La voce delle stelle

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Un giorno un gabbiano si posò sulla mia spalla,si intrattenne per un po’ e mi raccontò di se,il suo eterno migrare,non riuscire a colmare il vuoto chesenza tempo né preavviso si manifestavanella propria anima come ombra che toglie il respiro.Non poté contenere una lacrima il pensiero rivolto a tutto ciò che è belloe che tutto scorre e nulla è per sempre.Come trattenere per sempre un momento felice?A dire il vero io una risposta non l’ avevo,cosa dirgli allora?Mi venne in mente di accompagnarlo in un luogo dove ogni cosa è bella,e smisi di far scorrere tutte le cose , imprigionando in lui quell’ attimo felice,ma a nulla servì perché quella felicità non aveva più senso di essere.Rassegnato mi salutò ed andò via.In un altro tempo tornò e mi disse di aver compreso,la felicità non la doveva cercare negli altri o nelle circostanze ma il tutto era dentro di sé,e mi portò ad esempio l’ amicizia che avevamo instauratogli aveva attraversato il cuore lasciandogli un’emozione da portare sempre con sé in volo e che non l’ avrebbe mai più lasciato in solitudine.Dicono che bisogna dare sempre una seconda possibilità,a un ritorno non c’è sempre una convenienza,alle volte i ritorni  avvengono proprio dal cuore…..