L'Anticonformista

Il Carnevale


Oggi termina il Carnevale in tutte le zone che non seguono il rito Ambrosiano.
Alcuni fanno risalire la radice etimologica del Carnevale al carrus navalis, carri a forma di nave usati a Roma nelle processioni di purificazione.  Altri al carnem levare, togliere la carne, che indica l’inizio della Quaresima, periodo in cui ai cattolici era vietato mangiare carne. La tradizione medioevale prevedeva, infatti, un banchetto di "addio alla carne" la sera precedente il mercoledì delle Ceneri, saziandosi fino alla nausea prima dei digiuni quaresimali.Le prime notizie sul Carnevale, all’inizio un vero e proprio rito religioso, risalgono ai tempi degli Egiziani. All'epoca dei faraoni, il popolo, mascherato, intonando inni e lodi, accompagnava una sfilata di buoi che venivano sacrificati in onore del dio Nilo.Se i Greci dedicavano il rito al dio del vino Dionisio, è soprattutto nel mondo romano e delle sue feste popolari, che possiamo ritrovare le origini del nostro carnevale.I Romani si lasciavano prendere dall’euforia durante i Baccanali: festeggiamenti in onore del dio Bacco che si svolgevano lungo le strade della città e prevedevano l'uso di maschere, tra fiumi di vino e danze. Famosa era anche la festa di Cerere e Proserpina, che si svolgeva di notte, in cui giovani e vecchi, nobili e plebei si univano nell’entusiasmo dei festeggiamenti. In marzo e dicembre era poi la volta dei Saturnali, le feste sacre a Saturno, padre degli dei, che si svolgevano nell'arco di circa sette giorni durante i quali gli schiavi diventavano padroni e viceversa, dove il "Re della Festa", eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e dove negli spettacoli i gladiatori intrattenevano il pubblico. Negli anni i Saturnali divennero sempre più importanti, all'origine infatti duravano solo tre giorni, poi sette finché, in epoca imperiale, furono portati a quindici. Ai Saturnali si unirono le Opalia, in onore della dea Ope moglie di Saturno, e le Sigillaria, in onore di Giano e Strenia. Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare.Durante il Tardo Medioevo il travestimento si diffuse nei carnevali delle città. In quelle sedi il mascherarsi permetteva lo scambio di ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, le caricature di vizi o malcostumi con quelle stesse maschere che sono poi diventate simbolo di città e di debolezze umane.
Nel Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musicaLa festa carnevalesca raggiungerà il massimo splendore nel XVI secolo, nelle strade della Firenze di Lorenzo dei Medici. Danze, lunghe sfilate di carri allegorici e costumi sfarzosi segnano una svolta di questa festa, amatissima nella culla rinascimentale.Con gli attori della Commedia dell'Arte, alla fine del '500, alcuni dei tipici personaggi carnevaleschi prendono forma e vengono caratterizzati nel linguaggio e nella gestualità. Nascono "le maschere" che penetrano nella tradizione collettiva e ci accompagnano ancora oggi. La galleria delle maschere italiane è vasta.I luoghi più famosi da noi dove il Carnevale, oltre a essere una grande festa, è soprattutto una tradizione e un'attività sono: Venezia, Putignano, Viareggio, Ivrea, Acireale, Fano, Oristano, Cento, Misterbianco. Nel mondo: Rio de Janeiro, Nizza, Lacosta, Verrès, Cadice, Limassol, Binche, Aalborg, Maastricht. Pochi fra questi hanno perso un pò in qualità negli ultimi decenni, cedendo il passo a località emergenti.