Racconti Passionali

Una strana storia (parte 10)


Mi svegliai all’alba. Il pensiero di lei ancora prepotentemente dentro di me. Aprii la finestra e tirando su le tapparelle un delicato e fresco profumo invase le narici. Guardai in giardino i miei fiori, alle luci dell’alba assumevano dei colori particolari. Mi fermai lì a contemplare queste piccole meraviglie della natura.Andai in cucina e preparai la macchinetta del caffè, poi, mentre aspettavo che salisse m’inoltrai in giardino per gustare ancora più da vicino la magnificenza di quello spettacolo. Il silenzio risuonava nelle orecchie, inspirai fortemente più volte, come a voler partecipare con tutto me stesso. Il suo volto riapparve nella mia mente, quasi a volersi confondere con tutte quelle meraviglie. Rimasi immobile gustando quei momenti sereni.Il rumore della caffettiera mi riportò alla realtà. Versai la bevanda nella tazzina e la sorseggiai lentamente.Mentre mi preparavo a uscire notai il mio stato d’animo, ero euforico per l’incontro della sera, ma anche calmo e sereno.La giornata proseguì tranquilla, sbrigai il mio lavoro con l’entusiasmo infantile di chi sa che alla fine della giornata avrebbe trovato  una magnifica sorpresa.Arrivai all’appuntamento,come sempre, con notevole anticipo. Decisi di passeggiare intorno al laghetto per smorzare un po’ quella tensione che sentivo crescere in me.Avevo fatto pochi passi immerso nei miei pensieri quando, alzando gli occhi, me la trovai davanti a pochi passi da me. Evidentemente anche lei era arrivata prima e stava passeggiando con lo stesso mio intento di rilassarsi prima dell’incontro.Ci fermammo, e per qualche secondo, rimanemmo a guardarci da lontano. Sorrise. Era estremamente affascinante e mi perdetti per un attimo in quegli occhi lucenti. Lentamente ci avvicinammo...  Come l’avrei salutata? Una stretta di mano? Troppo formale. Un bacio sulle labbra? Decisamente eccessivo. L’istinto decise per me. Ci trovammo abbracciati delicatamente, con il viso che guardava oltre. Rimanemmo così per qualche istante, come ad aspettare che il cuore riprendesse il suo battito normale. Poi, prendendole la mano, iniziammo a passeggiare.