BrAin Storm

S.O.S.


Inattivo eh, si, certo, e sai perchè?Perchè ho avuto un po da fare nelle ultme tre settimane. Tanto per cominciare ho dovuto preoccuparmi di sopravvivere. Noah aveva ragione. Non del tutto, solo in parte ed io non l'ho considerato, non ho considerato la potenzialità del suo intuito. Non ha indovinato che sarei schiattato ma ha indovinato che mi avrebbero sparato alle spalle.E' stato un incidente, almeno questo ho saputo da chi era lì presente. Non ricordo molto, solo quel ragazzino con la pistola ad acqua, delle urla disumane, visi sfocati, quello di Lena e un barile di dolore in polvere che ha finito per asfissiarmi.In ospedale quel cazzo di portantino ha osato paragonare la mia "fine" non molto lontana da quella di mio padre. Lui che cazzo ne sa di cosa è successo? Gli ho rotto il naso, ma evidentemente non volevo. Si è messo in mezzo, ha provato a "tenermi buono". Si fottesse lui e la sua cazzo di dose di budino di mirtilli. Ho fatto un casino e non ricordo esattamente neppure quello. Ero strafatto di medicinali, non ne ho mai presi tanti tutti insieme. Anzi, non ne ho mai presi in verità. Viva i vecchi rimedi della nonna, santa donna, le volevo bene. Però per guarire da un polmone bucato in due punti, da una costola toracica incrinata, da un foro dietro la schiena ed un taglio grosso quanto una squadretta da disegno da 10 cm sul torace c'è bisogno di tanti buchi e liquidi e pillole e altro che non sto a raccontare. Quello che voglio raccontare invece è la cosa strana che è accaduta, credo, mentre raggiungevo l'ospedale o forse mentre ero già in sala operatoria.Mi sono visto. E' stato strano, come risvegliarsi da un sonno profondissimo del tutto riposati. Mi sono sollevato, mi sentivo leggero, poi ho voltato la testa ed ho visto i tavoli, qualcuno in giro agitarsi accanto a degli strumenti con le lucine colorate. Riuscivo a sentire delle voci ma provenivano da lontano eppure vedevo le loro bocche muoversi oltre le mascherine. Non serviva che muovessi le gambe per camminare, mi bastava pensare di trovarmi in un punto e l'attimo dopo c'ero. Quando ho visto me stesso disteso sulla barella, con tubi infilati in gola, nel naso e il torace aperto con un medico a ravanarci dentro con una mano credo di essere svenuto. Da lì in avanti non ho memoria. Ricordo di essermi svegliato intorpidito, pesante e stanco, tutto il contrario del primo risveglio. Mi hanno detto che il mio cuore si è fermato per circa tre minuti.Ero tecnicamente morto.Allora Noah aveva ragione?Non lo so, non mi interessa. Mi interessa che sono vivo e che la mia vita ora cambierà drasticamente perchè Dairine è incinta, aspetta un bambino che è suo e mio. Nostro figlio. No, non l'avevamo programmato, anzi, credevo di avere usato ogni precauzione possibile, credevo non fosse affatto il momento più adatto per una cosa del genere. Ho solo ventisette anni. Oppure ho già ventisette anni?Dov'è il manuale d'istruzione? Dove sta scritto quando è il momento adatto per certe cose, per essere abbastanza consapevoli di quello che sta succedendo. Non l'ho presa bene quando lei me lo ha detto, ho avuto paura, sono stato distante, ho cercato di immaginare la mia vita da ora a nove mesi. Non sono riuscito a vedermi, non come quando sono morto e forse è questo quello che mi ha dato coraggio. La consapevolezza di esserci.Le voglio bene, non potrei mai farle del male e quel pallino nero nella foto sfocata è qualcosa di nostro, da condividere. Ne sono responsabile tanto quanto lei. No, non credevo sarebbe successo, non così presto, non a me.Io non credo nella famiglia. Ma credo nell'affetto di mio padre e nella possibilità che la gente impari dai propri errori e da quelli visti compiere agli altri intorno a se. Magari è arrivato il momento che costruisca la famiglia che avrei voluto e che inconsciamente credo di desiderare ancora. Le ho detto che la Amo. Mi sono sentito sincero. E non mi importa se quel figlio di puttana di un pazzo è ancora in giro, ho sentito da Simon che presto o tardi l'F.B.I. prenderà in mano il caso, che se la piangano loro. Non mi importa della stampa, del lavoro. Sono in ferie forzate, in convalescenza, dovrò riabilitarmi, dovrei tornare a sparare, non potrò farlo per ancora un altro paio di settimane ed è tutta colpa di quel pazzo schizzofrenico. Se non avessi esagerato intervenendo le ferite sarebbero già rimarginate del tutto. Rischio la disconnessione della costola toracica che si era incrinata ma i punti non li ho più e non so se era meglio averli o meno, so solo che il fastidio c'è uguale. Il braccio riesco a muoverlo, certo a volte è complicato perfino tirare su la testa dal cuscino, sento tutto il pettorale in fiamme ma sono sensazioni che sbiadiscono giorno dopo giorno e le cicatrici che rimarranno serviranno a ricordarmi di avere più fiducia in Noah la prossima volta.