crederci... sempre!!

Rfid


Il mondo della Sanità è in via di rapido cambiamento. Aumentano in percentuale le patologie croniche cosa che fa nascere l’esigenza di una nuova modalità di erogazione dei servizi sanitari, sempre più fuori dagli ospedali, anche per ragioni economiche. Ciò porta alla necessità di estendere i confini tradizionali dei sistemi informativi sanitari fuori delle strutture dedicate per entrare nelle case, con l’assistenza domiciliare, per seguire le esigenze di mobilità dei pazienti per assicurare la rintracciabilità di attrezzature, presidi terapeutici e persone e la tracciabilità dei processi. Si modifica anche l’approccio con il destinatario dei servizi sanitari, sempre più informato, meno “paziente” ossia figura passiva, sempre più “cliente” ossia figura attiva, dotato di capacità di scelta e di verifica della prestazione ottenuta, cosa che fa nascere la necessità di un preciso controllo della qualità dei servizi erogati. Tutto ciò porta a una crescente diffusione dell’impiego di tecnologie mobile e wireless, dal Wi-Fi all’Rfid. Ecco perché il Politecnico di Milano ha scelto di dedicare uno dei suoi Osservatori Mobile e wireless al settore della Sanità. Come spiega Alessandro Perego, professore presso la School of Management del Politecnico e responsabile dell’indagine, sono state acquisite le testimonianze di 51 organizzazioni sanitarie (Asl, Aziende Ospedaliere, Case di Cura, Policlinici) presso le quali sono state individuate 290 applicazioni. Il lato dell’offerta è stato coperto con interviste a 24 aziende. Dal quadro risulta che la tecnologia dominante nell’area delle applicazioni di front office, ossia quelle a contatto con il paziente, è il WiFi su palmare, molto utilizzata dai medici per la cartella clinica elettronica e dagli infermieri per il controllo delle somministrazioni delle terapie. L’Rfid viene utilizzato più limitatamente ma in misura crescente. Le applicazioni più diffuse sono l’identificazione del paziente, il matching tra paziente e farmaci/terapie o il controllo del processo delle trasfusioni. Tra i progetti Rfid individuati dall’Osservatorio – in totale una decina – interessante quello realizzato dall’ospedale Luigi Sacco di Milano per la gestione delle cure oncologiche palliative. Si tratta, come spiega il direttore sanitario Callisto Bravi, di cure domiciliari prestate in genere da strutture di volontariato non direttamente riconducibili all’ospedale. È pertanto importante controllare la correttezza della loro erogazione e l’identità delle persone che operano. Ciò si realizza grazie a un tag Rfid posizionato sulla cartella clinica di cui ogni paziente è dotato. Sempre al Sacco è stata utilizzata la tecnologia Rfid per il controllo della manutenzione delle apparecchiature elettromedicali mentre è allo studio l’utilizzo dei tag per la tracciabilità del processo delle trasfusioni e per la gestione degli accessi nei laboratori. Presso l’Ospedale di Niguarda, sempre a Milano, i tag vengono utilizzati per l’identificazione dei pazienti e per il controllo dei processi trasfusionali, mentre presso l’istituto oncologico dell’Ausl di Forlì si usano i tag per identificare oggetti conservati in ambienti critici come per esempio l’azoto liquido. Quanto alle applicazioni di back office, troviamo un discreto utilizzo dei tag nella gestione dei farmaci nelle farmacie degli ospedali ma queste applicazioni stentano a decollare perché i preparati non arrivano taggati dal produttore.rfiditalia