Brindisi Plaza

Si può morire per una partita di pallone?


  Siamo nel cosentino, la partita in questione è Cancellese – Sanmartinese (3° Categoria). La gara finisce 2 a 1 per la Sanmartinese. Fin qui una giornata di sport come tutte le altre, se nonché all’entrata degli spogliatoi un gruppo di tifosi della Cancellese scatena una rissa contro i giocatori della Sanmartinese, creando uno scompiglio generale. La situazione va a degenerare ogni minuto che passa, i tifosi della squadra di casa picchiano e tirano pietre ai giocatori ospiti che cercano in ogni modo di difendersi. Poi un dirigente della Sanmartinese, il signor Ermanno Licersi di 42 anni, cerca di riappacificare gli animi ma viene colpito al naso da un pugno. Il dirigente, ferito, si allontana dal luogo della rissa e si dirige verso gli spogliatoi, ma l’uomo, forse per una emorragia interna scaturita dal colpo subito, si accascia a terra e muore.Questo che vi ho appena raccontato è la cronaca di una tragedia assurda. Non è possibile morire per una partita di calcio. E’ una tragedia fuori da ogni logica umana, il calcio si è trasformato in maniera radicale. Da uno svago della vita quotidiana, ad una vera e propria fucina di violenza ,di idiozia . E’ vero il calcio non è più quello di un volta, lo si dice da almeno un decennio, ma non credevo si arrivasse a tanto. Mi auguro che la situazione del calcio d’ora in avanti cambi, prima che si arrivi all’esasperazione completa di questo sport. Il calcio deve tornare ad essere un divertimento, un qualcosa di gioioso con una rivalità genuina fatta di semplici sfottò tra tifosi e non uno sfogo violento fatto di risse e, nel caso che vi raccontato, di morte.