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DICO: BOCCHINO, DA GOVERNO PROPOSTA-MANIFESTO CONTRO LA FAMIGLIA


Gasparri: "Legge è morta, il centrosinistra ne prenda atto" Roma - “La proposta del governo si sta rivelando un pasticcio che ormai non piace a nessuno e che non avrà i numeri in Parlamento”. E’ quanto ha affermato il deputato di Alleanza nazionale Italo Bocchino.“E’ una proposta-manifesto che attacca la famiglia, indispettisce gli italiani e – ha concluso l’esponente di An – non risolve i problemi dei conviventi”.Maurizio Gasparri ha invece sottolineato come “il livello della discussione, il numero delle prese di posizione, le divisioni all’interno del governo fanno capire con chiarezza che la legge sui cosiddetti Dico non sarà mai approvata. Il centrosinistra ne prenda atto e rinunci ad ogni inutile discussione in commissione al Senato. Il tentativo di sfasciare la famiglia è stato superato dalla forte reazione del centrodestra, delle associazioni cattoliche, nella grande maggioranza del popolo italiano. Per altro ci hanno aiutato in questa nostra chiara vittoria le manifestazioni estremiste della sinistra come quella di sabato che ha avuto toni inaccettabili e persino offensivi nei confronti del Santo Padre. I Dico non ci sono più. Cancellarli dall’agenda del Parlamento è un atto dovuto”. Per quanto riguarda le parole del presidente della Cei, mons. Angelo Bagnasco, in una intervista rilasciata al settimanale 'Famiglia Cristiana', il presidente della Consulta etico-religiosa di An, Riccardo Pedrizzi, ha detto che si è trattato di un intervento "chiaro, preciso, inequivocabile, impegnativo e vincolante: nel dialogo, nella collaborazione e nella mediazione vi sono limiti non valicabili, perché oltrepassarli significa tradire il bene e la verità. Vi sono cioè valori, come quello della difesa e della promozione della famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra due persone di sesso diverso, sui quali non si può negoziare". "La linea di Bagnasco, d'altronde - ha osservato Pedrizzi - è quella di Ruini, di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, quella di una Chiesa che non insegue il consenso ma custodisce fedelmente e annuncia coraggiosamente la verità rivelataci da Gesù Cristo. Qualche giorno fa il Papa ha ammonito: Cesare non è tutto, c'è un'autorità superiore, lassù, che si chiama Dio, cioè Verità, da cui pure Cesare non può prescindere. E il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, ha avvertito: la coscienza non è al di sopra della Verità e deve conformarsi ad essa. Che a non capire tutto ciò siano i laicisti e gli anticlericali in servizio permanente effettivo, è una non notizia. Ma che a non capirlo siano i cattolici impegnati in politica, benché adulti - ha concluso l'esponente di An - è estremamente grave: o si è cattolici o non lo si è; non lo si può essere solo in campagna elettorale, salvo poi agire come se il Papa e la Chiesa non ci fossero".