certi momenti

L'essenza della vita


Gli orientali catturano le scimmie in modo singolare. In una noce di cocco praticano un piccolo foro, appena sufficiente a far passare la mano dell’animale, fissano saldamente la noce ad un albero, quindi sistemano al suo interno un bocconcino appetitoso. La scimmia s’avvicina, annusa l’aria, infila la mano nel pertugio e afferra il cibo ; ma quando tenta di estrarre il pugno chiuso e pieno, non ci riesce. I cacciatori, appostati nella macchia, si fanno avanti. Alla scimmia basterebbe aprire la mano e mollare la presa per fuggire sugli alberi della foresta libera come prima, però non lo fa. Pur di non lasciare ciò che ha afferrato, è disposta a farsi ammazzare. Agitata dal desiderio, dalla brama di possesso, la povera bestia perde la capacità di comprendere con lucidità e pacatezza la causa per cui si trova in trappola. Muore, infatti, con il cibo stretto in pugno. Noi, esseri umani, comprendiamo la sua tragedia. Sappiamo bene cosa si prova a voler trattenere ad ogni costo qualcosa o qualcuno. Soffriamo senza sapere perché, esattamente come la scimmia, e come lei restiamo inchiodati fino alla fine al cieco proposito di non mollare la presa. Desideri, pensieri, timori e rancori, impediscono all’uomo il contatto autentico, la comunicazione, con la vita. Manca agli uomini la capacità di comprendere pacificamente il mondo nella sua interezza e di andare oltre l’ostinato fraintendimento di Dio-Io che sta alla radice dell’umana sofferenza. Questa nostra incapacità di metterci in comunicazione con le cose, ci impedisce di comprenderle. Se non le comprendiamo, non possiamo amarle, perché l’amore è impossibile senza comprensione. Se non le amiamo, non possiamo coglierle nella loro essenza. Se non le cogliamo, non possiamo descriverle. E’ un circolo vizioso dal quale si esce reimpostando daccapo l’esistenza, vivendo con più spontaneità e naturalezza, agendo senza premeditazione, né secondi fini. Il resto viene “da sé”, come in questa poesia dello Zenrin : Sedendo quietamente, senza far nulla, viene la primavera, e l’erba cresce da sé.