Sogno e poesia

Donne coraggiose


Martedì scorso mi ha chiamato una collega di corso, aveva bisogno di appunti di quel Seminario antimafia che abbiamo frequentato, lei aveva saltato le ultime lezioni. Le ho chiesto come stava, come stava suo padre, e mi ha  dato la notizia che era morto qualche giorno prima. Non ne avevo saputo nulla, mi sono sentita in colpa per non averla chiamata prima, quando mi ero accorta delle sue assenze. Eppure conoscevo la sua situazione.Così forte lei, non è una mia amica ma ero stata una delle prime due mesi fa circa a cui aveva confidato le gravi condizioni del padre. Non sapevo come consolarla, mi sono sentita così profondamente vile e debole al suo cospetto, di fronte alla sua forza d'animo. La sua è stata la forza di occuparsi di suo padre (certo c'era anche l'infermiera), durante lo stadio terminale del suo cancro, di riuscire a frequentare i corsi obbligatori, di riuscire a non trascurare il suo ragazzo; e di ricominciare a studiare di nuovo, subito, per non perdere mesi...La scrutavo, il suo dolore sordo senza lacrime era lì lì per esplodere, ma lei è conscia che se si lascia andare alla disperazione nessuno consolerà i suoi, così fragili. Per una volta mi è scaturito un senso di solidarietà che stento a riconoscere, perchè credevo di essere come di ghiaccio. In quel momento tutta la mia solitudine, il pensiero che quest'estate mi toccherà lavorare sodo se vogliamo mettere in piedi l'agriturismo, che non andrò in vacanza come da 7 anni a questa parte, che litigherò coi miei e mi sentirò soffocare in campagna, mi sembravano assolutamente insulsi. Riflettevo sul fatto che non so come avrei reagito al posto di questa mia collega, perchè a casa mia per ogni problema anche insignificante mettiamo su un dramma. Questa è solo una delle situazioni che accadono,  per non parlare dei grandi flagelli  mondiali se no non ne esco più...Solo  piccola perle: c'è un'associazione che manda a mio nonno ogni anno cartoline e il calendario di Natale, in cambio di un piccolo contributo, anche pochi euro, di artisti mutilati che dipingono con la bocca o con i piedi. Sono bravissimi. La loro voglia di vivere, l'istinto di sopravvivenza mi  colpiscono. Come "l'angelo" del Burundi, Margherite Barankitse, che ha creato una casa famiglia in cui ospita 10.000 bambini, invalidi, orfani, malati d'Aids. Questa donna coraggio ha subito 4 minacce di morte, hanno trucidato durante la guerra civile nel '94, nel suo villaggio,davanti ai suoi occhi,  decine di parenti.Nel suo Paese era considerata una pazza  perchè una hutu, per ragioni etniche , non può occuparsi di tutsi, "nemici", anche se piccoli bambini indifesi.Ha sfidato eserciti, parenti che la osteggiavano, governi, a testa alta, non ha mai avuto paura della morte. Grazie a Margherite, grazie alle donne coraggiose, ogni tanto in questo torbido si può ravvivare un lumicino di speranza. Leggete sotto, quando ho sentito questa storia alla tv mi sono commossa.http://www.unhcr.it/index.php?option=com_content&task=view&id=384&Itemid=217