Questa poesia mi colpì, ed è una delle poche che ricordo.Lessi Satura quest'estate, era il solito libricino dato in allegato ai quotidiani.Non comprendo come mai i professori e le professoresse universitarie si" fissino" col farci leggere le Occasioni . Sì il simbolo, Clizia, l'allegoria della poesia unica difesa e speranza dell'intelletuale nella "tregenda" della seconda guerra mondiale...Preferisco Satura, l'ironia sulle piccole cose, il poeta che canta Mosca, la sua lontananza che non diventa oblio...E amo questa poesia ...spesso i più puri sentimenti, le affinità d'anima restano intrappolate...nella mente...nel pensiero...nel silenzio della lontananza...Certo Montale non conosceva le chat...So che qualcuno vi coglierà dei riferimenti , una dedica o quant'altro...qualcuno lontano...qualcuno il cui "segreto" mi sfugge...Può darsi di sì...può anche darsi che debba restare arcano il senso di questo mio post persino a me stessa...Che il mio inconscio mi abbia fatto affiorare questa poesia e me l'abbia fatta cercare attentamente in alcuni siti...Ex votoAccadeche le affinitá d'anima non giunganoai gesti e alle parole ma rimanganoeffuse come un magnetismo. É raroma accade. Puó darsiche sia vera soltanto la lontananza,vero l'oblio, vera la foglia seccapiú del fresco germoglio. Tanto e altropuó darsi o dirsi.Comprendola tua caparbia volontá di essere sempre assenteperchè solo così si manifestala tua magia. Innumeri le astuzieche intendo.Insistonel ricercarti nel fuscello e mainell'albero spiegato, mai nel pieno, semprenel vuoto: in quello che anche al trapanoresiste.Era o non erala volontá dei numi che presidianoil tuo lontano focolare, stranimultiformi multanimi animali domestici;fors'era così come mi parevao non era.Ignorose la mia inesistenza appaga il tuo destino,se la tua colma il mio che ne trabocca,se l'innocenza é una colpa oppuresi coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,di te tutto conosco, tuttoignoro. (Eugenio Montale, Satura; Satura II)
Ex Voto
Questa poesia mi colpì, ed è una delle poche che ricordo.Lessi Satura quest'estate, era il solito libricino dato in allegato ai quotidiani.Non comprendo come mai i professori e le professoresse universitarie si" fissino" col farci leggere le Occasioni . Sì il simbolo, Clizia, l'allegoria della poesia unica difesa e speranza dell'intelletuale nella "tregenda" della seconda guerra mondiale...Preferisco Satura, l'ironia sulle piccole cose, il poeta che canta Mosca, la sua lontananza che non diventa oblio...E amo questa poesia ...spesso i più puri sentimenti, le affinità d'anima restano intrappolate...nella mente...nel pensiero...nel silenzio della lontananza...Certo Montale non conosceva le chat...So che qualcuno vi coglierà dei riferimenti , una dedica o quant'altro...qualcuno lontano...qualcuno il cui "segreto" mi sfugge...Può darsi di sì...può anche darsi che debba restare arcano il senso di questo mio post persino a me stessa...Che il mio inconscio mi abbia fatto affiorare questa poesia e me l'abbia fatta cercare attentamente in alcuni siti...Ex votoAccadeche le affinitá d'anima non giunganoai gesti e alle parole ma rimanganoeffuse come un magnetismo. É raroma accade. Puó darsiche sia vera soltanto la lontananza,vero l'oblio, vera la foglia seccapiú del fresco germoglio. Tanto e altropuó darsi o dirsi.Comprendola tua caparbia volontá di essere sempre assenteperchè solo così si manifestala tua magia. Innumeri le astuzieche intendo.Insistonel ricercarti nel fuscello e mainell'albero spiegato, mai nel pieno, semprenel vuoto: in quello che anche al trapanoresiste.Era o non erala volontá dei numi che presidianoil tuo lontano focolare, stranimultiformi multanimi animali domestici;fors'era così come mi parevao non era.Ignorose la mia inesistenza appaga il tuo destino,se la tua colma il mio che ne trabocca,se l'innocenza é una colpa oppuresi coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,di te tutto conosco, tuttoignoro. (Eugenio Montale, Satura; Satura II)