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I modelli di Equixeden


    “Allora Marco Polo parlò: - La tua scacchiera, sire,è un intarsio di due legni: ebano e acero. Il  tassellosul quale si fissa il tuo sguardo illuminato fu tagliatoin uno strato del tronco che crebbe in un anno di sic-città: vedi come si dispongono le fibre? Qui si scorgeun nodo appena accennato: una gemma tentò dispuntare in un giorno di primavera precoce, ma labrina della notte l’obbligò a desistere -. Il Gran Kannon s’era fin’allora reso conto che lo straniero sapes-se esprimersi fluentemente nella sua lingua, ma nonera questo a stupirlo.- Ecco un poro più grosso: forseè stato il nido d’una larva; non d’un tarlo, perchéappena nato avrebbe continuato a scavare, ma d’un bruco che rosicchiò le foglie e fu la causa percui l’albero fu scelto per essere abbattuto….Questo margine fu inciso dall’ebanista con la sgor-bia perché aderisse al quadrato vicino, più sporgente…….”                                        da Italo Calvino Le Città Invisibili   Ecco ogni volta che mi soffermo a guardare o che illustro aduna cliente un capo di EquixEden mi viene in mente il piccolopezzo di I. Calvino che ho messo in apertura.Sì, è proprio così. Ogni capo, anche la più semplice maglietta che esce da questo laboratorio-sartoria,ha bisogno di occhi che sanno guardare: pochi tagli,cuciture essenziali che trasformano un pezzo di stoffa in "capo".Le stoffe utilizzate meritano di essere trasformate in questi capi.