L'Anticonformista

...per mio figlio


Ricky era un bambino aggressivo e difficile. A scuola non stava mai fermo. Disturbava le lezioni e, a volte, picchiava i compagni. Così, gli insegnanti mi hanno consigliato uno specialista. Solo con l'aiuto di uno psicologo ho capito che molti dei suoi problemi derivavano dal rapporto col padre.
-- Esci immediatamente da questa casa --, ho detto a mio marito in tono mortalmente calmo. Enrico mi si è avvicinato. -- Non toccarmi --, ho sibilato, -- e vattene, altrimenti chiamo la polizia --. -- Dai Monica, non dirai mica sul serio... --. -- Non sono mai stata tanto seria --.-- E dove dovrei andare secondo te? --, mi ha chiesto in modo aggressivo.-- Dove ti pare, purchè sia lontano da noi --, ho risposto.Enrico è uscito di casa senza però portare niente con sè e questo significava che non mi aveva preso sul serio e che sarebbe tornato quando mi fossi calmata.Io ho abbracciato mio figlio, che piangeva e tremava come una foglia.-- Va tutto bene, Ricky. Ci sono io qui con te, cerca di stare calmo --, lo consolavo.-- Mamma, papà mi odia. Mi picchia sempre. Cosa gli ho fatto, spiegamelo --A quelle parole sono rimasta ammutolita. Non sapevo cosa rispondere, ma sapevo che mio figlio non aveva torto. Mi sono guardata intorno, spaesata. Le lacrime mi rigavano il viso, ma nella mia testa sapevo cosa dovevo fare. Andare via. Lasciare Enrico e permettere a mio figlio di crescere liberamente e senza terrore. Così ho buttato alcuni dei nostri vestiti in valigia, ho preso per mano Ricky e sono andata dai miei genitori. Non volevo che mio marito ci trovasse a casa, rientrando. Lo amavo, ma sapevo che la sua presenza avrebbe reso Riccardo ancora più fragile e indifeso. E il mio bambino era la cosa più importante per me. Potevo rinunciare al mio matrimonio, ma mai alla felicità di mio figlio. Così, mi sono rivolta subito a un avvocato e ho avviato la pratica di separazione. Il giudice ha riconosciuto, a me e a Ricky, il diritto di restare nella nostra casa. Oltre a un assegno di mantenimento che mio marito, forse per vendetta, si è poi dimenticato quasi sempre di versare. Sono stati mesi infernali e mi sentivo sola senza Enrico, ma quando la nostalgia e il dolore mi assalivano, guardavo gli occhi di mio figlio e recuperavo la forza di andare avanti. Mi sono rimboccata le maniche e ho trovato un lavoro part-time, perchè Ricky aveva più che mai bisogno della mia presenza. Per fortuna ho potuto contare sui miei genitori, che mi hanno aiutata sia economicamente che moralmente.Una sintesi del racconto di una storia vera, come tante, che sembra ripetersi quasi all'infinito. Un atteggiamento offensivo e negativo che si riscontra in molti padri. Una situazione di disagio psicologico dove le vittime sono sempre i bambini. Questa donna ha avuto il coraggio di cambiare la sua vita per aiutare il figlio, rinunciando di vivere con l'uomo che amava. Questo è anche il comportamento di una madre "stabile". Una madre serena, normale, dolce e amorevole, che ha avuto la disavventura d'incontrare, sposare e amare un uomo manesco. Questa madre non porta il nome di tante madri snaturate come "Annamaria Franzoni".