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Droga, il Tar sospendeil decreto Turco


Roma - Il Tar del Lazio ha sospeso il cosiddetto decreto Turco. Il provvedimento che ha innalzato da 500 milligrammi a 1 grammo la quantità massima di detenzione di cannabis al di là della quale scattano le sanzioni penali. Lo hanno deciso i giudici della III sezione quater, presieduta da Mario Di Giuseppe, che hanno pubblicato oggi la loro ordinanza con la quale hanno accolto le richieste di sospensione del decreto fatto dal Codacons e da una cooperativa sociale-comunità terapeutica di Taranto. I giudici amministrativi hanno ritenuto che la legge "non conferisca - si legge nel provvedimento - al decreto un potere politico di scelta in ordine alla individuazione dei limiti massimi delle sostanze stupefacenti o psicotrope che possono essere detenute senza incorrere nelle sanzione penali". Bensì "un potere di scelta di discrezionalità tecnica, soprattutto per quanto attiene alle competenze del Ministero della Salute". Non solo; il Tar ha anche ritenuto che, nel caso specifico, "la scelta effettuata con il decreto impugnato non risulta supportata da alcuna istruttoria tecnica che giustifichi il raddoppio del parametro moltiplicatore". Codacons "Quella di oggi del Tar del Lazio sul decreto Turco è senza alcun dubbio una decisione giusta, visto anche il raddoppio, dal 2001 al 2005, del numero di consumatori di cannabis soprattutto dei giovani tra i 15 e i 24 anni". È il commento del presidente del Codacons Carlo Rienzi, dopo la decisione del Tar. "La facilità di passaggio alle droghe più pericolose - ha continuato Rienzi - è scientificamente dimostrata. La decisione del Tar eviterà l'attività di quell'uso in comune di cannabis che finiva per diventare una sorta di spaccio involontario creatosi tra i giovani ai quali, col nuovo provvedimento, era in pratica data la possibilità di avere con sé ben 40 dosi di cannabis e di poterle così facilmente scambiare con gli amici".