall'altra parte della cornetta il produttore di Milano continua a parlare, a farmi offerte su offerte. Prende il mio silenzio per rifiuto e continua ad alzare il compenso per il film. Non rispondo semplicemente perchè sto provando un piacere incommensurabile. Lui non sa nulla e a un certo punto fa.
"Ci sei?"
Trasalgo. Lui ha già alzato un po' il tono di voce. E' spazientito.
"Quant'è l'ultima offerta?" faccio io.
"10 mila euro per 3 giorni"
"Affare fatto"
Attacco. Sono atteso tra una settimana nel suo studio per firmare il contratto. Emily continua a lavorare. E' magistrale. Entriamo dentro - abito in un attico e davanti non ho alcun palazzo, ma per lei, lo so, non avrebbe fatto alcuna differenza - e ci piazziamo a fare l'amore sul divano.
Decido. Le vengo in bocca. Senza nemmeno dirle niente. Aspetto che lei venga e poi le chiedo il servizietto di ringraziamento. Senza specificare come andrà a finire. Un trattamento di favore che chiedo alle più brave.
Lei inizia a lavorare. Ed è proprio in questo momento che il maschio ha il gioco in mano. Perchè? Io so quando l'opera sta per finire e posso scegliere tre strade.
1) Dirle che sto quasi per finire l'opera e farle capire che è meglio che si levi: questo succede più spesso con mogli e fidanzate che, in passato, hanno già dimostrato di non gradire il trattamento speciale;
2) Dirle che sto per finire l'opera e lasciare a lei la scelta. Trovo che sia uno dei massimi esempi di democrazia e di libero arbitrio.
3) in ultimo c'è il comportamento da stronzo. Non dici nulla. E fai quello che sogni sempre alla fine di ogni rapporto.  Lei magari ci rimane male ma la frittata è fatta. Rischi, certo. Lei ha sempre a disposizione il tuo Coso per un bel morso punitore. Ma in genere sono talmente prese dalla sorpresa che maturano il senso di vendetta solo dopo.
Emily era lì, con la bocca piena, che mi guardava perplessa. Quegli occhi a pesciolino che gridavano vendetta. Sembrava la versione nostrana di Lady Vendetta.

Io, però, in colpa non mi ci sono sentito nemmeno per un istante.

 
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SESSO SENZA IMPEGNO

Post n°10 pubblicato il 28 Agosto 2006 da bossoleany

Saretta76 me la ricordavo diversa. Più spigliata. Meno problematica. Con il senso dell'ironia. Vogliosa. Capace. Paziente. Senza tanti grilli per la testa. L'ho persa di vista forse per troppo tempo. E' arrivata a casa. Neanche il tempo di chiudere la porta che mi si è buttata addosso, abbracciandomi e baciandomi senza ritegno. I vicini di stanza avranno sentito qualcosa ma poco importa. Sanno chi sono e, anzi, questo contribuisce ad aumentare la mia fama. Per un'oretta e mezza faccio sesso con Saretta76. Dopo lei mi fa capire che può bastare.
"Mi fa male"
Lì per lì nemmeno sento. Continuo. Stavo riflettendo su come avrei potuto investire i soldi del film che ho accettato di recitare. Lei me lo ripete.
"Mi fa male"
Una lacrima solca la sua guancia. Chiedo scusa. Mi getto dal mio lato del letto. Cerco le sigarette sul comodino. Fumo. Lei mi si raggomitola addosso. Fa caldo ma non le dico niente. Lei mi chiede se voglio un rapporto orale per completare l'opera. Dico di no.
"Mi puoi chiedere qualsiasi cosa, sei stato fantastico anche stavolta, come sempre"
E' difficile spiegarle che non voglio niente, che tra una mezzoretta devo incontrare anche Jessika80. Provo a dirle che mi fa male un po' la testa. E' una scusa stronza, lo so. Ma funziona spesso. E' una di quelle scuse che non ti stai a chiedere se è vera o no. Ne prendi atto. Lo fanno anche gli assicuratori e i dottori, figuriamoci se non lo può fare Saretta76. Lei sta in silenzio per qualche minuto. Respira profondamente. Penso si possa essere addormentata. La scanso ma lei mi prende subito a fissare.
"Perchè non possiamo dare più continuità a questa storia?"
"Cosa?"
"Non mi piace questo nostro rapporto. Così fugace, così solitario. Così.. come dire... sporadico. Vorrei una cosa più continuativa nel tempo"
"Io abito a Roma, te lo ricordi?"
"Non puoi trasferirti?"
"No"
"E perchè sei venuto a Milano"
"Guarda che non sono venuto" lei mi guarda, rimane allibita. Era troppo sottile, non l'ha capita.
"Ma se sei qui!" me l'aspettavo l'osservazione. La faccia si piega in una posa schifata. Mi alzo, stanco e spossato. Vado in bagno. Una doccia fredda non la cambierei con niente. Guardo l'orologio. Le 7.45. L'appuntamento con Jessika80 è solo fra un quarto d'ora. Lei mi segue. Adesso è sulla porta del bagno. I capezzoli guardano in terra. Noto soltanto ora un po' di smagliature. Distolgo lo sguardo. Non vorrei diventare offensivo. Lei forse capisce. Sta di fatto che si nasconde, per metà, dietro lo stipite della porta. Apro l'acqua del rubinetto. E' fredda. Aspetto che diventi gelata. Quando inizia a farsi la condensa sul rubinetto inizio a lavarmi. Lei sta ancora lì, in silenzio.
"Cosa vuoi?" le chiedo.
"Non mi hai ancora risposto"
"Goditi questo momento. Non starti a tormentare con il futuro" troppo filosofico.
"ma cosa hai fatto? Parli sempre così difficile, dici delle cose senza senso"
"Sono matto"
Lei sta zitta.
"Sono un divo del porno... magari ho la sifilde... magari m'ha intaccato il cervello... o... magari..."
"O magari?" fa lei, è speranzosa. Mi guarda. Si rifà vedere completamente nuda.
"O magari non mi va di scopare tanto spesso con te" faccio, crudo.
Lei quasi piange. Guardo l'orologio. Sono le 7.55.
Mi sbrigo. Vado di là, metto una cosa al volo. Esco. Sulla porta mi fermo. Lei è ancora sul letto. A faccia in giù. Non la sento singhiozzare. Secondo me nemmeno piange. si sta giocando l'ultima carta. Lo sapeva anche prima che glielo dicessi che non mi va di vederla troppo spesso.
"Porto io le chiavi giù. Tu fai con comodo" è sottointeso che non la voglio rivedere.
"Dai, ti aspetto. A stasera" allora mi sa che è meglio specificare.
"Stasera voglio dormire"

 
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