L'Anticonformista

Family Day contro i DiCo


La decisione è stata presa dai leader dell’associazionismo cattolico. Il «Family Day (Più Famiglia)» si svolgerà sabato 12 maggio a piazza San Giovanni a Roma e tra quattro giorni verrà reso noto il manifesto con cui le associazioni ecclesiali contano di portare in piazza 100 mila persone contro i Dico. Un «patto d’acciaio» che vede mobilitati gli Stati generali del laicato: da Comunione e liberazione ai Focolarini, dalle Acli a Rinnovamento nello spirito, dall’Azione cattolica al Movimento per la vita, dal comitato «Scienza e vita» all’Unione dei giuristi cattolici. I "cattolici" scenderanno in piazza, dunque, contro il disegno di legge Bindi-Pollastrini, in quanto crea «forme di convivenza che si mettono in contrapposizione con la famiglia» e per rivendicare le mai attuate politiche per la famiglia. La lotta ai Dico, precisa il presidente dei giuristi cattolici, D’Agostino, in quanto «copertura» per centrare il vero obiettivo, il riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali: «Tra le coppie gay non c’è nessuna esigenza sociale che non si possa soddisfare con il diritto privato, quindi questa legge mira ad alterare il valore della sessualità umana». A  Crotone i vescovi calabresi e l’Unione dei giuristi cattolici fanno le prove generali della mobilitazione nella prima manifestazione ufficiale contro il ddl Bindi-Pollastrini. A dare la linea è il nuovo capo della Chiesa italiana. «Di questa legge non c’è bisogno - tuona l’arcivescovo Angelo Bagnasco in un’intervista a “Famiglia cristiana”, ribadendo senza mezzi termini la linea dura del suo predecessore Ruini -. Non vedo il motivo di creare una nuova figura giuridica di diritto pubblico». Il «Family day» promosso dall’associazionismo cattolico sarà una «manifestazione pacifica e rispettosa per affermare pubblicamente le convinzioni in modo sereno». La minaccia che grava sulla famiglia giustifica un impegno in prima persona dell’episcopato. «Se i Dico verranno approvati dal Parlamento - avverte il presidente della Cei - le coppie di fatto saranno assimilate all’istituto familiare e costituiranno un modello comparativo di famiglia nella mentalità generale degli italiani». Secondo Bagnasco, «non c’è una ragione evidente perché due persone che decidono di vivere insieme, prima rifiutino l’istituto giuridico del matrimonio, ma poi di quell’istituto pretendano le protezioni e i diritti». La nota «impegnativa» annunciata da Ruini per vincolare il voto dei parlamentari cattolici, conferma l’arcivescovo, uscirà dalla riunione del 26 marzo del Consiglio permanente della Cei. A dar man forte in Parlamento alla mobilitazione ecclesiale è l’«intergruppo» cattolico (composto principalmente da esponenti di Margherita, Udeur (il Ministro Mastella in prima fila), Fi, An, Udc): si riunirà per definire gli accordi «bipartisan» in grado di far cadere i Dico al Senato. Nel frattempo, l’incontro dei «teodem» fisserà la strategia per affossare il provvedimento varato dal governo. «Il Papa si è schierato, dobbiamo muoverci subito», spiega Enzo Carra, capofila dell’ala cattolica oltranzista della Margherita. (Giacomo Galeazzi - La Stampa)Continua l'OSTRUZIONISMO BECERO e MANOVRATORIO del POTERE della CHIESA x CONTRASTARE la LIBERTA' e i DIRITTI di chi non la VEDE, PENSA e VIVE così.